Riconoscere e affrontare gli attacchi di panico

Paolo Montenero
Dr. Paolo Montenero

Medico chirurgo, specialista in Neurologia, Fisiatria e Patologia Generale.

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Origine del nome

Panico deriva da Pan, divinità greca dei culti pastorali, metà uomo-metà bestia, dotato di corna, selvaggio. Simbolo d’istinti arcaici, di sfrenata sessualità, di fecondità e fertilità.

Pan, secondo gli antichi greci, costituisce il tutto (pan significa tutto), l’assoluta ragion d’essere, la totalità della vita, l’emozione primaria come forza dell’esistere.

Tuttavia un altro aspetto di Pan è quello di incutere terrore: quando il dio dormiente viene svegliato, caccia un urlo che atterrisce tutti coloro che lo sentono.

Gli uomini però hanno bisogno di Pan perché se Pan muore, prevale la disperazione e si disgrega l’ordine sociale.

In Pan coesistono istinto e saggezza.

Come avviene un attacco di panico

Oggi l’attacco di panico viene descritto come un’angoscia intensissima, con autentico terrore, della durata variabile, ma comunque non prolungata, che insorge in maniera improvvisa, che coinvolge sia la nostra psiche che il nostro corpo, cioè la nostra totalità.

È accompagnata da marcati sintomi neurovegetativi quali tachicardia, difficoltà respiratorie, sensazione di soffocamento e conseguente fame d’aria, sensazione di costrizione toracica, nodo alla gola, sudorazione, tremori, malessere generale.

Tali fenomeni in combinazione variabile e individuale, sono accompagnati da un oppressivo senso di morte e da un’intollerabile paura di perdere il controllo.

Ciò spinge il soggetto sofferente a desiderare l’intervento di un medico o a recarsi in un pronto soccorso.

Effetti a lungo termine

Coloro che manifestano tali attacchi con una certa frequenza, arrivano presto a sviluppare ansie di anticipazione e tematiche ipocondriache, centrate sul convincimento di essere affetti da patologie organiche quali affezioni cardiache, polmonari o altro. Insorge così una paura della paura, ossia uno stato di apprensione/allarme che condiziona la vita di queste persone e le induce da una parte, a comportamenti di progressivo evitamento e dall’altro a una chiusura in sé stessi, anticamera di depressione più o meno mascherata.

Quali sono le cause? Che chiave di lettura possiamo dare?

Secondo alcuni ricercatori, durante il panico si manifesta una grande angoscia da separazione. Separazione dalla fonte della vita, dalle relazioni significative, dalla protezione. Da qui sentimenti di perdita, di insanabile isolamento e di sconforto.

Anomalie primarie nelle cure e nell’accudimento genitoriale, il cui correlato neurale è stato individuato in una particolare area cerebrale, chiamata cingolo. Tale struttura è implicata nel comportamento materno e sessuale a partire dai mammiferi inferiori che attivano il sistema del panico quando separati dai genitori.

Pertanto le radici della crisi di panico si ritrovano nell’età infantile e si possono attualizzare tutte le volte che anche in età adulta vengono rivissute le circostanze iniziali.

Ad ogni innesco segue poi uno scatenamento del fenomeno automatico e incoercibile.

Coloro che vanno incontro a DAP sono caratterizzati da personalità scarsamente differenziate, con inefficacia di confini e tendenze fusionali.

Un aspetto costituisce un denominatore comune, ossia la tendenza a resistere ai propri impulsi arcaici, prima che questi si siano trasformati in coscienza e consapevolezza.

Così i soggetti che tendono a negare le dimensioni psicoemotive soffriranno il panico soprattutto sul versante corporeo, viceversa altri, meno inibiti sotto quell’aspetto, manifesteranno maggiori fenomeni mentali.

Possiamo dire simbolicamente che quando ci si oppone troppo a Pan, inteso come Natura, quando ci si distacca troppo da essa, allora la natura stessa si risveglia minacciosamente, urla e invade.

Uno spunto di riflessione

Che cosa vuole suggerirci quella condizione, in assenza di minacce oggettive, quando il terrore rispetto alla perdita della nostra incolumità ci invade e ci sentiamo in balia della paura di perdere il controllo di noi stessi?

Difficile, se non impossibile generalizzare, perché ciascuno ha la sua storia, la sua reattività, ove pescano i fondamenti di quei fenomeni.

Tuttavia, da un’altra prospettiva, proprio tali crisi possono consentire, da parte di ogni soggetto sofferente, il riconoscimento delle parti oscure di sé stessi, che agiscono dall’ombra, ma che possono venire svelate e integrate. Il superamento di tale ignoranza, il suo smascheramento può consentire l’uscita dall’essere dominati e ‘deviati’ dall’attacco di panico.

Abbiamo bisogno di riconoscere e riconoscerci.

Quali sono le caratteristiche dei disturbi di panico

panico

Riepilogando, un attacco di panico è una sensazione improvvisa e intensa di terrore, paura o apprensione, che si manifesta in assenza di un pericolo reale scatenante.

La crisi di panico comincia con un profondo senso di smarrimento associato a sintomi di disagio fisico, che in alcuni momenti arriva a un’intensità talmente forte che sembra essere insostenibile. Dopo aver raggiunto il culmine, essa può pian piano scemare e sparire del tutto, oppure più spesso ripresentarsi.

Il disagio psichico e il senso di smarrimento che si avvertono durante una crisi di panico vengono spesso accompagnati dai sintomi vegetativi già accennati, di cui i più frequenti sono

  • palpitazioni
  • oppressione toracica con/o senza dolore
  • sudorazione
  • vertigini
  • mal di testa
  • senso di soffocamento
  • nausea e crampi addominali
  • brividi o vampate di calore

Parlare con un medico o con uno psicoterapeuta aiuta a prendere consapevolezza del problema e, quando necessario, apre la strada verso un percorso curativo mirato.

