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Nevralgia
Dr. Alberto Trippetti
Medico Chirurgo. Specialista in Endocrinologia.
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Cosa significa nevralgia e di cosa si tratta
La parola “nevralgia” deriva dal greco "neuron" (nervo), e "algos" (dolore) e si manifesta a causadell’infiammazione, irritazione o trauma di un nervo danneggiato del midollo spinale oppure del cervello; tipicamente, sono episodi dolorosi brevi e parossistici, sebbene possa verificarsi anche un dolore neuropatico continuo per diversi mesi o addirittura anni.[1]
I nervi svolgono una funzione importante nel corpo umano, perché trasportano le informazioni dalla periferia al sistema nervoso centrale (SNC) e viceversa.
Anche la correlazione tra mondo esterno ed interno avviene attraverso la conducibilità dell’impulso elettrico lungo le fibre nervose fino al SNC e le percezioni dei nostri organi di senso tattile, olfattivo, gustativo, oculare e uditivo diventano suono, immagine, sapore, odore, ecc. trasformate dal cervello.
Anche gli impulsi nocicettivi, ovvero gli stimoli dolorosi, così come quelli motori, che permettono i movimenti, vengono condotti nello stesso modo.
Per questa ragione, subire un danno a un nervo comporta dolore, a volte lancinante e continuo, tale da compromettere la qualità della vita quotidiana.
In genere, questa condizione è più comune fra le persone in età avanzata, ma può interessare soggetti di qualsiasi età.[2]
La nevralgia può colpire qualunque distretto corporeo, ma le aree più interessate sono il volto (nevralgia del trigemino), gli arti superiori (cervicobrachialgia) ed inferiori (sciatalgia), la colonna lombo sacrale (lombalgia, ischialgia) e le costole (nevralgia intercostale).[3]
Sintomi
Parte del nome di questa infiammazione dei nervi già identifica la comparsa del sintomo principale della nevralgia, ovvero il dolore.
Tuttavia, il dolore, che può manifestarsi in diversi momenti e in diverse forme, non è l’unico sintomo della nevralgia.
Gli ulteriori segnali più comuni per riconoscere la nevralgia sono:
- dolore intenso, prurito, formicolio o sensazione di bruciore
- gonfiore dell’area interessata
- ipersensibilità (iperestesia)
- debolezza del muscolo dove il nervo è infiammato.
Il dolore, inoltre, può anche durare pochi minuti o pochi secondi e può comparire o scomparire per intere giornate o settimane.[4]
Inoltre, a seconda del tipo di nevralgia può apparire in diverse aree del corpo; ad esempio, il dolore al volto è tipico della nevralgia del trigemino.[5]
Come diagnosticare una nevralgia
Poiché si potrebbe confondere la nevralgia con altri disturbi, come ad esempio l’emicrania, il primo step per diagnosticarla è recarsi dal proprio medico curante e descrivere accuratamente i sintomi che si avvertono.
Solo in questo modo risulterà più semplice restringere il range di patologie potenzialmente inerenti, consentendo una più corretta diagnosi differenziale, attraverso l’esame obiettivo e il riscontro di alcuni segni tipici che potranno richiedere esami strumentali di approfondimento.[6]
Gli esami più comuni variano da una semplice Radiografia (Raggi X) ai più approfonditi TC (Tomografia Computerizzata) e Risonanza Magnetica (RM) del distretto interessato, talvolta l’Elettromiografia[7] per evidenziare con particolare accuratezza il danno della radice nervosa interessata (cervicale, dorsale, lombare, facciale ecc.).
