Problemi di digestione

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Il processo digestivo

Per digestione si intende il processo fisiologico di scomposizione degli alimenti nelle parti più elementari, ed è volto all’assimilazione dei nutrienti utili all’organismo per la sopravvivenza, che avviene a partire dalla masticazione in bocca e termina nell’intestino e più precisamente nel duodeno. La digestione avviene nell’Apparato digerente che è costituito dall’insieme di organi specializzati a svolgere le funzioni indicate sopra.

Come funziona l’apparato digerente

Lo schema di funzionamento è semplice, anche se in ogni processo sono coinvolte molte attività dei diversi apparati dell’organismo.

A partire dalla bocca i denti sminuzzano il cibo che insieme all’azione di alcuni enzimi secreti specificamente in questa sede, diventa “bolo”. Il bolo passa attraverso l’esofago fino a giungere nello stomaco, un organo lungo circa 25 cm avente capacità contenitiva di 2 o 3 litri. Qui, grazie alle sue contrazioni ed alla secrezione di sostanze acide chiamate succhi gastrici, il cibo viene rimescolato, meccanicamente demolito e trasformato in chimo. La parete dello stomaco ha un rivestimento, la mucosa, che lo protegge dall’aggressione dell’acido cloridrico presente nel succo gastrico.

Non dimentichiamo il ruolo chiave svolto dagli enzimi presenti nella saliva, nello stomaco e nell’intestino; questi sono differenti molecole proteiche in grado di disgregare i vari componenti nutrizionali, riducendone il volume e rendendoli maggiormente assimilabili dall’organismo.

Nel duodeno e nel tenue, la prima parte parte più corta dell’intestino, il processo digestivo giunge al completamento. Qui i sali biliari e gli enzimi pancreatici fanno in modo che le sostanze nutritive vengano assorbite attraverso villi e microvilli che ricoprono la parete interna dell’intestino tenue. I villi sono minuscole pieghe della mucosa intestinale, (se ne contano svariate migliaia per centimetro quadrato), ricoperte a loro volta da microvilli, preposti proprio all’assorbimento degli elementi nutrizionali vitali.

Vale la pena sottolineare il ruolo di due grandi ghiandole, il fegato e il pancreas, che possono sembrare “invisibili” ma la cui funzione è fondamentale nella digestione, tanto che – non appena questi organi subiscono qualche malfunzionamento, i problemi di digestione si fanno sentire sempre di più: il fegato, che secerne bile, oltre ad immagazzinare glicogeno, è in grado di trasformare in zuccheri e grassi gli eccessi di aminoacidi prodotti dalla sintesi proteica. Il pancreas, posizionato dietro lo stomaco, produce insulina e glucagone che regolano il metabolismo del glucosio e secerne succo pancreatico utile alla demolizione di zuccheri, lipidi e proteine. Per neutralizzare l’acidità del chimo proveniente dallo stomaco, viene secreto liquido pancreatico ricco di bicarbonato, capace di rendere l’ambiente più alcalino e perciò più adatto agli enzimi digestivi.

Gli elementi di scarto del processo digestivo vengono eliminati attraverso le feci.

Helicobacter pylori

È un batterio gram-negativo che trova il suo habitat naturale sullo strato mucoso gastrico dove si posiziona e, grazie alla sua struttura elicoidale, vi penetra permanentemente creando ulcerazioni. Per meglio resistere all’aggressione dei succhi gastrici e all’ambiente acido presente nello stomaco, il batterio si circonda di un enzima (ureasi) che gli consente l’adattamento e la sopravvivenza.

Grazie alla presenza di questo enzima è oggi possibile effettuare una diagnosi sulla sua esistenza a livello gastrico, in modo non invasivo, attraverso il test del respiro (breath Urea test). Un altro metodo di indagine è l’esame delle feci, in grado di evidenziare la presenza dell’antigene del batterio. Altri metodi diagnostici sono la gastroscopia e la biopsia. Essi permettono allo specialista di visualizzare le eventuali lesioni del tessuto epiteliale provocate dal microrganismo, nonché di raccoglierne ed analizzarne un campione.

Molti individui sono infetti inconsapevolmente, in maniera asintomatica, da Helicobacter pylori che viene trasmesso attraverso il contatto con saliva, feci o alimenti contaminati. Quando il sistema immunitario è efficiente, la presenza del microrganismo sembra non costituire un fattore di rischio. Al contrario, in caso di squilibri immunitari, gli effetti patogeni del batterio si manifestano con problemi di digestione, gastrite ed ulcera duodenale e, in alcuni casi, si ritiene che la sua presenza possa avere un ruolo nell’insorgenza del tumore allo stomaco.

