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Smettere di fumare non è possibile, è necessario
Dr. Gabriele Tomasini
Medico Chirurgo, Specialista in Odontostomatologia
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Smettere di fumare è pericoloso?
Sono molti i fumatori che si pongono questa domanda, forse per cercare inconsciamente una rassicurazione per il fatto che il loro vizio è difficile da eliminare.
Eppure, smettere di fumare non è pericoloso, anzi, è la scelta migliore che si possa fare per evitare di compromettere la propria salute.
In questo articolo
Perché smettere di fumare
Per la maggior parte dei fumatori, smettere di fumare è un processo alquanto difficile.
Spesso infatti, cercano più volte di smettere prima di riuscirci davvero, ricominciando a fumare anche dopo un lungo periodo di astinenza.
Circa l’80% dei fumatori, infatti, ricade nel circolo vizioso del fumo anche dopo pochi mesi, poiché la sigaretta crea una vera e propria dipendenza.
Tale dipendenza deriva dalla nicotina contenuta nel tabacco, sostanza che va ad agire sui recettori colinergici nicotinici (quindi, a livello neuro-psicologico), producendo effetti appaganti.[1]
In realtà tali effetti, nel corso del tempo, annientano l’individuo e lo riducono come un robot dipendente da una droga, della quale non può fare a meno; e tra l’altro, l’astinenza da nicotina provoca ansia e stress, entrambi potenti incentivi per riprendere a fumare, purtroppo!
Il fattore più rilevante che dovrebbe indurre le persone a smettere di fumare è che il tabacco nuoce gravemente alla salute… e questa non è solo una citazione di quelle riportate sul retro della confezione delle sigarette!
La verità è che il fumo di sigaretta fa male all’organismo e comporta gravi problemi, in alcuni casi, anche più dell’alcol e di alcune droghe.
Le condizioni di salute di ogni fumatore, infatti, vengono compromesse poiché la sigaretta è la causa principale di morte dovuta a tutte quelle malattie che derivano dal consumo di tabacco.[2]
Malattie collegate al fumo
Il consumo di tabacco è una grande minaccia per la salute globale, nonché per l’intero ecosistema e i dati sulla mortalità, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono allarmanti: ogni anno, infatti, muoiono nel mondo più di 8 milioni di persone a causa del consumo di sigarette.
E solo in Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti all’anno.
Inoltre, le possibili conseguenze di mortalità riguardano anche i non fumatori (circa 1,2 milioni di decessi all’anno)[3] che, respirando fumo passivo e aria inquinata dal fumo, rischiano di ammalarsi pur non avendo tale dipendenza.[4]
Le principali malattie collegate al consumo di tabacco includono
- cancro
- malattie cardiovascolari
- malattie polmonari.
Il tabacco è anche un fattore di rischio per le vie respiratorie, poiché altera il normale equilibrio della respirazione e favorisce l’insorgenza di alcune patologie come determnati tipi di infezioni, osteoporosi, disturbi riproduttivi, eventi avversi post operatori e ritardata la guarigione delle ferite, delle ulcere duodenali e gastriche e del diabete.[5]
Il tabacco, poi, riduce i livelli di ossigeno nel sangue e durante la gravidanza può scatenare complicanze come l’aborto spontaneo, il ritardo della crescita fetale e le anomalie congenite.[6]
Naturalmente, i rischi di mortalità e di malattia associati al consumo di tabacco sono proporzionali all'intensità e alla durata del consumo di sigarette.
Infatti, se un individuo smette di fumare il prima possibile e in via del tutto definitiva ha meno possibilità di andare incontro a patologie molto serie che gli compromettono la vita, rispetto a una persona che fuma almeno 20 sigarette al giorno oppure smette di fumare per un breve periodo e poi ricomincia.[7]
Benefici immediati dello smettere
Smettere di fumare non è un percorso facile da intraprendere, soprattutto se si è dei veterani e si inizia in giovane età.
Eppure, considerata la mole di malattie associate al fumo di sigaretta, ogni fumatore dovrebbe acquisire consapevolezza e interrompere quanto prima questo vizio.
Smettendo di fumare, si sceglie di concedere una seconda possibilità all’organismo, proprio in virtù dei benefici che derivano dall’eliminazione del tabacco e dei danni ad esso associati.
I primi sollievi della disintossicazione dal tabacco si possono riscontrare già dopo qualche minuto; ad esempio, entro 20 minuti dall’ultima sigaretta, nell’organismo si aziona un meccanismo che rallenta il battito cardiaco e fa calare i livelli di pressione sanguigna.
Dopo sole 12 ore, invece, si ripristina il livello di monossido di carbonio nel sangue.
