Medicina di bioregolazione dei Sistemi
Bioregulatory Systems Medicine (BrSM)
Medicina di bioregolazione dei Sistemi
Bioregulatory Systems Medicine (BrSM)
La Medicina di bioregolazione dei Sistemi – Bioregulatory Systems Medicine (BrSM) approccia il paziente con interventi terapeutici basati sulla bioregolazione.
Per poter comprendere al meglio i fondamenti su cui poggia la BrSM è importante approfondire alcuni aspetti fondamentali di questa Medicina.
I network
La Biologia dei Sistemi ha contribuito a comprendere come gli esseri viventi siano Sistemi di interrelazioni a vari livelli (geni, molecole, cellule, organi, tessuti, apparati).
Con un approccio di tipo sistemico è possibile comprendere e curare malattie multifattoriali ed in genere quelle legate all’invecchiamento.
Quando parliamo di network ci riferiamo a quell’insieme di organi e Sistemi a cui siamo abituati a pensare (intestino, cervello, Sistema Immunitario, …) visti non come singole entità indipendenti, bensì come una rete, un network appunto, in cui i singoli organi o Sistemi sono interconnessi tra loro attraverso molecole messaggere e si scambiano informazioni costantemente. Questa relazione continua, che permette al nostro organismo di funzionare correttamente quando è in uno stato fisiologico, può subire squilibri nel corso del tempo dovuti a fattori esterni (esogeni) o interni (endogeni).
Autoregolazione
La BrSM ha l’obiettivo di ripristinare le condizioni di omeostasi fisiologiche dell’organismo sostenendo i network di autoregolazione, in particolare:
- neuroendocrino;
- immunitario-infiammatorio;
- metabolico;
- energetico-cellulare.
Sostenendo i network di autoregolazione, si genera un circolo virtuoso in grado di influenzare positivamente l’organismo.
Disregolazione
La disregolazione (o squilibrio) dei network è la fase iniziale che può portare alla malattia, precedente la manifestazione dei segni e dei sintomi.
Secondo la BrSM la malattia è l’espressione di una disregolazione operata da diverse perturbazioni che agiscono sui network, mettendone a rischio la stabilità e la funzionalità. Da un altro punto di vista sono l’espressione di un’insufficiente capacità di autoregolazione.
I network attraversano fasi di disregolazione prima che la malattia si manifesti, non evidenziando sintomi visibili “a occhio nudo”.
È in questo momento che l’intervento della BrSM può essere risolutivo, perché permette di recuperare la capacità di autoregolazione del network coinvolto.
Bioregolazione
La bioregolazione è un processo biologico attivo indotto da interventi terapeutici, farmacologici o non-farmacologici, in grado di ottimizzare o ripristinare l’autoregolazione dei network biologici.
L’intervento di tipo non-farmacologico per eccellenza è l’adozione di uno stile di vita sano, inteso come l’insieme delle buone abitudini che aiutano a ridurre lo stress, a migliorare il sonno e migliorare la qualità del cibo che mangiamo tutti i giorni.
Gli interventi di tipo farmacologico prevedono l’impiego di medicinali con proprietà bioregolatorie, l’integrazione con minerali, vitamine, oligoelementi e aminoacidi, tutti cofattori enzimatici necessari per i meccanismi di autoregolazione.
Quando necessario, è importante anche la somministrazione di probiotici, per favorire il ripristino di un microbioma equilibrato e regolare alcuni network come quello “immune” o quello “metabolico”.
Multi-target e multi-component
La BrSM ha elaborato formulazioni in grado di agire su più target (multi-target). Questo significa che l’obiettivo di cura del farmaco è esteso a regolare più bersagli. Per realizzare questo obiettivo le formulazioni contengono più componenti (multi-component) che operano in sinergia tra loro.
Da EGOsystem ad ECOsystem
Quando si iniziava ad avere qualche certezza su come fosse fatto e funzionasse l’organismo umano, si è scoperto che i batteri che vivono all’interno del nostro corpo sono circa in numero triplo rispetto a tutte le nostre cellule.
Questa convivenza “forzata” avviene in uno stato di simbiosi, nel quale ci scambiamo reciprocamente favori e ospitalità. Cade quindi il concetto di batteri “buoni” e “cattivi” in senso assoluto e si sostituisce con il concetto di carica batterica: ciò che conta davvero è l’equilibrio tra noi e loro, i nostri rapporti simbiotici reciproci.
Nasce quindi il concetto di superorganismo, oggi insegnato agli studenti delle Scuole di Medicina, per esprimere questo principio cruciale di mutua e necessaria convivenza tra cellule e batteri, indispensabile per la vita; è l’affermazione della visione del Sistema Uomo come ecosistema complesso, in relazione con l’ambiente esterno, governato da un network neuro-immunoendocrino e regolato da meccanismi omeostatici di controllo fine.
L’evoluzione ha selezionato nelle relazioni simbiotiche uno strumento importante per la selezione del “più forte”, dove però il soggetto non è più soltanto l’organismo, ma il superorganismo, passando così dalla visione di un EGOsystem ad un ECOsystem.