Suscettibilità alle infezioni, chi è più colpito?

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Cosa si intende per suscettibilità alle infezioni

Anche se non ci pensiamo o non ne siamo minimamente consapevoli, nella nostra quotidianità entriamo a contatto con numerosi germi, batteri e altri agenti patogeni che, in alcuni casi, possono renderci “suscettibili alle infezioni”.

Cosa s’intende con questa definizione? Proviamo a spiegarlo in maniera semplice.

I microrganismi che popolano il nostro corpo sono numerosi e il loro equilibrio favorisce i normali processi fisiologici. Nel momento in cui si viene a contatto con un agente non riconosciuto dal nostro sistema immunitario o con un batterio/virus già presente nell’organismo ma che sta proliferando, si verificano importanti alterazioni che generano le cosiddette “infezioni”.

I meccanismi di difesa che vengono attivati spontaneamente dall’organismo però, non funzionano allo stesso modo in tutti gli individui.

Ci sono infatti persone che riescono a resistere molto più di altre alle stesse infezioni e alle malattie.

Ciò è dovuto a diversi fattori:

  • patrimonio genetico
  • sistema immunitario innato e adattativo
  • presenza di malattie autoimmuni
  • immunizzazione avvenuta in precedenza con vaccini (come, ad esempio, quello antitetanico)
  • ambiente in cui si vive o si soggiorna per un certo periodo di tempo (ospedale, scuola, lavoro, ecc.).

Suscettibilità genetica

La suscettibilità genetica è da intendersi come una maggiore “sensibilità” del nostro corpo alle infezioni. Essa può essere causata da fattori genetici che si acquisiscono sin dal concepimento. Da qui la definizione di suscettibilità genetica.

Possiamo immaginare il patrimonio genetico di una persona come un mix tra i DNA dei due genitori. Tale patrimonio deriva sia dai tratti ereditari che da peculiarità proprie e completamente differenti.

Tali caratteristiche possono determinare la predisposizione di un soggetto rispetto a un altro di essere maggiormente suscettibile alle infezioni e alla malattia.

Per contrastare le infezioni l’organismo si serve del sistema immunitario, ovvero del meccanismo difensivo con cui il corpo individua gli agenti patogeni e li combatte.

Esso non funziona allo stesso modo per tutti, sia a causa di una predisposizione genetica che per la presenza di patologie infiammatorie croniche e di particolari fragilità del sistema difensivo acquisite durante la vita dal soggetto.

Due individui, persino due fratelli (che condividono una parte del loro patrimonio genetico), colpiti da una stessa infezione possono aver bisogno di cure differenti; l’uno può avere un processo di guarigione più breve e l’altro più lungo e complicato, uno può avvertire sintomi importanti e l’altro essere completamente asintomatico, e così via.

Quali sono i soggetti più suscettibili

infezioni

Abbiamo compreso che il sistema immunitario ha un ruolo essenziale nella difesa contro le infezioni, ma ci sono soggetti con un sistema difensivo più fragile o in fase di formazione o non più sufficientemente performante che risultano maggiormente suscettibili agli attacchi degli agenti patogeni. Chi sono questi soggetti? Quando è il caso di preoccuparsi e stare più attenti? Scopriamolo insieme.

I bambini

Il sistema immunitario dei bambini, soprattutto quello dei neonati, non è solido come quello degli adulti poiché la loro esposizione a batteri e virus è ancora molto limitata; servirà tempo perché si attrezzino adeguatamente, imparando in modo graduale a difendersi dalle loro aggressioni.

Gli anziani

Le persone anziane subiscono variazioni ormonali e processi ossidativi delle cellule con l’avanzare degli anni, pertanto la loro condizione fa sì che il sistema immunitario fornisca risposte più lente e meno efficaci. Inoltre, gli anziani sono maggiormente colpiti da malattie croniche che creano condizioni di comorbidità (compresenza di più disturbi e malattie) e indeboliscono ulteriormente la persona esponendola a rischio di infezioni. Tra esse: malattie cardiovascolari, broncopneumopatie, diabete, insufficienza renale, ipertensione, ed altre.

