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Come risolvere la diarrea acuta o persistente
Conosciamo il nostro intestino
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Dr. Antonio Gorini
Medico Chirurgo, Specialista in Nefrologia – Medicina Interna
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Cos’è la diarrea
La diarrea è un disturbo intestinale che si manifesta con scariche improvvise di feci molli o liquide.
Solitamente questo tipo di evacuazione è preceduta o accompagnata da spasmi e coliche gassose, che interessano la parte addominale, dallo stomaco (parte alta) fino al basso ventre.
Le cause della diarrea possono essere molteplici:
- infezioni virali (virus influenzali o di altra natura)
- parassiti e batteri presenti negli alimenti o in acqua contaminata
- intolleranze, sensibilità o allergie alimentari (lattosio, glutine, lieviti, ecc)
- sindrome del colon irritabile
- reazione ad alcuni farmaci, come antibiotici, chemioterapici, antinfiammatori
- patologie che interessano stomaco, intestino tenue o colon (come il Morbo di Crohn)
- condizioni post-operatorie del tratto gastro-intestinale
- presenza di alcuni tipi di tumore
Generalmente la diarrea è una reazione passeggera del corpo, che nel giro di due o tre giorni si risolve, anche grazie all’assunzione dei fermenti lattici vivi, o probiotici.
Tipi di diarrea
In base alla frequenza con cui si presenta, è possibile distinguere principalmente 2 tipi di diarrea: diarrea acuta e diarrea persistente o cronica.
La diarrea acuta è quella più comune, che dura meno di due settimane.
Essa è causata da:
- virus (rotavirus, norovirus, calicivirus)
- batteri (Campylobacter, Escherichia coli, Helicobacter pylori, Cloristridium difficile, Salmonella, Shigella)
- alimenti o bevande che alterano la flora batterica intestinale. [1]
Anche la diarrea del viaggiatore è acuta; si manifesta quando si raggiungono luoghi in cui le condizioni igienico-sanitarie sono precarie e pertanto si viene a contatto con alcuni microrganismi presenti nell’acqua, nei cibi e sulle superfici.
La diarrea cronica compare all’improvviso, ma dura per almeno 4 settimane e oltre.
Essa è causata da disturbi che alterano in maniera persistente le normali funzioni dell’intestino: malattie infiammatorie intestinali, come quella di Crohn e la rettocolite ulcerosa, la malattia di Whipple, la celiachia, l’intolleranza al lattosio, la colite microscopica e la sindrome dell'intestino irritabile.
Normalmente, nei casi in cui si segue un’alimentazione sana, variegata e ben bilanciata, eventuali scariche di diarrea acuta potrebbero essere provocate da cause virali o batteriche, mentre la diarrea cronica potrebbe essere sintomo di malattie infiammatorie intestinali.
Quando ci si rende conto di avere una diarrea cronica bisogna senza dubbio parlarne col proprio medico per discutere di eventuali esami da effettuare, risalire alle cause e concordare una terapia adeguata.
Ad esempio, quando si sospettano malattie infiammatorie intestinali, normalmente si eseguono analisi del sangue approfondite, analisi delle feci, ecografia all’addome o, se necessario, colonscopia.
Una volta individuata la causa e la cura specifica, anche la diarrea cronica può essere adeguatamente curata.
Sindrome del colon irritabile
La sindrome dell'intestino irritabile (IBS), conosciuta anche come sindrome del colon irritabile, è un disturbo che colpisce il tratto gastrointestinale inferiore, ovvero la parte finale dell'intestino tenue e l'intestino crasso (colon).
I sintomi di tale disturbo sono: dolore addominale, diarrea, costipazione, gas e gonfiore.
Essi possono comparire improvvisamente dopo un pasto abbondante, dopo aver mangiato alcuni alimenti o cibi cotti in un determinato modo (ad esempio le fritture), oppure dopo aver preso dei medicinali.
SYMBIOLACT® PLUS
provaloAnche se i sintomi sono simili a quelli delle malattie infiammatorie intestinali, la sindrome del colon irritabile non provoca danni irreversibili.
