Colite, come riconoscerla e alleviare l'infiammazione

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Dr. Luigi Coppola
Dr. Prof. Luigi Coppola

Medico Nutrizionista, Esperto di Medicine Complementari, Docente Universitario di Nutrizione Clinica e Dietetica Applicata.

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La colite è un disturbo infiammatorio della mucosa di rivestimento del secondo tratto dell’intestino, il colon, definito anche intestino crasso.[1]

L‘intestino tenue, che precede il colon o crasso, è deputato alla digestione e assorbimento dei nutrienti necessari alle normali funzioni delle nostre cellule. Il colon, che lo segue, processa la parte di cibo rimasto indigerito, trasformandolo in prodotto finale di scarto.

L’intestino crasso è lungo circa 1,5 metri e può essere sommariamente suddiviso in colon ascendente, colon trasverso, colon discendente e colon sigmoideo.

L’intero tratto ha diverse funzioni vitali per l’organismo: riassorbire l’acqua, trasformare la restante parte dei nutrienti e trasportare i residui da eliminare (ossia le feci) fino al retto.

Quando la mucosa che ne ricopre la parete interna si infiamma insorge la colite.[2]

Esistono diverse forme di colite che vengono classificate a seconda della causa e della durata.

In genere le coliti vengono classificate in:

  • colite primaria, quando ha origine direttamente nel colon
  • colite secondaria, quando è causata da alterazione localizzata in altro tessuto, ma che si manifesta nel colon
  • colite acuta, se l’insorgenza è improvvisa con dolori addominali, stipsi o diarrea
  • colite cronica, quando persiste nel tempo o tende a ripresentarsi in episodi ripetuti (recidivante)
  • colite ulcerosa o rettocolite ulcerosa, che fa parte del gruppo delle malattie infiammatorie croniche intestinali caratterizzate da autoimmunità
  • colite infettiva, quando è causata da un‘infezione virale o batterica, talvolta a seguito dell’ingestione di alimenti contaminati
  • colite ischemica, quando è causata da un deficit del flusso ematico a livello del colon. Nel caso in cui il colon non è sufficientemente irrorato si genera uno stato di infiammazione locale che spesso si palesa in forma acuta.

Molteplici sono i fattori scatenanti la colite; tuttavia, le cause più comuni includono:

  • infezioni da batteri o virus
  • malattie autoimmuni e vascolari
  • assunzione di particolari tipi di farmaci (ad esempio FANS o PPI)
  • stress o eventi emozionali non correttamente elaborati
  • esposizione alle radiazioni
  • cattive abitudini alimentari.[3]

Sintomi

La sintomatologia che caratterizza la colite dipende dalle cause che l’hanno determinata, a motivo dell’ampia variabilità.

Tuttavia, i sintomi predominanti sono:

  • meteorismo e flatulenza
  • fastidio e dolore spatico addominale
  • diarrea
  • perdita di appetito e conseguente dimagrimento
  • affaticamento e stanchezza.

La colite può anche essere accompagnata, secondo la tipologia, da febbre e tachicardia, vertigini, nausea, vomito, alitosi, mal di stomaco, muco o sangue nelle feci, spasmo rettale (tenesmo), senso di pesantezza perineale.[4]

Ad esempio, la colite ulcerosa può comportare anche stitichezza oppure la sensazione di incompleta evacuazione; nei bambini può rallentare persino la crescita.[5]

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Diagnosi della colite

Molto spesso, affinché il medico possa sospettare la presenza di una colite è sufficiente conoscere i sintomi riportati dal paziente.

Tuttavia, per intraprendere il corretto trattamento terapeutico in base alla gravità e al tipo di colite, è indispensabile determinare la specifica causa che ha dato origine al disturbo attraverso la storia del paziente e indagini cliniche mirate, poiché la sintomatologia viene spesso confusa con altri disturbi simili.

In genere gli esami che vengono eseguiti per diagnosticare una colite sono:

  • Esami del sangue, per escludere la malattia celiaca, diagnosticare un'eventuale anemia dovuta ad un malassorbimento o individuare un rialzo sospetto di globuli bianchi, possibile indice di infezione
  • Esame delle feci, con cui ricercare la presenza di muco, sangue occulto, globuli bianchi o se si sospetta la causa infettiva, per ricercare alcuni tipi specifici di tossine[6]
  • Colonscopia, che consente di visualizzare le pareti interne dell’intestino e verificare l’eventuale presenza di polipi, ulcere, diverticoli o tumori. Inoltre, la colonscopia consente di eseguire una biopsia asportando una piccola porzione di tessuto dal colon per effettuare ulteriori indagini.[7]

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Morbo di Crohn

Tra le possibili cause di discomfort intestinale è annoverato il Morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica che può interessare in teoria qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano, ma che più frequentemente coinvolge l’ultima parte dell’intestino tenue o il colon[8].

