Depressione, cos’è e come curarla

Dr. Costantino Supino
Dr. Costantino Supino

Medico Chirurgo. Specialista in Pediatria. Esperto in Medicina Fisiologica di Regolazione.

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Stando ai dati del “Piano d’Azione per la salute mentale 2013-2020”[1], redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO in inglese), “la depressione da sola rappresenta il 4,3% del carico globale di malattia ed è una delle principali cause di disabilità a livello mondiale (11% degli anni di vita vissuti con una disabilità nel mondo intero), con particolare incidenza nelle donne”. Nello specifico, il genere femminile risulta più vulnerabile rispetto a diagnosi di sindrome ossessivo-compulsiva, somatizzazione di squilibri emozionali e attacchi di panico. Gli uomini, invece, sono più esposti a disordini di personalità antisociale e all’abuso e dipendenza dall’alcol.

Le persone con disturbi psichici, inoltre, sperimentano tassi di disabilità e di mortalità notevolmente più elevati rispetto alla media. Soggetti con depressione maggiore e schizofrenia hanno una possibilità del 40-60% maggiore rispetto al resto della popolazione di morte prematura, a causa di problemi di salute fisica, che spesso non vengono affrontati (come cancro, malattie cardiovascolari, diabete o infezione da HIV) e di suicidio.

Questa patologia è la seconda causa di mortalità nei giovani su scala mondiale. La depressione è diversa dalle occasionali fluttuazioni dell'umore e dalle risposte emotive di breve durata alle sfide della vita quotidiana. Le persone che soffrono di sindrome depressiva vivono uno stato di angoscia costante, non hanno più interesse anche in quelle attività che prima erano fonte di piacere, hanno difficoltà a svolgere le normali azioni quotidiane, si percepiscono come inadeguate, non hanno fiducia nel futuro, che vedono incerto e pieno di difficoltà.

La depressione nel periodo della pandemia

Nel periodo marzo 2020-2021, in piena pandemia da Covid-19, gli accessi totali dei minori di 18 anni ai Pronto Soccorso si sono quasi dimezzati (-48,2%) prevalentemente a causa della paura dei contagi, mentre quelli per patologie di interesse neuropsichiatrico sono andati in controtendenza registrando un incremento dell'84% rispetto al periodo pre-covid (marzo 2019/marzo 2020). Sono aumentati del 147% gli accessi per "ideazione suicidaria" seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%). "Psicosi" e "disturbi del comportamento alimentare" hanno costituito nel campione osservato le prime due cause di accesso in PS per patologia neuropsichiatrica (pari al 16,7% e al 15,9% di tutti gli accessi). Le regioni in cui si è documentato un maggiore incremento di accessi per patologie NPI sono state Emilia-Romagna (+110%), Lazio (+107.1%) e Lombardia (+100%). Anche i ricoveri, con posti letto occupati al massimo della loro capienza per settimane, hanno registrato un incremento che ha sfiorato il 40%. Anche in questo caso la principale causa è stata l'ideazione suicidaria (+134%) seguita da depressione (+41,4%) e disturbi della condotta alimentare (+31,4%).

Questi dati ci raccontano che esiste un'altra pandemia, inaspettata, subdola che colpisce i nostri ragazzi[2].

Fattori che possono contribuire alla depressione

Sono stati individuati, poi, diversi fattori che possono contribuire alla comparsa di uno stato depressivo:

Genetici

Diversi studi[3] hanno mostrato come persone con parenti di primo grado, che presentano un disturbo depressivo maggiore, hanno probabilità più elevate di sviluppare questa patologia[4].

Biologici

La depressione deriva da un’alterazione nella funzione di alcuni neurotrasmettitori che consentono le comunicazioni tra le cellule cerebrali, ossia principalmente noradrenalina (NA), serotonina (5HT, più nota come ormone del buonumore) e dopamina[5]. Esse controllano una serie di funzioni come la concentrazione, l'attenzione, l'euforia, l'attività psicomotoria, l'energia, le motivazioni, le funzioni cognitive, la regolazione del sonno e dell’appetito. Queste attività, nelle persone che soffrono di depressione, possono essere alterate.

Psicosociali

La depressione si manifesta in seguito a eventi particolarmente stressanti come la diagnosi di una malattia o la perdita di una persona cara.

