Low Dose Medicine: le prove scientifiche
Prefazione
Questo volume si propone l’obiettivo di verificare l’ipotesi che un medicinale low-dose omeopatico produca effetti terapeutici certi, basati sull’evidenza scientifica (EBM) e la Good Clinical Practice [World Medical Association Declaration of Helsinki. Ethical principles for medical research involving human subjects – Bull World Health Organ, 2001; 79(4): 373-4].
Sembra, per certi versi, impossibile, secondo i principi farmacologici convenzionali (curva dose – risposta lineare o a soglia), che un medicinale omeopatico, contenendo basse-bassissime concentrazioni di principio/i attivo/i, a volte non rilevabile/i, possa interagire con un organismo riportandolo alla salute.
Ciò nondimeno – è ben noto – molte biomolecole (ad esempio citochine, neuromodulatori, ormoni, fattori di crescita, etc.) interagiscono nell’organismo in concentrazioni low dose fisiologiche, simili o molto simili a quelle omeopatiche.
Nei suoi 220 anni di storia, l’Omeopatia ha prodotto un’enorme mole di lavori che empiricamente confermano l’efficacia terapeutica dei medicinali omeopatici.
Soprattutto in passato, la maggior parte di questi lavori è stata prodotta utilizzando una metodologia ed un linguaggio peculiari e distintivi poco compatibili con il lessico del mondo accademico e scientifico attuale, relegando – inevitabilmente – l’Omeopatia, all’isolamento.
Riteniamo che tale impostazione storica sia inadeguata agli scopi che intendiamo perseguire con questo volume: verificare se un medicinale omeopatico abbia effetti terapeutici basati sull’evidenza scientifica.
L’efficacia terapeutica dei medicinali omeopatici potrebbe essere confermata dal fatto che un numero progressivamente crescente di pazienti (dati 2017: 340 milioni) e di medici nei cinque Continenti (80 Paesi) si affidi anche all’Omeopatia- Omotossicologia per risolvere i propri problemi di salute.
– Questi dati sono confermati anche in Italia [Rapporto Eurispes 2017, da cui si evince che oltre un italiano su 5 (il 21,2% della popolazione) fa uso di medicinali non convenzionali (+6,7% rispetto al 2012) e che l’omeopatia risulta essere la cura alternativa più diffusa]. Quando si decide infatti di non affidarsi alla medicina tradizionale, ci si orienta prima di tutto all’omeopatia (76,1%), seguita dalla fitoterapia (58,7%), l’osteopatia (44,8%), l’agopuntura (29,6%) e, infine, la chiropratica (20,4%).
In Italia più di 20.000 medici prescrivono almeno una volta all’anno medicinali omeopatici. Erano 12.000 nel 2006.
Il Rapporto Eurispes riferisce che la soddisfazione per i risultati raggiunti tra coloro i quali utilizzano l’Omeopatia è molto alta: il 71%.
Solo il 22% dichiara di aver ricevuto benefici parziali ed il 7% di non averne avuti.
Peraltro è noto che in altri Paesi europei (Germania, Francia) un numero ben maggiore di persone si affidi a questa medicina con fiducia.
Riteniamo che neppure le cifre che dimostrano il largo utilizzo dei medicinali omeopatici nel mondo possano essere considerate sufficienti per i nostri fini.
A livello normativo, il medicinale omeopatico è considerato, da tempo, farmaco a tutti gli effetti, dagli Stati Uniti, al Canada, al Sudamerica, all’Asia.
La stessa Direttiva europea sui farmaci del 2004 (Codex farmaceutico) dedica ben 6 articoli alla regolamentazione dei medicinali omeopatici.
La Direttiva è stata recepita in Italia del D.to Legislativo n.219 del 2006 sgombrando – così – il campo da ogni dubbio residuo sul fatto che il medicinale omeopatico possa o non possa essere considerato farmaco ad ulteriore conferma che l’Omeopatia è una disciplina medica totalmente riconosciuta.
Riteniamo che neppure questi riconoscimenti ufficiali siano sufficienti per le finalità del nostro studio: verificare se un medicinale omeopatico abbia effetti terapeutici basati sull’evidenza scientifica.
Il metodo più obiettivo e sicuro è necessariamente solo quello della ricerca scientifica condotta rispettando rigorosamente canoni metodologici adeguati.
Riteniamo inoltre che se l’Omeopatia ha le prove provate della propria efficacia, le deve diffondere e comunicare utilizzando lo stesso linguaggio del mondo accademico e scientifico attuale.