Le cause non sono del tutto chiare, ma è opinione comune degli esperti associare tale disturbo a un’ipersensibilità dell’intestino, allo stress, a infiammazioni intestinali e a cambiamenti che avvengono a livello della flora batterica.[2]
Malassorbimento degli acidi biliari
Il malassorbimento degli acidi biliari è un disturbo che si manifesta con due sintomi in particolare: diarrea e gonfiore addominale.
Si manifesta come un accumulo di acidi biliari, che non vengono correttamente riassorbiti dall’ileo, cioè dall’ultima parte dell’intestino tenue. Anche se il fattore eziologico non è ancora chiaro, il malassorbimento degli acidi biliari è spesso correlato alle patologie epatobiliari o che interessano l’intestino tenue e il pancreas esocrino (malattia di Crohn, celiachia, ecc).
Solitamente, una volta individuato il disturbo, così come per gli altri casi, il trattamento prevede l’assunzione di farmaci specifici e il cambiamento di alcune abitudini alimentari.
Se ci si alimenta con cibi grassi, gli acidi biliari possono aumentare molto, in quanto necessari al loro corretto assorbimento. Ecco perché, in presenza di malassorbimento, ma anche quando compare diarrea, gli esperti consigliano di evitare soprattutto i cibi grassi, ma anche dolci, piccanti e alimenti troppo elaborati, latte e derivati, frittura e carni lavorate.
Infezioni virali
Le infezioni virali che coinvolgono il sistema digerente si chiamano gastroenteriti virali e sono causate dal contatto con persone infette oppure dall’assunzione di cibo o acqua contaminata.
Questi disturbi provocano infiammazione, gonfiore e irritazione delle mucose del tratto intestinale che si manifestano con diarrea, nausea, vomito, dolori addominali e febbricola.
Le infezioni virali normalmente non richiedono alcun trattamento e nel giro di pochi giorni scompaiono da sole, ma, se i sintomi persistono per oltre 4 o 5 giorni e se ad essere colpiti sono i bambini, gli anziani e le persone con difese immunitarie basse, è opportuno informare il proprio medico.
Disidratazione
Se la diarrea persiste per molto tempo può diventare pericolosa per l’organismo. La perdita eccessiva di liquidi provoca disidratazione.
Quali sono allora i campanelli d’allarme?
I segni di disidratazione negli adulti sono:
- secchezza delle fauci (bocca asciutta) e delle mucose
- pelle secca e squamosa
- minzione rara e di scarsa quantità
- pressione arteriosa bassa e frequenza cardiaca più alta del normale
- capogiri, mal di testa, senso di stanchezza, difficoltà a riflettere, confusione.
Nei bambini i segni di disidratazione sono più o meno gli stessi, con l’aggiunta di irritabilità, occhi infossati e sonnolenza.
Nel caso ci si renda conto di essere disidratati, ancor più se si tratta di bambini e anziani, bisogna informare tempestivamente della situazione il proprio medico.
Se non si riesce a ripristinare l’idratazione bevendo bisogna provvedere all’idratazione per via endovenosa al fine di reintegrare acqua e sali minerali.
Cibi che possono provocare la diarrea
Come abbiamo visto, la diarrea può essere causata sia da un singolo alimento, che da un’alimentazione squilibrata in generale.
I cibi che possono provocare la diarrea sono:
- alcol
- bevande con caffeina (caffè, tè, coca cola)
- eccesso di frutta e verdura (soprattutto cavolo, verza e simili)
- eccesso di alimenti che contengono fibre
- frutta essiccata
- grassi, soprattutto quelli di origine animale
- bevande e cibi a base di dolcificanti artificiali
- latte e prodotti caseari.
Per evitare di avere problemi intestinali e diarrea, è consigliabile condurre uno stile di vita sano, fare sport e alimentarsi in maniera equilibrata.
Colostrononi
provaloNonostante queste buone regole può capitare di soffrire di diarrea per altre cause.
Intolleranze alimentari
L’intolleranza alimentare è provocata da un’ipersensibilità dell’organismo nei confronti di un alimento (o di un suo componente), il quale non risulta facilmente digeribile.
Le cause possono essere molteplici; tra esse:
- predisposizione genetica
- mancanza di un enzima che si occupa della metabolizzazione di alcune sostanze
- consumo sovrabbondante sempre dello stesso alimento (sovraccarico)
- eccessiva presenza di elementi chimici nei cibi.
