Acqua biologica come sistema informazionale

Come avvengono le comunicazioni a livello biologico

Si è assunto convenzionalmente che la comunicazione a livello biologico possa avvenire unicamente attraverso molecole. Difatti la visione attuale definita da modelli ligando-recettore prende in considerazione, a livello informazionale, solamente molecole messaggere come ormoni, neurotrasmettitori, interleuchine, ecc., che legandosi a specifici recettori mettono in moto cascate biochimiche di risposta.

Secondo quanto postulato da Paul Ehrlich (1854-1915) e Alfred Joseph Clark (1885-1941) queste risposte biologiche aumentano proporzionalmente al numero di recettori occupati, per ogni evento si innesca una risposta di tipo “tutto o niente”, ogni molecola si lega ad un proprio recettore così come succede con una chiave e la propria serratura, il legame di una molecola con il proprio recettore non interferisce in alcun modo con la funzione di un altro recettore. Da tutto ciò si comprende come questo modello, attualmente accettato, sia strettamente locale e strettamente lineare.

Negli organismi viventi complessi tuttavia, la comunicazione non è mai locale e mai lineare, non vi è mai una risposta “tutto o niente” ma è sempre presente una modulazione del segnale/informazione che si origina. Pertanto, gli organismi viventi non sono interpretabili attraverso una visione semplicistica, ma seguono dinamiche complesse.

Elettromagnetismo

Come messo in evidenza da numerosi ricercatori, uno dei sistemi di comunicazione tra organismi complessi è rappresentato dall’elettromagnetismo (EMF), capace sia di connettere atomi e molecole (H. Frohlich 1968; 1977; 1980) (E. Del Giudice 1986; 2010) (E. Del Giudice, G. Preparata 1994) (W.J.Freeman, G. Vitiello 2001) (F.A. Popp 2002) (L.S. Brizhik, A. Eremko 2003) (A. Tedeschi 2010) sia di essere responsabile dell’ auto-organizzazione dell’ecosistema (L.S. Brizhik 2009).

L’EMF agisce come sistema informazionale capace di interessare simultaneamente un grande numero di composti molecolari.

Le molecole non si muovono per diffusione ma per attrazione dovute all’EMF che è in grado, peraltro, di aumentare anche la frequenza di reazioni chimiche (L.S. Brizhik 2011).

L’acqua come struttura informazionale

L’acqua, uno dei componenti più rappresentati negli organismi complessi, gioca un importante ruolo nei processi di comunicazione, in quanto risulta essere la struttura intorno alla quale si organizzano molecole biologiche secondo una stretta interazione tra elettrodinamica e chimica (L.S. Brizhik 2011).

Per certi aspetti il ruolo dell’acqua nei sistemi viventi non è casuale o estemporaneo. La capacità dell’acqua di essere modificata da campi energetici permette a tale liquido di interagire in modo essenziale con la materia biologica. L’acqua è in grado di conservare informazioni elettromagnetiche e questa caratteristica, non ancora del tutto dimostrata, pare essere collegata alle caratteristiche chimico-fisiche delle molecole di ossigeno (M. Colic 1998).

Coerenza e domini di coerenza

Una caratteristica fisico-chimica dell’acqua biologica è la capacità di abbassare il proprio stato entropico generando un maggiore ordine molecolare, ossia capacità di organizzarsi in maniera coerente.

In fisica uno stato di coerenza si riferisce ad una funzione ondulatoria, in cui all’interno di un sistema le onde assumono tutte la stessa fase.

L’acqua coerente è organizzata in domini di coerenza (CD), strutture capaci di trasformare bassi livelli energetici ad alta entropia in alti livelli energetici con bassa entropia che possono indurre specifiche reazioni chimiche (Marchettini 2009).

Una caratteristica esclusiva dell’acqua coerente è quella di restare coerente senza dover liberare energia elettromagnetica all’esterno.

In un CD le molecole di acqua oscillano all’unisono (risuonano) con un campo elettromagnetico che ha frequenza uguale alla frequenza di oscillazione degli atomi di cui sono costituite.

Pertanto, molecole non acquose catturate dal dominio entrano in risonanza col dominio stesso che le conduce ad uno “stato eccitato” ossia ad uno stato di attivazione.

