Raffreddore nel neonato, trattamenti e rimedi efficaci

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Il raffreddore è sicuramente la malattia più diffusa al mondo e può colpire sia grandi che piccoli.

Quando ad ammalarsi sono però i neonati (primo mese di vita) o i lattanti (primo anno di vita), spesso i genitori si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni: “È una cosa passeggera? Sarà grave? È normale che non abbia appetito” ecc.

Impariamo allora a riconoscere quali sono i sintomi di un lieve raffreddore e quali invece i segnali di un’infezione respiratoria più importante, per capire se basta aspettare che tutto passi o se bisogna rivolgersi al pediatra.

Sintomi del raffreddore

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Il raffreddore, definito in termini medici rinite acuta, è un’infezione di tipo virale delle vie aeree superiori: cavità nasali, gola, faringe e laringe.

I sintomi con cui il raffreddore si manifesta nei neonati sono:

  • congestione nasale
  • naso che cola
  • starnuti
  • mal di gola e gola arrossata
  • febbricola
  • tosse
  • irrequietezza
  • riduzione dell’appetito
  • difficoltà a dormire
  • problemi ad assumere il latte sia dal seno che dal biberon, a causa del naso chiuso.

Quanto dura il raffreddore di un neonato

Il raffreddore si presenta sempre con questi sintomi e dura circa 7/10 giorni.

In alcuni casi però, ci si potrebbe accorgere della presenza di sintomi particolari, che possono rappresentare veri e propri campanelli d’allarme di un’infezione respiratoria o di una condizione infiammatoria più seria, come: laringo-tracheo-bronchite, bronchite, bronchiolite, otite.

Occorre soprattutto prestare attenzione a: respiro frequente (tachipnea) e difficoltoso (dispnea), tosse persistente, febbre alta, pianto inconsolabile in posizione supina, dolorabilità addominale, vomito,  diarrea,

Quando si tratta di lattanti, soprattutto con età inferiore a 3 mesi, il consiglio è sempre quello di rivolgersi al pediatra di famiglia non appena compaiono i comuni sintomi del raffreddore.

Il medico è l’unico in grado di effettuare una diagnosi corretta e, quando necessario, di decidere la terapia da attuare.[1]

Tosse dopo il raffreddore nel neonato

La tosse può essere molto comune nel neonato, anche dopo essere guarito dal raffreddore. Si tratta di un meccanismo di difesa che il corpo attua in maniera spontanea, per rimuovere sostanze irritanti dalle vie aeree o ripulirle dopo un’infiammazione o un’infezione.

Bisogna però preoccuparsi e chiamare il pediatra quando:

  • la tosse persiste e/o non consente al bambino di eseguire le sue normali attività, dal semplice nutrirsi fino al giocare
  • il bambino risulta poco reattivo
  • il respiro è particolarmente affannoso
  • i colpi di tosse compaiono in determinati momenti (ad esempio dopo aver riso, dopo aver fatto piccoli movimenti).

Sistema immunitario

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I neonati cominciano a costruire il proprio sistema immunitario sin dalla nascita, poiché il corpo inizia a difendersi presto da virus e batteri presenti nell’ambiente.

Quando i bambini nascono con un parto naturale, il contatto con determinati agenti microbici si verifica prima di venire alla luce, poiché nel canale del parto essi hanno il loro primo incontro col microbiota della madre.

Anche i piccoli che si nutrono col latte materno hanno una risposta immunologica più rapida rispetto a quelli che invece assumono latte artificiale.

In ogni caso, tutti i neonati hanno un proprio sistema immunitario innato (definito aspecifico), che col tempo si rafforza, ma sin da subito comincia ad agire in difesa dell’organismo per prevenire infezioni.

Prima di essere affiancato dal sistema immunitario adattivo, questo meccanismo difensivo si trova a far fronte a numerosi microrganismi ancora sconosciuti per il bambino, esponendolo più facilmente alle infezioni.

Infezione respiratoria

Soprattutto i primi 6 mesi  di vita, possono costituire un momento delicato per il lattante, poiché anche una semplice influenza o un raffreddore possono richiedere tempi lunghi di guarigione.

Ciò accade quando a provocare il raffreddore è un’infezione respiratoria, delle vie aeree superiori: tracheite, rinite, faringite e otite.

Osservare i bambini risulta indispensabile per poter cogliere eventuali cambiamenti e segnali d’allarme.

L’infezione che interessa le vie respiratorie superiori infatti, potrebbe arrivare ad interessare anche le vie respiratorie inferiori, provocando bronchite, bronchiolite o polmonite.

