L’equilibrio acido-base nella donna

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Dr. Franco Vicariotto

Medico Chirurgo, Specialista in ostetricia e ginecologia

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Definizione dell’equilibrio acido-base

Quante volte hai sentito questa espressione? E quante volte ti sei chiesta quale fosse il suo significato o la sua incidenza nella normale vita quotidiana? Oggi proveremo a risolvere questi dubbi.

L’equilibrio acido-base è l’insieme di meccanismi che l’organismo mette in atto per mantenere un determinato pH nel sangue.

Qualora quest’ultimo dovesse alterarsi, i reni e i polmoni sarebbero obbligati a lavorare più del normale e, non riuscendo sempre a far fronte allo sbilanciamento, potrebbero verificarsi condizioni anomale.

Un buon bilanciamento di acidi e basi infatti determina un pH del sangue neutro, con valori che oscillano tra 7.35 e 7.45, e un conseguente normale svolgimento delle principali funzioni metaboliche.

Ogni alimento e bevanda che ingeriamo quotidianamente possiede una quantità di acidi e di basi, che influiscono sul pH del nostro sangue.

Gli alimenti acidi contengono un maggior numero di ioni idrogeno, mentre quelli basici hanno un maggior numero di ioni idrossido.

Il corpo utilizza queste sostanze in diversi modi.

Vediamo qualche esempio:

  • lo stomaco usa l’acido cloridrico per la digestione del cibo
  • il pancreas contribuisce alla digestione secernendo alcali, ovvero molecole basiche (bicarbonati)
  • i muscoli producono acido lattico durante l’attività fisica

Come si regola il pH del sangue

Un corpo sano riequilibra autonomamente il pH del sangue attraverso specifici meccanismi di compensazione, con l’aiuto dei reni, i quali scartano le scorie metaboliche, nonché dei polmoni, che collaborano eliminando l’anidride carbonica e l’acido carbonico.

In presenza di malattie, malnutrizione e altre condizioni di salute particolari, l’organismo non riesce da solo a far fronte all’eventuale disequilibrio che si genera, causando un accumulo di acidi o di basi.

L’acidosi respiratoria e l’acidosi metabolica sono causate dall’eccessiva presenza di acidi rispetto alle basi.

Esse si manifestano con affaticamento, confusione, mancanza di respiro nell’acidosi respiratoria e respiro accelerato in quella metabolica.

L'alcalosi invece si verifica quando i livelli delle basi sono troppo alti a causa della diminuzione dell'anidride carbonica o dell'aumento del bicarbonato.

I sintomi dell’alcalosi possono essere: spasmi muscolari, tremore alle mani, vertigini, disorientamento, nausea e vomito.

Appurato che tali condizioni si verificano solo in presenza di disturbi particolari, esse possono diventare gravi, se non trattate adeguatamente.

Nella maggior parte dei casi, i sintomi sopra descritti possono essere ricollegabili a fastidi lievi, come un’indigestione o uno stato influenzale; ma è sempre meglio parlarne col medico quando si manifestano, per capire quando è il caso di approfondire e quali sono i trattamenti da implementare.[1]

Valore del pH nella donna

Nella donna, il valore del pH vaginale ha un ruolo di primaria importanza poiché determina la capacità dell’ambiente interno di difendersi dall’eventuale aggressione di infezioni batteriche, virali e fungine.

Il pH ha una scala compresa tra 0 e 14; 0 indica la massima acidità, 14 la massima basicità e 7 il livello di neutralità.

Un pH vaginale normale deve essere acido, con un valore compreso tra 3,8 e 4,5.

L’ambiente acido fa sì che  batteri, virus e  funghi non trovino “terreno fertile” per proliferare, preservando dunque l’apparato uro-genitale da eventuali infezioni.

Il valore di pH vaginale però non è sempre lo stesso, potendo variare in base alla fase della vita di una donna.

Mestruazioni ed equilibrio acido base

Nel periodo premestruale e mestruale, il pH della vagina aumenta, diventando maggiormente basico.

Ciò significa che l’ambiente interno è maggiormente vulnerabile alle infezioni.

Ecco perché è sempre importante curare l’igiene intima, soprattutto in presenza di mestruazione.[2]

L’equilibrio acido-base in gravidanza

equilibrio acido base in gravidanza

Dato che l’equilibrio acido-base influisce sulla salute della persona, come abbiamo visto, è importante che in gravidanza il suo valore sia nella norma.

Si tratta infatti di preservare la salute della madre, ma anche quella del bambino.

L’alterazione del pH può determinare infezioni urinarie, ma anche situazioni più complicate e spiacevoli, come ad esempio una sofferenza fetale e addirittura l’aborto spontaneo.

Eseguire regolari esami del sangue e delle urine, quindi, risulta utile per comprendere quali sono le condizioni di salute generali della donna.

Non devi temere, il tuo ginecologo di fiducia saprà darti tutti i consigli per comprendere al meglio questo argomento e le indicazioni per affrontare eventuali problematiche.

pH del sangue in menopausa

Durante la menopausa, invece, sono principalmente i cambiamenti ormonali a determinare squilibri generali nell’organismo.

All’effetto di tali sbalzi non si sottrae il pH del sangue e quello urinario.

I bassi livelli di estrogeni in menopausa determinano un aumento del pH, che diviene basico.

In questo periodo, la donna è particolarmente vulnerabile a infezioni e altri fastidi, pertanto è importante fare prevenzione e farsi seguire da un medico esperto per capire quando è il caso di sottoporsi ad esami specifici e in che modo trattare eventuali anomalie.

Squilibri del pH, cosa succede al corpo della donna

Gli squilibri del pH vaginale possono determinare la proliferazione di alcuni batteri, i quali causano infezioni più o meno gravi.

Vaginosi batterica

La vaginosi batterica è un’infezione batterica abbastanza diffusa.
Essa si manifesta con cattivo odore, perdite giallognole e dense, prurito intimo e qualche volta bruciore durante la minzione.
È possibile trattare la vaginosi batterica con soluzioni a base di lactobacilli e e medicinali low dose che rinforzano le difese specifiche.

Trichomonas vaginalis

Il Trichomonas vaginalis è un protozoo che causa un’infezione vaginale sessualmente trasmissibile e curabile con idonee terapie.
I sintomi tipici sono: prurito, bruciore, perdite maleodoranti giallognole o verdastre, raramente piccole macchie ematiche.

Candidosi vaginale

Si tratta di un’infezione fungina che si presenta con perdite vaginali biancastre e inodori, in alcuni casi prurito e bruciore intimo.
È possibile curare la candidosi con medicinali  antimicotici oppure con soluzioni specifiche.[3]

 

Esistono numerose possibilità di cura anche low dose di queste problematiche, a seconda delle circostanze potendo disporre di terapie locali o generali. La loro causa spesso dipende anche da squilibri intestinali che dovranno essere debitamente indagati per una risoluzione più incisiva e duratura.

 

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