Abbiamo, pertanto, intrapreso da 16 anni un lungo ed accurato lavoro di analisi sulla vasta bibliografia omeopatica reperibile, selezionando solo le pubblicazioni che rispettino in modo rigoroso i criteri e le metodologie scientifiche attualmente imposte e validate, al fine di renderle disponibili a medici, studiosi e ricercatori.
È importante sottolineare che negli ultimi 15-20 anni, la qualità scientifica degli studi nel settore è molto migliorata arrivando, in moltissimi casi, a standard qualitativi di ottimale livello (gold standard).
La nostra analisi si è soffermata prevalentemente su questi studi di qualità, al fine di offrire un aggiornamento affidabile ed esaustivo sullo stato dell’arte della ricerca di base e della ricerca clinica in Omeopatia.
Questo percorso di ricerca e di analisi – attuato sotto la supervisione di un Comitato Internazionale di esperti (International Advisory Committee) – ha vagliato un enorme numero di pubblicazioni che ha reso possibile una mappatura aggiornata al dicembre 2017 dei lavori di ricerca di qualità in campo omeopatico.
Gli studi selezionati vengono qui presentati nei propri dati essenziali e significativi, riportando i riferimenti bibliografici (e non solo) che consentono un accesso ed approfondimento diretto alle fonti.
Nostra precisa intenzione è quella di proporre al Lettore i dati essenziali, in un testo volutamente concreto e di facile consultazione, che miri esclusivamente all’obiettivo di segnalare i lavori frutto di ricerche rigorose.
Vengono, infine, a titolo d’esempio, illustrate in modo sinottico 10 ricerche cliniche importanti sull’efficacia di alcuni medicinali omeopatici e omotossicologici versus i farmaci allopatici utilizzati abitualmente nelle corrispondenti patologie (corrispondenti di riferimento) (vedi p. 165).
Non intendiamo affrontare in questa sede le varie problematiche che pur sussistono e che riguardano “il fondamento epistemologico del metodo sperimentale in medicina”…, “l’estrema personalizzazione della cura omeopatica” …, “le perplessità dal punto di vista etico che la ricerca farmacologica fa sorgere”…, “la teorica non standardizzazione della scelta del medicinale omeopatico” …, ”il razionale che sottende il meccanismo d’azione del medicinale omeopatico”.
Il nostro obiettivo è quello di arrivare ad un punto fermo:
il medicinale omeopatico-omotossicologico interagisce con un organismo e, soprattutto, ha la proprietà di riportarlo alla salute?
Come il Lettore potrà constatare, riteniamo che le pubblicazioni segnalate ed aggiornate portino alla inequivocabile conclusione circa l’efficacia terapeutica dei medicinali low dose omeopatici oggetto delle ricerche.
A questo punto si apre, inevitabilmente, una serie di conseguenze a vari livelli, in particolare sotto l’aspetto socio-sanitario, politico e scientifico.
ASPETTI SOCIO-SANITARI
Diventa eticamente e deontologicamente doveroso, per ogni medico, avere conoscenze approfondite di low dose medicine omeopatica che, come acclarato, consente, in molte patologie, di essere utile al paziente come – se non più – della medicina convenzionale.
L’Omeopatia-Omotossicologia in più, offre vantaggi specifici:
- Ha un costo generalmente inferiore rispetto al corrispondente farmaco allopatico di riferimento per la medesima patologia (costi globali di terapia)
[Witt C. et Al. – Outcome and costs of homeopathic and conventional treatment strategies: A comparative cohort study in patients with chronic disorders. Complementary Therapies in Medicine, 2005,13; 79-86; Bornhoeft G. et Al. – Effectiveness, safety and cost-effectiveness of homeopathy in general practice – summarized health technology assessment. FKKN, 2006; 13 (Suppl 2); 19-29; Rossi E. et Al. – Cost benefit evaluation of homeopathic versus conventional therapy in respiratory disease. Homeopathy, 2009; 98(1):2-10; Von Ammon K. et Al. – Cost – effectiveness in Homeopathy. In Homeopathy in Healthcare. Springer, 2011; 163-192; Ostermann J.K. et Al. – A retrospective cost-analysis of additional homeopathic treatment in Germany: Long-term economic outcomes. PLoS One, 2017; 1-13]. - A fronte dell’alta percentuale di danni iatrogeni – inevitabilmente correlati all’assunzione di farmaci convenzionali – i medicinali omeopatici-omotossicologici non hanno effetti collaterali, se non di scarsissima rilevanza
[Dantas F. et Al. – Do homeopatic medicines provoke adverse effects? A systematic review. Brit. Hom. Journal 2000; 89 (Suppl 1): 35-38; W.H.O. – Safety issues in the preparation of homeopathic medicines, 2009; ISBN 978 92 4 159884 2; Stub T. et Al. – Adverse effects of homeopathy, what do we know? A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Compl. Ther. in Medicine, 2016; 146-163].
