Disbiosi intestinale

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Antonio Gorini 1
Dr. Antonio Gorini

Medico Chirurgo, Specialista in Nefrologia – Medicina Interna

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Cos’è e quali sono i sintomi

Prima di parlare di disbiosi, cioè dell’alterazione quali/quantitativa del microbiota intestinale, bisogna soffermarsi un attimo sul microbiota stesso.

Per microbiota si intende la popolazione di batteri ed altri microrganismi, oltre 500 specie diverse, [1] che popolano l’apparato gastrointestinale e che svolgono svariate funzioni fisiologiche indispensabili alla vita, che vanno dal ruolo attivo nella regolazione delle funzioni gastrointestinali, degli organi annessi come il fegato, del sistema immunitario e del sistema nervoso centrale, e della cute. Un intestino in salute è quindi indice di salute generale dell’organismo.

Cosa può alterare questo delicato ambiente?

Vi sono alcuni fattori in grado di alterare l’ecosistema batterico dando origine così alla disbiosi intestinale. Tra questi fattori i principali sono: l’aumento di carica di batteri o di altri microrganismi potenzialmente patogeni con la conseguente alterazione della carica dei batteri più utili, le diete squilibrate, l’utilizzo di alcuni farmaci come antibiotici e lassativi e diverse patologie sistemiche.

Se la disbiosi intestinale perdura nel tempo, si possono instaurare anche importanti squilibri nella funzionalità della mucosa intestinale e del sistema immunitario ad essa associato, o sistema linfoide associato alle mucose (GALT).

Mantenere in equilibrio il microbiota intestinale (eubiosi intestinale) è di fondamentale importanza anche perché la risposta immunitaria risulta così più efficace. Lo squilibrio della flora batterica intestinale può avere ripercussioni anche sullo stato di equilibrio della pelle, dei capelli e delle unghie.

Test per la disbiosi intestinale

Vi sono diversi esami di laboratorio per verificare la presenza di disbiosi. Il più sofisticato tra questi è lo studio del microbiota intestinale e del suo genoma. Questo test si effettua su un campione di feci in laboratori specializzati. L’interpretazione di questi dati richiede competenza specifica.

Il più semplice è il Disbiosi Test che si effettua attraverso l’esame delle urine. È un esame che va a dosare lo scatolo e l’indicano, due sostanze che, se presenti ad alti livelli nelle urine, possono indicare proprio la presenza di disbiosi.

Stile di vita e alimentazione

disbiosi alimentazione

Tra le diverse cause della disbiosi sicuramente vi è lo scorretto stile di vita, lo stress, l’alimentazione scorretta.

L’assunzione di cibi poveri di nutrienti e di fibre quali quelli industriali e la masticazione grossolana e veloce rendono difficile la digestione, provocando malassorbimento. Inoltre, alcune cattive abitudini quali fumo, alcol e sedentarietà, compromettono la salute dell’intestino e dell’organismo in generale.

Abbiamo visto come la flora batterica che popola l’intestino sia indispensabile per la nostra salute in quanto protegge contro i microrganismi patogeni, interviene nella digestione, promuovendo l’assorbimento di alcuni nutrienti e nello sviluppo del sistema immunitario intestinale.

Pertanto, un’alterazione quali-quantitativa della flora batterica intestinale può essere alla base dell’insorgenza di diversi squilibri e aumentare i fattori di rischio anche di alcune patologie. Perciò è necessario prima di tutto rivedere il proprio stile di vita e correggere le proprie abitudini alimentari, oltre ad una eventuale integrazione, se consigliata dal vostro medico di fiducia, di probiotici e prebiotici sotto forma di integratori alimentari.

Per aiutare l’intestino a restare in salute è utile anche, ove possibile, allontanare le fonti di stress che, come noto, hanno ripercussioni negative su organi e sistemi. Inoltre, il fumo di sigaretta è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di diverse patologie gastrointestinali e l’uso eccessivo di alcol e caffè può essere nocivo per la salute della flora batterica intestinale.

Cosa fare allora per aiutare l’intestino a restare in salute?

L’attività fisica, praticata con regolarità, è utile per migliorare la circolazione, alleviare le tensioni e facilitare la motilità intestinale.

Bere molta acqua naturale aiuta a drenare le tossine, favorisce il ricambio cellulare, rende più morbide le feci facilitando così il loro transito e la loro espulsione.