I sintomi caratteristici dell’infezione da Helicobacter pylori sono:

  • sensazione di bruciore di stomaco che peggiora a digiuno
  • dolore addominale, nausea, vomito, diarrea
  • perdita di appetito e di peso, eruttazione frequente, gonfiore.

La terapia prescritta dal medico consiste solitamente nella somministrazione di farmaci quali l’antibiotico per eradicare il batterio e gastroprotettori per preservare la mucosa. È comunque indispensabile recarsi dal proprio medico di fiducia per avere una corretta diagnosi e una corretta prescrizione.

Le misure di prevenzione per evitare il contagio, raccomandate anche dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), riguardano l’osservanza delle comuni regole di igiene:

  1. lavare bene le mani, soprattutto quando si entra in contatto con gli alimenti (regola utile anche per prevenire l’influenza)
  2. lavare con cura gli alimenti e assicurarsi che siano ben cotti prima di essere consumati.
  3. bere acqua potabile. Questa raccomandazione riguarda prevalentemente i Paesi in via di sviluppo, dove l’accesso alle fonti potabili potrebbe non essere sempre semplice.

La mancanza dell’osservazioni di queste regole basilari è una delle cause principali del contagio.

Uno stile di vita sano ed una dieta equilibrata sono fondamentali il mantenimento della salute generale. Ricordiamoci sempre che siamo ciò che mangiamo.

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Reflusso gastroesofageo

La risalita del contenuto acido dallo stomaco all’esofago è denominata Malattia da reflusso gastroesofageo (GERD). La GERD è piuttosto frequente, soprattutto nella popolazione occidentale più colpita da ansia e stress, ed è causata nella maggior parte dei casi dall’alterata funzionalità dello sfintere esofageo ovvero della valvola preposta ad evitare, tranne in caso di vomito, che i succhi gastrici presenti nello stomaco possano risalire.

Vi sono fattori, oltre lo stress, che possono favorire questa condizione, quali ad esempio l’obesità o semplicemente la cattiva alimentazione. Una dieta composta da cibi troppo elaborati e grassi o eccessivamente piccanti, il caffè, il cioccolato, le bevande gassate e alcoliche, se consumati in quantità eccessiva e troppo rapidamente, possono contribuire al rilascio dello sfintere esofageo inferiore. I succhi gastrici, risalendo, provocano sintomi alla gola: dapprima una sensazione di nodo in gola accompagnata da bruciore e tosse, talvolta nausea e dolore toracico. Laringite, raucedine, tachicardia ed abbassamento della voce sono altri sintomi tipici di questa patologia. Nei casi più gravi possono comparire asma e otite media.

Tra i farmaci che vengono solitamente prescritti per questa patologia, vi sono i cosiddetti “antiacidi”, ossia gli inibitori della pompa protonica, che intervengono bloccando i recettori preposti alla secrezione di succhi gastrici. Il loro utilizzo però, se protratto nel tempo, non è esente da effetti collaterali, compreso la conseguente difficoltà a digerire per via dell’eccessiva diminuzione dell’acidità dello stomaco.

Per evitare problemi di digestione, meglio allora seguire alcuni buoni consigli:

  1. evitare di coricarsi subito dopo mangiato. Il contenuto acido dello stomaco infatti, in posizione orizzontale tende a risalire più facilmente. Meglio attendere un paio d’ore prima di sdraiarsi ed evitare di piegare il busto avanti appena dopo il pasto.
  2. mangiare lentamente a piccole quantità, per aiutare il lavoro del cardias, concentrandosi sulla masticazione
  3. alzarsi dal tavolo sentendosi moderatamente sazi. L’eccesso di cibo, infatti, costituisce un sovraccarico per l’apparato digerente.

Via libera quindi agli alimenti che non lo appesantiscono ma che ne supportano l’attività: crauti, carciofi, patate e finocchi, cereali integrali, yogurt e kefir, aglio e zenzero. L’acqua depura ed idrata l’organismo, perciò è consigliato berne due litri al giorno, dilazionata nell’arco dell’intera giornata per evitare di concentrare l’assunzione durante i pasti.