Contesti culturali

Nel quotidiano può accadere di esprimere i propri cambiamenti di umore sotto forma di sintomi corporei (per esempio dolore, stanchezza, debolezza, non correlabili ad altre cause)[6].

In altre situazioni la depressione si manifesta in modo mascherato con tutta una serie di sintomi fisici: questi segnali rivelano un disagio psicologico, una condizione di disadattamento, una depressione non consapevole e quindi non riconosciuta dal soggetto[7].

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Test clinici

Per quanto riguarda la valutazione clinica della depressione esistono diverse scale, utilizzate dal professionista per un bilancio più oggettivo.

Alcune di queste, utili per la valutazione quantitativa della gravità dei sintomi, sono:

  • Beck Depression Inventory considerato lo strumento più specifico per questo disturbo
  • Inventory of Depressive Symptomatology
  • Self-rating Depression Scale
  • Patient Health Questionnaire-9
  • Hamilton Rating Scale usata anche per documentare le modifiche in corso di trattamento (meglio/peggio).

Tipi di depressione

Esistono diverse tipologie di disturbi dell'umore:

  • Disturbo depressivo a singolo episodio ovvero il primo e unico episodio del soggetto
  • Disturbo depressivo ricorrente la storia del soggetto consta di almeno due episodi depressivi
  • Disturbo bipolare gli episodi depressivi si alternano a periodi di sintomi maniacali: euforia, irritabilità, aumento dell'attività, dell'energia e della loquacità, ideazione accelerata, esagerata autostima e valutazione delle proprie capacità, diminuzione del bisogno di dormire, distraibilità e comportamento impulsivo avventato
  • Depressione maggiore detta anche endogena, può insorgere in qualunque fase della vita, anche senza la presenza di un evento scatenante. La depressione maggiore se ignorata tende a radicalizzarsi ed aggravarsi interferendo in modo sempre più pesante nella vita della persona depressa
  • Depressione reattiva si manifesta in seguito a uno specifico evento generalmente traumatico e facilmente individuabile come un lutto, una separazione, la perdita del lavoro. Tali eventi provocano emozioni negative in chiunque si trovi ad affrontarli, ma tendono ad attenuarsi spontaneamente in modo graduale, come pure, in modo proporzionale, a riprendere il normale tono dell’umore.
  • Depressione psicotica la persona prova un incolmabile senso di vuoto e sviluppa convinzioni sbagliate, sentendosi responsabile di avvenimenti spiacevoli. Questi sentimenti portano spesso il soggetto depresso ad avere comportamenti insani e tendenze suicide.

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Differenza tra ansia e depressione

Seppure mostrino punti in comune, ansia e depressione sono due patologie diverse. L’ansia può essere definita come una forma di difesa naturale. Se il cervello percepisce di trovarsi in una situazione di pericolo attiva meccanismi istintivi volti alla protezione dell’incolumità e alla ricerca della soluzione di una situazione critica, stimolando i circuiti neuronali dell’attenzione (sensi più reattivi, agitazione, maggior capacità di reagire rapidamente). Ciò comporta aumento della frequenza cardiaca e della sudorazione, respiro più breve e rapido, dilatazione delle pupille, cioè reazioni che servono a facilitare la salvezza dell’individuo in stato di pericolo imminente.

Chi soffre d’ansia quindi si trova in uno stato di timore e agitazione costante e non sempre giustificato, che può compromettere il sereno svolgersi della quotidianità.

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Rimuginazione, pensieri ripetitivi e preoccupazioni ossessive

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La depressione è una malattia dell’umore che porta alla perdita di interesse generale[8]: il soggetto depresso non vive in uno stato di perenne preoccupazione come quello ansioso, in quanto convinto che tutto quello che gli accadrà non potrà che avere effetti negativi.

Talvolta le forme di depressione di minor entità e transitorie (depressione reattiva) vengono “compensate” da una corrispondente dose d’ansia (tensione e inquietudine), quasi a creare un tentativo di equilibrio tra un’iper-stimolo e la tendenza a lasciarsi andare[9].

Disturbi fisici associati alla depressione

La depressione può manifestarsi anche con una serie di sintomi fisici come:

  • disturbi della concentrazione
  • nervosismo
  • senso di nausea
  • perdita o aumento di peso
  • mancanza di energie
  • disturbi del sonno
  • mancanza di desiderio sessuale.

