Flora batterica intestinale, come funziona e come tenerla sana

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Dr. Luigi Coppola
Dr. Prof. Luigi Coppola

Medico Nutrizionista, Esperto di Medicine Complementari, Docente Universitario di Nutrizione Clinica e Dietetica Applicata.

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Il nostro corpo in toto, ed ancor più nello specifico il tratto gastrointestinale, è abitato da oltre mille miliardi di batteri ed altri microrganismi, quali funghi, protozoi e virus, il cui numero viene continuamente aggiornato in incremento

Questa complessa popolazione, chiamata microbiota intestinale, influenza notevolmente la salute dell’ospite, sia in condizioni fisiologiche che patologiche e, a sua volta, è influenzato dal corpo in cui si trova.

Sulla composizione del microbiota intestinale influiscono i nutrienti provenienti dall’alimentazione, lo stile di vita, ciò che deriva dalle sue condizioni temporanee o permanenti, ed altri importanti fattori interni ed esterni.[1]

Tra i fattori esterni, rientranti nel cosiddetto exposoma, non è da sottovalutare l’impatto di erbicidi e pesticidi utilizzati dall’agricoltura intensiva.

Uno dei prodotti più diffusi, ad esempio, è il glifosato, usato come erbicida o come disseccante,il quale può danneggiare la flora batterica, poiché crea un disequilibrio tra specie batteriche patogene e benefiche, portando così alla condizione nota con il termine tecnico di disbiosi intestinale.[2]

Procediamo con ordine!

Flora batterica intestinale

La flora microbica intestinale (microbiota) è presente principalmente nel tratto finale dell’intestino, cioè nel colon.

Nonostante la vecchia definizione (flora batterica) sembrasse far riferimento solo ai batteri come costituenti, gli studi recenti hanno rivelato una più ampia varietà, allargata anche ad altri microrganismi, come virus, protozoi e funghi.

Si tratta di un numero talmente elevato da comprendere almeno circa 10 volte più cellule microbiotiche rispetto al numero di cellule umane e oltre 100 volte la quantità di contenuto genomico (microbioma) rispetto al genoma umano.[3]

Questo è il motivo per cui l’essere umano ed il suo microbiota, nella loro sinergia, danno vita ad un “superorganismo”.

Il microbiota si forma già durante lo sviluppo fetale e la sua composizione può variare, inizialmente, in base al tipo di nascita.

Un bambino nato per via vaginale viene a contatto con i microrganismi presenti nel canale del parto della madre, quindi il suo microbiota risulta più vario e protettivo rispetto a quello di un bambino nato con parto cesareo.

L’allattamento al seno fornisce molti più contatti microbici dell’allattamento artificiale.

Inoltre, dopo il puerperio, durante la crescita e l’età adulta, ad influire sulla composizione del microbiota sono le abitudini alimentari, lo stile di vita, l’uso o meglio l’abuso di medicinali come l’inibitore di pompa protonica (PPI) o l’antibiotico/antifungino e il patrimonio genetico dell’ospite.

Nel corso della vita il microbiota può quindi subire variazioni che influiscono sullo stato di salute della persona.

Funzionalità in condizione di equilibrio

In presenza di una sana e variata alimentazione, il microbiota intestinale svolge un ruolo principale nel mantenimento dell’omeostasi corporea generale, nella costruzione e nel rafforzamento del sistema immunitario, nello svolgimento di alcune funzioni fisiologiche e nella protezione da attacchi patogeni interni o esterni.

Alcune delle più importanti funzioni del microbiota sono:

  • formare e preservare l’integrità della mucosa intestinale
  • facilitare la digestione
  • partecipare alla sintesi di alcune vitamine essenziali
  • cooperare alla funzione metabolica del fegato[4]
  • produrre acidi grassi a catena corta.[5]
  • modulare la deposizione della massa grassa corporea
  • contribuire a regolare il meccanismo di fame/sazietà.

La salute del microbiota e, di conseguenza, quella dell’essere umano dipendono da alcuni fattori importanti:

  • composizione della popolazione microbica → maggiore ricchezza di specie batteriche e sufficiente quantità corrispondente
  • rapporto tra specie benefiche e specie dannose → i cosiddetti “batteri buoni” devono prevalere rispetto ai patogeni, in modo da poter difendere al meglio l’organismo dagli attacchi di questi ultimi.[6]

Cos’è la disbiosi intestinale?

La condizione fisiologica, in cui il microbiota intestinale vive il suo normale equilibrio tra i commensali, è chiamata “eubiosi intestinale”.

Nel momento in cui si verifica uno sbilanciamento tra le specie, con una prevalenza dei patogeni rispetto agli altri microrganismi, si vive quindi una condizione di “disbiosi intestinale”.

Questa disregolazione microbica è associata alla patogenesi di alcune malattie e condizioni infiammatorie dell’intestino, tra cui la sindrome dell’intestino irritabile, di alcune malattie metaboliche, come il diabete e l’obesità e di altri disturbi che interessano il sistema nervoso centrale e il sistema cardiovascolare.[7]

La letteratura scientifica internazionale tuttavia, fornisce sempre ulteriori dati sperimentali di una disbiosi associata alla gran parte delle malattie cronico-degenerative, prima causa di morte in tutto il mondo.