Chi è in sovrappeso, affidandosi ai consigli degli esperti, può intraprendere una dieta personalizzata e praticare attività fisica mirata per ritrovare il peso forma. Sovrappeso ed obesità, non solo sono nemiche della digestione, ma hanno una serie di ripercussioni sulla salute e sono importanti fattori di rischio per diverse malattie croniche.

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Cattiva digestione e tachicardia

Può capitare, subito dopo un pasto molto abbondante, soprattutto dopo aver mangiato carboidrati, di avvertire una sensazione di oppressione al petto accompagnata da alterazioni del battito cardiaco. Ciò prende il nome di sindrome gastro-cardiaca. Eccetto la predisposizione individuale, una delle cause all’origine del fenomeno, che colpisce in prevalenza le persone ansiose, è l’eccessivo rigonfiamento di una porzione dello stomaco che, premendo contro il diaframma, limita lo spazio utile al cuore per la contrazione. Inoltre, l’ingestione di grandi quantità di cibo provoca la distensione della parete dello stomaco e la conseguente stimolazione del nervo vago, preposto all’invio di messaggi al cuore. L’afflusso di sangue allo stomaco durante la fase digestiva comporta un abbassamento della pressione arteriosa e un conseguente aumento del battito. La tachicardia che ne deriva può scatenare una serie di sintomi che riguardano la sfera emotiva tra cui ansia accompagnata spesso da sudorazione profusa ed insonnia.

Per far fronte a questa sindrome, legata alla cattiva digestione e non a particolari patologie cardiache, è spesso sufficiente migliorare le proprie abitudini alimentari e più in generale lo stile di vita. In ogni caso è sempre bene rivolgersi al medico che confermerà la diagnosi e consiglierà la terapia più appropriata.

Vi sono rimedi naturali utili per la tachicardia postprandiale e notturna? Innanzitutto, per alleggerire il lavoro dell’apparato gastrointestinale è utile consumare pasti leggeri preferibilmente a base di vegetali. Anche il riso, la carne bianca e la frutta, purché non troppo acida, sono consigliati. È meglio evitare cibi elaborati ricchi di grassi o troppo acidi che richiedono processi digestivi lenti e laboriosi. Attenzione anche agli abbinamenti.

Tra i rimedi coadiuvanti vi sono l’integratori a base di enzimi, per favorire la fisiologica digestione dei cibi e delle molecole nutrizionali quali amidi, grassi e proteine. L’integrazione di enzimi può essere utile soprattutto dopo i 40 anni di età, in quanto, proprio a partire da questa età, vi è un fisiologico e graduale calo della loro secrezione ed il loro apporto si rivela un alleato importante in caso di meteorismo e gonfiore addominale.

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Cattiva digestione e giramenti di testa

PROBLEMI DI DIGESTIONE - GIRAMENTI DI TESTA

Quando vi è un sovraccarico di lavoro a livello gastrico, sia per l’ingestione troppo rapida di cibo oppure perché il cibo è quantitativamente troppo o molto elaborato, l’afflusso di sangue richiesto allo stomaco, può provocare un abbassamento della pressione arteriosa e conseguente comparsa di senso di stordimento, capogiri e mal di testa accompagnati sovente da nausea e vomito, oltre che generare un problema di digestione generale. Altri motivi all’origine dei capogiri possono essere la masticazione grossolana oppure le intolleranze alimentari. Anche l’abbassamento dei livelli di glicemia può contribuire alla comparsa di queste sensazioni, soprattutto in caso di digiuno prolungato.

Gli esperti consigliano di consumare tre pasti bilanciati al giorno e due spuntini a base di frutta e verdura (mela, sedano, carote, finocchi) o yogurt greco e avena, o ancora, noci mandorle e anacardi ma senza eccedere. I pasti principali è bene che siano leggeri ma ben equilibrati per garantire il giusto apporto di nutrienti. Masticare a lungo e lentamente agevola il processo di digestione, inoltre permette di anticipare la sensazione di pienezza, evitando così inutili abbuffate. Possibilmente concedersi un momento di relax durante il pranzo e la cena, allontanando eventuali fonti di stress, concentrandosi sulla masticazione ed assaporando il cibo con tranquillità.

Ansia e cattiva digestione

Sovente, i soggetti più ansiosi e stressati soffrono maggiormente di disturbi gastrointestinali, come mal di stomaco diarrea mattutina. Viceversa, alcuni problemi digestivi possono avere come sintomi tachicardia e conseguente ansia dopo i pasti.