Ancora, dalla seconda alla dodicesima settimana senza consumo di tabacco, iniziano a migliorare la circolazione e la funzionalità dei polmoni; anche la pelle comincia ad avere nuovamente un aspetto più sano ed elastico, rallentando così la comparsa di rughe.[8]
Trascorsi poi nove mesi dall’ultima sigaretta, anche il respiro corto inizia a migliorare.
I benefici del lungo periodo, invece, riguardano la prevenzione alle malattie sopra indicate.
Ad esempio, dopo un anno senza fumare neanche una sigaretta, si riduce del 50% il rischio di malattia coronarica.
Dopo 10 anni dall’ultima sigaretta, si riducono del 50% i rischi associati ai tumori ai polmoni, alla gola, alla bocca e ad altri organi ed apparati.[9]
Purtroppo, la maggior parte degli ex fumatori smette a causa di condizioni di salute gravi già sviluppate nell’organismo; solo una minoranza smette per evitare future malattie.
La nostra società, infatti, dovrebbe incoraggiare maggiormente i fumatori a smettere di fumare o a non cadere proprio in questo vizio.
Purtroppo, neanche i prezzi delle sigarette in Italia sono sufficientemente alti da invogliare le persone a evitare il consumo di tabacco![10]
In quanto tempo si smette di fumare
Partiamo dal presupposto che non esiste un tempo uguale per tutti in cui è possibile definire precisamente quante ore, giornate o mesi sono necessari per smettere di fumare, poiché ogni individuo che intraprende questo percorso può reagire diversamente.
Ad esempio, una persona che ha 50 anni e più, che è già affetta da patologie per cui il consumo di tabacco può soltanto peggiorare le sue condizioni di salute (asma, problemi respiratori, cardiaci), dovrebbe smettere di fumare immediatamente.
Al contrario, un ragazzo di giovane età potrebbe non essere così fermo nella sua decisione e diminuire pian piano il quantitativo di sigarette quotidiane.
Per questo motivo, ogni persona, a seconda della condizione in cui si trova, ha i suoi tempi per smettere di fumare.
Sicuramente, dopo l’ultima sigaretta, i momenti più difficili sono proprio i primi giorni e poi anche i primi mesi, ovvero quel lasso di tempo in cui la dipendenza da nicotina inizia a manifestarsi con assiduità, scatenando nell’organismo un malessere che induce la persona a provare stati d’animo negativi, come rabbia, ansia e stress.
In tali circostanze bisogna essere forti e non lasciarsi tentare dalla voglia di fumare una nuova sigaretta, altrimenti il circolo vizioso ricomincia in men che non si dica.
Tuttavia, se non si riesce a smettere in maniera autonoma, ci si può sempre avvalere dell’aiuto di alcune strategie, come una terapia farmacologica mediante l’utilizzo di farmaci o prodotti sostitutivi della nicotina, un sostegno psicologico nei centri antifumo, oppure altre soluzioni più semplici come ad esempio una gomma da masticare o l’applicazione di cerotti alla nicotina.[11]
La sigaretta elettronica fa ugualmente male?
Sono molti gli individui che cercano un sostituto alla sigaretta di tabacco, credendo di preservare la loro salute.
Ad esempio, l’utilizzo della sigaretta elettronica può sembrare una scelta vincente; ma cosa contiene davvero quel liquido?
Purtroppo non ci sono sufficienti prove sul lungo periodo che dimostrino una tossicità minore di tale liquido rispetto al tabacco.
Anche se può sembrare meno invasiva, in realtà la sigaretta elettronica è ugualmente nociva e dannosa; motivo per cui quando si decide di smettere di fumare bisognerebbe evitare anche qualsiasi altro tipo di strumento che faccia ugualmente inalare sostanze pericolose.[12]
Effetti collaterali dello smettere di fumare
Smettere di fumare non è semplice poiché si tratta spesso di un’abitudine consolidata nel tempo, difficile da modificare in quanto la sigaretta è spesso accompagnata a un momento di socialità, di svago e di relax.
Di conseguenza, stati d’animo come ansia, rabbia, depressione, stress, difficoltà a concentrarsi, insonnia e irrequietezza sono del tutto normali e possono facilmente far cadere di nuovo in tentazione.
Ma non solo.
Spesso, dopo l’ultima sigaretta, si possono riscontrare anche malesseri fisici come ad esempio la comparsa di catarro accompagnato a una forte tosse.
In realtà, questi sintomi temporanei non sono nient’altro che benefici, poiché l’organismo sta avviando un processo di disintossicazione, espellendo il muco presente nelle vie respiratorie.
