Bruciore di stomaco: cause e rimedi naturali

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Bruciore di stomaco

La pirosi o acidità gastrica, più comunemente nota come “bruciore di stomaco”, è una condizione caratterizzata dalla iperproduzione di acido cloridrico (una secrezione acida capace di eliminare i batteri e mantenere il pH gastrico ottimale per la digestione), che altera la mucosa protettiva dello stomaco fino ad infiammarla. Tale infiammazione viene denominata gastrite.

Possono essere numerose le cause all’origine dei bruciori di stomaco che possono insorgere senza apparente motivo, oppure presentarsi occasionalmente a seguito di determinate condizioni emotive o legate al tipo di dieta, successivamente all’assunzione di farmaci e durante la gravidanza. Anche l’abuso di alcool è un fattore predisponente all’insorgenza di questo disturbo.

Se avvertiamo bruciore di stomaco possiamo intervenire regolando l’alimentazione e modificando lo stile di vita. Qualora il sintomo dovesse persistere sarà necessario rivolgersi ad un medico, per avviare una serie di indagini diagnostiche volte ad approfondire ed escludere eventuali problemi di natura organica.

Quando il bruciore di stomaco peggiora durante la notte o in posizione distesa è possibile che si soffra di “reflusso gastroesofageo”, una patologia che identifica il cattivo funzionamento dello sfintere esofageo inferiore, per via del quale le secrezioni acide fuoriescono dallo stomaco andando ad irritare e danneggiare l’esofago.

Oltre alla difficoltà digestiva, in presenza di questa patologia si potrebbero notare altri sintomi anche a carico di gola e orecchie.

Oltre alla dieta, vi sono rimedi naturali, che vedremo più avanti, capaci di aiutare l’apparato digerente a svolgere al meglio il suo compito e preservarne nel tempo la corretta funzionalità.

Da dove inizia una cattiva digestione

La nutrizione è un atto biologico che accumuna tutti gli animali compreso l'uomo, fondamentale per introdurre nell'organismo attraverso gli alimenti, il materiale organico e l'energia necessari per la nostra sopravvivenza e alla base del nostro stato di salute. Grazie ad una serie di processi chimici che avvengono nel nostro organismo, alcuni elementi quali zuccheri, grassi e proteine, vengono utilizzati per l’accrescimento ed il mantenimento di ogni singolo organo e apparato e sono da considerarsi, in sintesi, il nostro “carburante”. L'insieme di tutti questi processi biochimici viene chiamato metabolismo. Vediamo insieme quali sono i migliori consigli per una buona digestione.

Non tutti sanno che la digestione inizia proprio con la masticazione degli alimenti, a partire dalla bocca, dove il cibo prende il nome di “bolo alimentare”. Grazie alla masticazione il cibo viene triturato e alcuni enzimi presenti nella saliva lo rendono assimilabile; inoltre durante questa fase viene attivata la secrezione dei succhi gastrici preposti alla digestione. La masticazione, lenta e prolungata, è indispensabile proprio per garantire che il processo digestivo avvenga correttamente e per sfavorire l'eventuale comparsa di gonfiore addominale, senso di pesantezza e il rallentamento della digestione.

Il boccone, triturato adeguatamente ed ingerito, passa dall’esofago allo stomaco dove, in un ambiente estremamente acido, viene rimescolato e sciolto. Il chimo, così viene denominato il cibo a questo livello, passa poi nel primo tratto gastrointestinale, l’intestino tenue, dove si trasforma inchiloe dove elementi come zuccheri, aminoacidi e grassi vengono assorbiti. L’assorbimento avviene attraverso la parete intestinale che ricopre una superficie molto ampia.

Il secondo tratto di intestino, denominato crasso, è preposto all’assorbimento di acqua e sali minerali. Il cibo non digerito o parzialmente digerito, verrà espulso attraverso le feci. Sia nell'intestino tenue che nell'intestino crasso o colon, risiede il microbiota intestinale, composto da centinaia di specie batteriche benefiche e in simbiosi con la mucosa intestinale, che ha un ruolo fondamentale per la buona digestione e l'assorbimento dei componenti alimentari.

Quali sono le cause di una cattiva digestione

Una parte sempre più ampia della popolazione occidentale soffre di dispepsia, ovvero cattiva digestione. Ciò a causa del modificato stile di vita, della qualità del cibo sempre più raffinato, inquinato e povero di elementi nutritivi oppure di agenti patogeni contenuti nei cibi quali batteri o parassiti.

