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Tosse, tutte le cause e i rimedi
Sistema Immunitario, un alleato da coccolare
Guarda i video della Guna Lifestyle Academy per approfondire questo argomento con Professionisti della Salute esperti in Medicina dei Bassi Dosaggi e Nutrizione
Dr. Graziano Ruffato
Medico Chirurgo, Specialista in Ematologia Generale Clinica e Laboratorio
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La tosse è una manifestazione di difesa, e non una malattia, il cui compito è quello di eliminare particelle, virus o altre sostanze ritenute estranee dall’organismo che hanno irritato/infiammato le mucose respiratorie, tranne nel caso della tosse psicogena che affronteremo più avanti. Il più delle volte è un meccanismo di riflesso improvviso e involontario e, frequentemente, ripetitivo, ma può anche essere volontaria e non causata da agenti esterni come la tosse che, a livello sociale, richiama attenzione.
La tosse viene suddivisa in acuta (se dura meno di tre settimane), subacuta o persistente (se persiste dalle tre alle otto settimane) e cronica (nel caso duri più di otto settimane) e può essere secca o produttiva (grassa) in funzione dell’assenza o presenza di muco. Le cause possono essere molteplici tanto che, ad oggi, l’incidenza della tosse nella popolazione varia dal 5 al 40% e rappresenta la terza causa per cui il paziente si rivolge al Medico di Medicina generale1. Tra i motivi più frequenti di questa manifestazione ci sono le infezioni causate da virus o batteri, in particolare in ambito pediatrico, come le tracheiti, le laringiti, le bronchiti, le polmoniti. Anche gli agenti irritanti come il fumo di sigaretta e l’inquinamento atmosferico nonché le allergie sono importanti possibili cause.
La tosse, inoltre, è una manifestazione piuttosto comune in patologie come il reflusso gastroesofageo e l’insufficienza cardiaca: in quest’ultimo caso, può essere prodotta non soltanto dalla malattia, ma anche dalla contemporanea assunzione di farmaci ACE-inibitori utili nella gestione del paziente cardiopatico.
Reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita dei succhi gastrici dallo stomaco attraverso l’esofago per arrivare alla faringe e alla gola. Entro certi limiti questa risalita può essere considerata fisiologica, ma oltre può diventare una malattia in determinate condizioni diagnosticate dal medico.
Uno dei sintomi di questa patologia è la tosse che può essere causata dalla risposta ai fluidi gastrici risaliti dallo stomaco e riconosciuti come estranei dall’organismo e dall’infiammazione di trachea e faringe causate dagli stessi. La tosse, nel caso della patologia da reflusso, è un sintomo considerato atipico perché non sempre è presente nel paziente anche se, il più delle volte, è il primo disturbo a comparire.
Interessante è il dato prodotto dall’Università della Carolina del Nord, negli Stati Uniti d’America, che identifica come la tosse persistente cronica presente nel 25% della popolazione sia causata da reflusso gastroesofageo2. Quando compare, quindi, una tosse secca, continua, presente in particolare dopo il pasto, che migliora al mattino e peggiora da sdraiato e che non risponde al comune approccio farmacologico e, soprattutto, è accompagnata da altri sintomi che possono caratterizzare la malattia da reflusso gastroesofageo come mal di gola, rigurgito acido, raucedine, respiro affannoso, bruciore alla bocca dello stomaco o difficoltà digestive3 è fondamentale rivolgersi al medico che valuterà un’opportuna indagine diagnostica (esofago-gastroscopia).
Per gestire la tosse, che è solo uno dei sintomi della malattia da reflusso, occorre curare la patologia assumendo, sotto stretto controllo del medico e mediante prescrizione, opportuni farmaci e cambiando certi aspetti del proprio stile di vita. Sarà infatti opportuno modificare alcuni comportamenti alimentari come, ad esempio, limitare l’alcool, i cibi piccanti e speziati e ridurre il tempo trascorso tra un pasto e l’altro evitando digiuni, ridurre lo stress e smettere di fumare.