– Gli effetti collaterali riferiti ai “farmaci biologici” non coinvolgono mai i
medicinali omeopatici. - La semplicità di produzione – peculiare dei medicinali omeopatici – non crea
alcun tipo di impatto ambientale negativo (impatto zero). - I medicinali omeopatici-omotossicologici non sono brevettabili; le Aziende del settore non hanno necessità di svolgere le ricerche necessarie in segreto per arrivare per prime alla realizzazione di nuovi prodotti.
Al contrario, le vecchie e nuove acquisizioni in Omeopatia-Omotossicologia sono fruibili da tutti. - Possibilità sempre più auspicate di integrazione tra Medicina Convenzionale e Medicina Non Convenzionale (overlapping terapeutico)
[Brien S.B. – Homeopathy enables rheumatoid arthritis patients to cope with their chronic ill health: a qualitative study of patient’s perceptions of the homeopathic consulation. Patient Educ Couns, 2012 Dec; 89(3):507-16; Opheim R. et Al. – Complementary and alternative medicine in patients with inflammatory bowel disease: the result of a population-based inception cohort study (IBSEN). J. Chron Colitis, 2012 Apr; 6(3):345-53; Fixsen A. – Should homeopathy be considered as a part of a treatment strategy for otitis media with effusion in children? Hom., 2013 Apr; 102(2):145-50; Bell I.R. – Advances in Integrative Nanomedicine for Improving Infectious Disease Treatment in Public Health. Eur J Integr Med., 2013 Apr 1;5(2):126-140; Milani L. – Overlapping terapeutico tra Medicina Tradizionale e Medicina Non Convenzionale. Un compromesso possibile. Un paradigma sostenibile. La Med. Biol. 2014/1; 25-34; Lu L. et Al. – Berberine in combination with insulin has additive effects on Titanium implants osseointegration in diabetes mellitus rats. Evid. Based Complement Alternat med, 2015/1; 2015:824259; Bellavite P. – Homeopathy and integrative medicine: keeping an open mind. J Med Pers (2015) 13:1-6; Martin-Martin L.S. et Al. – An open randomized active-controlled clinical trial with low-dose SKA cytokines versus DMARDs evaluating low disease activity maintenance in patiens with rheumatoid arthritis. Drug Design, Development and Therapy, 2017: 11,985-994].
ASPETTI POLITICI
Di fronte a questi dati di fatto, è doveroso, per le istituzioni politiche e amministrative, intervenire prontamente sul tessuto normativo per apportare adeguate innovazioni che favoriscano:
1) La realizzazione di una reale libertà terapeutica per medici e pazienti che, in misura crescente e sempre più consapevole, ricorrono alle terapie omeopatiche. Le tappe principali per questa realizzazione dovranno prevedere:
- L’inserimento del concetto di pluralismo scientifico in tutti gli ambiti possibili, comprese le leggi su Istruzione Pubblica e ordinamento delle Scuole superiori e delle Università.
La vera scienza, infatti, non può – nè deve – essere caratterizzata dal dogmatismo, bensì dalla molteplicità degli approcci cognitivi, nella fattispecie l’indagine sull’uomo sano e malato e le sostanze terapeuticamente utili. - L’abolizione della discriminazione dei medicinali omeopatici: vanno, anzi, favoriti la loro piena disponibilità ed il loro inserimento nel Prontuario terapeutico nazionale/regionale.
Ciò permetterà, tra l’altro, una notevole riduzione della spesa sanitaria pro capite, sia in termini di spesa farmaceutica sia in termini di ricorso a ricoveri ospedalieri
[Rossi E., Endrizzi C., Panozzo M.A. et Al. –Homeopathy in public health system: a seven-year observation study at Lucca hospital (Italy). Hom., 2009, 98 (3): 135-6].
2) La presenza di esperti di farmacopea omeopatica accreditati in tutti gli organismi preposti alla valutazione ed alla autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali, ad esempio all’interno della Commissione Unica del Farmaco, delle Commissioni Tecnico-scientifiche e del Consiglio Superiore di Sanità.
