Papilloma virus, test, cura e prevenzione 

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Dr. Franco Vicariotto

Medico Chirurgo, Specialista in ostetricia e ginecologia

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Cos’è il papilloma virus

Il papilloma virus umano (HPV) è un'infezione genitale virale che si trasmette sessualmente, anche attraverso rapporti orali.

Esistono oltre 100 varietà di HPV e di infezioni virali che possono colpire i genitali (vulva, vagina, cervice, pene, scroto, retto e ano), ma anche le mucose di bocca e gola.

Nella maggior parte dei casi, l’infezione da HPV non causa problemi di salute seri, poiché il sistema immunitario avvia da sé dei meccanismi difensivi che debellano il virus nel giro di un paio di anni.

Tuttavia, alcuni tipi di HPV sono considerati molto rischiosi perché possono portare allo sviluppo di verruche genitali, tumori della cervice, dell'ano e della gola.

HPV nella donna e nell’uomo

L’infezione da HPV è molto comune e può colpire, in uguale misura, sia maschi che femmine.

La maggior parte delle donne può entrare in contatto con il Papilloma virus non appena inizia la sua vita sessuale.

Uno studio condotto in Italia, sulle donne tra i 25 e i 70 anni, ha dimostrato infatti che quelle maggiormente colpite hanno un’età compresa fra i 25 e i 39 anni.

A seguire poi, le donne dai 40 anni in su.[1]

Come per tutte le malattie sessualmente trasmissibili, il contagio avviene principalmente attraverso rapporti non protetti con uno o più partner.

Inoltre, essendo un virus abbastanza aggressivo, esso può trasmettersi anche quando due donne utilizzano gli stessi asciugamani per l’intimo, oppure quando scelgono di scambiarsi semplicemente un costume da bagno, inconsapevoli delle conseguenze che tali gesti possono comportare.

Nonostante siano ancora in molti ad associare tale infezione solo alla donna (per la dimostrata correlazione con il tumore al collo dell’utero), in realtà l’uomo ha un'analoga probabilità di contrarre l’HPV che, nella maggior parte dei casi, si presenta in maniera asintomatica o con piccole lesioni benigne (condilomi), talvolta visibili solo attraverso una peniscopia.

In altri casi invece l’HPV nell’uomo può provocare un tumore dell'orofaringe o del pene.[2]

L'uomo può entrare in contatto con il virus, non solo all'inizio della sua attività sessuale, ma durante tutto il corso della sua vita: frequenti cambiamenti di partner e rapporti sessuali non protetti sono, infatti, i principali fattori di rischio del papilloma virus nell’uomo.

Sintomi

Le infezioni da papilloma virus sono generalmente transitorie e circa l’85% dei pazienti non presenta sintomi perché sviluppa adeguate difese immunitarie, che consentono nell’arco di qualche mese di liberarsi spontaneamente dell’HPV, senza comportare gravi danni alla salute.

Tuttavia, poiché il virus è ancora nel corpo della persona infettata, durante questo periodo, esso potrebbe essere trasmesso inconsapevolmente ad altri soggetti.

Quando invece il virus non scompare da solo, può causare seri problemi.

I sintomi maggiormente evidenti sono i condilomi, le verruche genitali e le verruche della gola.[3]

Verruche e condilomi genitali

Le verruche e i condilomi genitali sono disturbi molto simili, provocati entrambi dal papilloma virus.

I condilomi sono lesioni neoplastiche benigne singole o raggruppate, che solitamente non provocano dolore, tranne nel caso in cui vengano sfregate.

In generale, verruche e condilomi possono manifestarsi sulle mani, sulle dita, sul viso, in gola e nella zona genitale, sono di colore rosa o bruno e di dimensioni variabili.

Possono svilupparsi anche attorno o dentro alla bocca, soprattutto nelle persone che sono in una condizione di immunodepressione (congenita o acquisita).

Le verruche da HPV, invece, possono manifestarsi come piccole protuberanze in forma piatta, tendenzialmente ruvide e sollevate.

Nelle donne, compaiono principalmente sulla vulva, ma possono manifestarsi anche vicino all’ano, sulla cervice o nella vagina.

Negli uomini, invece, le verruche genitali compaiono sul pene e sullo scroto o intorno all'ano.[4]

Raramente causano disagio o dolore, sebbene a volte possano comportare un fastidioso prurito.

Principalmente, ma non esclusivamente, sono due le tipologie di papilloma che causano la maggior parte delle verruche genitali: il tipo 6 e il tipo 11.