Smettere di fumare
Una delle cause della tosse è rappresentata dal fumo di sigaretta: le sostanze che si liberano durante la combustione del tabacco (miscela di gas vari e particelle solide sospese), possono infiammare la mucosa bronchiale inducendo la tosse cronica. La tosse insorge non soltanto nel tabagista ma anche in coloro che smettono di fumare. Infatti, dopo un giorno dalla messa in pratica di questa decisione, le ciglia dell’epitelio delle mucose dei polmoni riprendono la loro attività e le sostanze tossiche accumulate incominciano ad essere espulse inglobate nel muco. È questo, quindi, un meccanismo naturale di detossificazione che può manifestarsi per due settimane ma anche per diversi mesi durante i quali, però, si dovrebbe notare una diminuzione della manifestazione fino alla sua graduale scomparsa. Se ciò non accadesse è fondamentale il consulto con un medico per valutare possibili approfondimenti diagnostici volti ad escludere patologie importanti4.
Se tossire in questo caso è utile, è possibile invece che l’eccesso di tosse porti alla comparsa di manifestazioni fastidiose, come nel caso di mal di gola. In questi casi potrebbe essere d’aiuto bere molta acqua e cibarsi di alimenti freschi.
Ma come si fa a smettere di fumare?
Smettere di fumare ha motivazioni note a tutti noi, ma non tutti i fumatori sono in grado di farlo – quando lo decidono – da soli. Per questo esiste la possibilità di avere un aiuto. Quello che ci sentiamo di consigliare a tutti coloro che vogliono intraprendere questo percorso è di spendere i prossimi 15 minuti leggendo l'articolo Smettere di fumare si può dell'AIRC, l'Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro.
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provaloTosse e malattie neuromuscolari
Se nelle persone sane il meccanismo della tosse è funzionale ed efficace, non si può dire altrettanto nei pazienti affetti da patologie neuromuscolari come la sclerosi laterale amiotrofica o la distrofia muscolare di Duchenne. In queste malattie è presente una accentuata debolezza muscolare che porta ad una limitata possibilità di svolgere adeguatamente le tre fasi dell’atto della tosse: inalazione, espirazione con glottide chiusa, violento rilascio dell’aria dai polmoni che apre la glottide. Ne deriva una diminuita possibilità di tossire, che può portare alla ritenzione delle secrezioni e quindi alla ripetuta comparsa di infezioni respiratorie.
Tosse nervosa
Non sempre la fonte della tosse involontaria è l’infiammazione delle mucose come nei casi descritti precedentemente. La tosse nervosa, altrimenti chiamata tosse psicogena, tosse psicosomatica o sindrome da tosse somatica è dovuta alla somatizzazione di stati di ansia e stress nel soggetto che la manifesta. Questo tipo di tosse coinvolge tutte le fasce di età sebbene ci sia una prevalenza tra i 4 e i 15 anni e tenda ad avere una minor incidenza nelle persone anziane5. Questa manifestazione, che normalmente si evidenza di giorno, è caratterizzata da una tosse secca e persistente che non risponde al comune approccio farmacologico proprio perché la causa è da ricercarsi non in una patologia organica, ma in situazioni di malessere psichico, come nel caso di tensioni emotive (es. ansia scolastica), rabbia, costrizioni o bassa autostima6.
Sarà ovviamente il medico, dopo una corretta diagnosi, ad orientare la persona verso una adeguata terapia potenzialmente rappresentata da farmaci (non antitussivi classici, inutili nella tosse psicosomatica, vedi oltre), e/o un adeguato percorso di psicoterapia.
Tosse e insufficienza cardiaca
L’insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco è un insieme di sintomi e manifestazioni causati da un'alterata capacità del cuore di fornire sangue, ossigeno e nutrienti all’organismo. Le cause che indeboliscono il muscolo cardiaco possono essere molteplici. Tra queste l’infarto del miocardio e l’ipertensione arteriosa7, la cui incidenza è molto alta, con una prevalenza negli anziani, ma che può coinvolgere persone di ogni età, popolazione pediatrica inclusa.