3) Lo stanziamento di adeguati fondi in favore delle Medicine non Convenzionali. Verrà, così, incentivata la ricerca farmacologica ed, in particolare, gli studi essenziali sull’efficacia clinica dei vari indirizzi terapeutici che fanno parte della Medicina non Convenzionale, definendone meglio i campi di utilizzo e di azione.
4) L’insegnamento delle discipline mediche non convenzionali nelle Facoltà universitarie di Medicina e di Farmacia (vedi Tognetti Bordogna M., Gentiluomo A., Roberti di Sarsina P. – Education in Traditional and Non Conventional Medicine. A Growing Trend in Italian Schools of Medicine. Alt. & Integr. Med., 2013; 2-7) e nei Master universitari di I e II livello post-laurea (come già nelle Università di Roma – Sapienza, Bologna, Parma, Siena, Verona, Università della Calabria, Università del Piemonte Orientale).
– Lo Stato ha il dovere di salvaguardare e garantire un’adeguata ed attualizzata qualificazione professionale nell’interesse di tutti i cittadini.
Siamo convinti che queste importanti riforme dovranno essere realizzate a breve termine, perché questo nuovo modo di percepire noi stessi e di interpretare la salute e la malattia è già profondamente radicato nella società.
– Se il mondo politico non lo facesse proprio, dimostrerebbe di disconoscere la realtà del tempo presente, innescando fattori di inutile e dannosa tensione, rallentando – così – la naturale evoluzione delle scelte della società.
ASPETTI SCIENTIFICI
Si prospettano nuove ed affascinanti frontiere per la ricerca.
Partendo dalla constatazione che un principio attivo diluito e dinamizzato secondo il peculiare metodo omeopatico promuova azione terapeutica, è possibile che la struttura dell’acqua, che ne è il principale solvente, nasconda proprietà ancora poco conosciute che diventa doveroso studiare attentamente, potendo portare a importanti ed inaspettate scoperte.
– Su questo versante sono stati pubblicati – tra gli altri – i lavori dei fisici Preparata e Del Giudice (Del Giudice E., Preparata G. – 1995: Coherent dynamics in water as a possibile explanation of biological membranes formation. J. Biol. Phys. 20: 105-116), gli studi di Geckeler e Sama (Geckeler C., Sama S. – 2001: Chemical Communication 2001: 2224 ), gli studi di Elia e Napoli (Elia V., Napoli E. – 2007: Strutture dissipative nelle soluzioni estremamente diluite della medicina omeopatica. La Med. Biol., 2007/4; 13-22), gli studi di Del Giudice e Tedeschi (Del Giudice E., Tedeschi A. – 2009: La respirazione dell’acqua come base della dinamica della vita. La Med. Biol., 2009/4; 3-7; 2010: La dinamica dell’essere vivente come riflesso della dinamica dell’acqua. La Med. Biol., 2010/4; 21-27), gli studi di Voeikov et Al. (Voeikov V.L. et Al. – 2010: I sistemi acquosi di bicarbonato confermano lo stato di non equilibrio e mostrano sensibilità agli eventi cosmici. La Med. Biol., 2010/4; 45-53), gli studi di Bell e Schwartz (Bell I.R., Schwartz G.E. – 2013: Adaptative network nanomedicine: an integrated model for homeopathic medicine. Frontiers in Bioscience. Scholar Edition, 2013; 5(2):685-708) e di Cartwright (Cartwright S.J. – 2018: Degree of Response to Homeopathic Potencies Correlates with Dipole Moment Size in Molecular Detectors: Implication for Understanding the Fundamental Nature of Serially Diluted and Succussed Solutions. Homeopathy, 2018; 107:19-31).
Parallelamente, una possibile, razionale interpretazione del meccanismo d’azione dei farmaci diluiti omeopaticamente viene fornita – tra le altre – dalla Reazione immunologica di soccorso [Heine H., Schmolz M. – Immunoregulation via “bystander suppression” needs minute amounts of substances – a basis for homeopathic therapy? – Med Hypotheses, 2000 Mar; 54 (3): 392-3], dalla autoradiografia microscopica recettoriale [Stumpf W.E. – Drug localization and targeting with receptor microscopic autoradiography – J. Pharmacol. Toxicol. Methods, 2005, 51 (1): 25-40], dalla presenza di nanoparticelle del materiale di partenza e dei loro aggregati (Chikrame P.S. et Al. – Extreme homeopathic diluitions retain starting materials: A nanoparticulate perspective – Homeopathy, 99: 231-242; 2010), dal modello neuroimmunitario basato sulla risonanza elettromagnetica [Shahabi et Al. – Like cures like: A neuroimmunological model based on electromagnetic resonance. Electromagnetic Biology and Medicine. ISSN: 1536-8378 (print); 2012] e dal fenomeno dell’ormesi [Calabrese E.J., Baldwin L.A. – Defining Hormesis. Human & Experimental Toxicology, Vol. 21, No 2, 91-97, 2002; Calabrese E.J., Cook R.R., Hanekamp J.C. – Linear No Threshold (LNT). The new homeopathy. Environmental Toxicology and Chemistry, Vol. 31, No 12, 2723; 2012; Dei A., Bernardini S. – Hormetic effects of extremely diluted solutions on gene expression. Homeopathy, April 2015. Vol. 104(2): 116-122; Pradhan A. – Homeopathy-Nanomedicine. Mechanism of Action of Homeopathic Medicines. Healthiance, 2017. www.drpradhan.com].