Spesso la causa scatenante è talmente evidente che non è richiesto nessun esame strumentale, se non quello clinico semeiologico: basti pensare ad un Herpes Zoster, dove le maculo/papule che decorrono lungo il percorso del nervo interessato rendono facile la diagnosi.[8]
Chi cura la nevralgia
Se è la prima volta che avverti questo disturbo puoi recarti come detto, dal Medico di Medicina Generale (MMG) per avere una diagnosi di certezza ed eventualmente una terapia specifica per alleviare il dolore e il disturbo. Solo successivamente, se il problema persiste, si renderà necessario il consulto da uno specialista, che in questo caso può essere il neurologo, con competenze utili a diagnosticare e curare le patologie a carico del Sistema Nervoso.[9]
Altri specialisti che possono essere coinvolti nel trattamento delle nevralgie sono:
- l’algologo, cioè l’anestesista esperto nella terapia del dolore[10]
- il fisiatra o il fisioterapista, per garantire al paziente un’eventuale riabilitazione all’uso della parte colpita.[11]
Nevralgia con emicrania
Il mal di testa è un disturbo molto comune e può colpire persone di ogni età.
Il dolore può derivare da cause differenti, quali: tensione, stress, malattie o traumi. Per questo è molto importante non sottovalutare mai i sintomi,[12] che in genere sono:
- dolore continuo o a fitte
- senso di stordimento
- ipersensibilità agli stimoli esterni
- stanchezza e senso di pesantezza agli occhi
- nausea
Talvolta questi sintomi si accompagnano a febbre, cambiamenti cognitivi o di personalità, eruzione cutanea e disturbi del linguaggio: ciò indica complicazione, che richiede approfondimenti adeguati.[13]
Tra le varie tipologie di mal di testa, si distinguono le cefalee (come l’emicrania) e la nevralgia di Arnold, un tipo di cefalea invalidante, caratterizzata da un dolore intenso, lancinante e pulsante, simile a una scossa elettrica, di durata variabile (pochi secondi o alcuni minuti) che si origina nella zona occipitale.[14]
Chi soffre di nevralgia da emicrania è particolarmente sensibile alla luce.
Possono essere d’aiuto tecniche di rilassamento, massaggi, riposo e applicazione di impacchi caldi, ma l’automedicazione è sconsigliata, preferendo l’identificazione precisa della causa scatenante, che necessita di una visita approfondita.[15]
Nevralgia da contrattura
La contrattura di un muscolo può comportare infiammazione o irritazione di uno o più nervi della zona interessata.
Questo dolore viene comunemente definito nevralgia da contrattura.[16]
L’infiammazione del nervo può insorgere per:
- un uso troppo intenso o prolungato del muscolo
- un gesto brusco o uno strappo muscolare
- un eccessivo allenamento fisico
- un disturbo articolare cronico, come ad esempio l’artrosi.
Per contrastare la nevralgia da contrattura il medico generalmente consiglia l’assunzione di idonei medicinali e un trattamento fisico che rilassi e distenda i muscoli, come la fisioterapia e/o massaggi.[17]
Nevralgia post erpetica
La nevralgia posterpetica (PHN) è la più comune complicanza a lungo termine della riattivazione del virus Varicella-zoster (VZV), anche noto come fuoco di Sant'Antonio.
Il disturbo ha durata variabile e si accompagna a dolore intenso e bruciore.
Talvolta può comportare anche formicolio, prurito e intorpidimento della zona interessata.[18]
Il medico esperto dispone di:
- esami del sangue che identificano la presenza del virus anche in modo latente e non immediatamente apprezzabile
- indicatori che valutano il potenziale rischio di riattivazione virale
- indagini di laboratorio che determinano la capacità di risposta immunitaria soggettiva.
In base ai risultati, sceglierà la terapia più consona, scelta in base alle caratteristiche emerse e alla capacità reattiva individuale.
Essa sarà diversificata secondo la tempistica necessaria al contesto specifico, dovendo essere il più tempestiva possibile in caso di acuto o prima manifestazione, mentre più differita e prolungata nel tempo in caso di cronicità.[19]
L’obiettivo di una completa guarigione sarebbe auspicabile, dato che non di rado il problema si ripresenta con progressiva periodicità, talvolta anche con ininterrotta sofferenza, con importante compromissione della qualità di vita.
La Medicina delle basse dosi e la Microimmunoterapia sono importanti mezzi a disposizione: in mani esperte, sono in grado di migliorare parecchio il patimento conseguente.
