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Senso di colpa? Riconoscerlo e accettarlo
Benessere al femminile
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Dott.ssa Antonella Napoli
Psicologa clinica. Psicoterapeuta in formazione, naturopata e floriterapeuta.
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"Il senso di colpa non risolve nulla, ma può distruggere tutto" (Eckhart Tolle).
Cos'è il senso di colpa?
Il senso di colpa è un’emozione secondaria (non è innata, ma appresa) che si può manifestare a partire dai 18 mesi di età, quando il bambino può rappresentarsi e ragionare all’interno di un contesto sociale. Genitori, insegnanti, istituzioni, attraverso rimproveri e punizioni ci fanno costruire una normativa etica, morale e culturale e quindi l’idea di giusto e sbagliato. Per questo quando trasgrediamo a queste norme ci sentiamo in colpa e non accettati dalla società. Le emozioni secondarie (come anche gelosia, l'invidia, la noia o la vergogna) dipendono dall'educazione ricevuta, la cultura familiare, il temperamento della persona la scala dei valori personali.
Il senso di colpa emerge maggiormente in educazioni moralistiche, rigide e puritane. Si manifesta quando sentiamo di aver fatto qualcosa di sbagliato o di non aver fatto abbastanza per evitare una situazione negativa. È una reazione naturale, ma quando diventa eccessivo e ci si ritiene responsabile di ogni errore commesso, può diventare un problema. Può emergere se abbiamo fatto qualcosa che pensiamo non avremmo dovuto fare, oppure quando non abbiamo fatto qualcosa che pensavamo dovesse essere fatta. Dal nostro punto di vista abbiamo infranto (o pensiamo di avere infranto) regole che possono essere di tipo personale, sociale, sessuale, religioso, esistenziale, ecc.
Non tutti ci sentiremo in colpa per le stesse motivazioni e non è detto che tutte le colpe abbiano un'origine necessariamente deprecabile. Nella colpa ci si sente direttamente responsabili di un danno che abbiamo fatto (o pensiamo di avere fatto), che avremmo potuto evitare e che riteniamo irreparabile. Anche errori passati possono impedirci di andare avanti serenamente, perché ci sentiamo responsabili.
Diventa un problema quando il senso di colpa è un'emozione costantemente presente, una auto-colpevolizzazione continua, perché sviluppiamo rabbia e disgusto verso noi stessi, ansia, angoscia e tormento interiore.
Quali aspetti psicologici favoriscono un eccessivo senso di colpa?
I tratti della personalità che rendono una persona più vulnerabile alla colpa sono: bassa autostima, perfezionismo, timore del conflitto e paura del rifiuto.
La bassa autostima porta ogni errore ad essere vissuto come un fallimento che conferma le convinzioni negative sul proprio valore, fino a farci sentire indegni dell’approvazione e dell’amore altrui. Oppure un eccessivo perfezionismo, che comporta regole rigide e non facilmente raggiungibili e che quindi portano alla frustrazione e alla critica eccessiva per i fallimenti. Timore del conflitto e paura del rifiuto generano invece un costante bisogno di approvazione.
Perché ci sentiamo in colpa?
Perché pensiamo di aver agito in modo contrario ai nostri principi. La colpa può essere un’emozione che arriva dal nostro interno perché non ci siamo comportati “correttamente” rispetto ai nostri principi (“ho risposto male a mia madre”), oppure dall'esterno, ovvero dal costrutto sociale che ci dice che un determinato comportamento è inappropriato (“non sono una buona madre se mando mio figlio all’asilo nido per tornare a lavorare). È una reazione emotiva che ci avvisa che "qualcosa non va" nel nostro comportamento, che siamo responsabili di qualcosa (una decisione, un comportamento, un'omissione, un danno e così via), e quindi di aver commesso una colpa.
Come si manifesta il senso di colpa?