Infine, dalle ricerche su alcune biomolecole fisiologiche (citochine, neuromodulatori, ormoni, etc.) che svolgono la propria funzione in concentrazioni simili a quelle omeopatiche, è nata una nuova ed innovativa branca delle scienze mediche low dose, la Medicina Fisiologica di Regolazione che, basandosi sulle più recenti acquisizioni di Biologia Molecolare e Low Dose Medicine, utilizza tali molecole fisiologiche in ambito terapeutico.
– Sul versante della sperimentazione clinica si prospettano aumenti esponenziali nel numero dei lavori di ricerca, sia per quanto riguarda gli studi clinici aperti, sia gli studi clinici controllati vs placebo o vs farmaco allopatico corrispondente di riferimento.
Attualmente, da un lato si è arrivati a definire le basi metodologiche su cui incentrare la ricerca in campo omeopatico-omotossicologico secondo criteri che rispettino i canoni utilizzati dalla comunità scientifica internazionale, dall’altro lato, proprio il crescente interesse a livello mondiale da parte di media, pazienti, medici, ricercatori ed Istituzioni pubbliche nei confronti di questo settore, porterà inevitabilmente ad un ulteriore fervore di iniziative.
– L’obiettivo principale del nostro lavoro condensato in questo volume, tuttavia, è quello di verificare se esistano prove certe che i medicinali low dose omeoterapici abbiano efficacia terapeutica.
Ci sembra, in tutta onestà intellettuale, che questo obiettivo sia stato positivamente raggiunto.
Alessandro Pizzoccaro
Presidente di Guna S.p.a.
Introduzione
Da 30 anni circa il “fenomeno Omeopatia” è letteralmente esploso in progressiva ascesa verticale in tutto il mondo (Relton C. et Al. – Prevalence of homeopathy use by the general population wordwide: a systematic review. Hom. 2017; 106: 69-78).
L’Omeopatia, da medicina alternativa per pochi, è diventata l’alternativa medica per milioni di esseri umani (Hlatry M.A. – Patients preferences and clinical guidelines. JAMA, 1995; 273:1219-20; Eisensberg D.M. et Al. – Trends in Alternative Medicine use in USA, 1900-1997. Journ Am Med Ass, Vol. 280. Nov 11, 1998; 1569-75; Beer A.M. et Al. – Usage and Attitude Towards Natural Remedies and Homeopathy in General Pediatrics: A Cross-Country Overview. Global Pediatric Health. Vol. 3: 1-9; 2016).
Attualmente l’Omeopatia è praticata in tutti gli stati europei.
Alcuni Autori, in riviste mediche internazionali non omeopatiche, si sono posti la domanda sul “perché” (why)? di tanto interesse (Campion, 1993; Sutherland, 1994; Vincent, 1996; Astin, 1998; Horton, 1998; Bates, 2000) (vedi Bibliografia pp. 17-8).
Al di là delle critiche faziose e preconcette piuttosto che obiettive e scientifiche (Shang, 20051; Goldacre, 2007), più “ideologiche” che razionali (Vandenbrouche, 1997; Bewley et Al., 2011; Smith, 2011), o contraddittorie (Ernst, 2004; 2007; 2015) la risposta è evidente: l’omeopatia-omotossicologia è efficace.
– Piuttosto ci si deve chiedere in quali ambiti preferenziali della patologia l’attività terapeutica low dose meglio si esplichi, esplorando estensioni e limiti di confine.
La scienza non è un’opinione.
In campo scientifico una cosa è oppure non è: o una cura è efficace oppure non è efficace e se è efficace bisogna essere in grado di dimostrarlo.
Una volta ottenuto un risultato con esperimenti seri, bisogna accettarlo ed attenervisi.