Nevralgia ai denti
La nevralgia dentale è un disturbo molto comune ed è causato dall’infiammazione di una o due branche del nervo trigemino (mascellare, mandibolare, o entrambe).[20]
Il sintomo principale della nevralgia dentale è l’intenso dolore al dente prodotto dall’infiammazione (pulpite) del tessuto nervoso al suo interno (polpa dentale), spesso accentuato dal masticare, lavare i denti, parlare, etc.
Il dolore è spesso accompagnato da:
- gonfiore
- ipersensibilità al tatto
- bruciore
- fastidio nell’assunzione di bevande troppo fredde o troppo calde
- disturbi a volto e testa, nella zona di distribuzione del nervo
- intorpidimento della parte interessata.[21]
Il nervo è ricoperto da una guaina mielinica che funge da isolante (come la gomma di protezione a rivestimento di un cavo elettrico) che, se danneggiata, è una delle principali cause della nevralgia.
Altre cause possono derivare da interventi chirurgici, dall’estrazione di uno o più denti o dall’eruzione dei denti del giudizio, che non trovando spazio sufficiente, creano infiammazione e relativo disagio.
Più raramente, la nevralgia può essere conseguente a sclerosi multipla (patologia degenerativa che produce lesioni alla guaina mielinica dei nervi) o dalla presenza di una neoplasia.
In tutti questi casi è necessario rivolgersi al proprio Medico di Medicina Generale e/o Odontoiatra di fiducia per individuare la causa e stabilire un idoneo piano di cura.
Nel frattempo, è preferibile evitare cibi elaborati difficili da digerire o da masticare (particolarmente duri), escursioni termiche esagerate (brodo o bevande bollenti, o troppo fredde), sostanze alcoliche, eccitanti nervini (troppi caffè, thè, bevande energetiche) e fumo.[22]
Nevralgia del Trigemino
La nevralgia del trigemino è una tra le forme più diffuse di nevralgia, solitamente causata dalla compressione dell’omonimo nervo alla base del cervello, a sua volta generata da un difettoso percorso anatomico o da un’anomala dilatazione di un'arteria o di una vena.[23]
Il trigemino è il quinto nervo cranico e si divide in tre branche distinte: oftalmica, mascellare emandibolare.
Questo nervo ha funzioni motorie e sensitive, perché trasmette al cervello gli stimoli della sensibilità e, sempre dal cervello, riceve gli impulsi motori.
Definita anche nevralgia facciale, questa patologia comporta dolore acuto al viso, alle guance, alla mascella, ai denti, alle gengive, agli occhi e alla fronte.
I sintomi più comuni di nevralgia del trigemino sono:
- fitte lievi o acute e violentissime
- difficoltà a masticare e a parlare
- dolore scatenato dal lavaggio dei denti o dal radersi (trigger points)
- ipersensibilità al contatto.
Solitamente iniziano e terminano in modo brusco e le fasi di remissione hanno una durata variabile.
Tra le cause, oltre a quella vascolare già citata, si annoverano:
- malattie infiammatorie o degenerative
- l’invecchiamento
- una lesione cerebrale o altre malattie che portano all’anomala stimolazione del nervo.[24]
La nevralgia del trigemino tende a colpire maggiormente le persone adulte, nello specifico donne e anziani.[25]
La diagnosi è in genere determinata clinicamente, sebbene possano essere necessari studi di imaging o il rinvio a test specializzati per escludere altre malattie.[26]
Una volta accertata inequivocabilmente, il medico, data l’inesistenza di una cura che ne garantisca la risoluzione,[27] di solito prescrive al paziente farmaci palliativi del dolore oppure propone la soluzione chirurgica, che prevede la decompressione del nervo tramite interposizione di idoneo mezzo separatore.[28]
Nevralgia cervicale
La nevralgia cervicale, chiamata anche nevralgia occipitale, è un disturbo molto comune che colpisce la parte posteriore della testa, nelle distribuzioni del nervo occipitale maggiore, del nervo occipitale minore, del terzo nervo occipitale o di una combinazione dei tre.[29] Si manifesta con un forte dolore alla nuca.
