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Come regolarizzare il colesterolo
Stare in forma è una questione di metabolismi
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Dr. Prof. Luigi Coppola
Medico Nutrizionista, Esperto di Medicine Complementari, Docente Universitario di Nutrizione Clinica e Dietetica Applicata.
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Il colesterolo è un grasso fondamentale per la vita delle cellule e degli organismi. Questa molecola, in particolare, è coinvolta nella costruzione della parete cellulare e nella sintesi di altre sostanze come per esempio diversi ormoni.[1]
La maggior parte del colesterolo viene sintetizzato direttamente dal nostro organismo, il resto viene introdotto con l’alimentazione. Quando la sua concentrazione nel sangue diventa troppo alta può diventare temibile per la salute, soprattutto quando aumenta la quota ossidata.
Comunemente quando si parla di colesterolo, si tende a distinguere quello buono (HDL, non ossidato) da quello cattivo (LDL, ossidato).
L’ipercolesterolemia, soprattutto quella causata dall’aumento della concentrazione nel sangue delle lipoproteine chiamate LDL (colesterolo cattivo) può danneggiare le arterie provocando l’arteriosclerosi, che a sua volta può rivelarsi rischiosa perché impedisce al sangue di scorrere regolarmente e ai tessuti periferici di non essere più correttamente ossigenati, potendo subirne serie conseguenze, come l'infarto.[2]
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Essendo il colesterolo una molecola appartenente ai lipidi (grassi, non solubili in acqua, parte preponderante del sangue), per essere trasportata a tutto l’organismo deve legarsi a specifiche proteine (le lipoproteine, il trenino che consente il trasporto di una molecola grassa in un liquido acquoso). Queste in particolare sono classificate secondo la loro densità (rapporto tra parte proteica e la quantità di lipidi trasportati) in:
- HDL -> ad alta densità (colesterolo buono, pochi lipidi trasportati nel trenino proteico = basso rischio di distacco)
- LDL -> a bassa densità (colesterolo cattivo, tanti lipidi trasportati nel trenino proteico = alto rischio di distacco).
Il legame tra la proteina vettrice e il carico grasso è di tipo elettromagnetico (tipo calamita) e non chimico. Dunque, in caso di forte stato ossidativo (stile di vita) aumenta il rischio che una parte del carico grasso trasportato venga perso nel percorso, producendo danni alla parete arteriosa ed il pericolo di un episodio cardiovascolare (trombosi, attacco ischemico transitorio, ictus, infarto).
Rischi di colesterolemia elevata
Il colesterolo LDL (colesterolo cattivo, in quanto ossidato) va monitorato periodicamente, poiché la sua eccedenza può determinarne il distacco dalla lipoproteina vettrice ed il successivo suo accumulo all’interno della parete arteriosa, con formazione di placche aterosclerotiche. Valori elevati di colesterolo LDL sono associati a patologie cardiovascolari (ipertensione, angina, infarto) o a eventi vascolari cerebrali ( attacco ischemico transitorio, ovvero TIA, ictus ischemico o emorragico).
Pe una valutazione opportuna il professionista confronta numerosi indici ematici che si riferiscono al profilo energetico globale soggettivo, sia glicemico che lipidico, non essendo significativo il singolo dato, ma la lettura e interpretazione dell’insieme di essi.
Nella maggior parte dei paesi industrializzati le malattie causate dall’aterosclerosi costituiscono oggi la principale causa di morte o di ricovero in ospedale. Solo in Italia, il 44% dei decessi si stima sia determinato da malattie cardiovascolari e il 31% da ictus, entrambe patologie associate ad aterosclerosi.[3]
Il colesterolo buono
Il colesterolo HDL (buono, perché nel computo del totale ha azione bilanciante la frazione del cattivo) svolge sulla parete dei vasi un’azione protettiva. Esso è sintetizzato dal fegato, viene trasportato dal sangue in tutti i tessuti del corpo e ritorna al fegato dopo aver rimosso l’eccesso di grassi attraverso il cosiddetto “trasporto inverso del colesterolo”. A livello epatico questa quota eccedente viene eliminata dall’organismo attraverso la bile.
Valori del colesterolo
Vediamo in sintesi cosa sono e quali sono i valori normali, quando è il caso di preoccuparsi e come regolarizzare il colesterolo.
Avere livelli normali di colesterolo LDL nel sangue è importante. Il colesterolo elevato non produce sintomi e può essere facilmente diagnosticato attraverso un semplice esame del sangue.
I valori del colesterolo nel sangue dovrebbero essere inferiori a 200 mg/dL, in particolare:[4]
valori normali | moderato rischio cardiovascolare | elevato rischio cardiovascolare | |
Colesterolo totale | <200 | 200 - 239 | > 240 |
Colesterolo LDL
(colesterolo cattivo) |
<130 | 130 - 159 | > 160 |
Colesterolo HDL
(colesterolo buono) |
Uomini > 39
Donne > 45 |
Uomini 35 - 39
Donne 40 - 45 |
Uomini < 35
Donne < 40 |
Il dato isolato ed estrapolato dal contesto dell’intero bilancio energetico individuale ha scarso significato; solo l’abile professionista ha le conoscenze opportune per poter fare scelte consapevoli per ogni suo paziente, con la sua specifica storia clinica e in base alle condizioni di salute generali attuali, sia fisiche che emozionali. Prendere decisioni terapeutiche sulla base di un singolo valore, ancorché alterato, può essere segnale di scarso buon senso e può facilmente indurre a prendere decisioni inadeguate.
