Allergie nei bambini, riconoscerle e prevenirle

Ruffato
Dr. Graziano Ruffato

Medico Chirurgo, Specialista in Ematologia Generale Clinica e Laboratorio

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L’allergia è una violenta reazione infiammatoria che si verifica quando il sistema immunitario scambia una sostanza normalmente innocua, definita allergene, come un agente aggressivo da cui difendersi.

Questa errata reazione è dovuta ad uno sbilanciamento nel sistema immunitario fra la branca che contrasta virus, batteri detta TH1 e quella rivolta normalmente verso i parassiti denominata TH2.

Queste due branche sono nel soggetto normale perfettamente bilanciate, mentre nell'allergico c'è uno sbilanciamento a favore del TH2.

Sono solo gli adulti a soffrire di allergie? Ebbene no, purtroppo! Anche bambini possono essere soggetti a manifestazioni allergiche. Si tratta di un problema in costante aumento: in Italia il 25% dei bimbi ha oggi problemi di allergia mentre negli anni ’90 ne soffriva solo il 7%. Tra le cause principali di questa impennata gli stili di vita, l’inquinamento, lo stress, il fumo, la cattiva alimentazione, l’abuso di farmaci e l’eccessiva igiene ambientale.

Infatti, al momento della nascita il sistema immunitario è prevalentemente ad impronta TH2, e le stimolazioni ambientali fanno sviluppare il TH1 fino a bilanciare i due sistemi entro i primi due anni di vita.

I dati ci dicono che negli ultimi anni c’è stato un importante incremento del numero di bambini che già in tenera età hanno avuto una reazione allergica a qualche sostanza1.

Questo fenomeno è spiegato dai fattori sopra citati ma sopratutto dall'uso di antibiotici sopratutto se usati molto precocemente.

I metodi con cui l'allergene può entrare nell’organismo del bambino sono diversi (inalatoria, per contatto, digestiva) dando luogo a sintomi che, soprattutto nei primi episodi allergici, possono essere facilmente ricondotti ad altre problematiche

Le allergie dei bambini

Sulla comparsa dell’allergia nei bambini gioca un ruolo importante la predisposizione genetica, se uno o entrambi i genitori sono soggetti allergici la probabilità che anche il figlio lo sia è piuttosto alta, ma i fattori ambientali sembrano essere prevalenti

Le allergie più frequenti nei bambini sono quelle ai pollini o agli acari della polvere. L’allergia ai pollini è di tipo stagionale, in quanto è legata al periodo di fioritura di alcune tipologie di piante. L’allergia alla polvere invece è più fastidiosa semplicemente perché legata ad agenti sempre presenti all’interno delle nostre case e merita accortezze maggiori per quanto riguarda l’eliminazione degli allergeni che la causano.

Anche gli alimenti possono essere fonti di allergia, in particolare i cibi che possono dare luogo a manifestazioni allergiche nel bambino sono il latte, le uova, i crostacei e alcuni tipi di pesce, fragole, pomodori, arachidi, soia e noci.

Molte reazioni allergiche sono anche dovute a reazione crociata fra inalanti e alimenti.

Come riconoscere l’allergia

Riconoscere l’allergia non è sempre facile o immediato, soprattutto quelle alimentari possono palesarsi anche diverse ore dopo l’ingestione dell’alimento interessato. In ogni caso ci sono diversi segnali a cui un genitore può fare attenzione se sospetta la presenza di un’allergia.

La manifestazione allergica può avere svariati sintomi che nel bambino in genere sono rinite allergicacongiuntivite, asma, eczema. Nel caso l’allergia sia di tipo alimentare possono verificarsi anche vomito, nausea e diarrea.

La rinite è un’infiammazione della mucosa nasale che causa starnuti, naso chiuso e prurito. Ci si può accorgere che il bambino sta soffrendo di rinite allergica se si strofina insistentemente la punta del nasino, comportamento in gergo definito “saluto allergico”.

La congiuntivite allergica invece è un’infiammazione dell’occhio che si manifesta con arrossamento, prurito e lacrimazione.

L’eczema si manifesta con un’infiammazione della pelle che spesso preoccupa molto i genitori in quanto vedono comparire macchie più o meno rosse sulla pelle delicata dei bambini a cui non sanno dare una spiegazione. Questa manifestazione cutanea è caratterizzata da rossore, desquamazione, vescicole, bollicine e crosticine. L’eczema può essere particolarmente fastidioso per il bambino perché molto pruriginoso.

