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Dolori addominali, esami e rimedi naturali
Conosciamo il nostro intestino
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Dr. Prof. Luigi Coppola
Medico Nutrizionista, Esperto di Medicine Complementari, Docente Universitario di Nutrizione Clinica e Dietetica Applicata.
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Cosa sono i dolori addominali
I dolori addominali (o dolori intestinali) si localizzano nella zona del corpo che corrisponde ai quadranti addominali ma può estendersi in alto verso il torace ed in basso sino alla pelvi (bacino).
Questo tipo di dolore può palesarsi in differenti modi, distinti in base a due principali fattori: velocità di insorgenza e durata.
- Il dolore acuto, che inizia nell'arco di poche ore o giorni, può presentarsi anche con altri sintomi (ad esempio nausea, diarrea, stipsi).
- Il dolore cronico, che dura più a lungo (settimane, mesi o addirittura anni), può avere momenti di picco e altri di assenza di sintomi.
- Il dolore progressivo, che peggiora nel tempo e spesso si accompagna ad altri sintomi, è contraddistinto proprio dalla comparsa repentina o graduale ma continuativo.[1]
Sintomi
Il dolore addominale si può presentare in svariate forme, in base alle quali è possibile talvolta individuarne la causa.
Dolore generalizzato
Quando il dolore è generalizzato, vale a dire avvertito in più della metà dell’area addominale, solitamente è determinato da microorganismi, soprattutto virus, che attaccano lo stomaco, da indigestione o dalla presenza di gas intestinali.
Dolore localizzato
Il dolore localizzato si avverte in una sola area dell'addome ed è generalmente correlato a un problema di stomaco, cistifellea o appendice.
Crampi
I crampi (spasmi) sono dolori che compaiono e scompaiono a cicli intervallati da apparente benessere e in alcuni casi non vengono percepiti sempre nello stesso punto dell’addome (migranti).
Qualche volta sono accompagnati da vera e propria dolenzia addominale, ma raramente sono gravi e sono spesso dolori dovuti ai gas, al passaggio delle feci. Nelle donne anche le mestruazioni posso causare crampi addominali.
Dolore da colica
Come i crampi, questo tipo di dolore si manifesta e poi sembra attenuarsi, ma tende a essere più intenso, profondo e di maggior durata (anche 2 o 3 giorni).
È tipico dei calcoli renali (urolitiasi) o biliari (colelitiasi).[2]
Quando recarsi ad un presidio sanitario
Se il dolore addominale è forte, non scompare o continua a ripresentarsi è necessario parlarne con il medico oppure recarsi in una struttura sanitaria soprattutto se la sintomatologia è persistente.
È comunque sicuramente necessaria una visita approfondita quando il dolore addominale è accompagnato da ulteriori sintomi, quali:
- Febbre
- Segni di disidratazione
- Molta sete
- Dolore nell’urinare
- Urine di colore scuro
- Vomito ematico (sangue nel vomito)
- Difficoltà respiratorie
- Perdita di peso improvvisa
- Gravidanza
- Ittero.[3]
Cause
Il dolore addominale può avere numerose cause indipendentemente dalla sua intensità (lieve fastidio o crampi forti).
La maggior parte di esse non è preoccupante e il medico può facilmente diagnosticarle e trattarle.
A volte, però, può essere un segno di malattia più seria che necessita di cure più articolate ed incisive.
Le cause più comuni (e più facili da curare) sono: indigestione, stitichezza, gastroenterite, dismenorrea, ecc.
