Echinacea, un antibiotico naturale

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L'Echinacea, studiata per la prima volta dal medico botanico svedese Liinnaeus e poi classificata dal tedesco farmacista e botanico Moench nel 1794, è il nome di una delle piante erbacee perenni facenti parte della famiglia delle Asteraceae. Il loro nome deriva dal greco echinos, ovvero riccio, per la somiglianza della parte centrale del fiore della pianta, che presenta una serie di spine di colore rosso scuro, a questo animale. Sono originarie del Nord America dove la pianta viene chiamata “Elk Root” o “radice dell’alce” il cui nome deriva dal fatto che, secondo una credenza, gli indiani d’America abbiano appreso le sue virtù curative osservando gli alci che, quando malati o deperiti, andavo alla ricerca, per alimentarsi, di questi fiori.

Nelle Grandi Praterie americane cresce spontanea, fiorendo tra giugno e luglio, mentre negli altri luoghi, compreso l’Italia visto che non tende a spontaneizzarsi, si trova prevalentemente e facilmente nei centri di giardinaggio dove viene venduta a scopo ornamentale per la semplicità di coltivazione, essendo piante molto resistenti, e per i bellissimi fiori i cui lunghi petali affusolati assumono diverse tonalità: dal bianco-rosato al rosso-porpora facendoli assomigliare, grossomodo, ad una margherita, ma con uno stelo peloso con foglie lanceolate, alto dai 50 ai 150 cm. In realtà sono ben 9 le specie appartenenti a questo genere ma le più studiate sono tre: Echinacea angustifolia, Echinacea purpurea e Echinacea pallida, tutte diverse tra loro da un punto di vista botanico, per composizione e per attività farmacologica, anche se simili nel loro utilizzo clinico. In effetti, quest’ultimo, è il motivo per il quale l’Echinacea è maggiormente nota agli europei fin dal XVIII secolo mentre i Nativi Americani la usavano da molto più tempo, per esempio, per cicatrizzare le ferite.

In particolare, i Cheyenne ma anche i Pawnee e i Lakota-Sioux la usavano per il mal di gola, la tosse o come analgesico(1). Andiamo quindi a vedere insieme il perché.

Proprietà dell’Echinacea

L’Echinacea presenta diverse proprietà confermate dalla ricerca pubblicata su riviste autorevoli. Questa azione deriva dalla composizione estremamente eclettica di questa famiglia di piante nelle cui radici, ma anche nelle parti aeree, sono presenti diversi principi attivi che conferiscono un’azione immunostimolante, antinfiammatoria, antiossidante, antivirale(7) e antibatterica, quest’ultima analizzata in maniera più dettagliata nel prossimo capitolo. Entrando nello specifico l’azione immunostimolante è determinata dalla frazione polisaccaridica (echinaceina, echinacoside) che porta ad un aumento dei leucociti (globuli bianchi), dei macrofagi e della loro capacità di “mangiare” agenti patogeni e dei linfociti NK (Natural Killer) in grado di riconoscere e distruggere, per esempio, cellule infettate da virus(7).

In particolare, l’echinaceina determina una azione antinfiammatoria(6) mentre i polifenoli e l’acido cicorico un’indiretta attività antiradicali liberi in quanto in grado di proteggere da quest’ultimi il collagene(7,11), che è la proteina principale costituente il tessuto connettivo dell’uomo. L’attività antivirale, invece, è da attribuirsi alla generica capacità di questa pianta di indurre un aumento della produzione di interferone alfa e beta (proteine prodotte dai globuli bianchi in grado di inibire la replicazione dei virus all’interno delle cellule infettate) e nello specifico all’acido cicorico e all’acido caffeico, nonché di un suo derivato, l’echinacoside, sostanze che tendono ad ostacolare l’aggressione dei virus(9).

