Dolce attesa: la salute della donna in gravidanza

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Passafaro
Dr. Maurizio Passafaro

Medico Chirurgo, Specialista in Ostetricia e Ginecologia

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Per la maggior parte delle donne la gravidanza è un momento di immensa gioia poiché, dando alla luce un altro piccolo essere vivente, esse diventano parte integrante del meraviglioso mistero della vita!

L’armoniosa collaborazione di tutti gli organi del corpo, è fondamentale per lo sviluppo fisiologico del nascituro, dai giorni immediatamente successivi al concepimento fino alla fine della gestazione.

Quali sono dunque i cambiamenti che avvengono a livello biologico?

Salute della donna in gravidanza: cosa cambia

Le modificazioni del corpo necessarie per sostenere la salute della mamma e del bambino, sono generalmente transitorie poiché scompaiono dopo il periodo di gravidanza che si conclude con il parto; sin dai primi momenti del concepimento si instaura un complesso e delicato equilibrio tra l’organismo materno e quello del feto, per sostenerne il corretto sviluppo fine alla fase finale del periodo di gestazione.

Uno dei sostegni fisiologici nonché uno dei cambiamenti più importanti che si sviluppano nell’organismo della madre in corso di gravidanza, è rappresentata dalla forte variazione di increzione ormonale, dovuta principalmente alla presenza di un nuovo organo endocrino (cioè che produce ormoni): la placenta.

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Questa nuova fase determina diversi cambiamenti nel corpo della madre, gli organi interessati dalla gravidanza aumentano di volume e la circolazione sanguigna, pur rallentando, aumenta progressivamente in quantità. Le fibre muscolari lisce uterine diventano ipertrofiche pur aumentando la loro distensibilità: il viscere uterino infatti sopporta un aumento di volume di oltre dieci volte.

Anche il seno aumenta di volume e si prepara alla produzione prima di colostro, il primo alimento del nascituro, successivamente, dopo 48-72 ore, a sostenere la montata lattea ed inizi il periodo di allattamento.

Queste variazioni ormonali interessano quindi tutto l’organismo della madre, manifestando anche diversi sintomi soprattutto durante il primo trimestre di gravidanza come: nausea, stanchezza generale, tendenza al vomito quando si è a digiuno, variazioni di temperatura corporea, ipersensibilità per determinati odori, aumento della salivazione, dolori alla schiena (soprattutto nella zona lombare).

Esami da fare in gravidanza

Partendo dal test di gravidanza, che serve ad “ufficializzare” la gravidanza, dopo la bellissima scoperta bisogna sottoporsi a delle visite ginecologiche di controllo ed a una serie di esami, ovviamente sempre prescritti dal proprio ginecologo di fiducia.

Vediamo quali sono i più importanti.

Ecografie (normalmente ne bastano 3, una per ogni trimestre) per monitorare le fasi di sviluppo del feto che avvengono nel grembo materno:

  • Nel primo trimestre verificare la presenza del sacco gestazionale e la corretta localizzazione in utero, (e il numero degli embrioni).
  • Alla ventesima settimana circa è fondamentale eseguire l’ecografia morfologica, per appurare le caratteristiche fisiche del feto, che in quest’epoca gestazionale sono valutabili per la presenza di tutti gli elementi anatomici. Sempre da questo periodo è possibile monitorare che la crescita fetale avvenga su una curva armonica nell’ambito dei percentili di normalità.
  • Successive ecografie (una o due) potranno essere utili tra la 26° e 28° settimana e alla 32° settimana, soprattutto utili per confermare la crescita fetale, la quantità di liquido amniotico (il liquido in cui vive il feto nella sua vita intrauterina), e per avere informazioni sulla posizione fetale in utero (presentazione), soprattutto dopo la 32° settimana.
  • Analisi del sangue, per verificare le condizioni di salute generali della madre e ad esempio per approfondire alcuni parametri importanti legati a possibili rischi: ad esempio la valutazione dell’immunità alla toxoplasmosi, alla rosolia, e ad altri virus (Herpes, Citomegalovirus, epatiti e HIV.
  • Test da carico del glucosio, per verificare l’eventuale presenza di ridotta tolleranza agli zuccheri (resistenza insulinica o vero e proprio diabete gestazionale), soprattutto in caso di eccessivo aumento ponderale materno.
  • Tampone vaginale e rettale, nel terzo trimestre, per controllare l’eventuale presenza di streptococco ed altri batteri.

