Calcolare le settimane di gravidanza, tabelle e guide

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Dr. Franco Vicariotto

Medico Chirurgo, Specialista in ostetricia e ginecologia

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Da quando si inizia a calcolare

Calcolare le settimane di gravidanza è importante per avere un’idea della presunta data del parto, ma anche per monitorare lo sviluppo del feto nell’utero.

La gestazione dura mediamente intorno ai 280 giorni, ovvero si compie in 40 settimane, quindi 9 mesi circa, iniziando a calcolare dalla data dell’ultima mestruazione.

La data del parto può, però, variare a causa di una serie di fattori; vediamo quali.

  • Il ciclo mestruale non ha sempre durata di 28 giorni, quindi non è sempre regolare.
    Ci sono donne che hanno un ciclo mestruale abbastanza variabile e questo può comportare calcoli errati per stabilire la data più o meno presunta del fatidico momento del parto.
  • La nascita del bambino può avvenire anche al settimo o all’ottavo mese di gravidanza, anticipando la data prestabilita.
  • La nascita del bambino può avvenire anche una settimana o due dopo la data prestabilita.

Per ipotizzare quindi una data che possa avvicinarsi più o meno a quella esatta del tanto atteso evento, si prendono in considerazione alcuni dati individuali, quali:

  • la data dell’ovulazione
  • la data del presunto rapporto sessuale in cui è avvenuto il concepimento.

Tali fattori vengono poi analizzati insieme al dottore e supportati sia da una visita ginecologica che dalle analisi del sangue.

Calcolo settimane di gravidanza

Considerando che la data del presunto parto può essere abbastanza variabile, è necessario conoscere, in ogni momento della gravidanza, in quale periodo la donna si trova.

Spesso si commette l’errore di fare i calcoli in base ai mesi, ma per essere più precisi bisognerebbe effettuare il calcolo in settimane.

Questo perché i mesi hanno una durata variabile (tra i 28 e i 31 giorni), invece la settimana è composta da 7 giorni, non è variabile ed è più precisa.

Proprio per questa ragione sono state create delle tabelle di conversione, a cui la donna può far riferimento per capire in quale settimana si trova.

Calcola la data prevista per il parto

Ultima mestruazione

Durata media dei cicli

Durata fase luteale

Data stimata della concezione: Data stimata per del parto: Età fetale stimata:
Le informazioni riportate hanno valore meramente indicativo e non rappresentano un sostituto di un consulto medico specialistico

La tabella del calcolo delle settimane di gravidanza è strutturata più o meno in questo modo:

Primo trimestre:

  • Primo mese: inizia dal primo giorno dell’ultima mestruazione e finisce a 4 settimane + 3 giorni;
  • Secondo mese: inizia da 4 settimane + 4 giorni e finisce a 8 settimane + 5 giorni;
  • Terzo mese: inizia da 8 settimane + 6 giorni e finisce a 13 settimane + 1 giorno;

Secondo trimestre:

  • Quarto mese: inizia da 13 settimane + 2 giorni e finisce a 17 settimane + 4 giorni;
  • Quinto mese: inizia da 17 settimane + 5 giorni e finisce a 21 settimane + 6 giorni;
  • Sesto mese: inizia da 22 settimane + 0 giorni e finisce a 26 settimane + 2 giorni;

Terzo trimestre:

  • Settimo mese: inizia da 26 settimane + 3 giorni e finisce a 30 settimane + 4 giorni;
  • Ottavo mese: inizia da 30 settimane + 5 giorni e finisce a 35 settimane + 0 giorni;
  • Nono mese: inizia da 35 settimane + 1 giorno e finisce a 40 settimane + 0 giorni.

Può capitare che la gravidanza duri fino a 42 settimane quando non si verifica il travaglio prima di questo periodo.[1]

Fissare la data del presunto parto

Poiché è impossibile risalire al momento esatto in cui ovulo e spermatozoo si sono incontrati, la presunta data del parto non può mai essere precisa.

Per alcune coppie può risultare semplice individuare il momento del concepimento, soprattutto quando i rapporti non sono frequenti o quando si hanno spesso rapporti protetti.

In questi casi, anche la stima della data del presunto parto è ovviamente più verosimile.

Se invece la coppia ha rapporti frequenti e non riesce a capire quale possa essere stato quello determinante, bisogna prendere in considerazione altri fattori, come la data di inizio dell’ultima mestruazione e aggiungere, a partire da quel giorno, le normali 40 settimane di gestazione.