Approfondire gli aspetti etico-morali (Milgrom and Chatfield, 2012) e razionali, spiegabili, dimostrabili, riproducibili, è la direzione verso cui si muove attualmente il mondo della ricerca omeopatica e sulle low dose omeopatizzate, anche di sostanze fisiologiche [Khuda – Bukhsh A.R. – Towards understanding molecular mechanisms of action of homeopathic drugs: an overview. Mol. Cell. Biochem. 2003
Nov. 253 (1-2): 339 – 45; Xi G., Reiser G., Keep R.F. – The role of thrombin and thrombin receptors in ischemic, hemorrhagic and traumatic brain injury: deleterious or protective? Journal of Neurochemistry, 2003, 84:3-9; Sukul N.C., Sukul A. – Farmacologia delle alte diluizioni. Salus Infirmorum, Padova; 2006; Frenkel M. et Al. – Cytotoxic effects of ultra-diluted remedies on breast cancer cells. International Journal of Oncology 36:395-403, 2010; D’Amico L. et Al. – Low Dose of IL-12 Stimulates T Cell Response in Cultures of PBMs Derived from Non Small Cell Lung Cancer Patients. Journal of Cancer Therapy, Vol 3, 4A, 2012; 337-42; Radice E. et Al. – Low Dose of sequential-kinetic-activated interferonenhance the ex vivo cytotoxicity with early-stage colorectal cancer. A preliminary study. International Immunopharmacology 19 (2014), 66-73].
La ricerca omeopatica permette – inoltre – di spiegare in modo razionale anche “alcuni elementi” ancora poco definiti dalla medicina accademica (Cardinalli Adler, 2011).
Le prove rigorose “in vivo”, “in vitro” e “intra vitam” (ricerca di base) e cliniche controllate attraverso gli stessi paradigmi protocollari attualmente richiesti a qualsiasi sperimentazione medico-scientifica di qualità sono moltissime, tanto da poter, con tutta tranquillità ed onestà intellettuale, parlare di “verum omeopatico”.
– Il motivo ispiratore di questa pubblicazione è quello di svolgere una Review selettiva, oggettiva, ed aggiornata sull’enorme Letteratura disponibile, portando all’attenzione del Lettore quelle pubblicazioni che rispettino la metodologia scientifica più rigorosa ed attendibile.
BIBLIOGRAFIA
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W.H.O. – Safety Issues in the preparation of homeopathic medicines, March 2010. ISBN 978 92 4 159884 2.
Overview
Scarica l’overview sulla ricerca di base
Scarica l’overview sugli studi clinici controllati sull’uomo
Scarica l’analisi sinottica di 10 studi clinici
Conclusioni
Soprattutto negli ultimi anni si leggono e si sentono affermazioni banali, semplicistiche, imprecise, scorrette, faziose e preconcette secondo cui l’Omeopatia e l’Omotossicologia non possano essere considerate efficaci per mancanza di prove scientifiche.
Sembrava che l’impossibilità di produrre dati scientifici certi ed inequivocabili fosse dovuta alla natura stessa delle Discipline fondate da C.F.S. Hahnemann (1755-1843) e da H.-H. Reckeweg (1905-1985) perché, da un lato, caratteristicamente legate all’utilizzo di medicinali a dosaggi bassi a volte non rilevabili e, dall’altro, per la natura personalizzata – per la sola Omeopatia – della terapia che renderebbe impossibile l’applicazione di protocolli standardizzati (repertorizzazione dei sintomi, classificazione gerarchica dei sintomi, inquadramento costituzionale e/o biotipologico, etc.).
La Medicina Low Dose omeopatica-omotossicologica si fonda su alcuni paradigmi diversi rispetto a quelli della Medicina tradizionale anche se un’efficace overlapping terapeutico è possibile e sempre più attuato nella prassi (Medicina Integrata).
– La stessa concezione di salute, di ben-essere e di malattia è sostanzialmente diversa nei due approcci, anche se recentemente questi evidenziano una normale tendenza a confluire e ad integrarsi, nell’interesse del malato.
La stessa visione dell’uomo – come unità olistica – è peculiare per chi eserciti la Medicina dei Bassi Dosaggi.
Potrebbe sembrare – quindi – impossibile definire rigidi protocolli standardizzati.