Alcune patologie, fra cui la gastrite e la sindrome del colon irritabile, possono infatti nascere da condizioni di ansia e stress. È inoltre noto che le persone stressate sviluppino più facilmente problemi a livello gastrico e siano più predisposte a soffrire di alterazioni delle funzioni intestinali in quanto lo stress viene somatizzato proprio a questo livello. Inoltre, questi individui sono sovente anche maggiormente soggetti a cattive abitudini tra cui alimentazione sbilanciata, povera di nutrienti e ricca di grassi e zuccheri, abuso di alcool e fumo di sigaretta.

Migliorare il proprio stile di vita è il primo passo per ritrovare il benessere. I fiori di Bach sono in questi casi ottimi alleati, rappresentando archetipi floreali di stati d’animo ai quali possiamo ispirarci, mentre ne assumiamo l’essenza, per evocare le nostre innate risorse e capacità di adattamento in modo da ritrovare il nostro equilibrio emotivo prima di cadere in stato di ansia o depressione.

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Intestino irritabile

Se si avverte dolore o sensazione di disagio ricorrente a livello addominale, accompagnato da alterazione della frequenza delle evacuazioni e della consistenza delle feci, probabilmente si soffre di sindrome del colon irritabile, conosciuta anche come intestino irritabile o colite spastica. Questa patologia talvolta può provocare anche sensazione di affaticamento, mal di testa, nausea, ansia e depressione e, in generale, da problemi di digestione.

Non è del tutto nota la causa alla base della sindrome, tuttavia si ipotizza possa originare da una errata comunicazione tra l’encefalo e le fibre nervose ed i muscoli presenti nell’intestino deputati alla contrazione. Laddove la contrazione è scarsa si riscontra un rallentamento del transito delle feci e la comparsa di stitichezza. Al contrario, in presenza di iper-contrazione si avranno sintomi quali gonfiore, diarrea e meteorismo.

Oltre allo stress e ad alcune malattie virali dell’intestino, si ritiene vi siano altre cause, tra cui modificazioni ormonali oppure il consumo eccessivo di alcool, cioccolato, caffè, tè, piselli, cavoli e broccoli. Anche l’alterazione della flora batterica intestinale (microbiota) sembra avere un ruolo nell’insorgenza della sindrome dell’intestino irritabile.

Esistono preparati a base vegetale o di altri componenti integrativi, in commercio, ma è bene affidarsi al parere del proprio medico curante e del farmacista che consiglieranno i preparati più adatti, dopo aver escluso alcune patologie o eventuali intolleranze alimentari. Sono in sperimentazione alcune terapie, come la FREMS (Frequency Rhythmic Electrical Modulation System), che consiste nel tentativo di equilibrare, grazie all’utilizzo di elettrodi, i movimenti della muscolatura intestinale.

L’alimentazione svolge un ruolo importante nella regolazione dell’intestino, in quanto vi sono cibi che irritano il colon quali latticini, carne rossa, insaccati, alcune spezie tra cui il peperoncino ed altri, invece, che migliorano la sintomatologia del colon irritabile. Verdure crude o cotte, il pesce cotto al vapore, sono alcuni tra i cibi consentiti e raccomandati. La scelta di cosa mangiare e dei cibi da evitare dovrebbe quindi essere fatta con particolare premura.

Alcuni integratori alimentari a base di enzimi o probiotici possono sostenere l’apparato digerente oppure apportare sostanze utili a mantenere in salute l’intestino. La colite può avere anche una componente psicosomatica e, in questo caso, i fiori di Bach possono essere un valido alleato, rappresentando archetipi floreali di stati d’animo ai quali possiamo ispirarci, mentre ne assumiamo l’essenza, per evocare le nostre innate risorse e capacità di adattamento al fine di ritrovare il nostro equilibrio emotivo. Tutte le tecniche di rilassamento che possono aiutare a calmare la mente, come lo yoga, il pilates e il tai-chi, l’agopuntura e la riflessologia plantare sono utili per ridurre i sintomi del colon irritabile.

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Dispepsia funzionale

PROBLEMI DI DIGESTIONE - DISPEPSIA

La dispepsia funzionale è l’alterata funzionalità dell’apparato digerente, in assenza di danno strutturale, che provoca gonfiore e fastidio a livello addominale, acidità gastrica, nausea e vomito. Svariate, ed ancora in fase di studio, possono essere le cause di questa patologia che viene genericamente definita “cattiva digestione”: presenza del batterio Helicobacter Pylori, ulcera gastrica, obesità, cattiva alimentazione, stress, alterata funzionalità dell’apparato digerente e utilizzo di alcuni tipi di farmaci.