Anche questo metodo però può fallire, soprattutto se la donna ha un ciclo irregolare.

Dunque, fissare la data precisa del presunto parto, è abbastanza difficile anche in virtù del fatto che ogni donna è differente e lo sviluppo dell’embrione dipende da molteplici fattori, non soltanto dai giorni del calendario.

Per cercare di determinare con maggiore precisione la data del presunto parto esistono anche degli strumenti che possono avvicinarsi moltissimo al giorno esatto del parto, come ad esempio il test di ovulazione, il monitoraggio della temperatura basale per conoscere quando avviene il concepimento, app o calcolatori di vario genere.

In alcuni casi è inoltre possibile (o necessario) programmare un parto cesareo intorno alla settimana 37-38.

Calcolatore online

Al giorno d’oggi il web offre qualsiasi tipologia di servizio e d’informazione.

Basta googlare una parola chiave o una determinata frase e la risposta al proprio dubbio è a portata di clic.

Per la donna che ha appena scoperto di essere incinta, esistono moltissimi siti che offrono la possibilità di calcolare una data presunta del parto, mettendo gratuitamente a disposizione i calcolatori più disparati.

La maggior parte dei calcolatori online, attraverso qualche semplice domanda, in pochi minuti fornisce l’informazione desiderata.

Le domande più frequenti alle quali la donna deve rispondere sono: la data dell’ultima mestruazione e la durata media del ciclo mestruale.

Attraverso queste informazioni si può ottenere una data presunta su quando avverrà il parto.

Nemmeno i calcolatori online sono però attendibili al 100%, è bene esserne consapevoli.

Come calcolare i mesi di gravidanza

Anche se la donna è riuscita a calcolare le settimane di gravidanza trascorse dal momento del concepimento, può comunque avere delle perplessità in merito al mese esatto a cui corrisponde la sua gestazione.

Il calcolo dei mesi non è proprio semplice, proprio per il fatto che non tutti i mesi sono di 30 giorni, ma variano.

Inizialmente è facile convertire le settimane in gravidanza, soprattutto perché un mese è poco più di quattro settimane. Ma, andando avanti, diventa un po’ più complicato. Specialmente in presenza di difformità di valutazione e comunicazione. Esempio: si può dire di essere al sesto mese quando quest’ultimo è ancora in corso oppure quando è già terminato. Ovviamente c’è una grande differenza.

Ecco perché nella maggior parte dei casi è consigliabile fare riferimento ad alcune tabelle di conversione (come quella vista poc’anzi) per individuare i mesi e i trimestri di gravidanza con maggior precisione.[2]

Regolo ostetrico

Il regolo ostetrico, definito anche Ruota della Gravidanza, è uno strumento che ostetriche e ginecologi utilizzano per sapere in quale periodo della gravidanza si trovano la futura mamma ed il suo bambino e, grazie ad esso, riescono a stimare il giorno in prossimità del quale potrebbe verificarsi il parto.

Il regolo ostetrico è composto da due dischi di cartoncino sovrapposti e numerati. Le ruote sono unite al centro da un occhiello che gli permette di girare, sia in senso orario sia in senso antiorario.

Il disco inferiore è più grande ed è composto da 12 sezioni, una per ogni mese dell’anno, suddivise a loro volta in base al numero dei giorni.

Il disco superiore, invece, è più piccolo e riporta le 40 settimane di gravidanza suddivise in 3 trimestri.

Sulla base dell’informazione fornita al dottore, ovvero la data del primo giorno dell’ultima mestruazione sommata a 9 mesi ed una settimana, il disco inferiore girerà fino a fermarsi in una sezione di settimane di gravidanza che potranno confermare o meno i calcoli già effettuati.

La data presunta del parto viene indicata mediante una freccia.[3]

Età gestazionale

Riuscire ad individuare l’età gestazionale è importante per valutare la maturità fisica del feto, soprattutto quando la data del concepimento è incerta.

L’età gestazionale è il parametro maggiormente utilizzato dai medici per determinare in che fase della gravidanza la donna si trova e la data presunta in cui dovrebbe partorire.

L’età gestazionale si distingue dall’età concezionale, in quanto la prima corrisponde al numero di settimane di una donna in gravidanza, mentre la seconda si calcola in base alla presunta data del concepimento, posticipata quindi di 14 giorni.

L’età gestazionale si esprime con “settimana x + giorni y” e al momento del parto, verrà trascritta l’età del nascituro proprio in questo modo, tenendo in considerazione sia la settimana sia il giorno.