Qualora si noti una correlazione tra una determinata situazione e l’insorgenza di questi sintomi è ragionevole pensare ad una manifestazione allergica. In ogni caso è importante rivolgersi al pediatra curante che, dopo un’accurata visita sarà in grado di proporre la strategia clinica e terapeutica più appropriata.

Diagnosi e trattamento dell’allergia

Se il bambino presenta uno o più sintomi di una sospetta allergia è bene parlare subito con il proprio pediatra che nel caso potrà indirizzare i genitori verso un allergologo pediatrico.

Esistono diversi tipi di test a cui sottoporre il bambino per capire se e a quale sostanza è allergico.

La diagnosi dell’allergia viene fatta sottoponendo il bambino a specifici esami, come lo Skin Prick test (SPT)2, che si esegue pungendo la cute con un’apposita lancetta e applicando alcuni estratti allergenici, che in caso positivo provocano la comparsa di un piccolo rigonfiamento pruriginoso.

Oltre al Prick test ci sono il Rast test (più precisamente la ricerca delle IgE specifiche sul sangue) che si esegue attraverso l’analisi del sangue e il test di provocazione nasale che prevede l’inalazione di piccole quantità di allergene. A differenza del precedente, questo test ha statisticamente più falsi positivi.

In questi casi il consiglio è sempre quello di rivolgersi al pediatra di base o ad uno specialista in pediatria, che potrà consigliare il trattamento specifico migliore. Esistono farmaci che agiscono sui sintomi dell’allergia, abbassando la produzione di istamina e farmaci che riequilibrano la bilancia Th1/Th2, responsabile dell’equilibrio del sistema immunitario.

Cos’è questa bilancia Th1/Th2? Studi scientifici epidemiologici dimostrano che se durante l’infanzianon si viene normalmente a contatto con germi come virus e batteri non si ha la possibilità di sviluppare adeguatamente una parte del Sistema Immunitario (quella guidata dai linfociti T helper-1) lasciando il campo libero ad uno sviluppo non equilibrato della sua controparte (quella guidata dai Linfociti T helper-2), ovvero quella che produce gli anticorpi IgE, responsabili della reazione allergica.

Una soluzione? Avere cura dell’igiene personale e domestica senza la pretesa di un ambiente sterile e non assumere farmaci antimicrobici, antinfiammatori e antipiretici quando non strettamente necessario sono già buone abitudini per limitare questo squilibrio.

Prevenire le allergie nei bambini

Alcune ricerche hanno mostrato che l’assunzione di probiotici nel primo anno del bambino, durante la gravidanza e l’allattamento da parte della madre diminuiscono la possibilità di sviluppare le allergie3. La terapia probiotica è comunque importante a tutte le età sia per prevenire le allergie che le intolleranze. Il microbiota intestinale è fondamentale per lo sviluppo ed il mantenimento di un corretto ed efficiente sistema immunitario.

Nel caso in cui l’allergia sia già presente la prevenzione può consistere anche nell’attenuare i sintomi più fastidiosi prima che si arrivi alla stagione allergica. Esistono diversi preparati naturali che se assunti diversi mesi prima della comparsa dell’allergia, nel caso di quelle stagionali, possono aiutare a renderla più sopportabile. In ogni caso per scongiurare la manifestazione allergica è indispensabile tenere lontano i bambini dagli allergeni e mettere in pratica tutti gli accorgimenti utili a rendere l’ambiente domestico confortevole per i più piccoli.

Allattamento al seno: è protettivo nei confronti delle allergie?

Il latte materno è l’unico alimento naturale che contiene tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni, è facilmente digeribile, sempre pronto alla giusta temperatura, e contiene una serie di fattori che proteggono dalle infezioni e aiutano a prevenire alcune malattie e allergie, offrendo quindi molti vantaggi per il bambino in termini di salute, crescita e sviluppo psicologico. Una meta-analisi (una tecnica clinico-statistica, che consente di assemblare i risultati di più lavori clinici di uno stesso trattamento in un unico risultato cumulativo) mostra come l’allattamento al seno protegga in misura diversa dall’asma (fra i 5 ed i 18 anni), eczema (≤2 anni), rinite allergica (≤5 anni), ma non dalle allergie alimentari.4

 

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