Echinacea come “antibiotico”

Come accennato precedentemente, l’Echinacea presenta anche una interessante attività antibiotica e batteriostatica. Questa azione è da ricondursi a tre fattori: ad un fenolo naturale, l’echinacoside derivato dell’acido caffeico, che determina l’inibizione della replicazione dei batteri(6), alla presenza di oli essenziali come l’emulene(7,12) e alla dimostrata capacità, nell’utilizzo topico, dell’acido cicorico, di inibire l’enzima ialuronidasi, che viene sfruttato dai batteri per diffondersi nei tessuti. Questo comporta indirettamente ad opera dell’Echinacea il frenare la diffusione batterica(11).

L’esperienza di un medico esperto

Abbiamo chiesto al Dr. Marco Del Prete, medico specialista in Nefrologia e Presidente della International Academy of PRM, qual è il punto di vista di un medico che tutti i giorni nel suo ambulatorio effettua diagnosi su pazienti di ogni età e condizione di salute e che deve decidere, in scienza e coscienza, quale approccio terapeutico seguire.

Dr. Del Prete, quali riscontri ha avuto sull’utilizzo di Echinacea nella sua attività clinica?

Come tutti i Medici che si occupano di Medicina Naturale ed integrata, ho avuto modi di utilizzare le differenti specie di Echinacea in varie formulazioni farmaceutiche adatte a specifiche situazioni cliniche.

Tuttavia la mia esperienza maggiore, direi quasi quotidiana, è legata alle formulazioni Omotossicologiciche di Echinacea (Angustifolia e Purpurea) in cui la pianta è presente in bassa diluizione associata sinergicamente ad altri principi attivi.

Una delle caratteristiche dei complessi Omotossicologici è di agire come sistemi intelligenti, i cui i diversi componenti si modulano reciprocamente ed ampliano il loro spettro di azione, agendo come diversi strumentisti in un’orchestra.

Di particolare interesse è l’effetto modulatorio che alcune componenti della specie Echinacea (in particolare le Alcamidi) hanno su importanti mediatori infiammatori come IL1, IL6, TNFa, COX2 o specifiche proprietà immunostimolanti come l’aumento di interferon g da parte dell'Echinacea Purpurea.

Tali interessanti proprietà vengono mantenute dalle formulazioni Omotossicologiche di Echinacea ma risultano meno aggressive e quindi meno critiche nel caso di pazienti affetti da patologie autoimmuni (riferendoci a brevi cicli terapeutici) e per nulla interferenziali con altri farmaci.

L’indicazione principale sono le flogosi delle vie aeree superiori ma possono essere utili in vari contesti come nel caso di ulcere varicose o lesioni da decubito.

Quali sono le modalità di somministrazione di Echinacea?

Le formulazioni che normalmente utilizzo sono in gocce o in fiale.

In casi specifici possono essere somministrate per via intramuscolare, o sottocutanea in proiezione delle cavità sinusali o di o di iperplasie ed ipertrofie tonsillari. L’uso in fase acuta risulta efficace e spesso risolutivo ma non esclude una possibile associazione con una terapia antibiotica, qualora fosse necessaria.

Ancora più interessante è l’uso preventivo mono o bisettimanale, ad esempio nei bambini che soffrano di frequenti tonsilliti anche su base streptococcica.

Come assumere l’Echinacea

L’attività terapeutica e l’efficacia dell’Echinacea dipende fortemente da come questa pianta viene assunta, la cui cosa influenza e verrà influenzata dal tipo di preparato impiegato. Innanzitutto, è da ricordare che viene usata prevalentemente la radice (11) ma anche l’intera pianta o la sola parte aerea, sia fresca (12) che essiccata. L’Echinacea, quindi, può essere impiegata come: succo, ottenuto dalla spremitura delle foglie fresche, estratto secco, per esempio delle radici polverizzate, in capsule, decotto, gocce, e pomate (13).

Inoltre, l’Echinacea può essere assunta come Tintura Madre, ovvero una preparazione liquida ottenuta attraverso la macerazione del vegetale in una soluzione idroalcolica, o come rimedio omeopatico, ossia un preparato ottenuto partendo dalla Tintura Madre e successivamente, attraverso un numero variabile di passaggi, diluito e dinamizzato attraverso una serie di succussioni. Il rimedio omeopatico così ottenuto può essere impiegato, secondo delle indicazioni che solo il medico esperto è in grado di determinare, da solo o associato ad altri rimedi omeopatizzati.