A quest’uopo oggi è stato introdotto un altro parametro diagnostico-preventivo, l’indice di Rischio Cardiovascolare, che si ottiene dividendo la quota del Colesterolo totale con il Colesterolo HDL. L'indice di rischio è considerato normale quando risulta inferiore a 5 nell'uomo e a 4,5 nella donna.
Cause del colesterolo alto
I livelli di colesterolo nel sangue sono influenzati da molteplici fattori tra cui:
- genetica: in molti casi l’ipercolesterolemia può essere ereditaria
- alimentazione: una dieta ricca di grassi saturi può portare a un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue
- sedentarietà
- squilibri ormonali (es. tireopatie,ecc.)
- alterato profilo glicemico.
Regolarizzare il colesterolo
Per mantenere buoni livelli di colesterolo o per abbassarlo, se troppo elevato, è possibile agire su più fronti. La soluzione migliore è un sano stile di vita, che significa:
- un’alimentazione salutare e varia
- un’attività fisica regolare
- rinuncia al fumo
- consumo ridotto di bevande alcoliche.
Alimentazione sana
Una parte del colesterolo viene introdotto nell’organismo attraverso l’alimentazione. Consumare abitualmente cibi che contengono un’alta percentuale di grassi saturi, porterà inevitabilmente al parallelo aumento dei livelli di LDL nel sangue.
Limitando il consumo di questi alimenti ed aumentando quello dei cibi che invece aiutano l’organismo a bilanciarlo, è senz’altro possibile ottenere un più salutare equilibrio. Ricordiamo tuttavia che, nei casi di eccessiva produzione di colesterolo endogeno, la sana alimentazione può limitare l’incremento ma non completamente evitarlo.
I cibi da preferire in caso di colesterolo elevato sono:
- Verdura ed Ortaggi legumi e cereali integrali. Verdure ed Ortaggi possibilmente senza elevati tassi di contaminanti, di stagione e a km zero andrebbero consumati giornalmente. I legumi 2-3 volte a settimana, soprattutto per l’alto valore biologico proteico. Questi alimenti aiutano a mantenere normali livelli di colesterolo grazie alla presenza di fibre, che limitano l’assorbimento di zuccheri e grassi.
- Grassi insaturi di origine vegetale come l’olio extravergine d’oliva o altri monoseme (girasole e sesamo, per es.) devono essere preferiti rispetto a quelli saturi di origine animale, che possono aumentare la quota di colesterolo cattivo. In ogni caso è bene controllare il consumo di grassi in generale.
- Pesce azzurro (alici, sardine, sgombro, spatola, merluzzo), per la particolare composizione del suo grasso, può essere consumato anche da chi ha problemi di colesterolo, meglio se cucinato in umido, al forno o al vapore.
- La carne bianca (pollo, coniglio e tacchino) meglio se da allevamento a terra, deve essere preferita a quella rossa.
Gli alimenti da limitare sono i grassi di origine animale come gli insaccati, il latte vaccino intero, i formaggi grassi, le uova, le bevande alcoliche, i dolci e gli zuccheri semplici in generale.
Lo stile di vita
La dieta da sola può non bastare a mantenere i livelli di colesterolo nei limiti; dunque, è importante seguire anche un corretto e sano stile di vita:
- mantenere un peso corporeo sotto controllo facendo molta attenzione al girovita: si consiglia di non superare gli 80 cm per la donna e i 94 centimetri per gli uomini[5]
- non fumare, perché il fumo tende ad abbassare i livelli di colesterolo buono
- fare attività fisica che aiuta ad aumentare il colesterolo buono. Sono da preferire gli sport aerobici come il nuoto, il ciclismo, il ballo o la camminata a passo veloce, preferibilmente all’aria aperta, 20-30 minuti/die per almeno 5 giorni/settimana;
- tenere sotto controllo patologie che possono portare a un aumento di colesterolo come il diabete o l’ipertensione.
Rimedi naturali per il colesterolo alto
Oltre a seguire una dieta sana e avere un corretto stile di vita è possibile assumere integratori o rimedi naturali per mantenere i giusti livelli di colesterolo nel sangue.