Masticare lentamente aiuterà l’apparato gastrointestinale a svolgere meglio la sua funzione.

La composizione alimentare deve essere variata preferendo alimenti freschi, come frutta e verdura, non conservati e colorati artificialmente o raffinati. Via libera a cereali integrali, riso e grano saraceno, finocchi, broccoli e cavoli e vegetali vari. Per quanto riguarda la frutta, meglio quella meno zuccherina e consumata lontano dai pasti. La classica mela al giorno, che usavano consigliare le nonne per scacciare il medico, è un ottimo spuntino.

Limitare il consumo di grassi, preferendo comunque quelli di origine vegetale polinsaturi e ricordando che non sono nemici della salute, ma utili, nelle giuste dosi, per l’assorbimento delle vitamine liposolubili, per il metabolismo energetico e la sintesi di numerose molecole.

Per concludere, per avere un intestino in salute, dal punto di vista nutrizionale, è consigliabile seguire una dieta mediterranea, dimostratasi utile anche in caso di patologie intestinali come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa.

Batteri patogeni

L’intestino è popolato da un numero enorme di microrganismi.  Alcuni di questi, definiti simbionti, interagiscono positivamente con l’ambiente intestinale: ricavano da esso nutrimento e in cambio svolgono funzioni essenziali per l’organismo come promuovere l’assorbimento dei nutrienti.

Inoltre, regolano il sistema immunitario e contrastano la colonizzazione di alcuni microrganismi potenzialmente patogeni (detti patobionti) tra cui alcune specie note, come lo Staphylococcus e i miceti come la Candida.

Quando si verifica una variazione dell’ambiente intestinale, dovuto ad esempio alle terapie antibiotiche, oppure a seguito di un’eccessiva presenza di patogeni enterici sopraggiunti anche da cibi o bevande contaminate, il numero di specie microbiche buone si riduce e si impoverisce, creando una situazione di disequilibrio. I batteri patogeni perciò prendono il sopravvento danno vita a stati di disequilibrio e di discomfort intestinali.

Per contrastare l’insorgenza di infezioni batteriche di questa natura è bene sempre cuocere gli alimenti ad una temperatura superiore ai 70 gradi centigradi. Inoltre, lavare bene le mani quando si toccano alimenti come la carne cruda e soprattutto pulire accuratamente le superfici che ne entrano in contatto, come taglieri, stoviglie o posate.

Quali cibi eliminare

Come abbiamo visto, il microbiota è come un vero e proprio organo costituito da microrganismi impegnati in numerosissime funzioni. La salute dell’intestino è correlata alla salute dell’intero organismo. Un disequilibrio di questo ambiente può comportare meteorismo, stitichezza, gonfiori addominali, spossatezza, ma anche essere un importante fattore di rischio verso problematiche infiammatorie più rilevanti.

Tra gli alimenti che possono favorire uno stato di disbiosi intestinale, abbiamo gli alimenti lievitati quali: pane, pizze e focacce, merendine, prodotti da forno, i cibi inscatolati o che richiedono per la loro preparazione alimenti fermentati, i formaggi freschi ricchi di lattosio e il latte.

Anche i legumi in generale, alcool e superalcolici, bevande gassate, dolciumi, miele e zucchero, così come frutta zuccherina tipo melone, anguria, fichi, uva, ecc., frutta secca come nocciole o arachidi, insaccati, le salse e i sottaceti.

Disbiosi intestinale e candida

In alcuni distretti dell’organismo, la proliferazione di alcuni miceti del genere Candida, come la Candida albicans, può provocare un’infezione chiamata candidosi.

La Candida albicans è naturalmente presente sulle mucose dell’organismo, come nell’intestino e nella vagina ad esempio, e convive con i numerosi microrganismi simbionti e collabora con le attività e il mantenimento dell’equilibrio della flora batterica. In condizioni particolari però, ad esempio in caso di importanti disbiosi, la Candida albicans può proliferare in modo incontrollato e divenire un patogeno opportunista, dando vita ad una serie di problematiche quali micosi diffuse in diverse aree del corpo (vagina,intestino,bocca,ano).

Molto spesso il sopravvento e la crescita smodata della Candida albicans avvengono in seguito all’assunzione di antibiotici che uccidono i batteri patogeni, ma hanno un forte effetto anche su quelli simbionti sia in sede intestinale che vaginale.