Le donne in gravidanza

I cambiamenti ormonali e le modifiche che avvengono anche a livello del sistema immunitario fanno sì che le donne incinte abbiano maggiore probabilità di contrarre infezioni.

Persone con malattie croniche e neoplastiche

Una persona affetta da malattia cronica o da tumore ha un sistema immunitario compromesso che non funziona come dovrebbe. Queste patologie aggrediscono le cellule sane del corpo, indebolendo le sue naturali capacità di difesa.[1]

Monocitopenia con suscettibilità alle infezioni

La monocitopenia è caratterizzata da un calo di monociti (un tipo di globuli bianchi); essa può essere causata da: infezioni acute, stress, trattamento con glucocorticoidi, anemia aplastica, leucemie, trattamento con farmaci mielotossici e sindromi genetiche.

Visto che uno dei compiti principali dei monociti è il riconoscimento e l’iniziale neutralizzazione degli agenti patogeni, il loro deficit può rendere l’organismo più suscettibile alle infezioni.

Ecco perché, quando le analisi del sangue evidenziano tale calo, bisogna immediatamente rivolgersi al medico.[2]

L’orario influenza la suscettibilità alle infezioni?

Uno studio condotto dagli esperti dell’Università di Cambridge[3] ha dimostrato che il ritmo circadiano (ovvero il susseguirsi delle funzioni biologiche cicliche che avvengono nel nostro organismo in un giorno) influenza le attività delle nostre cellule.

Ciò vuol dire che l’uomo, così come gli altri esseri viventi, adegua il suo orologio biologico allo scandire delle ore e alle fasi della giornata. Di conseguenza possiamo affermare che ogni cellula del corpo reagisce in maniera differente agli stimoli esterni a seconda del momento della giornata in cui viene sollecitata.

In altri termini, contrarre un’infezione in determinate ore, può influire sulla gravità della stessa, perché incide direttamente sulla capacità degli agenti patogeni di replicarsi e diffondersi nei tessuti.

Le persone che lavorano in turni a rotazione, ad esempio, hanno un orologio biologico meno stabile delle altre: questa condizione determina una maggiore suscettibilità all’infezione.

Quali sono i fattori di rischio

Abbiamo quindi compreso che non tutte le infezioni sono uguali. Altrettanto è importante stabilire che non tutte le persone reagiscono ad una determinata infezione allo stesso modo. Esistono alcune variabili, che possiamo definire fattori di rischio, che determinano una maggiore possibilità di contrarre infezioni:

  • età (neonati e anziani),
  • presenza di malattie gravi (diabete, obesità, cardiopatie, insufficienza renale ed altre)
  • uso di dispositivi medici come cateteri, tubi di alimentazione ed altri
  • ustioni e traumi gravi
  • malnutrizione
  • alterazioni della sfera cognitiva (es. malattie neuro-degenerative).

Malattie respiratorie nei bambini

Le malattie respiratorie sono molto frequenti nei bambini, soprattutto nei primi due anni d’età. Ciò non vuol dire che queste condizioni debbano essere per forza gravi, anzi, per fortuna nella quasi totalità dei casi si tratta di problematiche passeggere e facilmente risolvibili, addirittura necessarie per insegnare al sistema immunitario come difendersi al meglio nella vita adulta.

In età pediatrica la maggior probabilità di ammalarsi è determinata da diverse concause: un sistema immunitario non ancora perfettamente sviluppato, la particolare anatomia dell’apparato respiratorio, che presenta differenze sostanziali rispetto a quello degli adulti, le abitudini igieniche non sempre adeguate, l’alimentazione talvolta troppo povera di nutrienti essenziali a salvaguardare la fisiologia del nostro sistema difensivo, la frequentazione di luoghi di socializzazione e apprendimento (scuole materne, asili) che facilitano lo scambio infettivo.

Ma quali sono le differenze anatomiche dei tessuti respiratori nei bimbi?

Innanzitutto, i più piccoli respirano principalmente dal naso, che è molto vascolarizzato ed ha una forma piuttosto schiacciata.

Inoltre, i polmoni, i bronchi e la trachea sono più sottili e hanno meno tessuto cartilagineo, pertanto sono maggiormente fragili.