Inoltre, la stima dell’età gestazionale può essere effettuata anche mediante un’ecografia del feto.[4]

Calcolo del peso in gravidanza

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Durante la gravidanza, la futura mamma vedrà pian piano il suo corpo cambiare! In maniera naturale e fisiologica, si crea l’ambiente giusto per far sviluppare il feto e proteggere la salute della mamma fino al momento del parto.

In questo particolare periodo è sicuramente importante tenere sotto controllo il peso.

L’aumento del peso dipendedal peso della donna prima della gravidanza, dalle sue caratteristiche fisiche e dalla struttura corporea, tutti fattori che variano da donna a donna.

Se si vuole individuare un peso ideale da raggiungere in gravidanza si può identificare un minimo ed un massimo di chilogrammi che si possono raggiungere, in linea generale, in una condizione di normopeso, che vanno dai 9 ai 12 kg.

Se la gravidanza è gemellare, la donna normopeso, potrà prendere dai 17 ai 25 kg.

Inoltre, è sconsigliato seguire diete fai-da-te, o far trascorrere dei giorni in cui si digiuna (per evitare di prendere qualche kg in più) perché devono essere assunti i micro e i macronutrienti nella giusta misura, sia per la salute del feto che di quella della mamma.[5]

Programmare l’alimentazione in gravidanza

Alimentazione sana e stile di vita equilibrato hanno un ruolo fondamentale, soprattutto quando si è in uno stato delicato come quello della gravidanza.

La qualità della dieta della donna incinta deve essere particolarmente curata, perché se non copre anche i fabbisogni del feto, l’accrescimento di quest’ultimo andrà a consumare le riserve materne.

Ai fini di un corretto sviluppo del feto la dieta deve comprendere alimenti ricchi di folati (come la frutta secca e la verdura a foglia verde). Anche cereali integrali e legumi sono fondamentali per la salute della futura mamma e del bambino, perché rappresentano un’importante fonte di proteine, ferro e calcio.

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La necessità di proteine, ad esempio, aumenta man mano che la gravidanza va avanti e la futura mamma può scegliere di assumere sia proteine di origine animale (mangiando carne o pesce), sia di origine vegetale (mangiando pane, pasta o riso).

L’alimentazione della donna in gravidanza, come abbiamo potuto constatare, richiede qualche attenzione in più.

Sono da evitare, ad esempio, cibi poco cotti o crudi, alcuni formaggi, salse fredde e bevande alcoliche o gassate.

Al fine di individuare il giusto apporto calorico e saper bilanciare correttamente i pasti, la donna in gravidanza può rivolgersi anche ad un dottore specializzato in nutrizione, come ad esempio il nutrizionista, il quale le faciliterà tutti i calcoli e le fornirà, per ogni trimestre, la giusta dieta da seguire.

Caratteristiche per trimestre

La gravidanza è un meraviglioso viaggio di sola andata, che ha come destinazione l’amore.

Tutto il periodo dei 9 mesi circa, per la donna significa: cambiamenti, sensazioni nuove, paure e tanta felicità.

Per ogni mese che trascorre, la futura mamma vive emozioni diverse; dalla prima ecografia al giorno in cui si sente per la prima volta il bambino scalciare.

La gravidanza viene suddivisa in tre trimestri:

  • il primo che va dall’ultima mestruazione alla quattordicesima settimana;
  • il secondo che prosegue fino alla ventesima settimana;
  • il terzo che si conclude con l’emozionante momento del parto.

Ciascun trimestre porta con sé importanti cambiamenti nel corpo e nella mente della donna incinta, nelle sue abitudini di vita, nelle percezioni, nelle relazioni e nell’ambiente che la circonda.

Vediamo insieme quali sono le principali caratteristiche, i mutamenti e le sensazioni che vivrà la gestante in ognuno dei tre trimestri.

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Primo

Il primo trimestre rappresenta la fase più delicata di tutta la gravidanza.

Questo perché la donna, fino a quando non effettua un test di gravidanza o una visita approfondita, non sa di essere in stato interessante e potrebbe continuare a vivere la quotidianità come ha sempre fatto (senza tener conto del riposo necessario, dell’alimentazione giusta, etc.).

Soltanto quando iniziano a palesarsi i primi segnali, come il ritardo delle mestruazioni, il frequente bisogno di far pipì, il seno più pieno, la stanchezza, la nausea, la donna può avere la conferma dello stato in cui si trova.