La dispepsia funzionale riguarda per di più lo stomaco (dispepsia gastrica), sebbene i sintomi cronici interessino diverse parti del tubo digerente e si manifestino in modo differente a seconda che si tratti di sindrome da distress post-prandiale oppure epigastrico. Nel primo caso troviamo la presenza di sintomi tipici quali sensazione di fastidio e pienezza precoce in concomitanza con i pasti. Nel secondo caso, invece, vi è una prevalenza di dolore e bruciore che possono manifestarsi anche lontano dai pasti. In alcuni casi i sintomi di questa patologia coesistono e oltre al fastidio e bruciore, possono verificarsi nausea e gonfiore addominale.

Per diagnosticarla devono essere escluse altre patologie, attraverso indagini cliniche e strumentali come l’esame del sangue e la gastroscopia.

Il protocollo di trattamento prevede solitamente l’utilizzo di medicinali tra cui protocinetici, antibiotici, inibitori di pompa protonica ed ansiolitici quando la causa della dispepsia è lo stress.

Esistono inoltre preparati a base vegetale come integratori alimentari a sostegno della funzionalità gastricae, ad esempio, i Fiori di Bach che rappresentano archetipi floreali di stati d’animo ai quali possiamo ispirarci, mentre ne assumiamo l’essenza, per evocare le nostre innate risorse e capacità di adattamento al fine di ritrovare il nostro equilibrio emotivo prima di cadere vittime di stati d’ansia e condizioni di stress.

Cosa vuol dire stile di vita sano

Le corrette abitudini di vita, l’alimentazione equilibrata ed un po’ di attività fisica sono i segreti per salute e longevità: una forma di prevenzione dell’invecchiamento, ma soprattutto della crescita in salute del nostro organismo.

Smettere di fumare

PROBLEMI DI DIGESTIONE - SMETTERE DI FUMARE

Quali sono gli stili di vita sani che ci consentono di mantenere un ottimo livello di benessere fisico e mentale? Innanzitutto, ciò che va eliminato è il fumo di sigaretta, che nuoce ad organi e tessuti, provoca seri problemi respiratori e concorrere all’insorgenza di tumori. Smettere di fumare non è sempre facile, ma è imprescindibile se ci si vuole davvero prendere cura del proprio corpo (e di quello di coloro a cui vogliamo bene, che subiscono il nostro fumo passivo). Smettere di fumare farà bene non solo ai polmoni: ringrazierà la nostra pelle, il nostro gusto, l’olfatto, le nostre performance sportive. E perché no, i nostri vestiti e quelli dei nostri amici.

Ridurre il consumo di alcol

Anche l’uso di bevande alcoliche andrebbe limitato. Un bicchiere di vino durante i pasti è consigliato anche dagli esperti, ma gli effetti dell’abuso di alcol sul fegato, con il passare degli anni, si fanno sentire. Per scongiurare sovrappeso e obesità e per sostenere il sistema cardiovascolare è meglio moderare il consumo di bevande zuccherine e cibi elaborati, ricchi di zuccheri semplici e grassi saturi e limitare l’utilizzo del sale. Se si è già in sovrappeso e si vuole dimagrire in modo sano, il consiglio migliore è quello di rivolgersi a un dietologo o un nutrizionista, che potrà darvi non solo una dieta bilanciata, ma vi seguirà nella dieta. Non è tanto difficile iniziare le diete. Il difficile è continuarle e il supporto di un esperto è nella maggior parte dei casi imprescindibile. Le diete bilanciate sono inoltre indispensabili quando si vuole perdere peso senza creare squilibri nutrizionali al nostro corpo.

Mantenere un'alimentazione bilanciata

Per quanto riguarda l’alimentazione, l’apporto dei nutrienti essenziali come le vitamine e i sali minerali, può essere garantito dall’assunzione di frutta e verdura fresche di stagione, meglio se biologiche e a km 0, che apportano fibre e possiedono anche un’ampia capacità saziante. Inoltre, sono indispensabili per il nostro organismo in quanto hanno molteplici proprietà nel migliorare la circolazione, prevenire i problemi ossei, regolare la funzione e la respirazione cellulare, sostenere il sistema immunitario, garantire l’efficienza del sistema nervoso e muscolare.