La disbiosi intestinale è quindi dovuta all’aumento di specie patogene, ad una diminuzione di specie benefiche, oppure alla riduzione della varietà delle specie.

Le cause della disbiosi possono essere:

  • scorretti stili di vita
  • insane abitudini alimentari e apporto nutritivo non equilibrato
  • tabagismo
  • abuso di alcool
  • sedentarietà
  • periodi di forte stress
  • assunzione di PPI, antibiotici, antifungini, ormoni per periodi prolungati
  • presenza di infezioni.[8]

Sintomi della flora batterica alterata

Quali sono i sintomi che lasciano presagire una condizione di disbiosi intestinale, ovvero l’alterazione della flora batterica?

Vediamo i principali:

  • diarrea
  • stitichezza
  • spasmi addominali
  • dispepsia (cattiva digestione)
  • gonfiore addominale (“dottore mi si gonfia la pancia anche se bevo l’acqua…”)
  • reflusso gastrico
  • bruciore allo stomaco.

Riequilibrare la flora batterica intestinale

Riequilibrare la flora batterica intestinale

L’alterazione del microbiota intestinale può influire negativamente sullo svolgimento delle normali funzioni dell’apparato digerente.

Inoltre, la disbiosi può provocare un allentamento delle giunzioni tra le cellule intestinali, modificando ed aumentando la permeabilità intestinale a sostanze altrimenti non in grado di attraversare la barriera provocando così la cosiddetta “Sindrome dell’Intestino Gocciolante” (leaky gut syndrome).

Ciò facilita l’accesso anche dei batteri patogeni, oltre che di sostanze tossiche, nella parete sottomucosa e nella circolazione sistemica, provocando importanti danni alla salute di tutto l’organismo.[9]

Ecco perché è importante riequilibrare il microbiota intestinale, assumendo alcuni comportamenti virtuosi:

  • avere un’alimentazione equilibrata e ricca, soprattutto di vegetali
  • eseguire regolarmente attività fisica
  • riposare adeguatamente
  • evitare stress, alcool e fumo
  • assumere fermenti lattici (probiotici) e fibre solubili (prebiotici) in adeguata quantità e in modo continuativo.

Se ti stai chiedendo cosa mangiare per riequilibrare la flora batterica, sappi che la natura ci fornisce innumerevoli alimenti ricchi di prebiotici, quali ad esempio: la cicoria, i carciofi, le banane, la cipolla, gli asparagi, l’aglio, il miele, lo yogurt ed altri.[10]

Se per caso hai sentito che l’intestino è più sano con lo yogurt (o il kefir), sappi che non si tratta di una semplice voce di corridoio.

Alcuni studi[11] hanno dimostrato che i batteri presenti nello yogurt apportano notevoli benefici all’organismo, contribuendo alla varietà ed alla salute della composizione bilanciata del microbiota intestinale. Ovviamente lo yogurt non deve essere con zuccheri aggiunti e soprattutto non deve contenere la M tranglutaminasi, un ingrediente tecnico che lo rende cremoso ma manda in tilt il nostro sistema immunitario.

 

[1] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/flora-intestinale-microbiota-e-microbioma

[2] Rueda-Ruzafa L, Cruz F, Roman P, Cardona D. Gut microbiota and neurological effects of glyphosate. Neurotoxicology. 2019 Dec;75:1-8. doi: 10.1016/j.neuro.2019.08.006. Epub 2019 Aug 20. PMID: 31442459.

[3] Thursby E, Juge N. Introduction to the human gut microbiota. Biochem J. 2017;474(11):1823-1836. Published 2017 May 16. doi:10.1042/BCJ20160510

[4] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/flora-intestinale-microbiota-e-microbioma

[5] Thursby E, Juge N. Introduction to the human gut microbiota. Biochem J. 2017;474(11):1823-1836. Published 2017 May 16. doi:10.1042/BCJ20160510

[6] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/flora-intestinale-microbiota-e-microbioma

[7] Belizário JE, Faintuch J. Microbiome and Gut Dysbiosis. Exp Suppl. 2018;109:459-476. doi: 10.1007/978-3-319-74932-7_13. PMID: 30535609.

[8] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/flora-intestinale-microbiota-e-microbioma

[9] Quigley EM. Gut bacteria in health and disease. Gastroenterol Hepatol (N Y). 2013 Sep;9(9):560-9. PMID: 24729765; PMCID: PMC3983973.

[10] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/flora-intestinale-microbiota-e-microbioma

[11] Lisko DJ, Johnston GP, Johnston CG. Effects of Dietary Yogurt on the Healthy Human Gastrointestinal (GI) Microbiome. Microorganisms. 2017 Feb 15;5(1):6. doi: 10.3390/microorganisms5010006. PMID: 28212267; PMCID: PMC5374383.

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