Tali reazioni sono possibili solo se le molecole disperse nel mezzo acquoso sono in basso numero (< 1% soluto-solvente) (Marchettini 2009).

Il segnale elettromagnetico generato dal DNA e il trasferimento del segnale all’acqua

È stato scoperto che il DNA di alcuni batteri o virus, altamente diluito, è il principale responsabile dell’avvio del segnale elettromagnetico a bassa frequenza nell’acqua. (Montagnier 2009). Questa caratteristica è un tag indelebile trasmesso alle strutture molecolari dell’acqua (Montagnier 2015).

Non può essere un caso che alcuni segnali elettromagnetici siano associati ad alcune patologie, in particolare quelle croniche.

In condizioni naturali, l’EMF e le nanostrutture di acqua potrebbero giocare un ruolo chiave nel trasporto di informazioni del DNA di agenti infettivi, mentre non essendoci la presenza fisica dell’agente infettivo stesso, il sistema immunitario non ha modo di rispondere e non può esservi risposta a trattamenti farmacologici. Non si può escludere che queste onde elettromagnetiche, generate dal DNA, abbiano un ruolo nella regolazione della fisiologia degli organismi viventi. (Montagnier 2015).

È stato dimostrato che l’acqua biologica è capace di trasportare informazioni genetiche altamente diluite, codificanti una specifica patologia. Soggetti positivi per l’HIV mostravano nel plasma la presenza di un segnale elettromagnetico generato da DNA nel quale era integrato il genoma virale, segnale assente nei soggetti non infettati (Montagnier 2015).

Specifici EMF sono stati rilevati in diverse patologie come la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la Sclerosi Multipla, neuropatie e patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide. Segnali elettromagnetici sono stati rilevati non solo nel plasma di soggetti ammalati, ma anche nei loro globuli rossi. Questo rappresenta senza dubbio un dato interessante considerato che queste cellule non contengono DNA e che i virus non sono in grado di legare la membrana degli eritrociti.

La “exclusion zone” di Gerard H. Pollack

Quando si parla di acqua biologica si intende tutta l’acqua presente in un organismo vivente, sia quella all’interno della cellula (intracellulare), sia quella presente nella matrice extracellulare, fatta esclusione di quella presente nei vasi, nell’intestino e in organi quali vescica, stomaco o quella presente nei vacuoli all’interno di alcune tipologie cellulari.

Quest’acqua biologica è in contatto con le membrane cellulari e con le macromolecole biologiche.

In prossimità delle membrane cellulari, l’acqua si riorganizza autonomamente creando uno strato di poche centinaia di micrometri fatto di acqua ordinata molto più simile all’acqua intracellulare rispetto a quella extracellulare. (J.M. Zheng e G.H. Pollack)

Questo strato di acqua interfacciale, denominata “exclusion zone” (EZ) da G.H. Pollack, è caratterizzata da acqua purissima, con caratteristiche peculiari e capace di auto-depurarsi. Condizione necessaria affinché questo fenomeno avvenga è la presenza di un campo elettromagnetico fotonico che permette di escludere particelle minuscole dalla EZ. Curioso il fenomeno in cui alcuni soluti, che normalmente si dissolvono nell’acqua extracellulare, sono esclusi dall’acqua interfacciale e non riescono a dissolversi in quest’ultima (S. Chirumbolo 2012).

L’acqua della EZ si presenta come una struttura cristallina, ordinata e pura con peculiari caratteristiche biofisiche come differente resistenza elettrica, viscosità più elevata, variazione del valore di PH ed evidente carica negativa. Quest’acqua non congela ed è coinvolta nella formazione di una rete di legami idrogeno con le macromolecole biologiche.

Si parla, dunque, di quarta fase dell’acqua, un nuovo stato di aggregazione, caratterizzato da una forma intermedia tra acqua in forma liquida e acqua in forma solida.

Un aspetto significativo dello strato EZ è la sua struttura dinamica oscillatoria costituita da strati coerenti e non coerenti di acqua in cui si verificano fenomeni di scambio elettronico in grado di dare energia sufficiente per il trasporto veloce dei soluti molecolari. (G.H. Pollack 2009)

Questi ed altri dati dimostrano che l’acqua biologica ricopre un ruolo significativo nel veicolare, amplificare e trattenere per un certo periodo di tempo informazioni biologiche (M. Colic 1999).

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