La si cita in questo contesto per completezza e a scopo differenziale, dato che le sue manifestazioni sono molto più pronunciate e temibili per le caratteristiche ulcere mucose che la rendono più insidiosa, complicando il quadro infiammatorio della colite.

Le cause che ne determinano la comparsa non sono ancora conosciute con esattezza, anche se alcuni studi evidenziano una correlazione con fattori ambientali, fumo, alterazione della flora batterica e predisposizione genetica. Si tende oggi a riconoscere con una certa attendibilità anche una genesi autoimmune.

Il Morbo di Crohn si caratterizza per un andamento a fasi, da quelle acute a quelle di remissione, durante le quali il paziente può non avvertire alcun tipo di sintomo.

I disturbi più caratteristici della patologia sono:

  • diarrea
  • febbre
  • dolori addominali e articolari
  • calo del peso dovuto al malassorbimento dei nutrienti
  • perdite di sangue nelle feci.

Nei bambini, la malattia di Crohn può comportare anche anemia e un ritardo nella crescita.[9]

Tra le complicazioni associate al Morbo di Crohn ci sono la perforazione intestinale, la comparsa di fistole, la stenosi che comporta il rischio di un’occlusione intestinale, tumore.

Talvolta, pur di rado, la malattia di Crohn non comporta sintomi, per cui ci si accorge del problema con una certa latenza, ritardandone così la cura.

La diagnosi solitamente avviene mediante indagini cliniche, dopo la comparsa di uno o più dei sintomi già citati.

Gli esami più comuni per valutare lo stato generale dell’intestino e verificare l’eventuale presenza di alterazioni dei tessuti includono:

  • Colonscopia con biopsie intestinali multiple
  • Entero-TC (TAC)
  • Entero-RMN (Risonanza magnetica)
  • Ecografia addominale.

Qualora queste indagini dovessero confermare l’eventuale presenza del disturbo il medico professionista, a seconda della storia clinica del paziente e dello stato di avanzamento, suggerisce un differente approccio di gestione che può variare dal trattamento farmacologico sino alla chirurgia.

Naturalmente, non essendo note le cause che ne determinano la comparsa, il trattamento è finalizzato a gestire i sintomi prima della fase acuta e al mantenimento dello stato di remissione.

Inoltre, durante le fasi di remissione è importante tentare di prevenire il malassorbimento di ferro e calcio seguendo un’alimentazione adeguata, che migliori anche la modulazione dell’infiammazione.

Sindrome del colon irritabile

Comunemente la sindrome del colon irritabile viene chiamata anche “colite spastica” e tende a colpire in larga parte le persone dai 20 ai 50 anni; soprattutto il genere femminile.10

La sua denominazione internazionale più utilizzata è: Irritable Bowel Syndrome (IBS).

La sindrome del colon irritabile è un insieme di disturbi intestinali cronici caratterizzati da:

  • gonfiore addominale
  • dolore addominale che si allevia dopo evacuazione di feci o gas
  • meteorismo
  • anomala frequenza di evacuazione e alterata consistenza delle feci[10]
  • presenza di muco bianco giallastro nelle feci
  • nausea
  • cattiva digestione
  • alternanza di stipsi e diarrea.

In alcuni casi, questo problema può comportare anche ansia, depressione, cistite, emicranie continue e disturbi nella sfera sessuale.[11]

Le cause della sindrome del colon irritabile non sono ancora completamente note; tuttavia, sono stati individuati alcuni fattori che possono scatenare la sintomatologia come il consumo di particolari cibi, il ciclo mestruale o situazioni particolarmente stressanti, che tendono a riconoscere un movente emozionale ed essere secondariamente somatizzate a livello colico.

La diagnosi avviene per esclusione e non esiste un trattamento specifico e definito, ma per la sintomatologia caratteristica è possibile ottenere sensibili miglioramenti modificando il proprio stile di vita e prendendo debita consapevolezza dei propri punti deboli e fragilità.[12]

In particolare, è opportuno:

  • avere un’alimentazione sana, variata e consona alla problematica
  • idratarsi adeguatamente
  • praticare esercizio fisico
  • evitare alcol e fumo
  • individuare gli elementi di disturbo emozionale.

