Tarassaco, proprietà e benefici per la digestione

Dr. Luigi Coppola
Dr. Luigi Coppola

Medico Nutrizionista, Esperto di Medicine Complementari, Specialista in Oncologia

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Il tarassaco è una pianta erbacea perenne, che appartiene alla famiglia delle Asteracee (per intenderci, la stessa famiglia dei girasoli, della lattuga, del radicchio e di molti altri vegetali di uso comune).

Si tratta di una pianta che nasce spontaneamente in presenza di un clima temperato, pertanto è molto diffusa in Italia, dove viene abitualmente chiamata: dente di leone, soffione, girasole dei prati, piscialetto, ecc.

È facilmente riconoscibile grazie alla vivacità del colore del suo fiore giallo, dal quale origina il tipico pappo, ovvero quel bianco ciuffetto di peli che vola alla minima folata di vento e ne disperde i semi[1]

È proprio grazie al vento, infatti, che essi si disperdono, consentendone l’abbondante diffusione nei prati.

Conosciuto fin dall’antichità per le sue proprietà medicamentose, taraxacum officinalis viene ancora oggi impiegato per:

  • facilitare la digestione
  • stimolare la diuresi
  • favorire il transito intestinale
  • promuovere la depurazione del fegato
  • ridurre la formazione di aria nello stomaco e dei calcoli renali.

A scopo curativo di questa pianta officinale vengono usati fiori, foglie e radice.

I nostri avi seguivano una tradizione contadina, che è stata tramandata fino ai nostri giorni, secondo la quale della pianta non bisognava buttare via nulla, anzi ogni singola parte aveva una sua funzione, sia nelle diverse ricette gastronomiche che nei preparati galenici.[2]

Inoltre, quella stessa tradizione contadina considera il tarassaco protagonista di numerose ricette culinarie, tipiche di alcune zone d’Italia (e non solo), gustose, salutari e ricche di colore!

  • Dopo essere stati scelti e lavati accuratamente, gli steli e le foglie vengono lessati e ripassati in padella o in forno per creare contorni e sformati, oppure frullati a mo’ di crema per condire pasta, riso e carne.
  • Le foglie vengono impiegate sia crude che cotte per preparare insalate, ma anche pietanze più elaborate, come primi e secondi piatti, come anche torte rustiche (per esempio una variante dell’erbazzone, oppure mescolate alla ricotta caprina).
  • Grazie all’instancabile lavoro delle api dai fiori di tarassaco è possibile ottenere un ottimo miele dalle proprietà depurative e drenanti.
    I fiori di tarassaco sono edibili senza riserve: ricchi di micronutrienti, vengono utilizzati per guarnire le pietanze o come aggiunta nelle insalate, oppure cotti in minestre, zuppe e passati di verdura. Se cotti, per non perdere i loro preziosi elementi è suggerita l’aggiunta solo nella fase finale della preparazione (basta siano brevemente scottati).[3]

Surrogato del caffè

La radice di tarassaco tostata è molto ricercata perché utilizzata come surrogato del caffè, alla stessa maniera di ginseng, guaranà, orzo, altri cereali, ghiande ed erbe.

Nonostante si sia diffusa soprattutto negli Stati Uniti d’America, anche in Europa e in Italia sta prendendo piede il consumo di questa bevanda priva di caffeina, valida alternativa priva di effetti eccitanti, per coloro cui fosse problematico assumerla.

La radice di tarassaco, in pezzetti o in polvere, viene preparata in maniera molto semplice: la si immerge in acqua calda, si lascia in infusione per una ventina di minuti e, se consentito, si dolcifica con miele o sciroppo d’acero prima di sorseggiarla.

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Funzioni depurative dell’organismo

Effetto diuretico

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Diversi studi hanno messo in evidenza l’effetto diuretico del tarassaco.

