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Sport femminili? Ovviamente il karate
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Valentino De Gregorio
Tecnico Allenatore CONI di Karate (Shotokan)
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È ormai consolidata da tempo l’eccellenza femminile nello sport, ma per le atlete donne affermarsi in questo mondo non è stato così semplice.
L'eccellenza delle atlete donne nello sport: una storia di successo
A seguito di anni in cui la disparità tra sessi ha imposto regole e stereotipi, le prime ufficiali partecipazioni delle donne nello sport risalgono ai Giochi olimpici di Parigi del 1900 dove sono soltanto 22 su un totale di 997 atleti e gareggiano solo in 5 discipline: tennis, vela, croquet, equitazione e golf.
Ad oggi il panorama sportivo femminile offre parità disciplinare e le stesse possibilità di emergere rispetto a quello maschile, ma qual è lo sport femminile più praticato in Italia?
Dai report redatti dal Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) risulta che le donne che in Italia praticavano sport negli anni passati erano complessivamente quasi 18 milioni, ovvero il 60% del totale delle donne italiane e il 48% di tutti gli sportivi della nostra nazione.
Negli ultimi dieci anni il numero di donne che, in Italia, si sono iscritte a discipline sportive è cresciuto dell’11.9%. In particolare, oggi sono circa 6 milioni quelle che vi si dedicano con costanza, ossia per più di una volta alla settimana, il 25,5% in più rispetto a quanto registrato sul finire del primo decennio degli anni 2000[1].
Sport femminile in Italia: qual è il più praticato?
Al primo posto fra gli sport più praticati troviamo senza dubbio la pallavolo che ha negli anni registrato numeri maggiori e surclassato di gran lunga il calcio femminile. Tantissime altre discipline sportive sono ormai affermate nel panorama femminile dove troviamo, con un fortissimo aumento di consensi avvenuto negli ultimi anni, il Karate.
Karate femminile: dalla discriminazione alla parità nello sport
Questo sport, come moltissimi altri, nasce come attività praticabile unicamente dagli uomini che, a supporto di questa discriminazione, seguivano teorie secondo cui l'intensa attività fisica richiesta non sarebbe stata sostenibile per il fisico femminile.
Con il passare degli anni è stato dimostrato come un corretto allenamento possa praticamente annullare le differenze fisiche tra i sessi e in molte situazioni porre il sesso femminile al di sopra degli uomini. La filosofia del Karate è atta a dimostrare come il più debole possa evitare di essere sopraffatto dal più forte, filosofia che trova perfetta similitudine nella storia femminile nel mondo dello sport.
L'importanza delle Arti Marziali per il fisico femminile
Nell’immaginario collettivo persiste ancora la convinzione che le Arti Marziali siano esibizioni di forza bruta o, nella migliore delle ipotesi, se ne evidenzia, in maniera estremamente riduttiva, il solo aspetto legato alla difesa personale. La sola forza fisica nel Karate non conta: tutte le tecniche che vengono insegnate illustrano come opporre forza alla forza non sia mai la corretta strategia di combattimento, bensì occorre imparare a sfruttare l’attacco dell’avversario per neutralizzarne la pericolosità.
Per conferire la giusta elasticità e flessibilità al nostro corpo occorre un allenamento costante. Ciò accresce la fiducia in se stessi, conferendo una maggiore calma e serenità interiore.
Come il Karate sta conquistando le atlete italiane
Il Karate non è solo una pratica fisica, è una disciplina attraverso la quale si prende coscienza dello stretto legame tra corpo e psiche e si impara così a percepire il legame tra i movimenti del corpo e la propria personalità.
L’endocrinologa Maria Luisa Brandi, docente all’Università di Firenze e tra i massimi esperti in materia di osteoporosi e di medicina sportiva in Italia, in un suo intervento al secondo Congresso di Medicina dello Sport tenutosi nel Luglio del 2003, ha affermato:
Per crescere bene occorrono una buona struttura muscolo-scheletrica ed un fisico equilibrato. Per una ragazza è essenziale imparare le Arti Marziali, oltre al fatto che servono all’autodifesa di cui si può sempre aver bisogno, sono discipline complete che educano a una concentrazione straordinaria, accrescono la fiducia in se stessi, il senso dell’equilibrio e la concezione dello spazio che sono i requisiti primi dell’eleganza e del portamento.[2]
Il ruolo del Comitato Olimpico Internazionale nello sport femminile
Risale però solo all’anno 2021 il primo torneo di Karate organizzato dal Comitato Olimpico internazionale, che vede trionfare Viviana Bottaro nella categoria Kata Femminile, conquistando un meritato 3° posto e portando così a casa una medaglia di bronzo.
Oggi le ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche) affiliate alle federazioni più importanti che offrono la possibilità di apprendere questo sport sono molteplici e la percentuale di donne all’interno di queste realtà è davvero molto elevata.
Sport per ragazze pigre: trovare la propria dimensione
La costante ricerca di sport femminili per mantenersi in forma avvicina a questo mondo diverse atlete che riescono a trovare la loro dimensione in una delle molteplici possibilità a disposizione, sia quella di uno sport femminile di squadra o individuale, sia invece quella di trovare solo uno sport per le persone più pigre a cui interessa solo praticare qualche ora di un’attività fisica completa e accessibile a tutti.
A qualunque realtà si possa pensare di appartenere, il mio consiglio è di trovare la propria dimensione così da potersi sentire in salute e psicologicamente appagati e le Arti Marziali, come nello specifico il Karate, sono in grado di offrire questa possibilità a tutti, senza distinzioni o pregiudizi ma solo attraverso un corretto e costante allenamento, via più sicura per raggiungere qualsiasi obiettivo.
[1] https://www.censis.it/rapporto-annuale-censis
[2] Karate-DO – Rivista informativa e formativa sulle arti marziali
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