Come liberarsi degli ossiuri facilmente

Antonio Gorini 1
Dr. Antonio Gorini

Medico Chirurgo, Specialista in Nefrologia – Medicina Interna

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Cos’è un ossiuro

L’ossiuro, in campo medico definito Enterobius vermicularis, è un verme filiforme, lungo circa 1 centimetro, se femmina, o 5 millimetri, se maschio.

Tale parassita risiede nell’intestino, è facilmente visibile ad occhio nudo ed è di colore bianco/avorio.

L’infezione da ossiuri, nota anche come ossiuriasi o enterobiasi, è una tra le più comuni infezioni da vermi intestinali umani.[1]

Chi li prende e come

L’infestazione intestinale da ossiuri può interessare soggetti di tutto il mondo e di qualsiasi età, ma è diffusa in particolar modo tra i bambini, soprattutto quelli che frequentano le comunità infantili.

Infatti, quasi un bambino su cinque viene infettato dall’ossiuriasi.

Il contagio avviene quando gli ossiuri penetrano nell’organismo attraverso la bocca, nelle sembianze di uova e molto spesso ciò accade in maniera del tutto accidentale.

Infatti, i bambini si contagiano con maggiore frequenza perché prestano meno attenzione all’igiene rispetto agli adulti e si divertono a toccare superfici di ogni tipo, come giocattoli, oggetti di varia natura, tessuti, asciugamani, ecc. e poi portano le manine alla bocca senza avere prima l’accortezza di lavarle accuratamente.

Inoltre, i bambini non hanno ancora un sistema immunitario del tutto maturo ed è molto più facile che vengano attaccati da questi parassiti rispetto agli adulti.

Ciclo vitale

L’intero ciclo vitale degli ossiuri avviene all’interno dell’intestino umano e l’infezione inizia quando vengono ingerite le uova del parassita.

Infatti, le uova si schiudono una volta raggiunto l’intestino tenue e le larve derivanti migrano fino ad arrivare all’intestino crasso dove nel giro di 2 - 6 settimane diventano adulte e mature.

Gli ossiuri, come già detto, sono parassiti di entrambi i generi (maschi e femmine).

Il parassita maschio ha una vita piuttosto breve perché dopo aver fecondato la femmina muore.

Quest’ultima, invece, si nutre del cibo che raggiunge l’intestino, aderisce alla mucosa intestinale e sopravvive nel colon dalle 5 alle 13 settimane circa.

La femmina può produrre dalle 11 alle 16 mila uova, le quali, non appena divenute mature, si staccano dall’intestino e raggiungono l’ano, causando un forte prurito.

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Intenso prurito

Il principale sintomo dell’infezione da ossiuri è, appunto, il prurito intimo, concentrato in particolare nella zona perianale.

Il prurito intenso è dovuto ai movimenti del parassita e alla sostanza gelatinosa che produce e in cui deposita le uova. Il prurito intenso si manifesta soprattutto nelle ore notturne (concausa il calore e la relativa umidità sotto le coltri del letto).

Ciò spinge, ad esempio, i bambini a grattarsi frequentemente la parte, finanche a produrre lacerazioni perianali.

Il prurito intenso, però, non è l’unico sintomo per riconoscere l’infezione da ossiuri. È possibile identificarne la presenza anche in altri modi:

Alle bambine, nei casi cronici, l’irritazione e il prurito intenso possono estendersi anche all’area vulvare e oltre, provocando addirittura una vaginite.

Per tali ragioni, se il bambino o la bambina lamenta uno di questi sintomi è consigliabile rivolgersi immediatamente al pediatra per una visita approfondita.

Altri parassiti intestinali

I parassiti intestinali penetrano nell’organismo attraverso l’ingestione e colpiscono principalmente i bambini, i soggetti immuno-compromessi (come i malati di AIDS) e gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo (a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie).

Eppure, anche nel nostro Paese, contrarre un’infezione intestinale da parassiti è più comune di quanto si possa pensare.

Infatti, ingerire cibi crudi o poco cotti, o verdure non lavate bene, immergersi in acque inquinate ecc., sono tutte azioni non corrette che predispongono le persone a contrarre una parassitosi.