– Progressivamente, negli ultimi decenni, grazie al lodevole impegno di coraggiosi ricercatori indipendenti e non, sono stati realizzati e pubblicati, anche su prestigiose riviste internazionali non a indirizzo omeopatico (p. 96 – Tab. 1), lavori clinici di alta qualità che dimostrano che le terapie omeopatiche-omotossicologiche possono essere perfettamente valutate applicando gli stessi standard metodologici utilizzati in Medicina tradizionale.
Nelle patologie nosologicamente definite, in cui la personalizzazione dei sintomi è volutamente limitata, si possono applicare i protocolli sperimentali di ricerca clinica per valutare l’efficacia dei medicinali low dose omeopatici-omotossicologici più idonei alla patologia.
Proprio su questa impostazione si sono innescati molti lavori sperimentali controllati che, nel corso degli anni, sono progressivamente aumentati e migliorati a livello metodologico e qualitativo (multicentricità, criteri predefiniti di inclusione ed esclusione dei pazienti, dichiarazione della patologia definita nosologicamente, outcome primari e secondari, randomizzazione, formazione di gruppi omogenei di confronto, mascheramento della terapia, elaborazione statistica accurata, etc.).
Ancora attualmente poche Istituzioni ufficiali hanno recepito l’esistenza e la verificabilità di questo tesoro di sperimentazioni e di studi che dimostrano l’efficacia dei medicinali low dose omeopatici-omotossicologici.
Un gruppo ponderoso di lavori dimostra – innanzitutto – che l’efficacia dei medicinali low dose omeopatici-omotossicologici non è dovuta all’effetto placebo (verum omeopatico-omotossicologico), sgombrando definitivamente il campo da tutta una serie di atteggiamenti inutili, superficiali, preconcetti e pretestuosi.
Un altro gruppo di lavori riguarda studi clinici comparativi tra medicinale/i omeopatico/i-omotossicologico/i e farmaco/i allopatico/i.
– Questa impostazione metodologica di ricerca applica le indicazioni della Dichiarazione di Helsinki in tema di dimostrazione di efficacia terapeutica.
In questo ambito, gran parte dei migliori lavori è risultata essere quella che fa riferimento alla corrente dell’Omotossicologia, che, col proprio peculiare atteggiamento pragmatico e di rifiuto di ogni integralismo terapeutico, sembra la più in linea con le attuali domande ed esigenze di una Medicina Integrata.
– Cosa emerge da questi studi comparativi?
Emerge che l’effetto terapeutico dei medicinali omeopatici-omotossicologici non è dovuto all’effetto placebo e che è quanto meno sovrapponibile a quello dei farmaci allopatici corrispondenti di riferimento utilizzati per la stessa patologia.
– Obiettivo di questo volume è stato quello di colmare questa lacuna di conoscenze, riunendo e classificando in un unico testo la bibliografia più significativa ed aggiornata in questo settore, mettendola a disposizione dei medici, ricercatori, Istituzioni pubbliche e di tutti coloro che vogliano meglio capire il fenomeno Omeopatia.
È stato confermato, inoltre, che, diversamente del farmaco allopatico, il medicinale omeopatico-omotossicologico molto raramente provoca effetti collaterali (altissimo profilo di sicurezza) e – comunque – di scarso rilievo.
Non vi è dubbio che ciascuno sia libero di avere opinioni proprie e che, anche di fronte alle prove provate, possa negare o minimizzare l’evidenza.
Se questo atteggiamento può essere giudicato sostenibile a livello personale, non può né deve valere per coloro che ricoprono cariche e responsabilità pubbliche o istituzionali.
Questi hanno il dovere etico di essere costantemente aggiornati e di fare tutto il possibile per elevare lo standard qualitativo della vita dei cittadini, soprattutto in un ambito così delicato come quello che riguarda la salvaguardia della salute [Alivia M. et Al. – Towards salutogenesis in the development of personalised and preventive healthcare. EPMA Journal (2011)2: 381-384].
– Ci auguriamo che l’ulteriore diffusione e la presa di coscienza dei contenuti di questo volume, a 16 anni dalla prima edizione (2002), offra la possibilità ad un numero sempre crescente di persone di avere un’opinione obiettiva e serena su materie che da tanti anni sono ingiustamente avversate, come l’Omeopatia e l’Omotossicologia.
– Ci auguriamo, infine, che la conseguente consapevolezza di chi esercita responsabilità nazionali, regionali e locali nel settore della Sanità, possa apportare, a breve termine, miglioramenti sostanziali a favore della salute dei cittadini anche per l’assenza di effetti collaterali oggettivi dei medicinali omeopatici [Dantas F., Ramples H. – Do Homeopathic Medicines Provoke Adverse Effects? A Systematic Review. British Homeopathic Journal, 2000; 89: 70-74; Thompson E. – A preliminary audit investigating remedy reactions including adverse events in routine homeopathic practice. Homeopathy 93; 203-209; 2004; Bornhoeft G. et Al. – Effectiveness, safety and cost-effectiveness of homeopathy in general practice: summarized health technology assessment. FKKN, 2006; 13 (suppl 2); 19-29].