Fattori di rischio a cui prestare attenzione

Anche se la gravidanza è una condizione fisiologica della donna, durante i nove mesi è possibile sviluppare maggiori rischi di incorrere in alcune patologie (che la maggior parte delle volte spariscono subito dopo il parto) alle quali bisogna prestare particolare attenzione poiché, se non tenute sotto controllo nella giusta maniera, potrebbero provocare problemi al nascituro e alla madre.

Vediamo le più comuni.

Diabete gestazionale

Si tratta di una condizione di rischio patologico, collegata al livello di glucosio nel sangue, che nella maggior parte dei casi scompare dopo il parto ma che, durante tutta la gravidanza, va tenuta sotto controllo. Facendo un esame specifico (solitamente durante il secondo trimestre), ovvero il test di carico del glucosio, è possibile verificare l’insulino resistenza della donna.
Se la diagnosi dovesse essere positiva, basterà seguire le indicazioni del proprio medico: evitare o diminuire gli zuccheri, fare attenzione all'alimentazione e praticare la più adatta attività fisica.

I rischi del diabete gestazionale per la madre possono essere: diabete nel corso della propria vita futura, ipertensione e preeclampsia; mentre quelli per il bambino possono essere: peso eccessivo alla nascita, ipoglicemia, problemi respiratori, nascita pre-termine e diabete in futuro.

Ipertensione

Anche la pressione arteriosa durante la gravidanza richiede un periodico controllo.. Sia se si tratta di una situazione cronica presente prima della gravidanza, sia nel caso di ipertensione gestazionale (che si presenta di solito dopo la ventesima settimana), è necessario rivolgersi al medico per ricevere una cura adeguata che scongiuri qualsiasi spiacevole conseguenza.
La pressione alta, infatti, influisce sullo sviluppo della placenta aumentando i fattori di rischio di parto prematuro.

Anemia

L’anemia in gravidanza, pur essendo parafisiologica (aumenta normalmente la componente liquida del sangue), comporta, per valori di Emoglobina sotto i 10 mg/dl una minor disponibilità di ossigenazione per i tessuti della gestante e soprattutto del bambino.

Oltre a verificare l’opportuna dieta alimentare può essere utile un’integrazione specifica di ferro ed altre sostanze importanti per il suo assorbimento. In caso di carenza di ferro il bambino rischia di nascere pretermine, anemico e con ritardi nello sviluppo.

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Malattie infettive a rischio elevato

Tra le diverse malattie infettive che se contratte in gravidanza, possono provocare elevati rischi di problemi anche gravi al feto. Le più importanti sono:

Toxoplasmosi

L’infezione da Toxoplasma gondii è quasi sempre asintomatica: quindi per sapere se una gestante possiede già gli anticorpi è necessario che si sottoponga ad esami del sangue specifici.

Normalmente questo tipo di infezione non provoca problemi, a meno che non colpisca persone con difese immunitarie basse e con una storia clinica particolare; nonostante ciò, se contratta in gravidanza, il bambino può incorrere in importanti rischi di nascere con problemi di salute anche gravi o di svilupparli in futuro.

Il parassita che genera questa malattia può essere presente nelle feci dei gatti, sulle verdure non lavate bene o non cotte, e nelle carni infette crude.

Per questo alle donne in dolce attesa è consigliato consumare cibi ben cotti e, prima di consumare verdure crude, lavarle in maniera molto accurata eventualmente con un opportuno disinfettante.

Citomegalovirus

Questo tipo di virus, come quello responsabile della toxoplasmosi, può infettare la persona senza dare sintomi. Esso è presente nelle urine, nella saliva, nel sangue e in altri fluidi (come il liquido seminale). Se sviluppato durante la gravidanza, il citomegalovirus può provocare gravi fattori di rischio patologico agli organi del bambino come: ritardo della crescita fetale, microcefalia, sofferenza epatica e anche morte dopo pochi mesi dalla nascita.