Ha origine dall'interpretazione della realtà basata su credenze di noi stessi e del mondo. La colpa può essere oggettiva, quando infrango una regola di condotta o di comportamento (per es. rubo dal mio ufficio un oggetto), oppure si può provare l'emozione della colpa anche in sua assenza oggettiva (ad esempio, pensando erroneamente di aver infranto qualche regola o legge, o di aver causato un danno, ecc.). Ma è vero anche il contrario: posso fare una rapina in un negozio e non sentirmi in colpa. Il senso di colpa si sviluppa non solo a causa dell'atto (reale o immaginario), ma anche della percezione negativa e dell'autovalutazione di esso. Pertanto, la persona che si sente in colpa, tende ad assumersi un'eccessiva responsabilità per la felicità degli altri, ingigantendo qualsiasi errore. È eccessivamente autocritica, essendo troppo influenzata dall'opinione o dalle critiche degli altri. Si scusa costantemente per non ferire gli altri e per non essere respinta.
Sintomi del senso di colpa
Tra i sintomi più comuni del senso di colpa vi sono l'ansia, la tristezza, la frustrazione e la sensazione di inadeguatezza. Oppure si può manifestare come un peso sulla coscienza, una sensazione di vergogna o un rimorso costante.
Non si riesce ad accettare le critiche, esattamente come gli errori, ed invece di apprendere da questi sbagli, invece di lottare per quello in cui si crede, ci si ritira. La persona sente l’obbligo di soddisfare l’altro, si scusa continuamente per paura di ferire, o di essere rifiutato, abbandonato.
Spesso, chi soffre di senso di colpa tende a ripensare continuamente alle proprie azioni passate, cercando di capire dove ha sbagliato e cosa avrebbe potuto fare di diverso. In alcuni casi, il senso di colpa può essere causato da eventi traumatici o da situazioni difficili che si sono verificate in passato. Tuttavia, è importante ricordare che il senso di colpa non è sempre giustificato e che spesso si tratta di un'emozione eccessiva e ingiustificata.
Perché esiste il senso di colpa?
In teoria ha una funzione adattativa, perché riconoscendo i propri errori, nasce la necessità di riparare la colpa, agendo di conseguenza in futuro e quindi migliorando le nostre relazioni interpersonali e a mantenere l'equilibrio sociale. È un'emozione regolatrice che richiede riparazione e l'evitamento di danni futuri. Normalmente, di fronte a situazioni in cui abbiamo sbagliato sarebbe utile analizzare con lo scopo di apprendere e, comunque, correggere ciò che non è stato fatto correttamente. La sua funzione è riconoscere gli errori e avviare comportamenti di aggiustamento e riparazione. A livello sociale, è utile per farci comportare in modo da evitare di arrecare danno agli altri, renderci conto dei nostri errori e delle nostre responsabilità.
Quando invece ci fermiamo solamente a giudicare noi stessi, il senso di colpa diventa disfunzionale e non ci fa fermare ad analizzare correttamente, ma scatena tristezza, vergogna, ecc. perché ci sentiamo responsabili di un danno non riparabile e questo sentimento ci blocca.
Quando il senso di colpa diventa disfunzionale
Quando ci sentiamo in colpa per cose che non abbiamo fatto o che non sono di nostra responsabilità, possiamo avere un senso di frustrazione e di stress che può influire negativamente sulla qualità di vita. Se la colpa appare senza aver commesso un danno oggettivo, oppure quando ci si sente in colpa per qualcosa accaduto in passato e quindi non modificabile, non compensabile, si può cadere in uno stato ansioso, depressivo o ossessivo.
Questo può accadere anche quando la persona avrebbe voluto evitare anticipatamente delle circostanze, ma non ci è riuscita. Per questo si sente molto responsabile dell’accaduto, tanto da assumersi la responsabilità di problemi che in realtà non dipendevano da lei e che, quindi, non aveva la capacità di risolvere o evitare in nessun modo. In questi casi la persona che si sente in colpa pensa che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi, senza rendersi conto che non possiamo avere il controllo e la responsabilità di tutto nella vita.