Si stima che circa 23 milioni di persone nel mondo ne soffrano con una tendenza ad un aumento nel prossimo futuro, e non solo perché aumenta l’aspettativa di vita, ma a seguito dell’incremento di alcuni fattori di rischio per le patologie cardiache come il fumo o l’alimentazione scorretta8. Le persone con insufficienza cardiaca possono presentare diversi sintomi tra cui la mancanza di fiato durante uno sforzo, ma anche, nei casi più gravi, a riposo, oltre a inappetenza, gonfiore alle caviglie, perdita di peso, confusione, addome gonfio e doloroso7 e tosse con secrezione bianca o con perdita ematica a causa dell’accumulo di liquidi nei polmoni, creato dalla ridotta capacità del cuore di pompare sangue9. Il medico, in presenza di uno o più di questi sintomi, valuterà l’importanza di accertamenti diagnostici come l’elettrocardiogramma statico o dinamico (holter 24 ore), la radiografia del torace, il prelievo del sangue per avere un quadro completo e chiaro della situazione del suo paziente e instaurare la più corretta terapia.
Tosse secca o grassa, acuta o persistente
Quando si va dal medico per comprendere le cause o in farmacia alla ricerca di un prodotto che possa alleviare i sintomi della tosse, il professionista della salute chiede anzitutto se la tosse è secca o grassa e da quanto tempo dura. Questi aspetti, possono essere già identificativi della patologia e, quindi, della conseguente scelta terapeutica soggettiva.
Come già definito la tosse può essere di diversi tipi, discriminati prevalentemente dalla presenza o meno del catarro (espettorato) e dalla persistenza. Se catarrale verrà chiamata tosse grassa o produttiva, se senza catarro tosse secca. Rispetto alla durata la tosse prenderà il nome di acuta se dura da meno di tre settimane o persistente se la manifestazione è presente tra le tre e le otto settimane.
La causa della tosse secca, che si manifesta con l’espulsione violenta, rumorosa e spesso dolorosa di aria, è da ricercarsi prevalentemente nell’infiammazione di origine virale, motivo per il quale molte volte è accompagnata da una serie di sintomi come la febbre, il costante vellichio (pizzicore) delle mucose della laringe, lo spasmo, i conati di vomito. La tosse secca è spesso anche manifestazione della patologia allergica, dell’insufficienza cardiaca, della tracheo-bronchite, in particolari patologie tumorali o dovuta all’assunzione di farmaci come gli ACE-inibitori. Talvolta, quando a prevalenza notturna, dipende da un’infezione (più spesso batterica) sinusale, cioè dei seni paranasali, il cui costante “sgocciolio” favorito dalla posizione sdraiata nel letto, produce il continuo stimolo del retro-faringe, producendo i tipici violenti accessi che tengono sveglio il soggetto e l’intera famiglia (il russare). Per questo motivo è fondamentale rivolgersi al medico che, attraverso un’attenta anamnesi e possibili approfondimenti diagnostici, soprattutto se questa tosse diventa persistente, scoprirà la causa e quindi la terapia più idonea.
La tosse grassa, invece, è accompagnata da catarro il cui compito, come vedremo successivamente è quello di inglobare gli agenti patogeni causa di un quadro patologico, affinché possano essere eliminati. La causa della tosse grassa è da ricercarsi principalmente in una infezione di tipo batterico diretta o come sovra-infezione di una problematica insorta come virale. Altre possibili cause possono essere il fumo di sigaretta o i luoghi saturi di sostanze irritanti come polveri o solventi. Sia la tosse grassa che quella secca possono durare diverse settimane. In questo caso si è in presenza di una tosse persistente le cui cause, possono essere molteplici. Infatti, può essere conseguenza di polmonite (spesso batterica) o influenza (virale), di asma, di reflusso gastroesofageo, di insufficienza cardiaca o di particolari tipi di neoplasie. La presenza di sintomi di accompagnamento come una faringite, la perdita di peso, la tachicardia o la febbre sono fondamentali per far capire al medico il quadro clinico del paziente e per valutare approfondimenti (es. radiografia, TAC o RMN, gastroscopia, elettrocardiogramma) che possano identificare meglio la patologia.