Come riconoscere la depressione nei bambini

Si tende a considerare la depressione come una patologia che colpisce solo gli adulti. Purtroppo, invece, nemmeno i più piccoli ne sono esenti. La depressione infantile è un disturbo che può compromettere l’esistenza di bambini o adolescenti nei diversi passaggi della loro crescita. I bambini depressi appaiono infelici, sfiduciati, tristi, irritabili, perdono interesse per le loro attività quotidiane. In alcuni casi la rabbia può prendere il posto della tristezza.

Non si devono sottovalutare i sintomi della depressione nei bambini confondendoli come normale conseguenza delle fasi della crescita; è essenziale individuarli e distinguerli, per aiutarli a superare il subdolo ostacolo alla loro serenità.

Depressione post partum

La depressione post partum è un disturbo che può manifestarsi dopo il parto e che può perdurare per 6-7 mesi se non viene diagnosticata e trattata in modo adeguato. La depressione post partum può variare da un lieve disagio nel gestire i rapporti familiari a una totale difficoltà ad affrontare qualsiasi tipo di situazione, anche non strettamente legata alla maternità.

depressione

Tra i fattori che possono influenzare la comparsa della depressione post partum ci sono:

  • squilibri ormonali
  • problemi di salute
  • complicazioni ostetriche
  • parto pretermine
  • disturbi del sonno
  • bassa autostima
  • mancanza di sostegno familiare e sociale
  • problemi coniugali
  • aspettative non corrispondenti alla realtà.

Le neomamme hanno bisogno di essere comprese e aiutate. Qualche volta basta semplicemente incoraggiarle a parlare delle proprie emozioni, di cosa provano. Il senso di colpa e la vergogna che sentono durante la depressione post partum possono trasformarsi in pensieri negativi, talvolta distruttivi. Valutare i segnali della presenza di una possibile depressione post partum diventa quindi importante per l’intera famiglia.

C’è un test sul web per capire se ne soffri?

Online è possibile trovare diversi test di autovalutazione della depressione; tuttavia, se ti senti depresso o hai la sensazione che un amico o un familiare stia sperimentando uno stato depressivo è importante richiedere un aiuto specialistico per superare questo disturbo.

Ecco alcuni test online per capire se soffri di depressione:

In genere si tratta di questionari con semplici domande a cui rispondere. Ricordiamo che si tratta di test senza valore scientifico, da intendersi come semplice strumento di autovalutazione.

Il professionista più indicato a cui rivolgersi se si sospetta di soffrire di depressione è lo psicologo, lo psicoterapeuta, lo psichiatra o il neurologo (se dovuta a problematiche metaboliche cerebrali o post-traumatica).

Esistono cure efficaci per la depressione?

La depressione è un disturbo curabile, ma è fondamentale e imprescindibile rivolgersi a uno specialista per impostare un percorso terapeutico adeguato, che può comprendere diverse soluzioni secondo la gravità e la tipologia degli episodi nel tempo.

Trattamenti psicologici

  • L'attivazione comportamentale: Ha l’obiettivo di consapevolizzare dell’esistenza di attività piacevoli da intraprendere, migliorando le interazioni positive con il proprio ambiente. Il terapeuta aiuta ogni paziente a trovare cose che amano fare, a valorizzare le abilità possedute e a frequentare persone o luoghi che trovano gratificanti, ricostruendo la propria vita su queste basi.
  • La terapia cognitivo comportamentale: Interviene sui pensieri automatici negativi, sulle convinzioni e sugli schemi cognitivi disfunzionali con l’obiettivo di regolare le emozioni dolorose, interrompere i circoli viziosi che mantengono la sofferenza nel tempo e creare le condizioni per risolvere il problema.
  • La psicoterapia interpersonale (IPT): Parte dall’ipotesi che le problematiche interpersonali, riscontrabili nei soggetti depressi, possono essere raggruppate in quattro aree:
  1. contrasti interpersonali (coniuge, membri della famiglia, amici, colleghi di lavoro)
  2. transizioni di ruolo (abbandono della propria famiglia, trasloco, cambio di lavoro, divorzio, gravidanza, pensionamento)
  3. dolore del lutto (morte di una persona cara)
  4. deficit interpersonali (solitudine, isolamento sociale).

Il terapeuta valuta con il paziente quale delle quattro aree è maggiormente coinvolta all’insorgenza dell’episodio depressivo in atto e favorisce una “rinegoziazione” volta al miglioramento delle difficoltà interpersonali associate.