Rosolia

La rosolia è una infezione virale che può essere molto pericolosa se contratta durante il periodo di gravidanza, soprattutto nei primi mesi. Essa può provocare gravi malformazioni al feto o addirittura forti rischi di aborto.

Diverse linee guida mediche[1] consigliano di fare un vaccino specifico almeno 6 mesi prima di pianificare una gravidanza, se non si è già stati colpiti in passato dalla malattia.

Varicella

Anche questa è una malattia di origine virale ed è pericolosa sia nel primo trimestre di gravidanza, che poco prima del parto. Nel primo caso può determinare un aborto spontaneo o problemi gravi di salute al feto; nel secondo caso invece, il bambino può contrarre una forma molto pericolosa di varicella, non avendo avuto il tempo di sviluppare gli anticorpi[2].

L’alimentazione in gravidanza

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La donna in attesa si trova a dover far fronte alle proprie esigenze e a quelle del bambino che cresce gradualmente nel suo ventre; il suo fabbisogno di tutti gli elementi nutrizionali aumenta in maniera importante.

Come prima cosa, dunque, bisogna promuovere uno stile di vita sano, uno stile alimentare corretto, specifico e ben equilibrato, bere molta acqua e praticare attività fisica adeguata, cercando di mantenere il peso giusto (tra 9 e 12 kg a fine gravidanza, un’incremento medio di un kg al mese).
È da sfatare il mito “che bisogna mangiare “per due”, poiché l’aumento delle necessità caloriche è di solo 350 kcal al giorno per il secondo semestre di gravidanza e di 460 kcal al giorno per il terzo trimestre[3].

Cibi da preferire:

  • frutta e verdura fresca e di stagione,
  • carne magra,
  • pesce magro e ricco di nutrienti,
  • carboidrati,
  • latte, yogurt e formaggio magro.

Cibi da evitare o da diminuire drasticamente:

  • caffè e tè,
  • zuccheri raffinati,
  • grassi.

L’unica cosa da eliminare completamente è l’alcol!

Dato che esso viene assimilato direttamente dal sangue, il suo contatto col bambino sarebbe immediato e ciò può provocare diversi problemi durante lo sviluppo del nascituro.

L’integrazione alimentare specifica

I nutrienti essenziali sia per sostenere la salute della mamma che quella del bambino, sono presenti in molti alimenti, ma in caso di aumentato fabbisogno o di aumentato consumo di elementi nutrizionali è utile ricorrere all’uso di integratori alimentari bilanciati, controllati e adatti allo stato gravidico, tali da favorire l’opportuno apporto secondo le linee guida alimentari.

Attenzione però: occorre valutare col proprio medico di cosa si ha realmente necessità!

Tra i più importanti elementi nutrizionali vi è l’acido folico, vitamina del gruppo B fortemente raccomandata sia prima che durante la gravidanza, dato che svolge un ruolo essenziale a livello cellulare nel prevenire difetti cerebrali e del midollo spinale del feto.
La maggior parte di tali problemi si può verificare entro le prime 3 o 4 settimane di gestazione, per questo è consigliabile assumere acido folico sin da quando si sta pianificando una gravidanza.

In caso di ulteriori carenze inoltre, il medico solitamente suggerisce di integrare principalmente: ferro, calcio, vitamina A, vitamina B12.

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Attività fisica consigliata in gravidanza

Praticare una regolare e adatta attività fisica è quasi sempre raccomandato alle gestanti, a meno che si sia in presenza di una gravidanza a rischio: naturalmente sono da escludere attività che mettano in pericolo la salute della donna e del bambino.

In ogni caso, è sempre meglio avere il benestare dal proprio ginecologo, il quale conosce bene il quadro clinico.

Quali sono le attività fisiche che possono essere più consigliate in gravidanza?

  • Camminata
  • Aquagym
  • Yoga
  • Pilates
  • Nuoto libero
  • Esercizi a corpo libero
  • Stretching

Osservando questi abitudini e seguendo questi consigli, senz’altro la Gravidanza sarà ricordata come un’esperienza felice e naturale della propria vita.

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