Tra i tanti, di spicco è lo studio condotto presso il Tai Sophia Institute di Laurel, nel Maryland, USA. Questo test effettuato su alcune donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ha dimostrato che già in un solo giorno l’assunzione di tarassaco aumenta notevolmente la diuresi, grazie all’estratto etanolico presente in questa pianta.[4]

Effetti sul fegato

La presenza di polisaccaridi nel tarassaco fa sì che il fegato riceva notevoli benefici dalla sua assunzione, riducendo lo stress, facilitando l’espulsione delle scorie e aumentando la produzione di bile.

A proposito di ciò, in passato la tradizione popolare attribuiva al colore giallo del fiore di tarassaco il riferimento al colore della bile (e a quello della pelle itterica) e per questo lo si utilizzava con lo scopo di influenzare positivamente la funzione coleretica.

L’aumento della produzione biliare e il miglioramento della diuresi indicano il tarassaco come un buon depurativo dell’organismo.

Lattoni sesquiterpenici

I lattoni sesquiterpenici sono composti chimici naturali presenti in gran numero nelle piante appartenenti alla famiglia delle Asteracee, note anche come Compositae.

Ciò vuol dire che anche il tarassaco ne è particolarmente ricco e, grazie ad essi, può vantare proprietà benefiche per l’organismo.

I lattoni sesquiterpenici hanno infatti un impatto positivo nel contrasto di patologie cronico-degenerative a carattere evolutivo.[5]

Tintura madre

Il tarassaco può essere assunto in diversi forme farmaceutiche: infuso o caffè, succo, capsule e tintura madre.

La tintura madre è particolarmente apprezzata per la sua efficacia contro gli inestetismi della pelle, per favorire la digestione e la diuresi, stabilizzare gli zuccheri nel sangue, abbassare i livelli di colesterolo, rafforzare il sistema immunitario.

Nella Medicina delle basse dosi viene impiegata soprattutto come drenante del fegato, quando il soggetto riferisce di sentire spesso aspro o anche amaro in bocca, soffre di stitichezza e di profusa sudorazione notturna.[6]

A seconda del disturbo da curare l’esperto professionista consiglia una posologia soggettivamente adeguata.

Effetti indesiderati

Alcune persone possono avere reazioni allergiche al tarassaco, in particolare se hanno già un’ipersensibilità a fiori appartenenti alla stessa famiglia del tarassaco: margherite, ambrosia, crisantemi, ecc.

Date le proprietà diuretiche e depurative della pianta può essere necessario avere attenzione al consumo quando si assumono farmaci diuretici, segnalandolo al curante.

Poiché non si possiedono sufficienti prove, in gravidanza e in allattamento è inoltre sconsigliato l’uso.

Per qualsiasi dubbio, per avere la certezza di non incorrere in situazioni spiacevoli e ricevere consigli sul dosaggio personalizzato, prima di prendere il tarassaco è opportuno chiedere il parere al proprio medico di fiducia.

 

[1] https://www.columbia.edu/itc/cerc/danoff-burg/invasion_bio/inv_spp_summ/Taraxum_officinale.htm

[2] Wirngo FE, Lambert MN, Jeppesen PB. Gli effetti fisiologici del dente di leone (Taraxacum officinale) nel diabete di tipo 2. Rev Diabet Stud . 2016;13(2-3):113-131. doi: 10.1900/RDS.2016.13.113

[3] https://www.agrodolce.it/2018/04/17/ricette-con-il-tarassaco/

[4] Clare, B. A., Conroy, R. S., & Spelman, K. (2009). The diuretic effect in human subjects of an extract of Taraxacum officinale folium over a single day. Journal of alternative and complementary medicine (New York, N.Y.), 15(8), 929–934. https://doi.org/10.1089/acm.2008.0152

[5] https://www.iss.it/documents/20126/45616/Pag255_282N21981.pdf/c3392634-b0f6-a383-ad06-1db791a5ea0c?t=1581102154781

[6] https://www.vithoulkas.com/learning-tools/online-materia medica/search?remedy=Taraxacum&medica=0&search=&type=1

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