Arnica montana: le proprietà antinfiammatorie

Cos’è l’Arnica montana, dove nasce e come coltivarla

L’Arnica montana, anche nota come tabacco di montagna^[1], appartenente alla famiglia delle Asteraceae (un gruppo di piante da fiore che contiene diverse piante ampiamente note e utilizzate in cosmesi e in medicina, come ad esempio la calendula, la margherita e la camomilla)^[2], è una pianta erbacea perenne rizomatosa, presente in tutto l'areale della specie, dalla Norvegia meridionale e dalla Lettonia verso sud, fino agli Appennini e ai Carpazi Meridionali.^[3]

Il luogo di nascita per eccellenza dell’Arnica montana è rappresentato dai pascoli di alta montagna dell’Europa centrale e orientale^[4], il cui clima fresco, mite e soleggiato assicura le condizioni ideali per il suo sviluppo. Tuttavia, questa erba dalle mille virtù può anche essere coltivata: per valutare se le condizioni domestiche sono funzionali alla coltivazione dell’Arnica montana è bene chiedere consiglio al proprio florovivaista di fiducia.

Naturalmente, però, la composizione chimica dei principali componenti volatili dell'arnica può variare a seconda della regione geografica e dei fattori ambientali in cui viene coltivata.^[5]

Tuttavia, considerate le sue proprietà terapeutiche antinfiammatorie, analgesiche, antimicrobiche, antireumatiche, antiartritiche e antineoplastiche, l’Arnica montana viene ampiamente utilizzata da secoli come rimedio fitoterapico e omeopatico per trattare vari disturbi o fastidi (tra cui dolori articolari e muscolari, infiammazioni e artrite) perlopiù provocati da traumi.^[6]

Alcuni studi suggeriscono che l’Arnica montana presenta un’attività quasi paragonabile ai farmaci antinfiammatori convenzionali, quali ibuprofene e diclofenac, per trattare il dolore in diverse condizioni mediche.^[7]

I fiori, in particolare, di colore giallo-arancio che sbocciano tra luglio e agosto, oltre ad essere deliziosamente decorativi, vengono utilizzati per ottenere prodotti ad uso medicinale.

Anche l’estratto di Arnica montana, ricavato dalle radici  o dal rizoma, può essere contenuto in Medicinali a bassa dose, in diverse forme farmaceutiche (ad es. compresse, gel, pomata, gocce, spray e fiale).^[8]

Quali sono le sue proprietà, a cosa serve e quando si usa l’Arnica montana

Arnica montana è una specie vegetale importante dal punto di vista medicinale. In particolare, le infiorescenze, i rizomi, le radici e le foglie sono le parti raccolte per scopi curativi.

Queste parti contengono principi attivi vegetali, quali: sesquiterpeni, oli essenziali, terpenoidi, ammine, cumarine^[9], lattoni sesquiterpenici, flavonoidi e acidi fenolici, in particolare acidi clorogenici.^[10]

Tali composti conferiscono alla pianta: attività antisettiche, antinfiammatorie, antidolorifiche, antibatteriche, antisclerotiche, antimicotiche e antiossidanti, in grado di ridurre anche l’azione nociva dei radicali liberi nell’organismo.^[11]

Grazie alle sue infinite proprietà, Arnica montana è adatta per favorire la cicatrizzazione delle ferite, per alleviare i fastidi derivanti dall’artrite, dall’acne^[12] e dalla lombalgia e, in caso di stiramenti o muscoli affaticati, traumi, contusioni ed ematomi, dà sollievo al dolore, diminuisce il gonfiore e protegge i capillari. Inoltre, è un valido rimedio anche contro le infiammazioni di bocca e gola, allevia i fastidi di punture di insetto, idrata le labbra screpolate, lenisce scottature di lieve entità.^[13]

Valida, inoltre, per mal di gola, flebite superficiale e fastidi alle gengive associati ad avulsione dentaria.^[14]

Nelle preparazioni omeopatiche viene usata per trattare anche la mastite e il dolore al seno.^[15]

In cosmetica è possibile trovare Arnica montana come ingrediente di tonici per capelli e preparati anti-forfora.^[16]

Arnica montana: come si assume e come agisce

Per via orale, questa pianta non può essere utilizzata nei dosaggi e nelle formulazioni tipiche della fitoterapia (tintura madre o estratto glicerico ad esempio) perché cardiotossica, cioè con effetti tossici sul cuore.^[17]

Per questo motivo viene preparata con procedure di diluizione e dinamizzazione (Medicina delle basse dosi), ricavandone un estratto idroalcolico acquoso concentrato che ne consente un uso sicuro.^[18]

Spesso si sente dire che Arnica montana non può essere utilizzata su ferite aperte: questo è vero per alcuni preparati fitoterapici contenenti elevati quantitativi di questa sola pianta, che possono causare spiacevoli effetti indesiderati. Esistono invece medicinali low dose per uso topico che annoverano tra i componenti Arnica montana in basse dosi che, grazie alla presenza di altri ingredienti che ne mitigano gli effetti più aggressivi, può essere applicata senza riserve anche su ferite aperte.