Le intolleranze alimentari più diffuse sono quelle al nichel, al lattosio, al glutine.
Esse vanno distinte dalle allergie alimentari, le quali non sono dose dipendenti come le intolleranze, e possono produrre sintomi molto gravi, fino allo shock anafilattico e la morte. Le intolleranze alimentari, invece, inducono fastidi passeggeri che durano fino a quando il corpo non si libera di tutto o della maggior parte del cibo assunto.
I sintomi più comuni sono in questo caso: produzione di gas in eccesso, diarrea, dolore addominale, crampi, tosse, vomito e cefalea.
La soluzione per le allergie è l’evitamento assoluto dell’alimento verso cui siamo allergici.
Per le intolleranze risultano utili le integrazioni con enzimi digestivi e prodotti riequilibranti la mucosa intestinale (come ad esempio il colostro bovino o caprino), che sfiammano, riparano e riequilibrano la flora batterica, che in genere è alterata in corso di intolleranza alimentare. Dopo il riequilibrio intestinale sarà possibile inserire nuovamente gli alimenti che non tolleravamo iniziando gradualmente con piccole quantità e inserendo un alimento per volta.
In caso di carenza enzimatica e forti disturbi nell’assunzione del cibo viene consigliato l’evitamento dell’alimento o se non possibile in alcune situazioni verrà indicata la pre-medicazione con gli enzimi digestivi mancanti.
Dolcificanti artificiali
Con l’aumento della sensibilità delle persone in tema di salute, le tendenze alimentari sono sempre più attente e consapevoli. Per esempio, v’è maggior prudenza riguardo il consumo degli zuccheri.
Tuttavia, ciò induce talvolta a far scelte alternative non sempre opportune, come per esempio, sostituendo gli zuccheri naturali con i dolcificanti artificiali.
Proflora
provaloTra questi figurano i polioli, alcoli dello zucchero spesso utilizzati nelle caramelle dietetiche e nei chewing gum non cariogeni (xilitolo, mannitolo, maltitolo, lactitolo, eritritolo), che possono avere effetti lassativi. Essi si trovano anche in numerosi alimenti di uso quotidiano e il loro eccessivo consumo può provocare diarrea, e spasmi addominali, e gonfiore.
Proprio per questo i dolcificanti artificiali sono sconsigliati a tutti quelli che vogliono mantenere una buona salute intestinale.
Curare la diarrea
Per capire in che modo curare la diarrea, bisogna individuarne le cause ed agire su di esse.
Normalmente la diarrea acuta può essere trattata con integratori naturali a base di probiotici oppure con un’alimentazione adeguata:
- riso in bianco, bevendo anche l’acqua di cottura in quanto l’amido del riso è astringente
- cibi ricchi di potassio, come banane e patate (con attenzione in chi soffre di insufficienza renale)
- cibi facilmente digeribili con basso contenuto di fibre
- carni e pesce magri
Qualora la diarrea non dovesse passare con queste accortezze, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico.
Nella diarrea del viaggiatore o da microorganismi o da sostanze tossiche può essere utile integrare la terapia medica con un idrossigel di silicio, che, sciolto in acqua e bevuto lontano dai pasti, svolge un’azione di pulizia di tutto il tratto gastrointestinale, rimuovendo tossine e agenti nocivi e contribuendo a ridurre la diarrea e l’aria nell’addome.
Nelle forme più lievi di diarrea sono molto utili rimedi naturali quali la Tormentilla, la Ratania, il Caolino.
Nelle persone che soffrono di colon irritabile e alternano, quindi, la diarrea alla stitichezza è molto importante la gestione della componente emozionale ansioso-depressiva. Dal punto di vista farmacologico naturale ciò può essere fatto con l’olio essenziale di Menta o con l’estratto secco di Passiflora generalmente associati ad altri rimedi scelti in maniera personalizzata. Rimedi a basse dosi utili sono quelli a base di Ignatia amara, Sepia, Serotonina e Triptofano.
[1] https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/diarrhea/symptoms-causes/syc-20352241
[2] https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/irritable-bowel-syndrome/symptoms-causes/syc-20360016#:~:text=Irritable%20bowel%20syndrome%20(IBS)%20is,need%20to%20manage%20long%20term.
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