Dermatite atopica, sintomi e trattamento
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Dr.ssa Nicoletta Frasca
Medico Chirurgo. Specialista in Dermatologia, Chirurgia Plastica e Idrologia Medica
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La storia
La dermatite atopica ha i suoi primi riscontri già nel periodo greco-romano dove tutto era riportato, secondo una visione ippocratica, alla espulsione delle malattie, degli “umori”, verso l'esterno.
Nel 1800 le varie definizioni di: “Acore mucoso”, “Eczema impetiginosum faciei”, “Porrigo larvalis” sono riferibili tutte alla moderna definizione di dermatite atopica1.
Solamente nel 1925 Coca e Cooke introdussero il termine “Atopia” con il significato di “malattia sconosciuta” e successivamente nel 1933 Sulzberger e Wise definirono con il termine dermatite atopica tale patologia.
Cosa è la dermatite atopica e quali sono i suoi sintomi
La dermatite atopica, denominata anche eczema atopico, è una malattia infiammatoria cronica della pelle caratterizzata da arrossamenti della cute con prurito, secchezza della pelle, desquamazione ed eventualmente vescicole. È localizzata principalmente sul viso, sulle mani, cuoio capelluto e nelle pieghe del gomito e del retro delle ginocchia.
L'Italia rappresenta il triste primato europeo come incidenza tra la popolazione. Nell'ultimo congresso del SIDEMAST (Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica e di malattie Sessualmente Trasmesse) svolto a Verona nel maggio scorso, sono stati presentati i dati epidemiologici: il 15-20% dei bambini ed oltre 8% degli adulti over 18 anni soffre di dermatite atopica2.
Fattori scatenanti
Ma cosa contribuisce allo sviluppo della dermatite atopica?
È sicuramente una patologia multifattoriale che coinvolge fattori genetici, disfunzioni della barriera epidermica, fattori ambientali e meccanismi immunologici.
I genitori allergici affetti da dermatite atopica contribuiscono fino all’80% (60% in caso di un solo genitore affetto da DA) a trasmettere al proprio figlio tale patologia. L'esistenza di una mutazione del gene codificante la proteina Fillagrina (componente delle cellule cornee) è ritenuto uno dei fattori predisponenti.
Tra i fattori ambientali coinvolti nello sviluppo della dermatite atopica vi sono sicuramente gli alimenti, soprattutto quelli più legati ad intolleranze (latte, uova, crostacei, frumento etc.), la presenza negli ambienti domestici di allergeni quali peli di cane e gatto, acari della polvere e muffe, l'eccessivo uso di prodotti topici come saponi, detergenti aggressivi e profumi e non ultimo l'uso quotidiano di tessuti sintetici3.
Dermatite atopica nel neonato e nel bambino
I bambini sono le vittime più colpite soprattutto nella fascia da 0 a sei mesi. Ne è interessato fino ad un bambino su cinque, anche se poi tale percentuale tende a scomparire con la crescita.
Nel primo anno di vita le lesioni e gli arrossamenti interessano principalmente il volto (le guance) e la parte interna del gomito e del ginocchio.
Dermatite atopica in gravidanza
È noto che la dermatite atopica è una delle dermatosi influenzate dalla gravidanza in modo variabile e imprevedibile; infatti durante la gravidanza ci può essere sia un miglioramento che un peggioramento. Questo fatto non deve spaventare, ma occorre agire tempestivamente scegliendo la terapia migliore. I farmaci sistemici utilizzabili in gravidanza senza rischio certo per il feto sono pochi. I più utilizzati, quali i corticosteroidi e gli inibitori della calcineurina, sono farmaci di cui non si conosce il rischio fetale umano in quanto gli effetti sugli studi animali danno risultati variabili; per tale motivo il loro uso rimane estremamente limitato in gravidanza. Viceversa, molto usati sono gli antistaminici per i quali non è stato evidenziato nessun rischio fetale umano. La terapia topica resta la prima scelta nella cura di patologie dermatologiche in gravidanza4.
Anzitutto è fondamentale una buona idratazione cutanea, che si ottiene ricorrendo a creme barriera con lo scopo di ridurre la perdita di acqua della cute. Altri attivi come l’ectoina e l’estratto di corteccia di nocciolo hanno dimostrato di lenire il prurito e di ridurre le lesioni da grattamento.
Dermatite atopica nell'adulto
Nonostante si associ la dermatite atopica ad una patologia infantile, si conta una percentuale non trascurabile di adulti che continuano a soffrirne. Secondo uno studio internazionale che ha coinvolto oltre 100mila soggetti (Stati Uniti, Francia, Canada, Spagna, Italia, Germania, Regno Unito e Giappone) l'Italia ha una percentuale quasi doppia rispetto agli altri paesi. Ne soffrirebbe circa l'8% di fronte ad una media degli altri paesi del 4,9%2.
Nell'adulto le lesioni si localizzano anche sulle mani, sul collo e nelle zone peri-orbitali e peri-labiali.
Dermatite atopica e cambi di stagione
Come molte patologie su base allergica anche la dermatite atopica risente di alcuni periodi di riacutizzazione soprattutto nel passaggio dalla stagione calda alla stagione invernale.