Terapia di neuromodulazione di Stanford

È un trattamento sperimentale della depressione che si è dimostrato efficace quasi nell'80% dei partecipanti affetti da depressione grave in uno studio controllato in doppio cieco[10].

Il trattamento, condotto presso la Stanford University School of Medicine, consiste nella stimolazione magnetica transcranica ad alte dosi individualmente calibrate e somministrate in una sequenza temporale accelerata: al termine della procedura un’elevata percentuale di soggetti non accusava più la depressione, con valutazione ottenuta tramite metodi accreditati e condivisi.

  • La riprogrammazione EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing): Consiste in un metodo volto a desensibilizzare e rielaborazione i processi mentali attraverso i movimenti degli occhi utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico (eventi catastrofici o molto dolorosi del vissuto personale del passato)[11].

Farmaci antidepressivi

L’assunzione di farmaci antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli antidepressivi triciclici (TCA) può aiutare soprattutto a contrastare i sintomi. Per questa ragione andrebbero associati a un intervento psicoterapeutico, volto ad aiutare il soggetto ad avere un atteggiamento positivo verso la vita e comunque ad acquisire maggior consapevolezza del problema vero che sta alla base del disturbo, per potervi porre rimedio.

Gli antidepressivi non sono la prima linea di trattamento per una depressione lieve. Non vi si deve ricorrere con leggerezza, poiché solo l’esperto professionista è in grado di gestirli con giusto equilibrio e soltanto se davvero necessari. Ciò vale a maggior ragione nella depressione dei bambini e degli adolescenti, nei quali devono essere usati con estrema cautela e sempre sotto stretta sorveglianza dello specialista.

Rimedi naturali

Al percorso terapeutico specialistico possono essere associate strategie utili a migliorare il tono dell’umore.

Alimentazione per l’umore

Nella dieta di una persona sana dovrebbero sempre essere presenti micronutrienti importanti quali vitamine e minerali. Nello specifico le vitamine C e D, ferro, zinco, acido folico, omega 3, selenio. È bene ricordare che questi elementi non rappresentano una cura per la depressione, ma più semplicemente, se assunte in modo regolare, aiutano ad avere una sensazione di maggiore vitalità[12].

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Attività fisica

Una regolare attività fisica può avere effetti positivi sullo stato d’animo. Il movimento, infatti, aumenta i livelli di dopamina e serotonina, che generano una sensazione di benessere generale. Meglio ancora se l’attività sportiva viene svolta all’aria aperta a contatto con la natura.

Sole

Il sole può avere effetti benefici sull’umore. Grazie alla luce solare, infatti, il nostro organismo può sintetizzare la vitamina D essenziale per stimolare la produzione di endorfine, serotonina e dopamina, ossia i neurotrasmettitori che modulano il tono dell'umore.

Interessanti per il tono dell’umore si rivelano alcuni fitoestratti:

  • Rodiola e astragalo, noti per la loro azione immunostimolante, antiossidante e antinfiammatoria
  • Morinda citrifolia, pianta polinesiana più conosciuta con il nome di Noni, il cui succo ha azione tonica ed antiossidante ed è ricco di vitamine, minerali, aminoacidi, enzimi, oligoelementi, steroli e xeronina
  • Ginseng, genziana e eleuterococco con proprietà tonico-adattogene
  • Ribes, che influisce sulla memoria e sulle funzioni cognitive in genere
  • Melissa, rilassante che contribuisce al benessere mentale
  • Rosmarino, semplice e diffusissimo arbusto, con proprietà aromatiche, molto utilizzato in cucina, con interessanti capacità antiossidanti.

Medicina delle basse dosi

Alcuni medicinali in bassa dose possono supportare con vantaggio le terapie attuate con la guida dello specialista. Esistono prodotti in grado di modulare la produzione di neurotrasmettitori, di frenare l’ansia, di favorire il sonno, di migliorare l’autostima, di regolare le somatizzazioni. Resta fermo il concetto che nessuno di essi di per sè è in grado di risolvere il disturbo, ma l’esperto sarà in grado di scegliere la soluzione soggettiva più consona alle specifiche condizioni personali, alleviandone il carico gravante.

Fiori di Bach

Un ruolo in questo senso può anche essere svolto dai Fiori di Bach, archetipi cui ispirarsi per esprimere al meglio le proprie innate capacità.

 

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