In caso di necessità di ricorso a medicinali o integratori, essi devono sempre essere assunti solo a seguito di opportuno consulto con professionista esperto.[13]

Dieta per la colite

Dieta per la colite

Per affrontare un problema come la colite è basilare seguire uno stile di vita sano, ma soprattutto avere un regime alimentare che possa aiutare a gestire i sintomi legati alla patologia.

Non tutti sanno che zuccheri, fritti, cibi ricchi di grassi saturi, alimenti preconfezionati ed ultraprocessati, uniti a metodi di cottura incongrui, possono aumentare l’infiammazione intestinale, aggravando la sintomatologia correlata.

Chi soffre di questo disturbo dovrebbe limitare il più possibile alcuni tipi di cibi come:

  • carne grassa
  • salumi e insaccati
  • formaggi grassi
  • condimenti come burro o panna
  • peperoni
  • melanzane
  • cioccolato
  • dolci
  • alcolici e superalcolici
  • caffè
  • the
  • bevande gassate.

Gli alimenti consigliati invece sono:

  • cereali
  • zucchine
  • cetrioli
  • spinaci
  • rucola
  • finocchi
  • carote
  • carne magra cotta al vapore
  • pesce al vapore o al forno.

Inoltre, è consigliabile mangiare a orari regolari, non saltare i pasti, preferire cotture dolci e con liquidi (no griglia e piastra), ridurre il consumo di frutta e verdure ad alta fermentazione (FODMAP) o preparazioni elaborate che prevedono di montare gli ingredienti (incorporazione di aria che potrebbe aumentare il meteorismo e gli spasmi conseguenti).[14]

Medicinali per la colite

Per il trattamento della colite possono essere utilizzati diversi tipi di farmaci in base alla causa che ha provocato il disturbo.

In genere, dopo aver valutato i risultati degli esami diagnostici, il medico può prescrivere medicinali specifici che limitino la proliferazione batterica, virale o micotica, modulino il processo infiammatorio correlato, riducano gli spasmi; in caso di forma ulcerosa, dovranno essere valutati con scrupolo i vari strumenti disponibili a contenere un sistema immunitario attivato in eccesso.

È poco ragionevole avviare una terapia fai da te: finchè non si conoscono causa e tipo di alterazione non si possono fare scelte consapevoli, mettendo a rischio la salute senza vantaggi.  È necessario consultare sempre il proprio medico di fiducia, per gestire questo disturbo nel migliore dei modi.[15]

Se si sospetta una causa emozionale (accade spesso), non ci può essere obiettività con l’autocura; anche in questo caso il professionista idoneo consetirà di identificare i mezzi più corretti alla necessità soggettiva.

Come per tutte le malattie è importante che la diagnosi individui la causa per poter incidere utilmente. Agire sui sintomi può essere utile nel ridurre i fastidi percepiti al momento, ma non sarà risolutivo, trascinando la problematica nel tempo, cronicizzando la malattia.

La Medicina dei bassi dosaggi può essere un utile strumento per sostenere l’organismo nel ritrovare il suo fisiologico equilibrio. Solo il medico esperto può individuare i medicinali low dose più adatti alle necessità specifiche.

Rimedi naturali

Ci sono diversi prodotti naturali che possono aiutare ad alleviare i sintomi associati alla colite, tra cui:

  • malva e camomilla, utili per alleviare dolori e sensazione di gonfiore addominale[16]
  • melissa, per le proprietà antispasmodiche, analgesiche e antinfiammatorie[17]
  • menta, aiuta a favorire la digestione e a prevenire i dolori[18]
  • probiotici o meglio simbiotici (ceppi vivi e fibre che alimentano batteri buoni)che favoriscono il giusto equilibrio della flora batterica intestinale,[19] in particolare quando si determina una prevalenza di quella putrefattiva;
  • alchemilla per le proprietà astringenti, antidiarroiche e antinfiammatorie sull’apparato gastrointestinale[20]
  • l’aloe vera, per la sua azione antinfiammatoria e le proprietà disintossicanti[21]
  • polimetilsilossano polidrato, per la rimozione di tossine e altre sostanze nocive dall’intestino e per frenare la diarrea.[22],[23]