Le parassitosi più conosciute sono provocate da vermi del gruppo dei Nematodi (Ascaris lumbricoides ed Enterobius vermicolaris) e del gruppo dei Cestodi (Tenia saginata e Tenia solium).

Sono inoltre diffuse anche l’amebiasi (Entamoeba histolytica)  e la giardiasi (Giardia lamblia).

Esistono più tipologie di parassiti:

  • l’endoparassita vive all’interno del corpo umano, come ad esempio la tenia
  • l’ectoparassita vive all’esterno del corpo umano, attaccandosi però ad esso, come ad esempio la zecca
  • il cleptoparassita si nutre del cibo del soggetto contagiato, come ad esempio il Cuculus Canorus
  • il parassita facoltativo è in grado di vivere anche autonomamente.

I sintomi per riconoscere un’infezione intestinale variano in base al tipo di parassita infestante, al suo stadio di sviluppo, alla carica di quest’ultimo e alle difese immunitarie del soggetto colpito.

Nonostante ciò, esistono alcuni sintomi comuni per ogni tipo di infestazione dai quali è facile individuare un contagio da parassitosi:

  • dolori addominali
  • prurito anale
  • diarrea
  • vomito
  • coliti
  • mal di testa
  • febbre
  • eritemi ed ulcere cutanee.

A causa della varietà di parassiti intestinali dai quali si può contrarre un’infezione, rivolgersi al medico e indicare solo i sintomi che si avvertono non basterebbe per effettuare una diagnosi accurata.

Infatti, sarà proprio il medico ad avviare il corretto iter per sottoporre il paziente ad alcuni test specifici, al fine di individuare il parassita con estrema precisione e somministrare la cura più idonea.[2]

Intestino tenue

L’intestino tenue, o piccolo intestino, è la parte dell’intestino più lunga di tutto l’apparato digerente.

Esso viene diviso in tre porzioni: duodeno, digiuno e ileo.

Nell’intestino tenue si compie il ciclo di scomposizione chimica degli alimenti e avviene l’assorbimento di quasi tutte le sostanze nutritive.

Infatti, la funzione principale dell’intestino tenue è proprio quella di completare la digestione e favorire l’assorbimento dei nutrienti.

L’intestino tenue, però, è anche il luogo più accogliente per far schiudere le uova dei parassiti nel caso in cui il soggetto le abbia accidentalmente ingerite, dando vita alle larve.

In questa parte dell’apparato digerente le larve degli ossiuri si nutrono e si sviluppano fino ad arrivare all’intestino crasso, posto immediatamente dopo il tenue e sua naturale continuità.

Intestino crasso

L’intestino crasso è la parte dell’intestino in cui termina l’apparato digerente.

Esso si estende dalla valvola ileo-cecale fino all’ano e viene anatomicamente suddiviso in sei tratti: cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma e retto.

La principale funzione dell’intestino crasso è quella di riassorbire l’acqua, il sodio ed il cloro, accumulare i residui del processo digestivo e favorirne l’espulsione.

Altra sua funzione è la produzione di alcune vitamine per tramite della flora batterica che vi alberga.

Proprio nell’intestino crasso avviene la maturazione delle larve dei parassiti, le quali diventano vermi adulti.

Le femmine adulte dei vermi e le loro uova migrano fino alla zona anale, soprattutto di notte, causando irritazioni e prurito.[3]

Come vederli

Se si ha il sospetto di essere stati contagiati dagli ossiuri, è consigliabile ispezionare la zona anale e perianale appena svegli.

Durante le prime ore del mattino è molto più semplice vederli perché i parassiti femmine, di notte, quando l’organismo è a riposo, depongono le uova.

Infatti, in questo lasso di tempo, si possono rilevare piccoli filamenti di colore bianco/avorio in movimento, le femmine di ossiuro.

Se si ha qualche dubbio in merito alla loro identificazione è possibile consultare il web e indagare se l’immagine corrisponde esattamente a ciò che si ha dinanzi.

Inoltre, è consigliabile osservare anche la biancheria intima e le feci, in cui è facile accertare ulteriormente la loro presenza[4].

In altri casi invece, ai fini di una diagnosi efficace, è necessario ricorrere a procedure più specifiche come l’esame delle feci, il prelievo del campione tramite un bastoncino di cotone o lo scotch test.[5]

Scotch test

Lo scotch test viene effettuato mediante la raccolta di materiale biologico (eventuali uova) nella zona perianale, attraverso l’uso dello scotch trasparente.