Bere acqua, 2 litri distribuiti nel corso della giornata, a piccole quantità, è un altro consiglio importante da seguire, soprattutto in estate. L’acqua è fondamentale per l’eliminazione delle scorie e per i normali processi fisiologici e le reazioni biochimiche dell’organismo.

Fare attività fisica costantemente

Per quanto riguarda l’attività fisica, è utile praticarla costantemente, almeno due o tre volte a settimana e se possibile all’aria aperta per beneficiare dell’effetto rilassante e rigenerante che la natura svolge sulla psiche. Fare movimento, anche solo una camminata a passo sostenuto per mezz’ora al giorno, rafforza muscoli e ossa, aiuta a mantenere il peso forma e la corretta postura, allontana ansia e depressione, aiuta a prevenire alcune malattie tra cui ipercolesterolemia e obesità ed infine sostiene il sistema immunitario.

Riposare almeno 8 ore al giorno

PROBLEMI DI DIGESTIONE - RIPOSO

Dormire bene, almeno 7 o 8 ore per notte, abbatte i livelli di stress e favorisce lo stato di salute generale. Concedersi dei momenti di riposo, non solo notturni, per stare in pace con se stessi, aiuta ad allontanare le tensioni e a migliorare memoria e capacità cognitive. Infine, dedicarsi alle proprie passioni, quando possibile, canalizza l’attenzione su ciò che piace e influenza positivamente la nostra sfera emotiva e sociale.

Enzimi digestivi

Gli enzimi presenti nel nostro organismo sono migliaia. Tra questi ve ne sono alcuni incaricati alla digestione (come le amilasi, le proteasi e le lipasi). Gli enzimi digestivi sono molecole proteiche che si trovano nell’apparato digerente, sede in cui vengono prodotti, ed hanno la funzione di velocizzare le reazioni dell’organismo, effettuando la scomposizione dei componenti dei cibi, in molecole più piccole pronte per l’assimilazione.

Gli enzimi digestivi si trovano nelle ghiandole salivari, nello stomaco, nell’intestino, nel fegato e nel pancreas e con l’avanzare dell’età, a partire in media dai 40 anni, la loro produzione tende a decrescere progressivamente così come la loro funzionalità. La loro attività si riduce anche nel caso in cui vi sia un ambiente gastrico non più fisiologico. Anche i metodi di coltivazione moderni, che prevedono l’impiego di sostanze chimiche nell’agricoltura, hanno portato ad un graduale impoverimento dei terreni e ad una riduzione graduale di enzimi nei vegetali. Per tale ragione, oltre al consumo quotidiano di frutta, naturalmente ricca di enzimi (ad esempio fragole, banane, fichi, meloni ed ananas) e di verdura (carote, cetrioli, pomodori, finocchi, broccoli e zucchine), gli esperti consigliano l’assunzione in caso di necessità di integratori alimentari appositamente studiati per apportare gli elementi digestivi carenti nella dieta.

L’integrazione degli enzimi amilasi e lattasi, ad esempio, aiutano la digestione degli zuccheri, concorrendo così anche a ridurre la fermentazione a livello intestinale dei carboidrati. Aiuta inoltre a mantenere il peso forma. L’integrazione dell’enzima proteasi aiuta, come suggerisce il nome, la digestione delle proteine. Esso ha infatti il compito di spezzare le molecole di proteine in frammenti più piccoli (aminoacidi), favorendo la loro assimilazione. Infine, l’integrazione dell’enzima lipasi è di sostegno alla digestione dei lipidi e stimola lo smaltimento dei grassi attraverso le vie biliari, evitando il loro ristagno nell’organismo.

Come noto però, gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta ricca e bilanciata ma come elementi di supporto laddove vi siano delle carenze nutrizionali o aumentato fabbisogno.

Nutraceutica fisiologica

La Nutraceutica Fisiologica è frutto della nostra ricerca ventennale nell’ambito della nutrizione e della nutraceutica, al fine di sostenere la salute dell’organismo attraverso corretti stili alimentari e di vita e l’integrazione di sostanze nutrizionali utili a risolvere eventuali carenze o aumentati fabbisogni, avvalendosi di integratori alimentari peculiari, bilanciati, certificati e studiati ella loro composizioni, per soddisfare le esigenze più importanti.

Tra gli obiettivi della Nutraceutica Fisiologica, vi è quello di sostenere la salute dell’intestino, in quanto centrale per il mantenimento della salute dell’intero organismo, attraverso 3 semplici “regole”.

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Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta varia, equilibrata e di uno stile di vita sano.
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