Con il freddo, il vento e la permanenza nei luoghi chiusi la pelle tende a seccarsi e quindi a ridurre la sua naturale idratazione. Ma anche l'uso di indumenti come piumini, giacche e materiali sintetici ed in particolare la mancanza di areazione della pelle può provocare un peggioramento dei sintomi ed una intensificazione degli arrossamenti e del prurito.
Ma il sole?
Anche nel passaggio tra l'inverno-primavera e l'estate la dermatite atopica ha la sua riacutizzazione. Con il caldo vi è la tendenza ad usare costumi ed indumenti spesso sintetici che provocano sudorazione ed ulteriore irritazione della delicata pelle dei pazienti. Inoltre, il frequente uso di docce e saponi contribuisce ad alterare lo strato lipidico della pelle causandone una ulteriore secchezza.
Anche l'esposizione al sole deve essere attentamente valutata. Se il sole rappresenta una ottima cura per quasi tutte le patologie dermatologiche, nel caso della dermatite atopica è essenziale evitare al massimo l'esposizione nelle ore più calde e proteggere la pelle con creme solari idratanti ad alto fattore di protezione. Anche i capi di abbigliamento dovrebbero essere di origine il più possibile naturale preferendo i tessuti di cotone o di altre fibre vegetali.
Come si cura la dermatite atopica
Il trattamento della dermatite atopica è legato alla severità della malattia stessa e la terapia deve essere sempre gestita dal medico pediatra o dermatologo.
Nelle prime fasi e nel neonato sono indicati come primi trattamenti l'uso di creme idratanti su base acquosa, prive di profumi o altre sostanze chimiche. Anche l'uso di creme ricche di ceramidi, molecole lipidiche di cui è carente la pelle dei pazienti affetti da dermatite atopica, possono ridurre la perdita di acqua cutanea e migliorare l'idratazione.
In caso di prurito e forte arrossamento vengono utilizzati anche dei corticosteroidi topici, anche se l'uso di questi dovrebbe essere limitato nel tempo a causa dei numerosi effetti indesiderati. In alternativa è possibile utilizzare alcune creme fitoterapiche ad azione simil-corticosteroide come quelle a base di Cardiospermum halicacabum, pianta dalle proprietà antiallergiche e antinfiammatorie.
Anche l'uso degli antistaminici può alleviare il prurito, in particolare l'utilizzo di alcune vecchie molecole, caratterizzate da lieve sedazione come effetto indesiderato, possono contribuire a diminuire l'irritazione della cute e facilitare l'addormentamento notturno.
Da alcuni anni sono a disposizione dei pazienti più gravi nuovi farmaci immuno-soppressori sistemici non del tutto privi di controindicazioni.
I rimedi della nonna
Un ambiente sano ed areato, privo di moquette, tappeti o carte da parati, con temperature massime intorno ai 20 C° e l'uso di indumenti prevalentemente in cotone sono i primi provvedimenti da adottare in caso di pazienti con dermatite atopica.
Quali sono i rimedi naturali per i pazienti?
Sicuramente il bagnetto, non troppo frequente, può essere utile, se soprattutto con l'uso di amido di riso, foglie di malva selvatica od oli naturali sciolti in acqua, ad alleviare il rossore ed il prurito.
Può essere utile anche l'utilizzo dei fiori di camomilla sia come impacchi che sciolti direttamente nel bagno. In caso di cute infiammata l'aloe, il cui gel è ideale per la cura di numerose patologie della pelle, può essere usato 2 o 3 volte al giorno direttamente sulle zone da trattare per una azione lenitiva e curativa.
Anche il miele, per le sue note proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e curative può essere utilizzato, diluito con un po’ di acqua tiepida, applicandolo sulle zone interessate sino ad assorbimento5.
I cibi da evitare e quali quelli consigliati
Nei pazienti allergici, e quindi anche quelli affetti da dermatite atopica, l'alimentazione riveste un ruolo fondamentale, atto a non creare un ulteriore stato infiammatorio della pelle.
Sono sicuramente da evitare, per periodi di almeno due mesi, tutti gli alimenti che contengono o favoriscono la liberazione da parte di alcune cellule dell'istamina (sostanza che provoca infiammazione e prurito). In particolare, sono sconsigliati i molluschi e i crostacei, albume e carne di maiale, i vegetali come pomodori crudi, spinaci, fragole, agrumi, kiwi e la frutta secca in generale. Anche i latticini fermentati come il gorgonzola possono provocare una riacutizzazione dei sintomi. Purtroppo, anche alcuni alimenti come il cacao e il cioccolato provocano un aumento di rilascio di istamina.
Però ci si può consolare con tutti quegli alimenti ricchi di acidi grassi e probiotici: pesce azzurro – ricco di omega 3 – sgombri, salmone, tonno aringhe e sardine; frutta e verdura fresca colorata: ciliegie, mele, broccoli e cavoli; latticini come lo yogurt e tutti quelli ricchi di probiotici utili a contrastare l'infiammazione a livello gastrointestinale.
1 Colonna, C. Gelmetti: Storia e nomenclatura della dermatite atopica.
4 paviauniversitypress.it/index.php/bsmc/article/download/502/443
5 https://www.naturalmania.it/i-rimedi-naturali-per-la-dermatite/
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