Tra i sintomi più comuni causati dalla cattiva digestione troviamo gonfiore addominale, senso di pesantezza, sensazione di bruciore, meteorismo, stitichezza e diarrea. Talvolta anche insonnia, stanchezza, ansia o mal di testa possono essere riconducibili a questa problematica. Ma cosa provoca la cattiva digestione?

Vi sono molteplici fattori, ad esempio, uno di questi è lo stress che può compromettere diverse funzioni del nostro organismo tra le quali sicuramente quella gastrica. Intestino e cervello sono infatti strettamente correlati, così come lo sono gli aspetti emozionali e le funzioni intestinali. Capita ad esempio di dover sostenere una prova o di essere nervosi ed avvertire una morsa allo stomaco, una sensazione di fastidio e bruciore. In condizioni di stress infatti si avrà un ridotto apporto di sangue all’apparato digestivo ed un aumento della produzione di succhi gastrici, con conseguente sensazione di fastidio, pesantezza e bruciore a livello gastrico.

Il tipo di alimentazione che scegliamo è un altro importante fattore che determina cattiva o rallentata digestione con conseguenze anche intestinali di varia natura.

I cibi disponibili sul mercato sono sovente realizzati industrialmente, utilizzando materie prime di dubbia origine e qualità. I cereali, che sono alla base della nutrizione umana, vengono raffinati e privati della parte ricca di alcuni nutrienti come le fibre, indispensabili per la motilità intestinale. Gli ortaggi, raccolti prematuramente per arrivare integri sui banchi del supermercato, vengono privati della maturazione alla luce naturale. Inoltre, un po’ per compiacere il palato, un po’ per praticità, spesso ciò che finisce nel carrello della spesa è preconfezionato e pronto all’uso, di conseguenza, oltre ad essere molto calorico, contiene grassi saturi o idrogenati, sali, coloranti, conservanti e additivi vari. La stanchezza post-prandiale che ci assale dopo aver consumato un pasto abbondante e molto calorico ne è la prova più evidente.

Altre cause all’origine della cattiva digestione possono essere alcuni batteri e parassiti. L’Helicobacter pylori è certamente tra i più noti: vive nell'ambiente gastrico caratterizzato da una elevata acidità e quando sussistono le condizioni, può moltiplicarsi in modo incontrollato, producendo delle tossine che infiammano e danneggiano la mucosa gastrica, fino a comprometterne la sua funzionalità.

Pertanto, in presenza di uno o più sintomi quali bruciore, nausea e vomito, perdita di appetito, eruttazione frequente, gonfiore e diarrea, anche con una buona dieta e un po’ di disintossicazione tendono a perdurare, è bene consultare un medico.

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Gonfiore addominale o allo stomaco

Due persone su tre, dopo i quarant’anni, lamentano gonfiore addominale. Spesso si sente dire “ho la pancia gonfia” attribuendo questo problema ad una questione di età o di eccessiva o cattiva alimentazione. Vi sono però altri fattori capaci di provocare rigonfiamento addominale come lo stress, la sedentarietà, l’uso protratto di farmaci, l’intolleranza ad alcuni alimenti o la sindrome del colon irritabile. Il parere di uno specialista è importante per escludere disfunzioni o malattie ma, il primo intervento rimane la correzione dello stile di vita e dello stile alimentare.

Innanzitutto, è bene concedere il giusto tempo alla masticazione. Masticare lentamente, oltre a favorire la digestione, ci aiuta a percepire correttamente il senso di sazietà perciò ci permette di tenere a freno la voglia di eccedere che provoca sovrappeso e ci libera dal senso di pesantezza e gonfiore.

Inoltre, preferire cibi leggeripoco salati, frutta e verdura di stagione ricche di vitamine e fibre che sostengono la funzionalità gastrica e la motilità intestinale; limitare il consumo eccessivo di carboidrati, di lieviti e zuccheri raffinati, di bevande gassate ed alcoliche. Infine, riequilibrare le quantità che devono essere più limitate se non escluse, per brevi periodi di tempo dei cibi che provocano la formazione di gas, quali fagioli, broccoli, cavoli e cavolfiori.

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Sì alla disintossicazione, la dieta detox e al drenaggio. Bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno, aiuterà l’organismo a depurarsi dalle tossine. Un valido aiuto dal mondo vegetale può arrivare dalla Pilosella utile per il drenaggio dei liquidi corporei.