Dosaggio

Il ricorso ad un medico esperto risulta fondamentale per definire le dosi da utilizzare e la durata di impiego, indipendentemente dal tipo di preparato usato. Fondamentalmente perché solo questo professionista della salute è in grado di identificare, diagnosticandola, la patologia e quindi il possibile ricorso all’Echinacea per la sua miglior gestione: la pianta potrà essere, quindi, impiegata in monoterapia o associata a un farmaco di sintesi.

Controindicazioni dell’Echinacea

L’azione di immunostimolazione descritta nei precedenti capitoli pone attenzione nella sua somministrazione a tutte le persone che hanno patologie autoimmuni o che hanno dovuto ricorrere ad un trapianto di uno o più organi e che quindi fanno uso di terapie immunosoppressive per la cui cosa vengono fatti assumere farmaci come i corticosteroidi o la ciclosporina per i quali l’Echinacea potrebbe avere un’azione di interazione negativa (1).

Sconsigliato, inoltre, l’utilizzo insieme al paracetamolo perché potrebbe aumentare il rischio di tossicità epatica(10). Per quanto riguarda la gravidanza, pur non avendo particolari restrizioni in considerazione anche di studi pubblicati condotti su donne del Nord America che dimostrano l’assenza di mutamenti nello sviluppo dei feti nelle madri che avevano assunto la pianta nei primi tre mesi rispetto ad altre che non l’avevano presa(5), in via precauzionale sarebbe meglio non impiegarla nel primo trimestre o, come tutti gli integratori alimentari, evitarla a prescindere non avendo studi sufficienti a garantirne l’impiego sicuro.

Certamente fondamentale è il colloquio con il proprio medico curante o con lo specialista ginecologo o, come nel caso successivo, il pediatra che sarà in grado di valutare gli eventuali rischi a fronte dei benefici ottenibili dall’impiego di questa pianta. Anche nei bambini sembrerebbe non avere controindicazioni d’uso anche se l’Agenzia britannica di controllo sui farmaci sconsiglia di somministrare l’Echinacea ai bambini con età inferiore ai 12 anni per il rischio di reazioni allergiche, come manifestazioni cutanee, problematiche respiratorie o, come per tutte le piante facenti parte della famiglia delle Asteridaceae, in presenza di forte sensibilità, eventi rari come lo shock anafilattico(4).

Usi dell’Echinacea

Come descritto precedentemente, le innate capacità dell’Echinacea determinate dalla propria composizione, consentono che essa possa essere assunta per affrontare alcune problematiche per le quali, però, è sempre importante rivolgersi ad un medico in grado innanzitutto di diagnosticare la causa di uno o più sintomi presenti nel paziente e, successivamente, discriminare l’assunzione di un prodotto a base di Echinacea o di un farmaco di diverso genere. Vediamo ora, quindi, alcune problematiche per le quali potrebbe essere utile l’impiego di prodotti a base di Echinacea.

Mal di gola

Le proprietà antinfiammatorie, antivirali e antibatteriche dell’Echinacea possono essere impiegate per ridurre la dolorosità derivata da una faringite non complicata.

Difese immunitarie

Nel primo paragrafo abbiamo accennato all’intrinseca proprietà di questa pianta di stimolare le difese immunitarie. Vediamo ora nello specifico come questa capacità si esprime e a cosa può portare da un punto di vista terapeutico. L’Echinacea ha un effetto immunostimolante determinato da un incremento dell'attività delle cellule della nostra difesa che reagiscono alle aggressioni degli agenti patogeni. Nel particolare, i polisaccaridi contenuti quali l’echinaceina e l’echinacoside si relazionerebbero con le cellule del sistema immunitario presenti sull’epitelio gastrointestinale generando una risposta immunitaria aspecifica generalizzata con un incremento dei globuli bianchi, in particolare dei neutrofili, dei macrofagi e dei Natural Killer(7), in grado di difenderci dagli agenti patogeni contribuendo alla loro distruzione, come pure dei linfociti T(15) responsabili dell'immunità cellulo-mediata attiva contro i patogeni intracellulari, come i virus ed alcuni batteri, ed i T helper in grado di produrre sostanze (citochine) che modulano la risposta immunitaria(15).