Tumore del collo dell’utero

Almeno una dozzina di tipi di HPV possono provocare il cancro, tra cui il tipo 16 e il tipo 18.

In alcune donne, le infezioni da HPV possono degenerare nel tumore al collo dell’utero, il quale può addirittura impiegare 20 anni o più per svilupparsi.

Poiché il cancro del collo dell'utero nella fase iniziale non causa sintomi, è fondamentale che le donne si sottopongano a regolari test di screening per rilevare eventuali cambiamenti precancerosi nella cervice, che potrebbero diventare irreversibili.[5]

HPV test

HPV test

Il test HPV è il test di screening per eccellenza per rilevare la presenza di HPV e mira ad individuare la presenza del DNA del Papillomavirus nel collo dell’utero.

È disponibile solo per le donne, perché mira a verificare che non si siano formate cellule atipiche nel collo dell’utero, in grado di sviluppare addirittura un tumore.

Gli uomini difficilmente si accorgono di essere affetti da papilloma virus, tranne quando la partner non decide di effettuare uno screening approfondito.

Per le donne vaccinate contro l’HPV, il test di screening è consigliato una volta l’anno dopo i 30 anni; per le donne non vaccinate, dopo i 25. Sebbene non esista un metodo diagnostico dell’infezione per l’uomo, è disponibile il vaccino.

Le donne sopra i 65 anni potrebbero anche interrompere i test di screening se hanno eseguito almeno due test HPV DNA e Pap test di fila senza risultati anomali, durante il corso della loro vita.

L’HPV-test, spesso, viene eseguito contemporaneamente ad un Pap Test, che a differenza dell’HPV (che verifica se il virus è presente nel collo dell’utero), mira a controllare se si sono formate cellule anomale di significato indeterminato, potenzialmente pericolose.

Come si esegue un Pap-HPV test

Il test combinato Pap-HPV viene eseguito nello studio del medico e richiede solo pochi minuti.

Il medico inserisce nella vagina uno strumento chiamato speculum, per tenere separate le pareti vaginali, così da poter vedere la cervice.

Successivamente, mediante l’utilizzo di una spatolina, preleva un campione di cellule cervicali e procede all’analisi.

Un esito negativo del test significa che la donna non ha nessuno dei tipi di HPV che causano il cancro del collo dell'utero.

Un test positivo, invece, permette di scoprire che la donna può essere portatrice di HPV a diversi gradi di manifestazione clinica, cioè con basso rischio di trasformazione degenerativa o via via con un riuschio sempre più elevato.

Ciò non significa necessariamente che si è già in una condizione temibile, ma è un segnale di avvertimento che il cancro della cervice uterina potrebbe svilupparsi in futuro (a volte potrebbero anche volerci decenni prima che le cellule cervicali anormali si trasformino in cancro).

Infatti, nel caso di un risultato positivo, sarà il medico a consigliare di eseguire un ulteriore test di verifica: la colposcopia.

In questa procedura di follow-up, grazie ad un colposcopio, è possibile esaminare molto più da vicino la cervice.

Grazie alla colposcopia, il medico può prelevare un campione di cellule da esaminare più da vicino al microscopio, effettuando così una biopsia mirata.

Se i risultati mostrano che la donna ha il cancro, allora è opportuno rivolgersi ad un medico specializzato nel trattamento dei tumori dell’apparato genitale femminile (ginecologo oncologo), per avviare una terapia specifica.

Se invece i risultati mostrano che le cellule anormali non ha sviluppato un cancro, sarà opportuno sottoporsi ad un ulteriore Pap-HPV test, almeno dopo un anno, per monitorare la situazione.

Poco noto il fatto che il partner è attivamente coinvolto nell’infezione: può esserne, infatti, portatore non consapevole. È complessa e invasiva la possibilità di esame diretto per il maschio e non esiste, ad oggi, la possibilità di rilievo di parametro idoneo a svelarne la presenza nel sangue; tuttavia, un test dello sperma è atto a tale scopo.[6]

Cura per il papilloma virus

Non esiste una vera e propria cura per il papilloma virus; fortunatamente la maggior parte delle tipologie di papilloma virus regredisce autonomamente.[7]

Quando però si presentano sintomi evidenti, come lesioni o verruche genitali, si può agire attraverso:

  • un approccio farmacologico che, grazie a specifiche creme antivirali, mira a distruggere fisicamente la lesione, attivando anche il sistema immunitario locale
  • un trattamento chirurgico locale (ad esempio il laser, il bisturi, la crioterapia, etc.) per rimuovere fisicamente le escrescenze. Tra l’altro, se non venissero asportati, i condilomi potrebbero anche diffondersi rapidamente, interessando aree sempre più vaste di cute o di mucosa.