È consigliato, infine, svolgere quotidianamente un po’ di attività fisica all’aria aperta. Anche una semplice camminata a passo sostenuto darà i suoi benefici, non solo a livello fisico ma anche a livello mentale. Se infatti il gonfiore è determinato dallo stress, concedersi del tempo per praticare sport o svolgere attività come yoga e meditazione, concentrandosi sulla respirazione, sarà di valido aiuto.

Cosa non mangiare: i cibi che rallentano la digestione.

Lasciando al dietologo il compito di valutare se vi sono deficit funzionali, vediamo quali sono gli alimenti che, tendenzialmente rendono la digestione più lunga e pesante, richiedendo un dispendio energetico notevole per essere scomposti ed assimilati dal nostro organismo.

Premesso che ognuno di noi digerisce in maniera differente, perciò non esiste una dieta assolutamente valida per tutti, si consiglia sempre di mangiare tutto ma senza eccedere. La varietà della dieta è un fattore importante per garantire all’organismo tutti i nutrimenti di cui necessita. In linea generale è bene sapere che mangiare cibi considerati “pesanti” la sera subito prima di coricarsi, tenderà a disturbare anche il sonno e allungherà il processo digestivo. Allo stesso modo, consumare gli stessi cibi a pranzo ci porterà poi ad accusare stanchezza e sonnolenza, rendendoci meno attivi e reattivi.

In generale, i cibi ritenuti “pesanti” in grado di rallentare il processo digestivo sono quelli fritti, ricchi di grassi e molto elaborati. Anche alcuni tipi di carne rossa fanno parte di questa categoria, così come il pesce sott’olio, alcuni prodotti caseari a media e a lunga stagionatura e non scremati. C’è da dire, però, che l’importante è non eccedere nei quantitativi e negli abbinamenti. Se siete tra quelli a cui piace cominciare con un antipasto e finire con il dolce, fate attenzione a non trasformare in regola quello che può andar bene per una festa una volta ogni tanto. In questo caso, oltre ad introdurre probabilmente calorie in eccesso, ci ritroveremo a fare i conti con un senso di gonfiore addominale e stanchezza post-prandiale dovuta al carico di lavoro a cui abbiamo sottoposto il nostro apparato gastrointestinale. Talvolta, infatti, non è solo la quantità, ma anche l’abbinamento dei cibi consumati quasi contemporaneamente, ad aumentare l’acidità e provocare un rallentamento della funzionalità gastrica.

Facilitare la digestione

Sappiamo cosa provoca un rallentamento della digestione, vediamo ora quali sono i rimedi per contrastare questo fenomeno.

Una dieta sana

Consumare pasti leggeri e frequenti significa non sovraccaricare l’apparato gastrointestinale. Andrebbero consumati infatti almeno 5 pasti al giorno. Frutta e verdura poi, dovrebbero essere sempre presenti all’interno di una dieta bilanciata, perché garantiscono l’apporto di vitamine, sali e fibre e sono una valida alternativa alla colazione o, come spuntino, a snack industriali e a base di zuccheri raffinati. Bere non più di un caffè al giorno, moderare il consumo di cioccolato, evitare i cibi confezionati ricchi di grassi, bevande gassate o edulcorate che provocano acidità di stomaco. Preferire succhi freschi, centrifugati a base di frutta e verdura consumati al naturale, tè verde altamente digeribile e yogurt, utile per l’apporto di probiotici indispensabili per la buona salute dell’intestino. Il miele poi, è un ottimo dolcificante e se consumato freddo ha molteplici proprietà oltre ad essere molto digeribile.

A pranzo e cena preferire un pasto leggero a base di pasta integrale fonte di fibre ed utile per migliorare la motilità intestinale oppure pesce o carne magra, indispensabili per l’apporto di proteine, meglio se cotti alla piastra o al vapore senza aggiunta di grassi. Si all’olio extravergine consumato con moderazione e a crudo. Anche in questo caso un buon piatto di verdura scottata o cruda farà da contorno e aiuterà la funzionalità gastrica. Limitare il consumo di sale, che oltre a favorire la ritenzione idrica e quindi il gonfiore, è nemico delle nostre arterie.

Evitare di abbinare troppi elementi che se associati rallentano la digestione. Carne, uova, formaggi e pesce andrebbero consumati singolarmente; così come, per limitare l’acidità gastrica, i cereali o le patate non andrebbero mai abbinati ai formaggi o ai pomodori.