Altre cause includono:
- l’endometriosi → patologia causata dalla presenza anomala di cellule endometriali in sede diversa (nell’ambito della pelvi) da quella abituale (parte interna dell’utero)[4]
- la malattia da reflusso gastroesofageo → si verifica quando i succhi gastrici risalgono verso l’alto, entrando in contatto con la parete dell’esofago, provocando bruciore, acidità di stomaco, rigurgito e dolore diffuso[5]
- il blocco oppure l’ostruzione intestinale → condizione patologica caratterizzata dall’arresto della progressione del contenuto intestinale, che può comportare, oltre al dolore, altri sintomi come nausea, vomito e disidratazione
- i calcoli renali → una tra le più comuni malattie delle vie urinarie, caratterizzata dalla presenza di piccole concrezioni, calcoli appunto, lungo il loro decorso
- i calcoli biliari → piccoli “sassolini” che si formano nella cistifellea, viscere (cavo) situato sotto il fegato sul lato destro dell’addome (raccoglie la bile), che ostruendo la via di deflusso naturale verso l’intestino possono creare un’infiammazione con contrazione spastica particolarmente dolorosa
- l’aneurisma dell’aorta addominale → dilatazione patologica (per cedimento dei tessuti) della parete aortica nel tratto addominale. È la forma più diffusa di aneurisma dell’aorta, il più grande vaso arterioso del corpo umano. Si parla di aneurisma quando la sua dilatazione permanente misura un incremento di diametro di almeno il 50% rispetto allo standard fisiologico. Le principali cause sono identificabili con l’invecchiamento dei tessuti vasali, l’ipertensione arteriosa e il fumo di tabacco.[6]
- il Morbo di Crohn → un’infiammazione cronica intestinale ulcerativa-ascessuale, che può colpire tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano (prevalente nel tratto ileale dell’intestino tenue), le cui cause sono ancora in gran parte non ben definite[7]
- la sindrome del Colon irritabile (IBS) → condizione molto comune e debilitante, che interessa circa il 10% della popolazione, soprattutto di sesso femminile e con un tasso di prevalenza più alto al di sotto dei 45 anni. È caratterizzata da irritazione (spesso neurogena) della mucosa parietale, fastidio o algia addominale associati all'alterazione della motilità intestinale (sia in senso stitico che diarroico, talvolta alternati) e accompagnati da gonfiore, distensione e dolore dopo l’evacuazione.[8]
Ulteriori possibili cause possono includere:
- infiammazioni (come appendicite, diverticolite o colite)
- gastroenterite virale (infezione di stomaco e/o intestino causata da un virus)
- distensione o stiramento degli organi (dovuti a una contrattura, uno strappo muscolare, a problemi posturali, ecc.)
- intossicazione da cibo (es. salmonella, shigella, funghi, ecc.)
- allergie o intolleranze alimentari (come l’intolleranza al lattosio)
- tumore al pancreas, fegato, colon, ecc...
Poiché ci sono così tante possibili cause, per un’anamnesi accurata il medico deve porre alcune domande specifiche al paziente per inquadrarne chiaramente la specifica condizione.
Egli chiede ad esempio la frequenza del dolore, se è lancinante o sordo, qual è la zona maggiormente colpita, ecc.
Se il dolore fosse localizzato a livello addominale e irraggiato anche al dorso potrebbe trattarsi di colite; se invece al basso ventre sinistro potrebbe essere sostenuto dalla presenza di diverticoli del colon sinistro o di un’ernia.
Solo dopo aver indagato e visitato con accuratezza il medico prescrive eventuali altri accertamenti approfonditi per individuare la vera causa e intervenire con una terapia adeguata.[9]
Esami del sangue
Le problematiche inerenti alla funzionalità dell’intestino correlata al dolore addominale, possono manifestarsi con diversi indicatori.
Per escludere la possibilità che piccoli fastidi o disturbi non siano la spia di condizioni di salute preoccupanti è fondamentale rivolgersi al medico, che indicherà gli eventuali esami necessari.
Nello specifico, il primo utile ad orientare è l’esame ematochimico, in quanto fornisce una preliminare indicazione generale dello stato di salute.
Due sono gli indicatori (pur aspecifici) per stomaco e intestino: emocromo (volumi cellulari, ossigenazione dei tessuti, sospetta presenza di virus o batteri, ecc.) e proteina C reattiva (infiammazione).
L’emocromo può evidenziare la presenza di un’anemia con una diminuzione dell'emoglobina e/o dei globuli rossi, oppure un’anomala riduzione o un aumento del loro volume, che può rivelare problemi di assorbimento dei nutrienti dalle mucose dell’apparato digerente e ancora la possibilità di un’infezione virale o batterica in corso.