Uno degli agenti causali è il virus respiratorio sinciziale (VRS).

Oltre alla tosse, esso può provocare sintomi simili al raffreddore, che durano per una o due settimane.

È necessario informare al più presto il pediatra di famiglia o recarsi al pronto soccorso se il bambino:

  • emette sibili mentre respira
  • tossisce espellendo muchi giallo-verdognoli
  • ha problemi di respirazione e fa delle pause nei respiri
  • rifiuta di nutrirsi
  • è disidratato, ovvero fa poca pipì (il bambino ha il pannolino asciutto anche dopo 6 ore), piange senza lacrime, ha la pelle secca.

Quando ad essere colpiti dal virus respiratorio sinciziale sono i bambini con età inferiore a 2 mesi, risulta necessario il ricovero in ospedale per poter attuare una terapia specifica.

Ancora più a rischio per questo tipo di infezioni sono i bambini nati prematuri, quelli che hanno cardiopatie e anomalie alle vie respiratorie congenite, i bambini con displasia broncopolmonare e fibrosi cistica.[2]

Come liberare il naso di un neonato

Generalmente è preferibile evitare la somministrazione di farmaci ai lattanti, a meno che essi non siano strettamente necessari e, soprattutto, solo dopo una visita e relativa prescrizione del pediatra.

Il raffreddore è causato da un virus, quindi ancor meno raccomandabile può essere l’uso di antibiotici, utili contro i batteri, ma non contro i virus.

Si possono invece alleviare i sintomi ricorrendo ad alcuni metodi naturali e semplici da attuare.

Inoltre, visto che i bambini (ancor più i lattanti) non sanno soffiare il naso, bisogna aiutarli a liberare le narici per consentire una respirazione migliore.

Rimedi naturali

Vediamo nello specifico quali sono i rimedi naturali più diffusi per alleviare la congestione nasale.

  • I lavaggi nasali effettuati con soluzione fisiologica o soluzione salina sono molto efficaci da questo punto di vista, soprattutto se applicati prima dei pasti e prima di andare a dormire.
    In entrambi i casi, a causa della congestione nasale, i bambini raffreddati non riescono a respirare bene, a nutrirsi, idratarsi e dormire correttamente.
    Con l’aiuto di una siringa senza ago o con delle apposite pipette (oggi esistono anche strumenti più sofisticati, che micronizzano la soluzione salina), iniettando direttamente nel naso il liquido, esso trascina con sé le secrezioni mucose e le conduce verso l’esterno.
    In questo modo il bambino espelle la maggior parte dei fluidi dalle narici e la restante parte attraverso l’evacuazione intestinale.
  • Favorire il riposo è uno dei rimedi più efficaci per rimettere il neonato in forze, nell’attesa che il virus venga sconfitto.
    Se i bimbi frequentano il nido, sarebbe opportuno tenerli a casa per tutto il periodo del raffreddore, per evitare che contagino anche gli altri.
  • Incoraggiare l’idratazione fa sì che i muchi possano essere più facilmente espulsi .
  • Evitare sbalzi termici, anche da una stanza all’altra della casa, è importantissimo perché il raffreddamento non si prolunghi o degeneri.
  • Se necessario, al fine di consentire una respirazione migliore durante il sonno, è possibile aggiungere un cuscino sotto al materassino della culla per sollevare il bimbo.

Precauzioni per evitare il contagio

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Il virus del raffreddore si trasmette attraverso le goccioline di saliva, sia col contatto diretto che tramite oggetti infetti.

Per evitare il contagio dunque, bisogna:

    • Lavarsi le mani prima di toccare e allattare il bambino.
    • Tenere il piccolo lontano da persone raffreddate.
    • Pulire spesso i giocattoli.
    • Se in famiglia ci sono altri bambini, è importante insegnare loro a starnutire nella piega del gomito o in un fazzoletto per evitare che delle microparticelle possano entrare in contatto col bambino.
    • Se si tratta di un lattante che è stato svezzato, prima di dargli la pappa è necessario lavargli le manine, è infatti quasi impossibile impedirgli di portarle alla bocca.
    • Evitare i luoghi affollati almeno nei primi mesi di vita del bambino.
    • Evitare che il piccolo respiri fumo passivo (questo dovrebbe essere un accorgimento da adottare a prescindere da eventuali contagi di virus, dato che il fumo passivo è molto dannoso per tutti e ancor più per i bambini). [3]

In definitiva possiamo dire che il raffreddore nei lattanti non è una malattia grave ma, per evitare complicanze, è sempre meglio chiedere consiglio al pediatra e assumere le dovute precauzioni.

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