Quando il senso di colpa ci rovina la vita
Il senso di colpa può finire per influenzare la vita sociale, poiché la persona può isolarsi sentendosi indegna, minimizzando i propri risultati e amplificando i propri errori. Questo, a sua volta, può causare problemi emotivi come bassa autostima, ansia o addirittura depressione, poiché la persona tende a cadere in pensieri ossessivi e autodistruttivi in cui sono frequenti rimproveri, frustrazione e irritabilità.
Inoltre, questa vulnerabilità può portare la persona a sviluppare una dipendenza affettiva che può essere utilizzata da altre persone per manipolarle attraverso il senso di colpa, complicando le loro relazioni.
Quando il dolore diventa colpa
Una tipologia di senso di colpa che emerge frequentemente è quella dopo la perdita improvvisa di una persona cara. Rabbia e litigi non risolti, cose non dette o fatte, affari incompiuti, non essere stato abbastanza gentile e affettuoso con quella persona che non c'è più, si trasformano in colpa. Semmai la persona si rammarica di non aver dato più baci, abbracci, segni d'affetto per dimostrare quanto amava quella persona che la morte gli ha tolto. Tutto questo porta con sé molta tristezza, malinconia e frustrazione.
Un caso molto specifico di colpa legata alla morte si verifica in un fenomeno noto come "sindrome del sopravvissuto" in cui l'unica persona che è sopravvissuta a un incidente prova un grande rimpianto e senso di colpa per essere sopravvissuta al posto di altre persone. Questo capita perché non si sente degna di vivere una situazione di privilegio a spese di altri e la percezione di non aver fatto abbastanza per prevenire la catastrofe e le sue conseguenze. Anche in questo caso possono emergere sentimenti di ansia, depressione e stress post-traumatico. In queste situazioni è importante riflettere sul fatto che e noi non abbiamo nessuna responsabilità nell’essere dei superstiti di una tragedia decisa dal destino.
Burnout e colpa
La sindrome del burnout è una condizione che può manifestarsi in tutti i settori lavorativi, ma è particolarmente comune tra coloro che svolgono professioni di aiuto. Quando le persone si occupano degli altri come medici, infermieri, ecc., o devono seguire un convivente bisognoso, può emergere un esaurimento psicofisico che innesca un senso di colpa per non essere all’altezza delle richieste della persona che ha bisogno. La sensazione di essere sopraffatti dal lavoro, la mancanza di motivazione e l'incapacità di concentrarsi sono solo alcuni dei sintomi che possono manifestarsi. Tuttavia, spesso le persone che soffrono di burnout si sentono anche colpevoli per non essere in grado di far fronte alle richieste del lavoro o per non essere abbastanza forti per superare la situazione. Questa colpa consuma poco a poco l’autostima, fino a pensarsi incapaci di gestire quella situazione al meglio.
È importante ricordare che il burnout non è una colpa propria e che cercare aiuto e supporto è il primo passo per superarlo.
Come reagire alle persone che ti fanno sempre sentire in colpa
Quando qualcuno ti fa sentire in colpa, è importante capire che non sei tu il problema. Spesso chi cerca di far sentire gli altri in colpa, lo fa per i propri interessi personali o per giustificare il proprio comportamento. Non cedere alla manipolazione emotiva e cerca di mantenere un atteggiamento razionale. Cerca di capire le ragioni dell'altra persona e fatti rispettare. Allontanati e non permettere che ti venga attribuita la colpa di qualcosa di cui non sei responsabile. Impara a stabilire e difendere i tuoi confini, rendere chiare le proprie aspettative e a rispettare te stesso. Ricorda che la tua felicità e la tua serenità sono importanti quanto quelle degli altri.
Come liberarsi del senso di colpa: guida pratica
Il senso di colpa può essere gestito e superato. In primo luogo, è necessario identificare la causa del senso di colpa e valutare se sia giustificato o meno. In seguito, è importante considerare che:
- Non possiamo avere il controllo di tutto o tutti. Siamo responsabili solo per noi stessi, non per le azioni o le emozioni degli altri. Differenzia cosa dipende da te e cosa no, soppesa le diverse variabili che hanno influito.