I sintomi più comuni sono:
- dolori alla testa, in zona soprattutto retronucale
- dolore pulsante all’occipite
- fitte alla nuca, in entrambi i lati o da un lato soltanto.[30]
Generalmente chi ha dolore alla nuca, ha anche altri tipi di dolori legati alla cervicale, quali: irrigidimento dei muscoli del collo e, posteriormente, delle spalle, difficoltà a girare il viso verso le due rispettive spalle o avanti/indietro, affaticamento visivo, vertigini, sbandamento e nausea.
La nevralgia cervicale può derivare da:
- un’attività fisica intensa
- un colpo d’aria
- una postura scorretta.
Il dolore alla nuca può essere collegato non solo alla nevralgia, potendo dipendere anche da altre patologie: è quindi sempre consigliabile rivolgersi ad un medico.
È fondamentale la diagnosi differenziale per questa condizione, che orienta la richiesta di approfondimenti diagnostici specifici da parte del curante.
Esistono diverse modalità di trattamento; le più comuni sono:
- fisioterapia
- crioterapia
- massaggio decontratturante e rilassante.
Diversi i medicinali che possono essere prescritti dal medico per la cura di questo disturbo, palliativi del dolore e della contrattura muscolare che spesso lo genera.
Simbolicamente, questa parte del corpo (la cosiddetta “groppa”) rappresenta il peso delle responsabilità, talvolta soverchio rispetto alla nostra capacità di resistenza fisica: affrontare il disturbo anche sotto questo profilo può rendere maggiormente consapevoli di ciò che è accettabile nella nostra vita rispetto a ciò che non lo è, permettendo di risolvere sia il conflitto che il malessere.
In casi estremi e selezionati si può infine ricorrere a diverse procedure interventistiche avanzate.[31]
Proteggere la parte con una sciarpa, mantenerla in una condizione di comfort ottimale, correggere la postura e non fare sforzi eccessivi aiutano il recupero funzionale.
La Medicina delle basse dosi dispone di numerose possibilità di trattamento, potendo decontrarre la parte specifica, modulare il dolore derivante, alleviare il carico sul segmento di colonna vertebrale cervicale interessato e sui tessuti molli inerenti. Anche Agopuntura e Osteopatia possono recitare la loro parte, come altrettanto una maggior consapevolezza emozionale.
Nevralgia intercostale
La nevralgia intercostale origina dai nervi intercostali.
I sintomi più comuni sono sensoriali, tra cui:
- dolore intercostale
- formicolio e dolore toracico anteriore e/o posteriore
- difficoltà inspiratoria
- dolore alla schiena.
I casi gravi manifestano anche una funzione motoria compromessa.[32]
La nevralgia intercostale comporta un dolore acuto e lacerante che aumenta man mano che si sottopone il corpo a sforzi intensi, a respiri profondi, a starnuti, tosse o anche risate.
Le cause della nevralgia intercostale possono essere diverse; le più note includono:
- fratture costali dovute a traumi
- interventi chirurgici che prevedono l’apertura del torace
- infezioni virali (Herpes Zoster) e/o batteriche
- compressione di una o più radici nervose emergenti dalla colonna vertebrale dorsale nel tratto toracico
- gravidanza.
Merita un consulto medico qualsiasi dolore intercostale con le caratteristiche appena descritte o per il quale si sospettino cause scatenanti serie, al fine di avere maggiore chiarezza sul disturbo e cercare, nel più breve tempo possibile, un’efficace soluzione.
Solitamente, il curante prescrive palliativi antidolorifici se momentaneamente necessari o, nel caso sia accertata la causa, i più appropriati medicinali/mezzi per la sua rimozione (cura dell’Herpes Zoster, decompressione delle radici nervose colonnari, fisioterapia).