Questo test deve essere eseguito nelle prime ore del mattino, prima di espletare i propri bisogni fisiologici.

Sarà necessario applicare lo scotch nella zona perianale, attendere qualche secondo, e poi lasciarlo aderire ad un vetrino da microscopio[6].

Non sempre si avrà una diagnosi chiara al primo colpo, per questo è necessario ripetere il test almeno 2 o 3 volte.

Una volta posizionate le strisce di scotch ai vetrini basterà portare i campioni in un laboratorio per ricevere una diagnosi[7].

Igiene intima

Abituarsi ad una corretta igiene intima è molto salutare per il benessere del proprio corpo e della propria mente ed è una pratica che andrebbe insegnata sin dalla più giovane età per prevenire eventuali complicazioni genitali, come ad esempio cistiti, infiammazioni, irritazioni, etc.

Sia per l’uomo che per la donna, è consigliato lavare i genitali almeno un paio di volte al giorno, con un detergente che non alteri il pH locale (tra 3,5 - 4,5) e indossare biancheria in cotone 100%.

Inoltre, è sconsigliato:

  • utilizzare lavande vaginali
  • lavarsi troppe volte al giorno
  • non asciugarsi bene
  • utilizzare deodoranti nell’area genitale
  • non cambiare la biancheria intima per più giorni
  • non lavarsi dopo un rapporto sessuale.

Anche una sana alimentazione ha un ruolo fondamentale nella corretta igiene intima, per regolare le funzioni intestinali e prevenire le infezioni.

Per cui è importante assumere vitamine, cereali integrali, frutta e verdura di stagione, fibre e yogurt.

Le uova di ossiuri sono visibili?

Le uova degli ossiuri non sono visibili ad occhio nudo, mentre lo sono gli ossiuri, con la loro forma affusolata e il colore bianco/avorio.

Proprio per la difficoltà che si può riscontrare nel verificare con immediatezza la presenza di uova di ossiuri, a causa dei tempi di analisi del laboratorio, è consigliabile prevenire il contagio attraverso alcune regole base, quali: una sana alimentazione, una corretta igiene personale e una pulizia accurata dell’ambiente in cui si vive.

Lavarsi le mani

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Anche abituarsi a lavare spesso le mani, (proprio come per la cura dell’igiene intima) è un atto di prevenzione per sé stessi e per gli altri, soprattutto al fine di evitare il proliferare, la diffusione e il contagio di germi e batteri.

Infatti, piccoli parassiti invisibili ad occhio nudo passano continuamente dalle superfici alla pelle attraverso il semplice contatto e aderiscono fino a quando non vengono tolti tramite l’accurato lavaggio delle mani.

Non tutti i microrganismi con cui l’essere umano entra in contatto portano infezioni, ma tra loro possono nascondersi dei patogeni, responsabili di numerose infezioni, soprattutto delle mucose respiratorie e intestinali.

Fortunatamente il sistema immunitario è ben allenato per farvi fronte, ma quello dei bambini non è ancora del tutto sviluppato ed è per questo motivo che loro sono più suscettibili a contrarre infezioni a differenza degli adulti.

Ad ogni modo un accurato lavaggio delle mani di almeno 40-60 secondi è sufficiente per eliminare la maggior parte di questi microrganismi, sicuramente poco graditi!

Ossiuri trascurati

Al giorno d’oggi, con l’informazione e i medici altamente qualificati a nostra disposizione sarebbe sciocco trascurare qualsiasi infezione o malattia, soprattutto nel caso in cui se ne riconoscono facilmente i sintomi.

Anche l’ossiuriasi non è da trascurare, dal momento che questi parassiti sono facilmente individuabili ad occhio nudo e i sintomi sono piuttosto chiari.

Questa infezione non comporta gravi complicanze ma, se trascurata, può indurre a perdita di appetito, di peso, sangue nelle feci, nausea, dolore durante la minzione, irritabilità, insonnia e prurito.

Nelle donne in particolare gli ossiuri trascurati possono provocare infiammazioni ai genitali che possono sfociare in cistiti o vaginiti, data la vicinanza anatomica dei corrispondenti organi.