Quando le crisi di panico si ripetono con una certa frequenza, si parla di disturbo di attacco di panico (DAP).

Le persone interessate da tale disturbo vivono continuamente il terrore di avere un attacco di panico e ciò, naturalmente, accentua la possibilità che lo stesso sopraggiunga davvero.

A che età si presentano le crisi di panico

Si potrebbe dire che le crisi di panico in realtà non hanno età, ma è anche vero che i bambini hanno una consapevolezza diversa rispetto agli adulti di ciò che accade nella loro quotidianità.

Ciò vuol dire che un episodio, un fattore scatenante, può destare preoccupazione nei più grandi, mentre nei più piccoli non viene percepito come una situazione pericolosa o angosciante.

Di solito è possibile che si presentino le prime crisi di panico dall’adolescenza in poi, soprattutto per chi ha vissuto eventi traumatici anche durante e dopo l’infanzia.

Tali manifestazioni sono quindi maggiormente diffuse tra gli adulti e molto meno frequenti per i bambini e gli anziani.

Cosa succede al mio corpo quando ho un attacco di panico?

Questa è una domanda che molti si pongono, poiché avvertire dei sintomi così forti ovviamente spaventa e fa pensare che possa succedere qualcosa di più grave, oppure che ci sia un problema di salute di fondo.

Ciò è dovuto al fatto che gli ormoni surrenalici della reazione d’allarme cominciano a diffondersi nel corpo, stimolando l’aumento dei battiti cardiaci, acutizzando i sensi e accorciando il respiro.

Oltre a questi, anche i sintomi elencati in precedenza tendono ad essere enfatizzati, ed ecco che la crisi di panico si manifesta in tutta la sua violenza.

Cosa fare durante un attacco di panico

Durante un attacco di panico è difficile riuscire ad avere il controllo di sé, ma è necessario comunque provare a reagire, per ridurre più possibile il disagio e tornare presto ad essere sereni.

È importante provare a distogliere il pensiero dalle cose preoccupanti e negative, concentrarsi sulla respirazione inspirando lentamente e profondamente dal naso ed espirando dalla bocca.

Inoltre, può essere utile ascoltare musica rilassante, stare in compagnia e chiedere aiuto.

Trattamenti e rimedi naturali

I trattamenti per il panico possono essere diversi, ognuno improntato sulla migliore gestione della crisi, sull’individuazione della causa e sulla trasformazione dei propri vissuti.

La psicoterapia, con i suoi diversi approcci, rappresenta di solito un ottimo strumento per imparare a superare gli attacchi di panico.

Tuttavia, in questa sede e in maniera essenziale, cercheremo di seguire il metodo del Dr. Edward Bach, in quanto consente un intervento multimodale, basato sia sulla relazione terapeutica, sia nell’individuazione di rimedi floreali personalizzati.

Il progetto di cura preconizzato dal Dr. Bach è centrato su un progetto di padronanza di sé e autocura individuale, proprio come specifici e individuali appaiono gli attacchi di panico

I fiori di Bach

Manifestazioni caratteristiche e ricorrenti delle crisi di panico, come abbiamo detto, sono un autentico terrore, con paura di morire e la contemporanea parallela paura di perdere il controllo di sé stessi e di quanto accade.

Rock Rose (eliantemo), un bel fiore giallo, carico di energia solare, rappresenta sia lo scudo protettivo dalla destrutturazione favorita dall’angoscia panica, sia la possibilità di liberarsi da vincoli soffocanti dell’io e a non temere la morte, "liberandosi dai vestiti senza rimanere nudi".

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Rock Rose

Terrore, paura "raggelante", situazioni di panico

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Cherry Plum (mirabolano), fiore bianco, armonico aiuta a traghettarci verso le nostre parti più oscure, a avvicinarci all’ignoto, attenuando e poi annullando la paura di perdere il controllo di sé che può accompagnarci in tale viaggio.

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Cherry Plum

Paura di perdere il controllo.

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Star of Bethlehem (ornitogallo), fiore bianco, simmetrico con sei petali, favorisce la risoluzione di ogni trauma, di ogni lacerazione, attraverso un superamento che passa attraverso la personale elaborazione e integrazione e non attraverso sostituti o rimozioni.

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Star of Bethlehem

Situazione di shock, anche passato, spavento, trauma.

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Tutti questi rimedi cooperano dunque per favorire la padronanza di noi stessi, aumentando la fiducia nelle intuizioni personali, a non temere esperienze di cambiamento e soprattutto a condurci verso il riconoscimento delle nostre ombre e verso un nuovo apprendimento.

Nel panico è l’ignoranza che va non solo smascherata, ma demistificata.

Ignoranza che non consiste in una mancanza di conoscenza, ma in una difettiva capacità e insufficiente coraggio di apprendere.

Ogni malattia, ogni sindrome, ogni sintomo che inducono sofferenza veicolano sempre la possibilità/opportunità/necessità di decodificare i loro messaggi.

Il panico porta con sé il messaggio che per la guarigione è necessario illuminare zone d’ombre di sé stessi e i fiori possono cooperare per la luce necessaria.

 

Per approfondimenti.

Montenero P.: "La floriterapia di Bach nel disturbo di attacco di panico" La Medicina Biologica 3/2006 pp 31-36. https://www.medibio.it/medicina-biologica/2013/95/308/pdf/MB0603_art_4.pdf

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