Un aumento della proteina C reattiva può invece indicare la presenza di un’infiammazione, conseguenza della presenza di un microorganismo patogeno o di una patologia cronico-degenerativa in evoluzione.[10]
Neoplasie intestinali
Quando il medico ha il sospetto che possa trattarsi di una neoplasia, che può palesarsi anche con un’anemia rilevata dalle analisi del sangue comparsa all’improvviso e senza altre cause apparenti, di solito prescrive altre indagini di approfondimento, come sangue occulto nelle feci e colonscopia.
L’analisi delle feci individua l’eventuale presenza di sangue che spesso non è visibile a occhio nudo. Le tracce ematiche nelle feci sono il risultato di emorragie dei tessuti intestinali, provocate dal processo d’infiltrazione della massa tumorale.
La colonscopia è l’esame più importante, poiché l’unico in grado di esaminare direttamente la parete interna del colon e riconoscervi polipi, lesioni della mucosa intestinale o masse tumorali più estese: per tale ragione è senz’altro opportuno ricorrervi, se si hanno ragionevoli sospetti o concreti indizi suggestivi di tali condizioni.[11]
Infezioni intestinali
Se il dolore intestinale è di carattere spastico e accompagnato da altri sintomi quali diarrea, vomito o febbre è probabile che la causa sia un microorganismo patogeno
Solitamente, agli esami di laboratorio classici vengono affiancati gli esami colturali delle feci, che si eseguono su campioni sottoposti a valutazione microscopica, chimica e microbiologica.
Essi rilevano nelle feci la presenza di microrganismi patogeni, come batteri o parassiti, associati quindi a infezioni intestinali.[12]
Per i parassiti più comuni (ossiuri) è davvero importante la prevenzione primaria, ossia le norme igieniche elementari che vanno insegnate fin dalla più tenera età.[13]
Dolori addominali e intolleranza al lattosio
L’intolleranza al lattosio consiste nell’incapacità dell’organismo di digerire completamente lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati freschi.
Essa è causata da una insufficiente presenza dell’enzima lattasi che si trova nell’intestino tenue in discreta quantità fino all’adolescenza ed il cui compito è la digestione del lattosio.
Man mano si cresce è possibile che vada man mano riducendosi sia la sua quantità che l’efficienza, potendo quindi produrre intolleranza progressiva e proporzionale al deficit.
Non si tratta di un disturbo pericoloso, ma è associato a sintomi fastidiosi, come:
- gonfiore e distensione
- meteorismo e flatulenza
- dolore intestinale
- diarrea.
Tali effetti possono essere evitati riducendo le fonti di lattosio nell’alimentazione o eliminandolo completamente.[14]
Il 75% della popolazione mondiale perde la capacità di digerire questo zucchero nel corso della vita, la restante parte invece vi riesce senza problemi fino all'età adulta.[15]
Una diagnosi di intolleranza al lattosio viene solitamente fatta con un'anamnesi attenta, supportata da variazioni dietetiche.
Per confermare la diagnosi presuntiva è necessario un semplice test del respiro.[16]
Rimedi per dolori addominali
I trattamenti per i dolori addominali dipendono prevalentemente dalla loro causa e possono includere farmaci, tra cui antispastici, antidolorifici ( solo nelle fasi iniziali e con cautela) e la chirurgia.
Tali cure devono essere assunte o scelte solo dopo attenta valutazione del medico.
Tuttavia, se il dolore è lieve e la causa non è seria, si può optare per alcuni rimedi naturali, come ad esempio la menta, lo zenzero, la melissa e la cannella.
La menta, grazie alle sue proprietà calmanti riduce gli spasmi muscolari dell’intestino.
Lo zenzero contiene principi chiamati gingeroli, che possono aiutare a favorire il transito nell’apparato digerente (procinetico), facilitando la digestione, riducendo anche la possibilità di nausea e vomito.
Molto utile risulta essere anche la Melissa, per la sua azione spasmolitica e contemporaneamente sedativa, per cui è indicata anche nelle somatizzazioni viscerali intestinali.
La cannella contiene diversi antiossidanti che possono a loro volta migliorare la digestione e allo stesso tempo ridurre le irritazioni mucose.