Per via orale, invece, Arnica montana può essere assunta generalmente con ottima tollerabilità anche come principio singolo e/o come componente di un medicinale multicomponent-multitarget (con più attivi, sinergici e complementari, agenti su più bersagli contemporaneamente) in virtù del peculiare metodo produttivo e dell’accurata formulazione del prodotto. Tuttavia, il miglior modo per ottenerne il massimo beneficio in tutta sicurezza consiste nel consultare il proprio curante e/o il proprio farmacista di fiducia, per avere un'indicazione  personalizzata delle dosi da assumere in base alla propria soggettiva condizione.^[19]

Arnica montana è disponibile in varie formulazioni:

• fitoterapiche: tintura madre, estratto glicerico, olio essenziale

medicinale low dose: granuli, compresse, gocce, fiale per uso interno; unguenti, creme, gel per uso esterno.

I preparati topici sono la forma con maggiore diffusione e richiesta nel mercato.^[20] Per la realizzazione di pomate e creme, spesso Arnica montana viene mescolata ad altri importanti ingredienti, in modo da assicurare un’azione maggiormente incisiva. Ad esempio, viene combinata ad altre sostanze dalle proprietà antinfiammatorie e lenitive, come l’olio di mandorle^[21], il burro di karitè^[22], l’artiglio del diavolo^[23], la rosa mosqueta^[24]. Invece, ingredienti come il timo^[25], la canapa^[26], la calendula^[27], dotati di proprietà antibatteriche, sono talvolta combinati con Arnica montana per realizzare prodotti che servono, ad esempio, a contenere l’evoluzione infettiva delle ferite e a facilitarne la cicatrizzazione.

È anche possibile trovarla in combinazione con altri principi tipicamente low dose, come Aconitum, Belladonna, Echinacea, Mercurius, Chamomilla, che ne amplificano le proprietà e, agendo su tutte le fasi del processo infiammatorio, lo modulino in modo più incisivo e completo.

Dove si compra

I prodotti fitoterapici a base di Arnica montana sono generalmente disponibili in erboristeria, mentre i Medicinali a bassa dose sono reperibili in farmacia o parafarmacia.

Arnica come antinfiammatorio naturale per gli animali… è possibile?

Sì, certamente! Arnica montana rappresenta un ottimo strumento per prendersi cura anche della salute dei nostri amici a quattro zampe (cani, gatti, cavalli, bovini, ecc), soprattutto perché ha un effetto analgesico acclarato.^[28]

Tuttavia, prima di somministrare prodotti a base di Arnica montana al proprio animale, è opportuno chiedere sempre un parere medico al veterinario di fiducia. Il veterinario curante sarà in grado di dare tutti i consigli sui prodotti più idonei da utilizzare in ogni situazione.

Controindicazioni e possibili effetti indesiderati

Arnica montana è ben tollerata e sicura, come riporta la letteratura a supporto. In determinate condizioni, tuttavia, potrebbe provocare alcuni effetti indesiderati nei soggetti che ne fanno un uso eccessivo, tra cui: irritazioni alla bocca e alla gola, mal di stomaco, vomito, diarrea, difficoltà respiratorie, aumento della frequenza cardiaca e della pressione del sangue, danni al cuore, emorragie e reazioni allergiche.

Andrebbe, inoltre, sconsigliata alle persone che presentano casi di ipersensibilità al genere delle Asteraceae, in cui sono incluse Camomilla, Calendula, ecc.

L’assunzione di Integratori (ma, generalmente, non di Medicinali a bassa dose) di Arnica montana potrebbe interferire con quella di medicinali che modificano la coagulazione del sangue (come gli anticoagulanti e gli antiaggreganti).

Infine, la sua assunzione è sconsigliata in condizioni quali: gravidanza, allattamento, ulcere gastrointestinali, intestino irritabile, Malattia di Crohn, ipertensione e interventi chirurgici già programmati.

Per tali ragioni è sempre opportuno e prudente chiedere consiglio al medico, sia per la compatibilità di assunzione rispetto alle proprie soggettive condizioni di salute, sia per il dosaggio, che va necessariamente personalizzato, tenendo presente l’età e altre eventuali patologie pregresse o attualmente in corso del paziente.^[29]