Considerando che questi sintomi possono peggiorare la qualità della vita e della quotidianità di qualsiasi persona, conviene rivolgersi ad un medico per avviarsi ad una terapia specifica, smettendo di soffrire inutilmente!

Ossiuri recidivanti negli adulti

L’ossiuriasi è diffusa maggiormente tra i bambini, ma non è raro che possa colpire anche gli adulti.

Anche per i più grandi le cause di contagio sono da ricondursi principalmente alla scarsa igiene.

Come per i bambini, l’infezione da ossiuri negli adulti si riconosce principalmente per il forte prurito che si avverte intorno all’ano e alla vagina (nel caso delle donne).

A volte, l’organismo di un adulto, grazie ad un sistema immunitario più sviluppato, è in grado di combattere da solo l’infezione da ossiuri.

Tuttavia, a causa della natura altamente contagiosa è sempre consigliabile affidarsi a cure mediche specifiche per sbarazzarsi definitivamente dei parassiti e limitare le possibilità di diffusione accidentale.

Se non trattati correttamente può accadere che gli ossiuri compaiano nuovamente nel giro di pochi giorni o a distanza di qualche mese.

Gli ossiuri possono essere recidivi per svariati motivi, tra cui:

  • uova ancora presenti nell’organismo
  • cure mediche trascurate
  • assunzione di farmaci prescritti dal medico non eseguita correttamente.

Visita specialistica

Prima di assumere qualsiasi farmaco, in caso di infezione da ossiuri, è necessario rivolgersi al medico e sottoporsi ad una visita specialistica.

Nel caso dei bambini sarà il pediatra a fornire le misure necessarie per verificare la presenza di tali parassiti mediante appositi test.

Una volta appurata la presenza di ossiuri, il pediatra o il Medico di Medicina generale deciderà quale sarà la terapia più idonea alla quale sottoporre il soggetto.

Terapia farmacologica

L’ossiuriasi non è un’infezione pericolosa o in grado di arrecare all’organismo gravi complicanze e per questo motivo viene facilmente curata con farmaci specifici.

Generalmente, la terapia farmacologica per debellare l’infezione include antiparassitari specifici, come: mebendazolo, albendazolo e pyrantel.

Il farmaco antiparassitario va assunto per via orale solitamente due volte: uno al momento della diagnosi e un altro 15 giorni dopo.

Considerato che l’ossiuriasi è altamente contagiosa, è consigliabile estendere la terapia farmacologica a tutti i membri della famiglia.

Inoltre, per il successo della terapia, è opportuno evitare per qualche giorno l’assunzione di zuccheri e carboidrati, per evitare di fornire un ulteriore supporto ai vermi per riprodursi e proliferare.

Esistono anche integratori alimentari, dispositivi medici e medicinali a basso dosaggio che possono essere d’aiuto, soprattutto per rendere meno accogliente il terreno intestinale a questi ospiti indesiderati. Soltanto il medico esperto, tuttavia, è in grado di suggerire il miglior approccio integrato, conoscendo a fondo il suo paziente e scegliendo la miglior opzione possibile.

Dopo quanto muoiono

Se si inizia presto la terapia gli ossiuri hanno vita breve.

La cura farmacologica prevede l’assunzione di un antiparassitario in due momenti e serve per distruggere il parassita (quasi sin dalla prima assunzione), ma non le uova.

Queste ultime possono sopravvivere nell’ambiente fino a 14 giorni circa.

Ecco perché il trattamento consta di due fasi successive distanziate di 15 giorni e perché è consigliabile vieppiù adottare ulteriori misure per ridurre al minimo il rischio di un altro eventuale contagio, come:

  • lavarsi frequentemente le mani
  • cambiare la biancheria intima tutte le mattine
  • sciacquare bene lo spazzolino da denti prima di usarlo
  • pulire accuratamente l’ambiente in cui si vive
  • lavare lenzuola, salviette e asciugamani (che sarebbe meglio fossero personali per ciascun membro della famiglia).

Nel caso in cui dovessero comparire nuovamente i sintomi qualche tempo dopo aver terminato la terapia, sempre guidati del medico sarà probabilmente necessario ripetere il trattamento al fine di debellare il parassita in modo (si spera) del tutto definitivo![8]

 

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