Malattie da raffreddamento e problemi alle vie respiratorie

L’azione antivirale e immunostimolante precedentemente descritta permette di identificare l’uso dell’Echinacea anche nella prevenzione e nel trattamento delle patologie da raffreddamento non complicate. Nel caso della prevenzione l’efficacia della pianta, se pur con risultati variabili, è stata valutata in un totale di 522 pazienti distribuiti in tre studi clinici randomizzati, due dei quali in doppio cieco, svolti da autori differenti e in momenti diversi. Mentre l’attività dell’Echinacea nella gestione della sintomatologia che coinvolge le alte vie respiratorie è stata valutata in 1941 pazienti totali coinvolti in dodici studi doppio cieco randomizzati nei quali la radice o le parti aeree, sotto forma di estratto etanolico o secco in compresse o tisana, veniva fatta assumere ai primi sintomi per poi essere sospesa alla loro remissione. In sette di questi è stata dimostrata l’efficacia dell’Echinacea nel ridurre i sintomi e la durata delle diverse manifestazioni causate da raffreddamento(15).

Morsi di serpente

Studi differenti hanno dimostrato come l’Echinacea sia in grado di inibire l'enzima ialuronidasi. Questo enzima non soltanto viene usato dai batteri per degradare l'acido ialuronico, costituente fondamentale del tessuto connettivo, facilitando la loro diffusione nell’organismo attaccato come già precedentemente descritto, ma anche sotto forma di veleno da numerosi animali invertebrati (esempio scorpioni ed api) e vertebrati come i serpenti. Questi veleni contengono grosse quantità di ialuronidasi che facilita la diffusione del tossico peggiorandone la sua pericolosità. L’Echinacea, quindi, agendo su questo enzima, determina una certa resistenza alla diffusione, contribuendo a limitare, per quanto possibile, le conseguenze del morso di un serpente(1).

Ulcere e ferite

Abbiamo più volte esaltato le capacità antinfettive e antinfiammatorie, ma l’Echinacea presenta anche una spiccata azione cicatrizzante e riepitelizzante, quest’ultima proprietà ottenuta grazie ad una azione di stimolo sui fibroblasti, cellule capaci di produrre alcuni componenti del tessuto connettivo. Queste proprietà, insieme alla marcata azione antisettica e antiossidante, permette che la pianta possa essere impiegata, ad uso esterno, per la gestione di: ulcere, ferite infette, ustioni e dermatiti(1). Inoltre, la capacità di inibire la destrutturazione dell’acido ialuronico e di favorire la guarigione delle ferite induce a pensare ad un possibile impiego contro le rughe, visto che l’acido ialuronico svolge un ruolo fondamentale nell’idratazione e nel turgore della pelle(8).

Altri antisettici naturali

Oltre all’Echinacea, viene riportata in letteratura attività “antibiotica” anche per altri vegetali tra questi: l’aglio (utile anche, per esempio, ad abbassare la pressione sanguigna)(2), la cipolla (usata anche come diuretico e antivirale)(2), l’avocado, il tè verde, l’olio di Neem (estratto da una pianta indiana che presenta anche una interessante attività antifungina, antiparassitaria e antivirale)(2), l’origano (a cui viene attribuita anche un’attività analgesica)(2), il Pau d’arco (Tabebuia impetiginosa, per la quale si segnala anche attività antivirale e antifungina)(2), il miele di Manuka (attivo contro 250 tipi di batteri e molti virus)(3), la cannella (usata anche per ridurre i dolori mestruali)(2), l’estratto di semi di pompelmo (azione determinata dall’acido elenolico che presenta anche una interessante azione antivirale ed anti-fungina)(3) e, infine, la curcuma, la cui curcumina, suo principale costituente attivo, ha dimostrato attività frenante lo sviluppo dell’Helicobacter pylori(3).

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