[1] Azer SA, Sun Y. Colitis. 2022 Aug 8. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan–. PMID: 31082081. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31082081/[2] Azzouz LL, Sharma S. Physiology, Large Intestine. [Updated 2022 Aug 1]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK507857/

[3] Azer SA, Sun Y. Colitis. [Updated 2022 Aug 8]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK541037/

[4] Azer SA, Sun Y. Colitis. [Updated 2022 Aug 8]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK541037/

[5] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/c/colite-ulcerosa#sintomi

[6] https://www.humanitas.it/malattie/sindrome-dell-intestino-irritabile/

[7] Azer SA, Sun Y. Colitis. [Updated 2022 Aug 8]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK541037/

[8] https://www.humanitas.it/malattie/morbo-di-crohn/#:~:text=La%20malattia%20di%20Crohn%20%C3%A8%20caratterizzata%20da%20un'infiammazione%20cronica,intestino%20tenue%2C%20e%20il%20colon.

[9] https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-gastrointestinali/malattia-infiammatoria-cronica-intestinale/morbo-di-crohn

[10] https://www.humanitas.it/news/sindrome-dellintestino-irritabile-cause-sintomi-esami-per-la-diagnosi-e-cure/

[11] https://www.humanitas.it/malattie/sindrome-dell-intestino-irritabile/

[12] Munzer D, Eyad C. Spastic colitis and irritable bowel syndrome: which expression is prevalent? (A review of 120 cases). Trop Gastroenterol. 1992 Jan-Mar;13(1):27-35. PMID: 1413094. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/1413094/

[13] https://www.humanitas.it/malattie/sindrome-dell-intestino-irritabile/

[14] https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/s/sindrome-dell-intestino-irritabile#terapia

[15] Azer SA, Sun Y. Colitis. [Updated 2022 Aug 8]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK541037/

[16] Srivastava JK, Shankar E, Gupta S. Chamomile: A herbal medicine of the past with bright future. Mol Med Rep. 2010 Nov 1;3(6):895-901. doi: 10.3892/mmr.2010.377. PMID: 21132119; PMCID: PMC2995283.

[17] Zam W, Quispe C, Sharifi-Rad J, López MD, Schoebitz M, Martorell M, Sharopov F, Fokou PVT, Mishra AP, Chandran D, Kumar M, Chen JT, Pezzani R. An Updated Review on The Properties of Melissa officinalis L.: Not Exclusively Anti-anxiety. Front Biosci (Schol Ed). 2022 Jun 7;14(2):16. doi: 10.31083/j.fbs1402016. PMID: 35730441.

[18] McKay DL, Blumberg JB. A review of the bioactivity and potential health benefits of peppermint tea (Mentha piperita L.). Phytother Res. 2006 Aug;20(8):619-33. doi: 10.1002/ptr.1936. PMID: 16767798.

[19] Judkins TC, Archer DL, Kramer DC, Solch RJ. Probiotics, Nutrition, and the Small Intestine. Curr Gastroenterol Rep. 2020 Jan 13;22(1):2. doi: 10.1007/s11894-019-0740-3. PMID: 31930437.

[20] Vlaisavljević S, Jelača S, Zengin G, Mimica-Dukić N, Berežni S, Miljić M, Stevanović ZD. Alchemilla vulgaris agg. (Lady's mantle) from central Balkan: antioxidant, anticancer and enzyme inhibition properties. RSC Adv. 2019 Nov 18;9(64):37474-37483. doi: 10.1039/c9ra08231j. PMID: 35542286; PMCID: PMC9075513.

[21] Sánchez M, González-Burgos E, Iglesias I, Gómez-Serranillos MP. Pharmacological Update Properties of Aloe Vera and its Major Active Constituents. Molecules. 2020 Mar 13;25(6):1324. doi: 10.3390/molecules25061324. PMID: 32183224; PMCID: PMC7144722.

[22] Howell CA, et al. Investigation of the adsorption capacity of the enterosorbent Enterosgel for a range of bacterial toxins, bile acids and pharmaceutical drugs. Sci Rep. 2019;9(1):5629. doi: 10.1038/s41598-019-42176-z.

[23] Howell CA, et al. Enterosgel for the treatment of adults with acute diarrhoea in a primary care setting: a randomized controlled trial. BMJ Open Gastroenterol. 2019;6(1):e000287. doi: 10.1136/bmjgast-2019-000287

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