Cosa mangiare con la Gotta?
Dr.ssa Valentina Guttadauro
Biologa Nutrizionista e Farmacista ospedaliera.
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In questo articolo
Che cosa è la gotta
La gotta è una malattia del metabolismo, caratterizzata da attacchi acuti di artrite ricorrenti, determinati da un deposito di cristalli di acido urico nelle articolazioni.
L'acido urico è il prodotto finale del metabolismo delle purine, acidi nucleici prodotti non solo direttamente dal nostro corpo, ma introdotti anche tramite la nostra alimentazione.
Il nome “purine” si riferisce a un tipo specifico di molecola che si trova nel DNA e nell'RNA delle cellule e sono elementi costitutivi di tutti gli esseri viventi.
La gotta è quindi causata da una situazione di iperuricemia cronica, ovvero la presenza nel sangue di livelli elevati di acido urico. Questa è una sostanza di scarto prodotta ed espulsa dai nostri reni per mantenerne i livelli sanguigni adeguati, ma, in particolari condizioni, la sua concentrazione può aumentare nel sangue e causare, talvolta, gotta.
Questa forma complessa di artrite colpisce, nel 75% dei casi, l’articolazione dell'alluce ed è per questo che è chiamata volgarmente “podagra”.
L’incidenza sembrerebbe maggiore sugli uomini, anche se sulle donne aumenterebbe drasticamente con la menopausa. Gli attacchi in forma acuta sono molto dolorosi perché si tratta di un’infiammazione.
I sintomi della gotta sono quasi sempre molto evidenti e spesso si presentano in maniera improvvisa. Può insorgere infatti un dolore acuto alle articolazioni che si arrossano, si gonfiano e diventano più sensibili.[1]
Con il passare del tempo però gli attacchi si possono intensificare sia nella frequenza che nella durata ed estendersi a un maggior numero di articolazioni come polsi, caviglie, talloni, ginocchia, dita delle mani, gomiti. Possono durare alcuni giorni e poi risolversi spontaneamente, non alterando particolarmente la qualità della vita della persona.
Quando la gotta colpisce il piede, invece diventa alle volte anche impossibile indossare le scarpe, compromettendo la normalità quotidiana.
Nei soggetti con malattia di lunga durata e non trattata, si può sviluppare la gotta tofacea. È una condizione caratterizzata dalla presenza di tratta di noduli di cristalli di acido urico circondati da tessuto infiammatorio e fibroso, duri al tatto e dolorosi, chiamati “tofi”.[2] Le sedi più colpite sono le strutture intorno alle articolazioni, il lobo delle orecchie ed i reni.
Perché aumenta l’acido urico
Le cause di uricemia o acido urico alto possono essere diverse e comprendono patologie a carico dei reni come insufficienza renale, calcoli e rene policistico, ma anche un’alimentazione sbilanciata e con elevato consumo di alimenti ricchi di proteine animali come carne rossa, cacciagione e frattaglie. Anche una scarsa idratazione può determinare un aumento di acido urico nel nostro sangue.
Ecco perché diventa necessario bere almeno 2 litri di acqua oligominerale nel corso dell’intera giornata e non stare per lunghe ore senza idratazione e correggere le nostre abitudini alimentari, se non salutari ed equilibrate.
Corrette abitudini alimentari
Una corretta ed equilibrata alimentazione fornisce all'organismo tutti i nutrienti necessari al suo funzionamento e al suo fisiologico smaltimento di scorie e tossine.
Ecco perché è fondamentale introdurre alimenti che in grado di contribuire all’aumento dell’escrezione di acido urico e ridurre quelli che inducono la ritenzione, come lipidi e zuccheri presenti non solo nei dolci ma anche nei carboidrati raffinati come pane bianco, riso brillato, pasta non integrale e bevande zuccherate.
Ecco perché bisogna diminuire tutti i cibi che inducono infiammazione e ne amplificano l’effetto come tutti gli alimenti industriali, manipolati, elaborati.[3]
Mangiare frutta e verdura ricche di vitamina C, come peperoni rossi, broccoli, arance, kiwi, manghi, fragole e banane, potrebbero contribuire a ridurre il livello di acido urico circolante.
Il consumo dei legumi è consigliato con moderazione, dando la preferenza al consumo di ceci e piselli rispetto a quello di fagioli e lenticchie.
Alimenti da usare con moderazione
I soggetti a rischio di gotta o chi ne soffre periodicamente, dovrebbero consumare con moderazione gli alimenti ricchi di purine perché queste sono proprio queste le sostanze che vengono trasformate dal nostro organismo in acido urico.
Attenzione ai frutti di mare e quindi ostriche, cozze, vongole, aragosta e pesci come salmone affumicato e pesce azzurro come sardine e alici.
Non esagerare con salumi o insaccati vari ma anche con frattaglie (come fegato, animelle, rognone, cervello), carne rossa, ma anche pollame.
I pesci a medio contenuto di purine invece comprendono spigola, carpa, cernia, luccio, merluzzo, nasello, palombo, sogliola, rombo, trota.
In caso di gotta è importante moderare il consumo di frutta secca.
Anche il metodo di cottura è importante: per non usare molti grassi sarebbe preferibile utilizzare la cottura al vapore, la bollitura o la piastra.
Caffè e acido urico
Bere caffè regolarmente sembrerebbe avere un effetto positivo sui livelli di acido urico nel sangue, riducendo così il rischio di gotta. Ricordiamoci però che eccessive dosi di caffè possono compromettere l'assorbimento di minerali importanti come il ferro.[4]
Consigli
Una alimentazione ricca di verdure e cereali integrali diminuisce il rischio di gotta, probabilmente perché favorisce l'eliminazione di acido urico o perché la fibra riduce l'assorbimento delle purine nel tratto digestivo o forse anche perché in genere chi consuma più verdure e fibre tende ad avere complessivamente delle abitudini alimentari più salutari.
L'esercizio fisico aerobico moderato può favorire il calo ponderale e contrastare l'iperuricemia e i conseguenti attacchi di gotta.
[1] Yamanaka H., Gout and hyperuricemia in young people, in Curr Opin Rheumatol, vol. 23, n. 2, marzo 2011,
[2] Patologia medica, Piccin, 1989
[3] Maurice E. Shils, Moshe Shike, A. Catharine Ross, Benjamin Caballero e Robert J. Cousins, Modern Nutrition in Health and Disease, Lippincott Williams & Wilkins, 18 agosto 2005
[4] Choi HK, Curhan G, Coffee, tea, and caffeine consumption and serum uric acid level: the third national health and nutrition examination survey.
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