Può sembrare paradossale che quantità basse o infinitesimali di un principio attivo, sebbene diluito e dinamizzato attraverso un processo particolare come quello della produzione omeopatica, produca effetti biologici e terapeutici, ma questa è, secondo evidenza, la realtà.
– La scienza non può procedere per dogmi, ma solo per osservazioni oggettive e verificabili: se il fatto dimostrato non può essere ancora uniformemente interpretato da una teoria (ve ne sono molte, tuttavia), è la teoria che va rivista.
È questo il principio di progressione della scienza, non altro.
La medicina si afferma e procede grazie alle evidenze provate (EBM) ed al riconoscimento di queste.
Le opinioni ed i pregiudizi lascino campo aperto ai risultati ottenuti nei laboratori e nei Centri Clinici di Ricerca, affinchè – finalmente – si realizzi, nella salvaguardia dell’identità dei diversi approcci terapeutici, un’ottimale, reciproca integrazione tra Medicina Tradizionale e Medicina Low Dose omeopatica/omotossicologica.
Note
Nell’agosto 2005, The Lancet ha pubblicato un editoriale che fece molto scalpore, con pesanti ripercussioni a livello mediatico, dal titolo “La fine dell’Omeopatia”, nello stesso numero in cui Shang A. et Al. avevano comparato trial clinici omeopatici con trial di medicina convenzionale (Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlled trials of homeopathy and allopathy. The Lancet, 2005; 366: 726-732).
La review di Shang è stata molto criticata e non solo dagli omeopati, ma anche dagli epistemologi per i numerosi errori metodologici e per la disomogeneità di comparazione tra i risultati ottenuti con l’Omeopatia e con l’Allopatia.
– Nel novembre 2008 (European Committee for Homeopathy), George Lewith, Professore del Corso di Ricerche sulla Salute – Università di Southampton – UK, commenta: “la review non ha fornito indicazioni precise di quali trial siano stati analizzati. Questa non è prassi normale nella valutazione scientifica.
Se si assume che l’Omeopatia sia efficace per alcune malattie, ma non per altre o se si cambia la definizione di “trial allargato”, le conclusioni cambiano. Ciò indica la “poca forza” delle conclusioni di Shang; non sono affidabili”.
– Due pubblicazioni [Lüdtke R., Rutten A.L.B. – Le conclusioni sull’efficacia dell’Omeopatia sono molto dipendenti dal set di trial analizzati (titolo tradotto). Journal of Clinical Epidemiology, 61 (2008) 1197-1204;
Rutten A.L.B., Stolper C.F. – La meta-analisi di Omeopatia effettuata nel 2005: studio sui dati pubblicati (titolo tradotto). Homeopathy, 2008. Doi: 10.1016/j.homp.2008.09.008], evidenziano che:
- 1) L’analisi dei trials omeopatici di alta qualità portano a conclusioni pro omeopatia.
- 2) Gli 8 trials omeopatici inclusi nella review di Shang et Al. prendono in considerazione malattie diverse; se
l’Omeopatia è efficace per alcune malattie, ma non per altre, significa che non è un placebo. - 3) Le differenze con i farmaci convenzionali sono insignificanti.
- 4) Persistono forti dubbi sui criteri di scelta e selezione (non pubblicati) dei lavori inclusi nella review.
- 5) La conclusione di Shang A. et Al.: “debole evidenza di effetti specifici dell’Omeopatia – forte evidenza di effetti
specifici della Medicina convenzionale” fa intravedere un forte bias pro allopatia [nell’originale: hidden judgements infavourable to Homeopathy = giudizi criptici (nascosti) sfavorevoli all’Omeopatia].
– Le conclusioni di Lüdtke and Rutten e di Rutten and Stolper ribaltano completamente, criticandole, quelle a cui erano giunti gli Autori dell’articolo pubblicato su The Lancet.
Anche le pubblicazioni concernenti la corretta metodologia protocollare applicata alla low dose medicine per studi clinici selettivi sono in aumento [Adler U.C. et Al. – Homeopathy for depression: study protocol for a randomized, partially double-blind, placebo controlled, four-armed study. Trials, 2011 Feb 14; 12(1):43].