Diabete infantile, cause e trattamenti

Dr. Costantino Supino
Dr. Costantino Supino

Medico Chirurgo. Specialista in Pediatria. Esperto in Medicina Fisiologica di Regolazione.

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Cos’è il diabete infantile (o giovanile)

Il diabete è una delle malattie più diffuse soprattutto nei paesi in via di sviluppo ed in quelli industrializzati. Anche se il trend è sotto controllo in Europa nelle aree economicamente sviluppate, la sua diffusione è rilevante. In Italia il 10% degli uomini ed il 7% delle donne soffre di diabete.[1]

Questa patologia autoimmune può colpire gli adulti, i giovani e i bambini.

Si parla quindi di diabete infantile, o giovanile, quando a contrarlo sono i più piccoli, dai 2 fino ai 20 anni d’età.

La maggiore incidenza della manifestazione del diabete infantile è soprattutto intorno ai 12 anni, ovvero durante l’inizio della pubertà.

A interessare l’età pediatrica è principalmente il diabete di tipo 1 (insulino-dipendente), ma anche altre forme, quali:

  • diabete di tipo 2 (non insulino-dipendente)
  • MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), dovuto a difetti genetici ereditari
  • diabete secondario, causato da altre malattie principali (patologie endocrine, fibrosi cistica, Sindrome di Cushing, ecc).[2]

Primi sintomi

diabete infantile

Avere chiari i sintomi del diabete infantile permette ai genitori di individuare con maggior tempestività la malattia e poterne informare il pediatra.

Ricevere una diagnosi precoce è indispensabile per poter cominciare quanto prima un trattamento specifico e, di conseguenza, prevenire o ritardare l’avanzamento di eventuali complicanze.

I primi sintomi del diabete infantile sono:

  • sete intensa
  • aumento della quantità di urine sia durante il giorno che durante la notte (può anche capitare che nel sonno il bambino non riesca a trattenere la pipì)
  • perdita di peso nonostante un’alimentazione abbondante, dovuta quest’ultima a un forte aumento dell’appetito
  • dolori addominali che non sono causati né da problemi intestinali né da altri fattori.

Se il diabete non viene riconosciuto al suo esordio tende ad evolvere subdolamente e più rapidamente, causando squilibri che sarà più difficile controllare.

Si accumulano così livelli elevati di sostanze di scarto, conosciute come corpi chetonici e gli zuccheri (carburante essenziale) non riescono ad entrare nelle cellule per lo svolgimento delle normali funzioni metaboliche, accumulandosi nel sangue (iperglicemia).

Ciò può comportare l’insorgenza di ulteriori sintomi:

  • nausea
  • vomito
  • alterazioni e confusione mentale
  • sonnolenza
  • perdita di coscienza e coma.

Cause del diabete

Le cause del diabete restano tutt’oggi non del tutto chiarite, nonostante la scienza continui a fare passi da gigante nell’individuazione e nell’implementazione di cure sempre più efficaci.

Talvolta la causa è autoimmune, cioè il diabete si sviluppa perché le cellule del nostro sistema di difesa invece che proteggerci dalle aggressioni esterne si ribellano e attaccano i nostri stessi tessuti, tra i quali il pancreas.

Quindi, in questi casi, è possibile che sia a causa del nostro sistema immunitario che viene a mancare la produzione di insulina; questo è il motivo per cui il diabete di tipo 1 fa parte delle “malattie autoimmuni[3] e per questo motivo è consigliabile indagare anche la celiachia e la tiroide.

I fattori che potrebbero avere però un ruolo decisivo nel “guasto di questo meccanismo” sono:

  • ambientali ed epigenetiche, ovvero legati alle abitudini alimentari, e all’eventuale insorgenza di infezioni batteriche e virali gravi;
  • genetici, ovvero alcuni tratti del patrimonio genetico che possono avere carattere ereditario oppure no
  • non di frequente, ma è accaduto che un forte trauma emotivo può aumentare il rischio di diabete I.4

Malattia cronica

Il diabete infantile, così come quello che interessa gli adulti, è una malattia cronica.

Esso è caratterizzato da un aumento importante di zuccheri nel sangue (glucosio), condizione identificata come iperglicemia.

A gestire i livelli glicemici del sangue producendo insulina è il pancreas, il quale però ha una funzione parzialmente o totalmente compromessa nei pazienti diabetici.

Si guarisce quindi dal diabete?

Trattandosi quindi di una malattia cronica, dal diabete non si può guarire, ma esistono delle terapie specifiche che consentono di regolarizzare e mantenere sotto controllo i livelli di glicemia.

Grazie ai farmaci specifici, tra cui l’insulina, e a una corretta alimentazione, è infatti possibile evitare l’iperglicemia, che può causare disturbi nell’immediato e nel lungo periodo.