Il primo trimestre è molto delicato proprio perché rappresenta la fase in cui l’ovulo fecondato dà origine all’embrione che, con il passare del tempo, inizia a sviluppare tutti i tessuti (dal cervello alla colonna vertebrale, dagli arti al sistema circolatorio, dalla bocca al naso, etc.).

Verso la tredicesima settimana è anche possibile ascoltare il battito del cuore attraverso alcuni apparecchi ad ultrasuoni (monitoraggio).

La donna subisce delle trasformazioni fisiche e, con esse, i primi piccoli effetti collaterali di una nuova vita che si sta formando all’interno del suo utero.

Ad esempio, la gestante può avvertire nausea, sbalzi di umore, stanchezza, dolori addominali, reflusso gastroesofageo, stitichezza, ritenzione idrica, etc.

Oltre alle trasformazioni fisiche, la donna vive dei cambiamenti psicologici ed emotivi, soprattutto perché prende coscienza che da quel momento in poi la sua vita sarà completamente stravolta.

Nel primo trimestre, inoltre, vi è un maggior rischio di abortire in modo spontaneo.

Questo potrebbe verificarsi congiuntamente ad alcuni sintomi, come contrazioni anomale o la perdita di sangue, oppure in maniera del tutto asintomatica.

Se le visite ginecologiche a cui la donna si sottopone confermano che lo sviluppo del feto sta procedendo senza intoppi, il primo trimestre, il più delicato, si può considerare concluso al meglio.

Secondo

Per molte donne con il secondo trimestre inizia il periodo più bello di tutta la gravidanza, perché si comincia a stabilire una relazione con il proprio bambino, al punto da creare una vera e propria simbiosi.

Nella maggior parte dei casi è proprio in questa fase che la gravidanza viene annunciata ad amici e parenti.

Le nausee generalmente diminuiscono, ma al contempo si iniziano a percepire i primi movimenti fetali.

Ogni feto compie movimenti diversi a seconda della sua posizione e di quella della placenta. Man mano che lo stato gravidico avanza, i movimenti diventano più chiari e la futura mamma inizia a riconoscerli fino al punto di riuscire anche a evocarli, accarezzando la propria pancia.

Il movimento è il modo in cui il bambino comunica il suo stato di salute e il suo temperamento alla futura mamma.

Nel secondo trimestre la donna inizia a recuperare un po’ di energie e può (sempre con molta calma e attenzione) fare tutte (o quasi) quelle attività che era solita compiere prima della gravidanza.

Saranno il ginecologo e l’ostetrica a dare consigli alla mamma su cosa è possibile fare, cosa mangiare, quanto lavorare, etc.

L’ostetrica ha un ruolo fondamentale in questa fase, proprio perché si occupa di monitorare lo stato di avanzamento della gravidanza, attraverso visite, test e analisi di vario genere.

Il secondo trimestre si conclude verso la ventisettesima settimana di gestazione e la pancia della futura mamma inizia ad essere sempre più evidente.

Terzo

Il terzo trimestre è quello in cui il meraviglioso viaggio della gravidanza sta per giungere al termine.

Per la futura mamma è il momento di prepararsi al distacco e predisporre l’ambiente esterno per accogliere il bambino.

Dal sesto al nono mese di gravidanza il bambino diviene sempre più presente nel corpo della gestante e per tutta la famiglia.

Il seno della futura mamma inizia a produrre colostro, una sostanza giallastra, fondamentale per il bambino perché ricca di proteine e anticorpi.

Altro protagonista di questo periodo è l’ossitocina, che favorisce il processo di separazione e dà la forza per affrontare le contrazioni prima del parto.

È proprio il bambino che, iniziando ad avere sempre meno spazio nel pancione, si dispone in posizione cefalica, stimolando il collo dell’utero e la produzione di ossitocina.

In questo modo, l’utero inizia a prepararsi alla nascita e compaiono le prime contrazioni.

Nel corso di quest’ultimo trimestre, la futura mamma, sotto consiglio dell’ostetrica, si sottopone a numerosi esami, visite e controlli.

In particolare, nell’ultima settimana, effettua la cardiografia, una visita che è raccomandata alla fine della gravidanza.

In questa delicatissima fase, le contrazioni si fanno sempre più frequenti fino a diventare molto dolorose e avere una cadenza ritmica (travaglio).

Questo significa che il fatidico momento è arrivato e la futura mamma è pronta per accogliere la nuova vita![6]

 

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