Per contrastare la micosi da Candida albicans, accanto ad un’alimentazione corretta povera di carboidrati raffinati e zuccheri, si può ricorrere all’uso di integratori alimentari simbiotici e probiotici.

Un utile supporto può essere dato dall’utilizzo di enzimi digestivi forniti come integratori alimentari. Questi, favorendo la digestione dei cibi, evitano o riducono la fermentazione intestinale attuata anche dai batteri non simbionti. Fermentazione che può anch’essa creare squilibri alla mucosa intestinale ed alla flora batterica, favorendo l’aumento dei miceti come la Candida albicans.

Dieta per riequilibrare la flora batterica

L’alimentazione è in grado di condizionare la salute dell’ambiente intestinale e mantenerla in equilibrio. Vi sono alimenti naturalmente ricchi di fibre prebiotiche come l’inulina e i fruttoligosaccaridi in grado di nutrire e sostenere la flora batterica intestinale. Tra questi troviamo numerosi vegetali quali broccoli, rucola, asparagi, aglio, cipolla, porri, cicoria e carciofi; inoltre, cereali integrali come orzo, avena, soia, banane. Anche lo yogurt, naturale e senza zuccheri aggiunti, se consumato come spuntino lontano dai pasti, è salutare perché fornisce fermenti lattici utili che unendosi a quelli presenti nell’intestino vanno a rafforzare l’eubiosi intestinale. Il Kefir è ottenuto dal latte fermentato, è ricco di lattobacilli e sali minerali; un bicchiere al mattino è sufficiente per garantire il giusto apporto nutritivo. Anche crauti, cavoli, cavolfiori, cetrioli e zucchine, se fermentati, sono ricchi di batteri probiotici. Inoltre, si consiglia sempre di bere molta acqua naturale.

Nel caso di disbiosi putrefattiva, la causa è da ricercarsi in una dieta ricca di carne e scarsa di fibre.

Nel caso della disbiosi fermentativa abbiamo una dieta eccessivamente ricca di carboidrati complessi e zuccheri.

Ad esempio in caso di intolleranza al lattosio, la cattiva digestione di questo zucchero, ne favorisce la permanenza nell’intestino e ciò genera meteorismo, un eccessivo richiamo di acqua e iperproduzione di muco, causando diarrea e discomfort intestinale. In questo caso, una volta confermata la diagnosi, è bene correggere le abitudini alimentari, modificare lo stile di vita e, se necessario, assumere un'integrazione con l’enzima lattasi.

Il parere di un medico è necessario per indirizzarci verso la terapia e la dieta più appropriate. Intervenire in modo autonomo è sconsigliato in quanto, in taluni casi sono necessarie valutazioni dietetiche e integrative personalizzate.

Integratori alimentari per riequilibrare la flora batterica

Per riequilibrare la flora batterica intestinale, Proflora può essere un utile integratore alimentare simbiotico certificato. Proflora è a base di 6 ceppi batterici probiotici vivi e vitali in rapporto quali-quantitativo testato, per un apporto complessivo garantito di 2 miliardi di cellule probiotiche vive per bustina.

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Ciascun ceppo probiotico di Proflora è microincapsulato per raggiungere l’intestino senza essere aggrediti dai succhi gastrici che, altrimenti, ne ridurrebbero il numero e la capacità colonizzante. Inoltre, tra i componenti spicca la fibra prebiotica vegetale Fruttoligosaccaridi che nutre la flora batterica intestinale senza causare fermentazione intestinale.

Inoltre, Proflora non contiene glutine e allergeni di alcun tipo, coloranti, conservanti e dolcificanti che lo rendono adatto ad anziani, bambini, donne in gravidanza e in corso di allattamento, ai soggetti più sensibili ed intolleranti.

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Per sostenere e favorire la corretta digestione di tutti gli elementi nutrizionali, può essere utile l’integrazione con Enzyformula che agisce apportando tutti gli enzimi e gli estratti vegetali utili alla digestione; a partire dai 40 anni, infatti, tali enzimi si riducono progressivamente rendendo più faticoso il lavoro dell’apparato gastrointestinale. I componenti bilanciati presenti in Enzyformula, oltre a favorire la digestione, concorrono a sostenere la funzionalità del fegato e regolare i fisiologici processi di depurazione dell’organismo.

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