Tuttavia, se non diminuiscono nell’arco di pochi mesi, è opportuno consultare un medico per effettuare un controllo approfondito.[13]
Inoltre, la maggior parte dei fumatori può riscontrare anche un aumento del peso corporeo dopo aver smesso di consumare tabacco.
Non sono ancora stati effettuati degli studi in merito a quali categorie di persone sono più a rischio nell’aumentare di peso, ma coloro che hanno abitudini alimentari sbagliate, uno stile di vita irregolare e un BMI più elevato, hanno maggiori probabilità di riscontrare tale effetto collaterale.[14]
Inoltre, molti tendono a sostituire la sigaretta con uno spuntino soddisfacente, che spesso molto calorico e, diventando anche questa un’abitudine, il peso corporeo non può che aumentare.
Per tali motivi, è importante incoraggiare una persona a smettere di fumare, indipendentemente dal potenziale aumento di peso o dal malessere mentale e fisico temporaneo, poiché questi sono tutti effetti collaterali di breve durata, ma che alla lunga apportano solo immensi benefici alla salute.[15]
[1] Benowitz NL. Nicotine addiction. N Engl J Med. 2010 Jun 17;362(24):2295-303. doi: 10.1056/NEJMra0809890. PMID: 20554984; PMCID: PMC2928221.
[2] Hersi M, Traversy G, Thombs BD, Beck A, Skidmore B, Groulx S, Lang E, Reynolds DL, Wilson B, Bernstein SL, Selby P, Johnson-Obaseki S, Manuel D, Pakhale S, Presseau J, Courage S, Hutton B, Shea BJ, Welch V, Morrow M, Little J, Stevens A. Effectiveness of stop smoking interventions among adults: protocol for an overview of systematic reviews and an updated systematic review. Syst Rev. 2019 Jan 19;8(1):28. doi: 10.1186/s13643-018-0928-x. PMID: 30660199; PMCID: PMC6339342.
[3] https://www.humanitas.it/news/smettere-di-fumare-fa-bene-alla-salute-e-all-ambiente/
[4] https://www.salute.gov.it/portale/fumo/dettaglioContenutiFumo.jsp?lingua=italiano&id=5579&area=fumo&menu=vuoto#:~:text=Il%20fumo%20di%20tabacco%2C%20in,di%20cancro%2C%20cardiopatie%2C%20vasculopatie.
[5] Benowitz NL. Nicotine addiction. N Engl J Med. 2010 Jun 17;362(24):2295-303. doi: 10.1056/NEJMra0809890. PMID: 20554984; PMCID: PMC2928221.
[6] Sealock T, Sharma S. Smoking Cessation. [Updated 2022 Jan 28]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK482442/
[7] Burns DM. Tobacco-related diseases. Semin Oncol Nurs. 2003 Nov;19(4):244-9. doi: 10.1053/j.soncn.2003.08.001. PMID: 14702858.
[8] https://www.humanitas.it/news/smettere-fumare-primi-benefici-20-minuti/
[9] https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/fumo/i-benefici-dello-smettere-di-fumare#:~:text=entro%2020%20minuti%20rallenta%20il,migliorano%20tosse%20e%20respiro%20corto
[10] Gallus S, Muttarak R, Franchi M, Pacifici R, Colombo P, Boffetta P, Leon ME, La Vecchia C. Why do smokers quit? Eur J Cancer Prev. 2013 Jan;22(1):96-101. doi: 10.1097/CEJ.0b013e3283552da8. PMID: 22644233.
[11] https://www.salute.gov.it/portale/fumo/dettaglioContenutiFumo.jsp?lingua=italiano&id=5581&area=fumo&menu=vuoto
[12] Marques P, Piqueras L, Sanz MJ. An updated overview of e-cigarette impact on human health. Respir Res. 2021 May 18;22(1):151. doi: 10.1186/s12931-021-01737-5. PMID: 34006276; PMCID: PMC8129966.
[13] Hughes JR. Effects of abstinence from tobacco: valid symptoms and time course. Nicotine Tob Res. 2007 Mar;9(3):315-27. doi: 10.1080/14622200701188919. PMID: 17365764.
[14] Bush T, Lovejoy JC, Deprey M, Carpenter KM. The effect of tobacco cessation on weight gain, obesity, and diabetes risk. Obesity (Silver Spring). 2016 Sep;24(9):1834-41. doi: 10.1002/oby.21582. PMID: 27569117; PMCID: PMC5004778.
[15] Tian J, Venn A, Otahal P, Gall S. The association between quitting smoking and weight gain: a systematic review and meta-analysis of prospective cohort studies. Obes Rev. 2015 Oct;16(10):883-901. doi: 10.1111/obr.12304. Epub 2015 Jun 26. Erratum in: Obes Rev. 2016 Oct;17(10):1014. PMID: 26114839.
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