Laddove sia strettamente necessario e senza alternativa, la terapia convenzionale può anche prevedere l’intervento chirurgico, da prendere in considerazione solo come modalità estrema.[33]
Anche per questa tipo di nevralgia esistono trattamenti con Medicinali a bassa dose o di MicroImmunoTerapia (Herpes Z.), mirati a modulare il dolore, soprattutto se cronico, a equilibrare l’ipersensibilità nervosa, a facilitare la remissione di ematomi e edemi, a rilassare la muscolatura, a frenare le manifestazioni da riattivazione virale. Come per la nevralgia cervicale, anche per quella intercostale sia l’Agopuntura che l’Osteopatia possono dare concreto beneficio.
Nevralgia: rimedi e trattamento
Consultare il medico è il primo passo da compiere nel momento in cui si manifesta una nevralgia, per rimediare al problema in modo efficace e duraturo.
Nei casi meno gravi, i farmaci maggiormente prescritti in acuto dallo specialista sono: analgesici e antidolorifici.[34]
Nella Medicina Convenzionale si dispone di poche possibilità di modulazione del dolore da ipersensibilità nervosa; al contrario, in quella delle basse dosi (Non Convenzionale) le possibilità di intervenire sono numerose e meglio tollerate (minori effetti indesiderati), che vanno scrupolosamente scelte da mano esperta in base alla soggettiva necessità.
Nei casi più avanzati, invece, sarà possibile l’approccio chirurgico, ma soltanto come soluzione estrema, eccezion fatta per la nevralgia del trigemino, dove risulta essere d’elezione (la prima scelta), anche per la scarsa efficacia e tollerabilità dei medicinali che la curano.
Se trascurato per molto tempo, il disturbo da nevralgia provocherà la progressiva perdita di efficacia anche dei farmaci prescritti dallo specialista, che non daranno più sollievo.
Per questo è consigliabile anzitutto condurre uno stile di vita sano, praticare esercizi per distendere i muscoli (come Pilates[35] o Tai chi[36]) e tenere sotto controllo l’alimentazione.
Nella propria dieta, infatti, è preferibile includere cibi quali:
- cereali integrali
- legumi
- carne bianca bio da allevamento a terra
- pesce azzurro fresco
- frutta e verdura fresche, di stagione e a km zero.
Inoltre, è possibile ricorrere all’uso di piante ad azione analgesica e antinfiammatoria in grado di lenire la nevralgia, come ad esempio il sambuco o il salice.
L’aromaterapia, inoltre, è un altro valido alleato perché gli oli essenziali sono analgesici e antinfiammatori.
Se abbinati ad una crema neutra e massaggiati sulla parte del corpo colpita da nevralgia, possono alleviare il dolore e dare un sollievo immediato.
Come già detto nei singoli paragrafi, la Medicina delle basse dosi può essere un valido supporto per ridurre il dolore, modulare irritazioni e infiammazione, migliorare la conduzione del nervo, frenarne il decadimento degenerativo, aiutare la bonifica di certe infezioni virali (MicroImmunoTerapia) che ne compromettono la normale funzione, rilassare la muscolatura.
Solo il medico esperto è in grado di fornire le giuste indicazioni per una terapia soggettiva ed è quindi necessaria la sua intermediazione per una visita che la identifichi correttamente.
Osteopatia[37],[38],[39] e Agopuntura[40] hanno documentati effetti benefici sul dolore muscolo-scheletrico e dei tessuti molli, comprese contratture e nevralgie, potendo affiancare gli altri suggerimenti di trattamento utili ad una remissione completa o, dove non possibile, per una buona qualità di vita, che consenta tolleranza delle eventuali residue manifestazioni.
Infine, ricorda di non condurre una vita troppo sedentaria e di prestare sempre attenzione alla postura, in modo da non perdere mai il coordinamento e il tono muscolare.[41]
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[4] Wilhour D, Nahas SJ. The Neuralgias. Curr Neurol Neurosci Rep. 2018 Aug 16;18(10):69. doi: 10.1007/s11910-018-0880-0. PMID: 30116913.
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