Responsabilità sociale
In Guna, siamo convinti che il nostro primo dovere in termini di responsabilità sociale sia produrre e commercializzare farmaci efficaci, scientificamente testati, e privi di effetti collaterali, così da migliorare lo stato di salute della popolazione.
Applichiamo poi più ampi e concreti principi di responsabilità sociale: siamo coscienti che lo scopo di un’azienda è quello di generare profitti e di espandersi, e lo riconosciamo senza ipocrisie, ma siamo altresì convinti che esista un modello di business che rende compatibile l’interesse degli azionisti con quello della collettività: laddove essa si evolve e migliora il proprio standard di vita, anche noi possiamo dare maggiore impulso alle nostre attività. Possiamo quindi dire che l’interesse della collettività coincide con l’interesse dei nostri azionisti.
Le nostre strategie di impresa sono quindi orientate in chiave socialmente responsabile, senza alcun aggravio di costo per i nostri clienti e per i pazienti: l’onere di applicazione di questi principi a nostro avviso non deve venir “scaricato” sull’utente finale, ma dev’essere un costo del quale l’azienda si fa direttamente carico.
Investiamo nell’informazione medico-scientifica, nella qualità dei suoi prodotti e nell’innovazione dei suoi processi industriali e di ricerca, e comunichiamo costantemente agli addetti ai lavori del comparto salute, ai pazienti ed a tutto il nostro pubblico: convegni medici, campagne sociali, ricerca scientifica, fiere ed eventi culturali.
Comunichiamo anche attraverso i nostri consulenti professionisti, che – come tutto il personale dell’azienda – sono preparati, disponibili, pazienti, informali e coinvolgenti nel modo di approcciare il loro interlocutore, medico, farmacista, veterinario, professionista della salute.
Abbiamo inoltre fatto delle scelte “forti” sul tema della protezione brevettuale e della tutela delle nostre opere d’ingegno, inclusi i risultati delle ricerche scientifiche: per approfondire questo aspetto consigliamo di leggere la breve nota sul manifesto “No Patent”.