I probiotici possono costituire un prezioso alleato sostenendo e facilitando la capacità di scomporre alcuni nutrienti e modificando positivamente l’ambiente gastrointestinale.
Esistono, infine, medicinali in bassa dose in grado di intervenire su molteplici aspetti causali di questi quadri morbosi: attenuazione del disagio emozionale spesso causa di somatizzazioni, riequilibrio delle condizioni mucose alterate e della flora batterica eubiotica, regolazione della capacità peristaltica (movimento), sgravio tossinico e relativo drenaggio, effetto antispastico sulla muscolatura viscerale, potenziamento delle capacità digestive.
Ma anche un bel bagno caldo talvolta è un ottimo rimedio naturale, in quanto il calore rilassa i muscoli tesi e allevia i dolori intestinali.
Non dimenticando mai che per mantenere in salute l’intestino è bene condurre uno stile di vita sano, praticare attività fisica, mangiare in modo equilibrato ed evitare il consumo di alcol e fumo.[17]
[1] Sherman R. Abdominal Pain. In: Walker HK, Hall WD, Hurst JW, editors. Clinical Methods: The History, Physical, and Laboratory Examinations. 3rd edition. Boston: Butterworths; 1990. Chapter 86. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK412/
[2] https://www.humanitas.net/wiki/symptoms/abdominal-pain/
[3] Macaluso CR, McNamara RM. Evaluation and management of acute abdominal pain in the emergency department. Int J Gen Med. 2012;5:789-797. doi:10.2147/IJGM.S25936 https://www.dovepress.com/evaluation-and-management-of-acute-abdominal-pain-in-the-emergency-dep-peer-reviewed-fulltext-article-IJGM https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3468117/
[4] https://www.humanitas.net/news/endometriosis-causes-symptoms-treatment-explained-by-dr-elena-zannoni/
[5] https://www.humanitas.net/treatments/gastroesophageal-reflux/
[6] https://www.humanitas.it/malattie/aneurismi-dell-aorta-addominale/
[7] https://www.humanitas.it/malattie/morbo-di-crohn/
[8] https://www.humanitas.net/diseases/irritable-bowel-syndrome/
[9] https://www.humanitas.net/wiki/symptoms/abdominal-pain/
[10] https://www.humanitas.it/news/disturbi-intestinali-quali-gli-esami-consigliati/
[11] Kuipers EJ, Grady WM, Lieberman D, et al. Colorectal cancer. Nat Rev Dis Primers. 2015;1:15065. Published 2015 Nov 5. https://www.nature.com/articles/nrdp201565 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4874655/
[12] Liu LJ, Yang YJ, Kuo PH, Wang SM, Liu CC. Diagnostic value of bacterial stool cultures and viral antigen tests based on clinical manifestations of acute gastroenteritis in pediatric patients. Eur J Clin Microbiol Infect Dis. 2005 Aug;24(8):559-61. https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs10096-005-1373-z https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16096776/
[13] https://www.humanitas.it/enciclopedia/infezioni/infezione-da-ossiuri/
[14] https://www.humanitas.it/malattie/intolleranza-al-lattosio/#:~:text=L'intolleranza%20al%20lattosio%20%C3%A8,presenza%20insufficiente%20dell'enzima%20lattasi.
[15] Di Rienzo T, D'Angelo G, D'Aversa F, Campanale MC, Cesario V, Montalto M, Gasbarrini A, Ojetti V. Lactose intolerance: from diagnosis to correct management. Eur Rev Med Pharmacol Sci. 2013;17 Suppl 2:18-25. PMID: 24443063. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24443063/
[16] Swagerty DL Jr, Walling AD, Klein RM. Lactose intolerance. Am Fam Physician. 2002 May 1;65(9):1845-50. Erratum in: Am Fam Physician. 2003 Mar 15;67(6):1195. PMID: 12018807. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12018807/
[17] Fifi AC, Axelrod CH, Chakraborty P, Saps M. Herbs and Spices in the Treatment of Functional Gastrointestinal Disorders: A Review of Clinical Trials. Nutrients. 2018;10(11):1715. Published 2018 Nov 9. https://www.mdpi.com/2072-6643/10/11/1715 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6266883/
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