Soprattutto durante il giorno, bere molta acqua, drenante e purificante. Durante i pasti invece è bene regolarsi: se il pasto è molto asciutto, bere è utile per rendere più umido il chimo e facilitare la digestione.

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Masticare bene: come abbiamo detto, la digestione inizia dalla bocca. Ritagliarsi uno spazio di tranquillità durante il quale consumare il pasto aiuta a rallentare i ritmi della masticazione, a respirare meglio e ad introdurre meno aria nello stomaco e a concentrarsi per assaporare ogni singolo boccone raggiungendo così un corretto livello di sazietà senza arrivare mai ad abbuffarsi. L’ideale sarebbe alzarsi da tavola rilassati e ancora con un leggero senso di fame. Se dopo cena non riuscite più ad alzarvi dalla sedia, vuol dire che avete mangiato troppo!

E per i più piccoli? Scopri i nostri consigli sull'alimentazione nella prima infanzia.

Rimedi naturali

Per individuare il rimedio più appropriato bisogna prima fare un distinguo. Vi è infatti la difficoltà a digerire determinata da una scarsa secrezione di acido cloridrico che provoca la sensazione di pesantezza e, al contrario, quella determinata da una eccessiva produzione di acido cloridrico che provoca acidità di stomaco.

Nell’ambito dei “rimedi della nonna”, nel primo caso è consigliabile bere acqua leggermente calda nella quale è stata fatta bollire per alcuni minuti la scorza di un limone. Nel secondo caso, solitamente più di frequente, è sufficiente sciogliere un cucchiaino di bicarbonato di sodio oppure di citrato o ancora di magnesio idrossido in un bicchiere di acqua a temperatura ambiente.

Per favorire la digestione, sorseggiare durante il pasto un infuso a base di semi di finocchio o rosmarino.

Integratori alimentari

In caso di acidità gastrica i farmaci in commercio prevedono l’impiego di sostanze, non prive di controindicazioni, che vanno a bloccare o diminuire fortemente la produzione dell’acido cloridrico secreto nello stomaco. Sono i cosiddetti inibitori di pompa protonica (IPP). Prima di assumere uno di questi farmaci è indispensabile consultare il medico.

In commercio vi sono anche integratori con estratti vegetali, utili per la funzionalità dell’apparato gastrointestinale e che possono costituire un valido supporto anche nel caso di utilizzo prolungato.

Gli enzimi svolgono un ruolo determinante nel processo digestivo in quanto favoriscono la digestione delle macromolecole alimentari con conseguente alleggerimento del carico di lavoro dello stomaco, intestino, fegato e pancreas. Una carenza di questi elementi, di cui si registra un naturale declino a partire dai 40 anni, provoca malassorbimento dei nutrienti, disbiosi intestinale ed aumento delle scorie metaboliche a livello intestinale.

Enzyformula, integratore alimentare senza glutine, con enzimi digestivi in associazione originale con ingredienti di origine vegetale e vitamine, è un utile supporto alimentare per il processo digestivo. La compressa di Enzyformula è costruita con una tecnologia a rilascio "fast e slow" dei componenti enzimatici e vegetali: lo strato "fast" rilascia nello stomaco e nel tratto gastroduodenale il gruppo di enzimi di origine vegetale completo con gli estratti vegetali di Phyllanto e Fumaria, mentre i componenti, curcuma e Superossidodismutasi (SOD) dello strato a rilascio "slow" sono protetti dall'acidità gastrica e vengono rilasciati nell'intestino tenue per svolgere le loro funzione epatica, digestiva e di supporto alla funzionalità del sistema digerente. Si assume 1 compressa deglutibile di Enzyformula immediatamente prima o subito dopo i 2 pasti principali.

Proflora, a base di 6 fermenti lattici probiotici (5 Lattobacilli + 1 Bifidobatterio) vivi e vitali, microincapsulati e gastroprotetti, con fibra prebiotica, è l’integratore alimentare per favorire il riequilibrio della flora intestinale nel caso in cui la sua composizione sia stata alterata da alimentazione impropria, terapie antibiotiche, diarrea, alcool e stress psico-fisico.

Infine Colostrononi, integratore alimentare orosolubile, senza glutine, composto da colostro bovino e dal succo del frutto di Morinda citrifolia (più nota con il nome di Noni) con azione antiossidante.

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