Il trattamento chirurgico può essere effettuato soprattutto nei casi in cui le infezioni siano recidivanti, causano sintomi sgradevoli come prurito o bruciore.

Come accade sempre di fronte a qualsiasi infezione, il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale. Esiste un approccio non convenzionale che potrebbe aiutare il sistema immunitario ad essere più efficiente per questa ed altre necessità: la microimmunoterapia.[8]

La microimmunoterapia è una terapia complementare che ha l'obiettivo di conservare e/o ristabilire la corretta comunicazione (Signaling) tra le cellule del Sistema Immunitario al fine di ottimizzarne la capacità di risposta

La microimmunoterapia viene attuata con un medicinale in bassa dose che possiede specifico campo applicativo come coadiuvante del sistema immunitario in tutti i casi di infezione da Papillomavirus.

È sempre preferibile consultare un medico e decidere insieme qual è la soluzione più adeguata per curare l’HPV.[9]

Si può prevenire?

Per non contrarre l'infezione da HPV si dovrebbe evitare qualsiasi contatto non protetto delle aree del corpo che possono essere infettate (come la bocca, l'ano e i genitali), con quelle di un'altra persona infetta.

Esiste un vaccino a cui si può ricorrere, descritto nel prossimo paragrafo

Inoltre, un consiglio sempre utile per stimolare al meglio il funzionamento del sistema immunitario è quello di adottare uno stile di vita corretto, avere un’alimentazione sana e varia, evitare il fumo e usare il preservativo soprattutto se si cambiano spesso partner.

È risaputo che il fumo di sigaretta sia un fattore di rischio che può favorire la cancerogenesi, per qualsiasi tipo di tumore.

Vaccino per il papilloma virus

La vaccinazione contro il tumore del collo dell'utero e le altre malattie causate dai virus HPV è raccomandata dal Ministero della Salute a tutti gli adolescenti tra gli 11 e i 14 anni, prima che diventino sessualmente attivi.[10]

La vaccinazione è anche indicata per alcune giovani donne dai 20 ai 26 anni, in funzione della loro storia personale.

Per essere efficace, il vaccino HPV deve essere somministrato prima che l’organismo sia entrato in contatto con il virus; per questo è consigliabile eseguirlo quando non c’è ancora stato contatto sessuale e non sempre questo – per diversi motivi – è possibile.

Il vaccino bivalente viene somministrato solo alle donne; esso contiene i sierotipi 16 e 18 (responsabili di oltre il 70% di tutti i tumori del collo dell’utero) e si inietta per via intramuscolare nel braccio.

Il vaccino quadrivalente invece è sia per maschi che per femmine; esso contiene i sierotipi 6, 11 (responsabili di oltre il 90% dei condilomi ano-genitali), 16, 18 e si inietta per via intramuscolare glutea.[11]

 

[1] https://www.aifa.gov.it/-/hpv-e-tumore-cervicale-i-numeri-in-italia-e-nel-mondo-secondo-l-oms

[2] https://www.massimogiovannini.info/papillomavirus-umano-HPV.asp

[3] https://www.humanitas.it/malattie/infezione-da-hpv-papilloma-virus/

[4] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/c/condilomi

[5] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/v/vaccino-anti-hpv

[6] https://www.minervamedica.it/it/riviste/minerva-urology-nephrology/articolo.php?cod=R19Y2018N06A0579

[7] https://www.humanitas.it/malattie/infezione-da-hpv-papilloma-virus/

[8] https://www.labolife.com/micro-immunotherapy/

[9] Thomas G. et Al. Efficacy of 2LPAPI, a Micro-Immunotherapy Drug, in Patients with High-Risk Papillomavirus Genital Infection. Advances in Infectious Diseases, 2016, pp. 6, 7-14. doi:10.4236/aid.2016.61002

[10] https://www.salute.gov.it/portale/vaccinazioni/dettaglioContenutiVaccinazioni.jsp?lingua=italiano&id=4806&area=vaccinazioni&menu=fasce

[11] https://www.humanitas.it/enciclopedia/vaccini/vaccino-anti-papillomavirus-umano-hpv/

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