Muco bronchiale
Il muco, chiamato anche espettorato o catarro, è una secrezione prodotta dalle ghiandole delle mucose che tappezzano le vie respiratorie il cui compito fondamentale è quello di umidificare il tratto e di fungere da barriera nei confronti dei potenziali agenti patogeni. Ha inoltre il compito di inglobare, al fine dell’eliminazione, i microorganismi, virus e batteri, nonché tutte le sostanze irritanti che altrimenti entrerebbero in contatto con le mucose producendo persistenza infiammatoria. Il muco ha quindi una fondamentale azione di difesa e in condizioni di normalità è composto da acqua, proteine, lipidi, glicoproteine, IgA secretorie, lattoferrina e sali10 e viene prodotto in 24 ore in quantità comprese tra i 25 e i 100 ml mentre in condizioni patologiche fino a 500 ml (catarro) nell’arco della giornata. È possibile determinare la causa di una patologia attraverso un esame dell’espettorato. Qualora fosse giallo-verdognolo e denso-viscoso associato a febbre, potrebbe essere identificativo di una infezione batterica delle vie respiratorie, mentre se si presentasse con tracce di sangue e febbre ricorrente, accompagnati da perdita di peso, potrebbe essere identificativo della pertosse o di quadri patologici severi.
La diagnosi del vostro medico di fiducia è indispensabile per comprendere quale sia il quadro sintomatologico corretto e a quale causa sia imputabile.
Apparato respiratorio e sistema nervoso
Per comprendere meglio il meccanismo della tosse è utile conoscere l’apparato respiratorio ed il sistema nervoso coinvolti. A scatenare il riflesso tussigeno è uno stimolo a partenza dai recettori della tosse posti principalmente nelle mucose tappezzanti le vie respiratorie. Da lì il segnale viene trasferito al sistema nervoso centrale e riverberato ai muscoli di laringe e trachea, generando l’atto di espellere violentemente l’aria ed il suo contenuto “tossico” fuori dal nostro corpo.
Questo meccanismo di difesa è primitivo e automatico, ovvero avviene anche con paziente privo di conoscenza (non volontario). Il principale scopo dell’apparato respiratorio è consentire lo scambio aria-sangue di ossigeno, indispensabile per la respirazione cellulare, a sua volta necessaria a produrre il carburante fondamentale per il metabolismo dell’intero organismo attraverso la trasformazione dei principi nutritivi. Nel contempo viene eliminata l’anidride carbonica, frutto di questa “combustione” energetica. Il mezzo di scambio è l’epitelio degli alveoli polmonari, circondato da numerosi capillari, dove l’aria giunge dal naso, grazie all’inspirazione. Per consentirla avviene un movimento di espansione della gabbia toracica mediato dalla contrazione dei muscoli intercostali e dall’appiattimento del muscolo diaframmatico. Una volta iniziato il transito dell’aria, il flusso attraversa la faringe, la laringe quindi la trachea per arrivare ai due bronchi che si incuneano nei polmoni in rami sempre più piccoli detti bronchioli, che a propria volta costituiscono i lobuli, per culminare, appunto negli alveoli.
Il processo inverso, che porta ad eliminare l’anidride carbonica, avviene attraverso l’atto dell’espirazione reso possibile dal rilassamento del diaframma e dei muscoli intercostali. Gli atti respiratori sono, generalmente, il frutto di una stimolazione nervosa autonoma, ossia non volontaria, cioè fondamentalmente non consapevole. Tuttavia, possiamo volontariamente condizionarla, inducendo una respirazione più o meno veloce se le circostanze lo richiedono, potendo dunque diventare influenzabile dalle specifiche necessità (come nell’apnea, per esempio). Ne consegue che l’innervazione dell’apparato respiratorio è formata da un complesso sistema interconnesso che permette un risultato finale ll più possibile aderente alla specifica necessità funzionale del momento (respiro normale, accelerato o frenato).
Perché alcuni medicinali per la tosse producono sonnolenza?
Alcuni tipi di tosse non rispondono ai comuni farmaci sintomatici. La tosse da reflusso gastroesofageo e quella psicogena, per esempio, richiedono particolari tipi di sedativi, che, tra gli effetti indesiderati, annoverano la sonnolenza.
Perché? I medicinali sedativi anti-tussigeni, in particolare quelli sedativi centrali che spengono lo stimolo, sono a base di oppioidi come la codeina, il destrometorfano, la diidrocodeina. Questi, se pur efficaci, non agiscono solo sui ricettori che rallentano l’attività respiratoria e con essa la tosse, ma anche su quelli presenti in un’area celebrale detta “locus coeruleus”, coinvolta nei messaggi provenienti dagli organi di senso, portando a sedazione e quindi a sonnolenza.