Ecco spiegato il motivo per cui le problematiche infettive delle vie aeree superiori e inferiori nei bambini sono molto frequenti.[4]

Il trattamento per ognuna di esse viene suggerito dal pediatra in base all’età e alle condizioni generali del bambino, talvolta condivise con l’otorinolaringoiatra in caso di frequenti disturbi alle tonsille o con l’odontoiatra per ciò che riguarda la forma del palato e la tendenza a respirare con la bocca aperta invece che con il naso.

Malattie infettive

Le malattie infettive, che possono colpire bambini, adulti e anziani, sono quelle generate da un agente patogeno, in genere virus o batterio. La trasmissione delle stesse può avvenire in diversi modi: per via aerea, per contatto, col morso o la puntura di aracnidi, insetti e altri animali, attraverso contaminazioni di acqua e alimenti.

Ogni malattia infettiva si presenta con sintomi specifici, tra i più comuni possiamo riconoscere: febbre, diarrea astenia.

A seconda della malattia infettiva diagnosticata, il medico decide la terapia più consona al trattamento del paziente.

Ciononostante, dobbiamo sapere che è possibile prevenire alcuni disturbi di carattere infettivo, riducendo il rischio di dover ricorrere ad un approccio terapeutico. Come fare? Basta avere alcune accortezze nelle piccole abitudini quotidiane:

  • lavare spesso le mani, soprattutto prima di mangiare e dopo essere andati in bagno
  • non toccare occhi, naso e bocca senza aver lavato le mani
  • evitare di uscire quando si ha febbre, vomito o diarrea, così da essere certi di non trasmettere ad altri la propria infezione
  • evitare di condividere oggetti personali, tra cui il bicchiere, il pettine e il fazzoletto
  • usare dispositivi di protezione individuale in luoghi pubblici e particolarmente affollati
  • praticare sesso sicuro quando non si conosce il partner[5]

Infezioni ospedaliere

Quante volte hai sentito parlare del fatto che gli ospedali sono i luoghi più sterilizzati e sicuri, ma al tempo stesso anche tra i più sporchi in assoluto. In effetti è proprio così.

Le infezioni ospedaliere sono infatti quelle che si presentano durante o dopo un ricovero in ospedale.

Alcune di esse possono colpire il tratto urinario, le ferite chirurgiche e l’apparato respiratorio. Ciò avviene a causa di una condizione clinica già compromessa e talvolta a causa dell’uso prolungato di alcuni farmaci, come gli antibiotici.

In presenza di febbre, difficoltà respiratorie, difficoltà a urinare, pus e dolore della ferita chirurgica, è opportuno parlarne immediatamente con il medico di reparto, che analizza le condizioni e decide la terapia migliore per sconfiggere l’infezione.

Anche in ospedale si possono avere alcune piccole grandi accortezze per prevenire il rischio di infezioni: evitando il più possibile contatti con i vicini di letto e con persone che provengono dall’esterno, curando la propria igiene (con l’aiuto del personale sanitario, se necessario), monitorando lo stato delle lesioni e assicurandosi che i cateteri (urinari e vascolari), come gli altri dispositivi medici invasivi, siano sostituiti periodicamente e non presentino ostruzioni.

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Integratori da assumere

Per potenziare il proprio sistema immunitario, è importante mangiare in maniera equilibrata, praticare sport e condurre uno stile di vita sano. Queste sono le regole auree che valgono sopra ogni altra cosa.

Alcuni alimenti di uso quotidiano, tra cui:

  • miele
  • curcuma
  • pappa reale
  • zenzero
  • aglio
  • propoli

e numerosi altri posseggono a loro volta proprietà che consentono una più adeguata capacità di difesa dalle aggressioni microbiche.

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In aggiunta si può ricorrere anche ad integratori specifici che possono essere un valido supporto per le nostre difese naturali; utili per rafforzare il sistema immunitario sono, per esempio, vitamina C, vitamina D, antiossidanti, Echinacea ed altre sostanze naturali immunoregolatrici.

 

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Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta varia, equilibrata e di uno stile di vita sano.
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