Tra i più consigliati ed utilizzati ci sono:
- Curcuma che grazie alla curcumina è in grado di favorire l’escrezione del colesterolo LDL e di aumentare la produzione di bile, stimolando il fegato. La curcuma, quindi, potrebbe aiutare ad abbassare i livelli di colesterolo “cattivo” nel sangue. Per ottenere i benefici della curcumina si consiglia di assumerne circa 3 o 5 grammi al giorno.[6],[7]
- Fibre solubili, presenti soprattutto in frutta e verdura, alcune piante e alghe. Hanno la capacità di assorbire acqua con la quale formano una sostanza gelatinosa in grado di legare i lipidi riducendo il loro assorbimento. Per questo motivo le diete con elevate concentrazioni di fibre solubili tendono a ridurre i livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue.[8]
- Chitosano, carboidrato estratto dall’esoscheletro dei crostacei capace di ridurre l’assorbimento intestinale del colesterolo.[9]
- Olio di pesce ricco in acidi grassi essenziali e omega-3.[10]
- Frutta secca a guscio (nocciole, mandorle e noci consumate al naturale) che contiene antiossidanti, vitamine, minerali, fibre, proteine vegetali, grassi insaturi e fitosteroli. Ne andrebbero consumati circa 60 gr al giorno.[11]
- Olio extravergine di Oliva: grazie alla sua ricchezza in acidi grassi monoinsaturi e polifenoli, incide nella riduzione della frazione LDL e nell’incremento della HDL. Un consumo quotidiano consigliato potrebbe essere quello di 1 cucchiaio a pranzo ed 1 a cena, possibilmente a crudo sui cibi[12].
- Ribes nero, aiuta a ridurre l’ossidazione del colesterolo grazie alla presenza di polifenoli e altri antiossidanti.[13]
- Tarassaco, favorisce l’eliminazione biliare del colesterolo in eccesso e ne riduce l’assorbimento grazie al suo contenuto di fibre solubili.[14]
- Semi oleosi (in particolare canapa, chia, girasole, lino e zucca) svolgono un’azione ipocolesterolemizzante grazie alla presenza di omega 3, fibre, fitosteroli e vitamina E. Si consiglia l’assunzione di almeno 2-3 cucchiaini al giorno, alternandoli.[15]
- Steroli vegetali o fitosteroli, contenuti in alcuni vegetali, come per esempio la soia, capaci di ridurre l’assorbimento intestinale del colesterolo LDL e per questo addizionati a diversi alimenti funzionali[16]
- Carciofo, ha effetti ipocolesterolemizzanti e consumato crudo nel giusto periodo di produzione può essere un valido aiuto.[17]
- Vitamine B3, B6 e B9 contenute in farine integrali, semi, vegetali e frutta. Esse aiutano ad abbassare i livelli di colesterolo LDL e ad aumentare la classe HDL.[18]
Anche la Medicina delle basse dosi può offrire il suo contributo per un miglior equilibrio delle varie frazioni del profilo lipidico. Sotto la guida sapiente di un esperto professionista esistono medicinali in grado di regolare il metabolismo del fegato e supportare le sue capacità naturali di depurazione, influire sul fisiologico deflusso biliare favorendo l’eliminazione di quote eccedenti di grasso, regolare la glicemia, proteggere le arterie dai danni ossidativi, potenziare i sistemi di ossidoriduzione delle cellule, equilibrare profili ormonali coinvolti nella distribuzione dell’energia nell’organismo. Ciò a sostegno delle importanti funzioni svolte dal colesterolo, da non considerare soltanto come un nemico da combattere, quanto invece più spesso vittima incolpevole di stili di vita poco utili alla salute.
[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK470561/
[2] https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/malattie-endocrine-e-metaboliche/disturbi-del-metabolismo-lipidico/dislipidemia
[3]https://www.epicentro.iss.it/colesterolo/#:~:text=A%20seconda%20di%20dove%20%C3%A8,pi%C3%B9%20HDL)%20%C3%A8%20troppo%20alto
[4] https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1097_allegato.pdf
[5] https://www.humanitas.it/malattie/sindrome-metabolica/
[6] https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/oncologia/curcuma-non-solo-giallo
[7] https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/curcuma-da-panacea-ad-agente-tossico-per-il-fegato
[8] https://www.humanitas-care.it/news/frutta-e-verdura-alimenti-indispensabili-per-la-nostra-salute/
[9] https://www.humanitas.it/enciclopedia/integratori-alimentari/chitosano/
[10] https://www.humanitas.it/enciclopedia/integratori-alimentari/omega-3/
[11] https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/Dossier+LG+2017_CAP10.pdf/627ccb4d-4f80-cc82-bd3a-7156c27ddd4a?t=1575530729812
[12] https://www.inpha.it/Portals/0/EdiProducts/Documents/Risorosso.pdf
[13] Postprandial glucose, insulin, and free fatty acid responses to sucrose consumed with blackcurrants and lingonberries in healthy women Riitta Törrönen 1, Marjukka Kolehmainen, Essi Sarkkinen, Hannu Mykkänen, Leo Niskanen Affiliations expand PMID: 22854401 DOI: 10.3945/ajcn.112.042184
[14] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4746997/pdf/EXCLI-14-809.pdf
[15] https://www.simg.it/Riviste/rivista_simg/2019/03_2019/2.pdf
[16] https://www.humanitas.it/enciclopedia/integratori-alimentari/fitosteroli/
[17] The effect of artichoke on lipid profile: A review of possible mechanisms of action. Heitor Oliveira Santos 1, Allain Amador Bueno 2, João Felipe Mota 3 Affiliations expand PMID: 30308247 DOI: 10.1016/j.phrs.2018.10.007
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