- Non possiamo essere perfetti. Renditi conto se i tuoi standard di comportamento sono adeguati o troppo elevati e pretendi troppo da te stesso.
- Gli errori fanno parte della persona, della vita, e sono la chiave per imparare e cambiare. Non sono un segno di fallimento!
- Il passato è immutabile, vivi nel presente e impara a perdonarti.
- Non farti avviluppare dalla disapprovazione degli altri, impara a praticare l'autocompassione, saper perdonare i tuoi errori e non mortificarsi con essi
- Intraprendi azioni positive per correggere eventuali errori commessi e fare ammenda per eventuali danni causati. Attua comportamenti per rendere consapevole chi è coinvolto che non solo sei dispiaciuto e chiedi perdono, ma che non ripeterai il danno.
Il diario del senso di colpa, uno strumento per gestirlo.
Scrivi un diario del senso di colpa annotando tutte le occasioni in cui si manifesta questo sentimento, annotando perché, quando e con chi accade.
- Cosa stai perdendo nel presente preoccupandoti del passato?
- Come ti comporteresti se non ti sentissi in colpa in quella stessa situazione? (utile per vedere quanto la colpa distrugge i nostri desideri)
- Se un amico o un familiare fosse nella stessa situazione, cosa penserebbe, come si comporterebbe?
Come superare il senso di colpa che ci tormenta con i Fiori di Bach
I Fiori di Bach sono rimedi floreali naturali che aiutano ad armonizzare le emozioni. L’essenza specifica per il senso di colpa è Pine che aiuta a liberarsi dai sensi di colpa eccessivi e a riacquistare fiducia in se stessi a perdonarci, ma non è l’unica. Possiamo vedere che ci sono varie essenze che possiamo utilizzare per il senso di colpa, quindi consultare un esperto in Fiori di Bach è importante per individuare le essenze più adatte alle proprie esigenze.
Le essenze principali nel repertorio di Bach che lavorano sul senso di colpa sono:
- Pine per colpe della quotidianità, della coscienza morale. Il senso di colpa influenza il deterioramento dell'autostima, oltre a svilupparsi la convinzione (cosciente o meno), di non meritare nulla di buono e di non essere persone degne di essere amate. È una colpa riscattabile: “ti chiedo perdono, pago il debito e tu mi perdoni”. Pine non è mai soddisfatto in quello che fa, si sente sempre colpevole anche di cose che non dipendono da lui. L’essenza ci aiuta a renderci responsabili e non colpevoli, ci dà un gradiente crescente di autonomia.
- Crab Apple la colpa morale, per avere peccato e questo peccato mi avvelena, mi fa sentire indegno, sporco, mi fa vergognare
- Elm la colpa dell’ideale, viviamo sentendoci in debito con l’ideale, deve essere perfetto. “Non sono come mi hanno detto che dovrei essere”
- Aspen la paura dell’inevitabile, intangibile, indefinibile, la colpa divina: “solo Dio mi può perdonare”
- Mimulus per la paura di essere accusati, la vergogna, la colpa del confessionale
- Rock Water per la forte tendenza all'autopunizione, per il troppo perfezionismo
- Oak non è specifico per la colpa ma per l’espiazione
- Honeysuckle nel momento in cui dobbiamo lasciare andare il passato e vivere il presente
- Star of Bethlehem quando la colpa deriva da un trauma che abbiamo subito
- White Chestnut quando il pensiero della colpa diventa una ossessione, una ruminazione da aggiungere per esempio a Pine
Il senso di colpa è un’emozione che può avere radici profonde che nascondono traumi o esperienze che vanno comprese a fondo per fare in modo che non ci tormentino ed interferiscano con la normalità delle nostre vite. I consigli e le pratiche di auto-aiuto sono utili per alleviare il sintomo, ma per risolvere il problema è utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta che può lavorare sulla singolarità di quella persona e del suo senso di colpa.
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