Bronchite cronica
L’infiammazione della mucosa dei bronchi può, in determinate circostanze, persistere per più di 12 settimane, anche non consecutive. È questo il caso della bronchite cronica. La causa è da ricercarsi prevalentemente nel costante e ripetuto contatto delle mucose con sostanze irritanti come, in particolare, il fumo di sigaretta, ma anche l’esposizione ad inquinanti continuativamente inalati, presenti per esempio in alcuni ambienti lavorativi o in determinate contesti cittadini.
Se non curata, questa forma persistente di infiammazione della mucosa respiratoria può degenerare in BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) ovvero una ostruzione irreversibile ed incurabile delle vie aeree11. La manifestazione più comune, oltre alla tosse con espettorato più o meno denso indice di una possibile sovra-infezione, è l’affaticamento durante uno sforzo, il dolore al torace e la cianosi (mancanza di ossigeno nei tessuti periferici e conseguente ridotta capacità metabolica).
Solo il medico, attraverso la visita al paziente e avvalendosi di strumenti come la diagnostica per immagini più adeguata, può inquadrare la patologia e definirne la gravità per prescrivere una adeguata strategia terapeutica.
Rimedi naturali per calmare la tosse
Il medico, valutata la condizione clinica del paziente e identificata la patologia che ha causato la tosse può, oltre a prendere in considerazione l’uso di farmaci di sintesi, consigliare un adeguato stile di vita o il più adatto comportamento alimentare e usare rimedi naturali per calmare la tosse.
6 suggerimenti utili per quanto riguarda un corretto stile di vita, nonché alimentare sono:
- umidificare l’aria negli ambienti chiusi durante l’inverno
- eliminare, o quanto meno ridurre, il fumo di sigaretta
- bere molto in particolare bevande calde che hanno un effetto emolliente (tisane)
- il miele ha capacità emolliente, la liquirizia aiuta a lenire l’infiammazione
- evitare latte e latticini perché favoriscono la produzione di catarro
- fare suffumigi con bicarbonato e sale grosso
Inoltre esistono sciroppi naturali che contengono, per esempio, estratti di:
- enula, pianta con spiccata attività emolliente quindi utile nella tosse produttiva
- papavero, per la sua attività decongestionane ed espettorante
- malva, per l’azione antinfiammatoria ed emolliente
- primula, per l’attività espettorane e mucolitica
- capelvenere, per l’attività balsamica ed emolliente
- elicriso, per l’attività antinfiammatoria ed espettorante
- grindelia, ad attività espettorante ed antinfiammatoria
- drosera, per la sua azione calmante nei riguardi della tosse
- piantaggine, per le infiammazioni delle mucose delle vie respiratorie
Rimedi omeopatici per la tosse
L'approccio omeopatico da parte del medico non esclude mai il normale iter diagnostico della medicina convenzionale. Una volta identificata la patologia e la sua causa, il medico valuterà, oltre allo stato delle funzioni fisiologiche del paziente, anche il carattere e la sfera delle emozioni della persona, alle diverse condizioni climatiche e ambientali. Così facendo egli troverà l'origine primaria della malattia, causa a sua volta della problematica.
Il rimedio omeopatico prescritto sarà quindi diverso anche tra persone che manifestano la stessa malattia. Nel caso specifico della tosse si deve distinguere tra l’approccio al sintomo e quello alla prevenzione gestita secondo l’omeopatia costituzionale, ovvero basata sulle caratteristiche genetiche del singolo soggetto e sulla sua specifica modalità reattiva (capacità immunitaria). Per quanto riguarda l’approccio sintomatico i rimedi scelti dal medico possono essere assunti singolarmente sottoforma di granuli o associati in soluzione, per un’azione sinergica. Interessanti rimedi, sempre scelti dal medico, potrebbero essere:
- drosera, per la tosse, stizzosa e spasmodica, soprattutto notturna, con dolore retrosternale, con fitte al torace, con vomito;
- sticta pulmonaria per la tosse secca o con poca espettorazione ed irritante che peggiora con l’aria secca;
- bryonia per la tosse secca e dolorosa con spasmi, aggravata dal movimento ed entrando in un ambiente caldo, spesso accompagnata da cefalea, secchezza della trachea, sete intensa di acqua fredda;
- coccus cacti per tosse stizzosa con solletico alla faringe ed espettorazione di muco filante e vischioso.
Note
1 https://www.pneumotorino.it/
2 https://www.my-personaltrainer.it/
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