Diagnosi del diabete

Per diagnosticare il diabete, il medico ha bisogno prima di tutto di capire quali sono i sintomi che fanno sospettare la presenza della malattia e, per poter avere un quadro completo, dei risultati di alcune analisi del sangue:

  • glicemia a digiuno
  • glicemia plasmatica 2 ore dopo l’assunzione di glucosio (curva glicemica)
  • glicemia “random” da rilevare in qualsiasi momento della giornata
  • insulinemia
  • emoglobina glicata.

In alcuni casi, il diabetologo può ritenere opportuno eseguire altri esami di approfondimento, come ad esempio il test dell’autoimmunità pancreatica (anticorpi anti GAD)[4]  e il test del Peptide C.[5]

È importante avere una diagnosi precoce per poter cominciare presto una terapia adeguata ed evitare complicanze.

Terapia del diabete

La terapia del diabete parte da un presupposto importantissimo: tenere sotto controllo i valori della glicemia.

Ciò avviene solo se si ha un’alimentazione corretta, si pratica una costante attività fisica e, quando necessaria, mediante la terapia insulinica sotto stretto controllo medico.

L’alimentazione deve essere a basso contenuto glicemico e calorico, privilegiando i cibi a basso indice glicemico che comportano una lenta induzione dell’ormone nel sangue (cereali integrali, frutta e verdura); l’attività sportiva deve essere monitorata e la terapia insulinica deve essere necessariamente prescritta dal diabetologo infantile sulla base delle soggettive necessità (lenta, rapida, intermedia).

In base ai valori della glicemia e al tipo di diabete riscontrato, il numero di iniezioni al giorno e il numero di unità di insulina possono cambiare.

Normalmente, si esegue una iniezione al momento di ciascun pasto (colazione, pranzo e cena) e molto spesso si aggiunge una quarta iniezione di insulina lenta da somministrare principalmente per la notte.

Con la giusta guida, i bambini diventano presto autonomi nella gestione della loro terapia insulinica e cominciano ad essere sempre più consapevoli dei sintomi ai quali prestare attenzione, per individuare eventuali sbalzi dei valori della glicemia.

Pancreas artificiale e trapianto di cellule beta

Grazie alle scoperte scientifiche, che peraltro sono in continua evoluzione, esiste oggi anche un metodo innovativo per controllare il livello della glicemia: il pancreas artificiale.

Si tratta di un dispositivo elettronico che viene applicato sulla cute, con un bassissimo impatto estetico (poiché privo di cateteri), il quale provvede alla somministrazione di insulina in maniera del tutto (o quasi) autonoma. Esso, infatti, è dotato di un sensore per la glicemia e di un microiniettore di insulina.[6]

Promettente, ma ancora da sperimentare per ottimizzarne i risultati ed eseguibile solo su pazienti selezionati il “trapianto” di beta-cellule pancreatiche, deputate alla produzione di insulina[7].

Aspettative di vita

Dati i numerosi progressi che avvengono in ambito medico e la possibilità di poter agire attivamente sulla propria salute, a partire dalla conduzione di uno stile di vita sano, le aspettative di vita nei pazienti con diabete infantile (ma anche nelle persone adulte) sono molto alte.

Le nuove tecnologie, riguardo ai dispositivi di rilevazione della glicemia, alle tipologie d’insulina e ad altre terapie necessarie, sono infatti sempre più precise ed efficaci.

La Medicina a Basso Dosaggio

Senza assolutamente sostituirli alle terapie farmacologiche (overlapping) e all’alimentazione corretta e controllata, come anche all’esercizio fisico, è possibile assumere medicinali a basso dosaggio che possono apportare benefici soprattutto laddove c’è il rischio che si sviluppino complicanze.

Se non curato bene e tempestivamente, il diabete potrebbe infatti provocare complicanze che interessano:

  • occhi
  • sistema cardiocircolatorio
  • sistema nervoso
  • reni.

I medicinali a basso dosaggio consigliati per i bambini diabetici sono composti da sostanze che vanno a rinforzare tessuti e metabolismi che possono risentire di un avanzamento incontrollato della malattia.

È necessario e imprescindibile chiedere consiglio al medico per individuare la strategia più adeguata a seconda della fase della malattia.

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  • i supplementi di fibre possono modulare l’assorbimento intestinale degli zuccheri
  • gli Omega 3 migliorano l’efficienza dei fotorecettori della retina
  • alcuni antiossidanti ostacolo i processi di decadimento dei tessuti di rivestimento dei vasi sanguigni.

Nel diabete infantile è opportuno che vengano considerati soltanto quelli ad uso pediatrico, che contengono dosaggi consoni a trattare la giusta fascia di età.

Se il tuo bambino ha il diabete, non devi temere, affidati a un centro o ad un medico specializzato e segui tutti i suoi preziosi consigli!

Col diabete si può vivere bene e a lungo!

 

 

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